Diamo un volto alle virtù
da Camminiamo Insieme - anno 20, n.28 del 16/03/2003
Ho trovato diversi modi per allontanare la tensione per i tanti
pensieri e occupazioni; uno èquello ai mettermi davanti ai ripiani
della mia libreria e far scorrere lo sguardo alla ricerca di un aiuto.
Oggi trovo una novella di Anton Cechov, il novelliere e drammaturgo
russo morto nel 1904. Persa la fede dell'infanzia, si spinse sempre più su
posizioni lontane dalla religione, ma probabilmente gli rimase dentro un qualcosa
del Gesù dei racconti della sua fanciullezza o delle icone delle chiese nella
sua terra. Questo qualcosa traspare nitido nel racconto:
Ivan, lo studente di teologia, mentre torna da caccia, intirizzito
dal vento freddo, è catturato dal fuoco che arde nella casa della vedova Vassilissa
"donna sperimentata" che ha accanto la figlia Lukeria, "maltrattata dal marito".
Il fuoco che riscalda l'infreddolito studente, fa ricordare quello a cui anche
Pietro cercò calore, mentre Gesù veniva giudicato. Il racconto dello studente
e riportato in seconda pagina (fermati a leggerlo
ora) e mi offre spunto per presentare una proposta che si svilupperà a
partire da giovedì alle 20.45 a Palazzo Verbania.
Vorrei incontrare lì quanti amano questo nostro tempo e lo
vogliono riscattare dalle apparenze sicure e calde in cui sembra trovarsi
ogni persona perché affiori l'umano di ciascuno alla ricerca di una tenerezza
che apra il cuore.
Stiamo parlando in quaresima di virtù, che è poi parlare di
valori, e tutti avvertiamo il bisogno di averli in noi non tanto come "dovere",
ma come forte e significativa presenza che parla, convince, si fa esempio,
trascina, invoglia, coinvolge.
Sento questo in me, in tanti educatori, insegnanti, genitori,
e comunque al di fuori del ruolo, nel profondo di tanti il bisogno di risalire
gli anelli della catena della vita alla ricerca di un punto fermo.
Qualcuno vorrebbe annunciare con certezza il valore, l'idea,
il riferimento, ma c'è un fatto: il nostro tempo, saturo di certezze da assumere,
sta chiedendo il calore di un incontro che, pur lontano nel tempo. sia però
pieno di forza e prossimità, più tenero e confortante di tante presenze di
oggi.
Proprio mentre la virtù crolla e lascia posto al vizio, l'incontro
con Gesù fa piangere Pietro e le due donne del racconto.
Io prete, che conosco il Vangelo, che ho una ben chiara presenza
di valori, mi trovo profondamente toccato da questa esperienza.
Ho trovato un aiuto in questa novella di Cechov perché lì ho
sentito una persona come me pronunciarsi e anche altre volte mi sono servito
dell'arte o della musica o di una testimonianza per accogliere sempre una
spinta a vivere.
Parlando con alcuni insegnanti ci siamo accorti dell'importanza
di accogliere questi aiuti che, pur arrivando da esperienze diverse, confluiscono
nel bisogno di volgere lo sguardo a quel Gesù che, con la sua amicizia, cercherà
di ridare i giusti lineamenti al nostro volto per renderlo fiducioso e sereno
e magari capace di offrire uno spunto di vita a chi è vicino.
Mi viene in mente Kirkegaard che, commentando la frase della
Bibbia: "bada perciò ai tuoi passi quando entri nella casa del Signore - si
chiede - e perché? Proprio perché nella casa del Signore l'unica grazia che
si deve chiedere è l'amicizia di Dio".
Ti chiedo di venire giovedì
20 marzo a cercare con altre persone quanto sia decisiva questa grazia
che è l'amicizia di Dio.
Già l'incontro di più persone che lo cercano, anche inconsciamente,
è certezza che Lui ci precede con la sua amicizia per donarci la gioia di
trovare insieme la novità e la bellezza di essere giusti e forti, prudenti
e sobri per questo tempo tanto caro.