Santuario S. Maria di Caravaggio Milano

Ad Jesum per Mariam

La Cripta

Il progettista di questa chiesa parrocchiale, dallo stile romanico, ubicò la cripta sotto l'ampio presbiterio, abbassata di un metro e mezzo circa dalla quota del pavimento della navata, mentre sopralzò il presbiterio di due metri e più. Si scendeva alla cripta e si saliva all'altare, servendosi di scale laterali. La cripta così formata e delineata era però troppo separata e disunita dall'ambiente chiesa. Si progettarono quindi diverse soluzioni presentate all'allora Arcivescovo, il Beato Card. Schuster, il quale suggerì di rivolgersi all'Abbazia di Montecassino, si era nel periodo anteguerra, ove la scuola Benedettina di Beuron seppe creare ed armonizzare con le costruzioni preesistenti una stupenda cripta. L'annuncio dato dal Papa Pio XII dell'inizio dell'Anno Mariano diede l'avvio ai lavori di abbellimento del sacello. Antecedentemente erano stati completati importanti lavori di trasformazione; abolendo le scale laterali, si costruì, di fronte al presbiterio, al termine della navata centrale, un'ampia scalinata di discesa alla cripta, affiancata da due rampe che salgono all'altare. L'architettura della cripta fu ampiamente modificata: il soffitto fu completamente ridisegnato, usufruendo delle colonne poste al centro e creando delle lesene lungo l'irregolare perimetro delle pareti, si potè realizzare un gioco di piccole volte e campate, che valsero a togliere la pesante monotonia di un soffitto piatto. Le scalee di entrata ed uscita sono ricoperte con granito rosa di Baveno; dall'una all'altra corre una passatoia di granito pregiato rosso scuro di Svezia, il restante della pavimentazione presenta un disegno geometrico che riproduce l'andamento delle soprastanti campate. La vivacità dei colori è data dall'uso di diversi graniti: rosa di Baveno, bianco di Mortorfano, rosso di Svezia. Le aperture, che dal sacello danno verso la chiesa, oltre a favorire un'illuminazione indiretta, assunsero una forma tonda ed opportunamente ingentilita, ed offrono, dall'esterno, squarci di suggestive visioni dell'interno. Ai lati dell'ingresso alla cripta, due angeli ci ricordano che attraverso Maria si arriva a Gesù, presentando una corona d'ulivo con le scritte: "Ad Jesum" "Per Mariam". Sopra l'entrata, in un semiarco, troviamo la dedica alla "Beata Vergine di Caravaggio" Appena scesa la scala, ci si inoltra nell'ambulacro e qui inizia il richiamo all'Antico Testamento che di Maria canta, in figura, la bellezza e la forza. Al centro della volta, di fronte al simulacro, è racchiuso lo stemma della Parrocchia con una scritta che inneggia a colei che è "eletta al par del sole, terribile come un esercito schierato in campo, bella come la luna". Ma lo sguardo è subito attratto dalle due statue della Madonna e della beata Giannetta, collocate su un basamento di rame sbalzato, che rimandano al miracolo dell'apparizione a Caravaggio. Il complesso è contenuto in un'armonica costruzione: sull'intradosso della volta, spiccano la figura dell'Arcangelo Gabriele, con in mano il giglio di purezza e la colomba simbolo dello Spirito Santo: tutt'intorno i cori angelici contemplano immoti. Dietro al complesso delle statue, è posto l'elegante altare in marmo, nella seconda campata che, con quella antistante, forma il centro della cripta: la parte più sacra recinta tra marmoree balaustre. Lungo l'ambulacro che circonda il simulacro, sulle pareti , sono rappresentate figure bibliche attinenti alla storia di Maria. Possiamo vedere, sul lato sinistro, la cugina Elisabetta con Zaccaria e San Giovanni Battista. Di fronte, troviamo i genitori della Vergine, Gioacchino ed Anna e il suo sposo, San Giuseppe. Verso il fondo, in prossimità di un'altra scala, esattamente opposta a quella d'ingresso, troviamo dei piccoli bimbi che sorreggono cerchi fiammanti, all'interno dei quali sono riportate le date di proclamazione dei dogmi riguardanti la Beata Vergine. Lesene ed archi rampanti sono decorati con motivi ispirati ai titoli attribuiti a Maria: Regina del Rosario, Novella Eva portatrice della Luce. Il richiamo al Nuovo Testamento è dato dalla raffigurazione dell'agnello contornato dalle scritte "sanctus", da cartigli alle pareti con brani tratti dai Vangeli e dai simboli dei quattro Evangelisti, Matteo, Luca, Marco e Giovanni. La visita alla cripta dedicata alla Madonna di Caravaggio non può concludersi senza dare uno sguardo alla scritta posta lì a ricordare quanto il cardinal Ildefonso Schuster abbia amato questo santuario ed avesse desiderato porre lui stesso la corona sul capo della statua raffigurante la Vergine: non fu esudito, perché morì poco prima che il lavori di abbellimento fossero terminati. Nel maggio del 1955, sarà il suo successore, l'Arcivescovo Montini, a porre questo sigillo all'opera compiuta, così com' è ricordato da una scritta posta lungo il basamento del gruppo di statue.

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