Parrocchia di Sorbano del Vescovo e del Giudice - Lucca

Libro degli Ospiti | Forum di discussione
Torna alla pagina iniziale
Informazioni, iniziative, feste, ricorrenze, avvenimenti e incontri della nostra parrocchia
I gruppi, il catechismo, la storia e le foto
Lettere alla parrocchia, biografia e contatti
Materiale di studio
Iniziative Diocesane e Zona pastorale
Scrivici!

Approfondimenti

colomba
Stampa questa pagina

Estratti dal libro...

"L'irrilevanza e la rivelanza del messaggio cristiano per l'umanità oggi."

Il messaggio cristiano (specialmente la predicazione cristiana) è ancora rilevante per le persone del nostro tempo? E se non lo è, qual è la causa? E ciò si riflette sul messaggio del cristianesimo stesso?. Il mio argomento è scaturito da queste domande.

.Tutti questi pensatori e movimenti sono diventati dei capitoli nella storia del pensiero Cristiano. Nei termini del nostro tema, propongo che vengano visti come portatori della storia del tentativo di rendere il messaggio cristiano rilevante per la sempre cangiante situazione umana. Ma vi è anche un'altra linea di pensiero, che non è caratteristica della maggior parte dei teologi che ho fin qui nominato. Questa linea diversa dice: per rendere rilevante il messaggio cristiano, se ne deve afferrare la totale alterità. L'espressione "totalmente altro" fu utilizzata da un noto teologo Rudolf Otto. La linea di pensiero opposta a quella della maggior parte dei teologi citati in precedenza sostiene analogamente che dobbiamo mettere in luce l'alterità del messaggio cristiano, quale che sia la nostra situazione. Quelli che assumono questa posizione sono, per usare un'espressione kirkegaardiana, i "teologi dello scandalo". Essi si oppongono a quelli che chiamerei i "teologi della mediazione". Questi ultimi mediano fra il messaggio cristiano e ciascuna situazione particolare, mentre i teologi dello scandalo acuiscono l'opposizione di tale messaggio ad ogni situazione.

La teologia dello scandalo risale al "credo perché assurdo" di Tertulliano.

.La mia impressione è che in questo mondo la Chiesa cristiana abbia bisogno di entrambi questi modi di pensare, ma che entrambi rischino, ognuno a modo suo, di rendere il cristianesimo irrilevante. La teologia della mediazione corre il rischio di estraniarsi dal messaggio originale. La teologia dello scandalo, d'altro canto, può arrivare a negare qualunque relazione. La prima diviene irrilevante per adattamento, l'altra per opposizione.

Se rimangono sole sono ugualmente pericolose.

La mediazione e lo scandalo devono essere tenuti in vita entrambi nella predicazione e nell'insegnamento cristiano.

.Che cosa è la rilevanza? In questo contesto "rilevante" significa che il messaggio cristiano risponde agli interrogativi esistenziali dell'umanità d'oggi. "irrilevante" significa che non vi risponde. Parlando d'interrogativi esistenziali, mi riferisco a quelle domande che riguardano la totalità dell'esistenza umana. Alcuni esempi di tali interrogativi sono: qual è il significato del mio essere? Da dove ricavo il coraggio di vivere? Come posso avere speranza? Come posso superare i conflitti che mi torturano interiormente?. Tutti questi sono interrogativi esistenziali. Potrebbero anche essere definiti "ricerche appassionate di una vita piena di significato". La predicazione cristiana così come viene fatta oggi è in grado di dare risposta a questi interrogativi e a questo anelito ad un messaggio capace di guarigione?

  • Il primo dei miei sei esempi è l'irrilevanza del linguaggio cristiano.

A proposito degli interrogati esistenziali sin qui sollevati, si vede subito che la ripetizione del linguaggio biblico, liturgico o delle professioni di fede non hanno alcun significato per coloro che si pongono tali interrogativi.

Ad aggravare il problema è la confusione tra fede e credenza. Una delle cose peggiori che rendono irrilevante il messaggio cristiano è identificare la fede con la credenza in certe dottrine. Particolarmente grave è la richiesta di credere l'incredibile. Dobbiamo affermare chiaramente che la "fede" è l'essere afferrati da una potenza che ci interessa in maniera suprema, e che "credenza" non è l'essere certi, ma l'accettare qualcosa di preliminare.

L'impossibilità della persona moderna di comprendere il linguaggio della tradizione riguarda quasi tutti i simboli cristiani. Essi hanno perso quasi tutto il potere di trafiggere l'anima: di rendere inquieti, ansiosi, disperati, gioiosi, estatici, recettivi nei confronti del significato..La parola Gesù non comunica più nel profondo.la parola Cristo è divenuta incomprensibile.

.Se si recuperasse il senso del simbolico.

  • Il secondo esempio dell'irrilevanza del messaggio cristiano è il suo contenuto .

Gli insegnamenti di Gesù vengono presentati come incentrati sui suoi comandamenti morali e come conferma di questi ultimi.Si suppone che tali comandamenti siano più elevati di quelli mosaici. Essi hanno perso, tuttavia, il carattere di fondamento di tutta la legge. Hanno perso l'essenza di ciò che il vangelo originariamente significava: la "buona notizia" della presenza di una nuova realtà che da prima di domandare e che accetta prima di trasformare. Questa perdita ha causato la sostituzione della cura pastorale con la consulenza psicoterapeutica. .La mancanza, nella predicazione odierna, di un contenuto caratteristicamente religioso tende a trasformare quella, che nel Nuovo testamento chiama l'assemblea di Dio ( ecclesia ), in un club di attività sociali.

  • Il terzo esempio di irrilevanza è particolarmente importante.

È l'atteggiamento tradizionalistico verso la tradizione cristiana che trova ampia accoglienza fra laici e ministri. La tradizione è buona. Il tradizionalismo è cattivo. L'atteggiamento tradizionalistico nei confronti della tradizione impedisce di andare in cerca del significato vivente dei suoi elementi. Questi elementi sono dati per scontati e non vengono più messi in discussione. Ma soltanto se la tradizione viene trasformata frequentemente può essere salvata come realtà vivente.

Una conseguenza fatale del tradizionalismo è l'elusione di questioni assai serie. Sembra che le conferenza ministeriali tendano ad evitare i problemi teologici basilari.

.Poche cose poi, hanno contribuito all'irrilevanza del cristianesimo quanto la scuola di catechismo. Una cosa che favorisce e incoraggia il tradizionalismo è l'attesa, di molti laici, che le chiese debbano essere un caposaldo del conformismo e del conservatorismo.

Essi dimenticano che un tempo esistevano i profeti di Israele, e che nell'intera storia del cristianesimo sono stati proprio i riformatori rivoluzionari ad effettuar i passi determinati nello sviluppo delle chiese. A molti le controversie sui fondamenti sembrano indebolire le basi che ci sorreggono. La parola "controverso" è divenuta oggi quanto mai negativa. Dovrebbe essere invece una parola quanto mai positiva. Nelle controversie, infatti, nel "sì e no" è possibile conoscere la verità, e in nessun altro modo.

  • Un quarto esempio riguarda la personalità dei ministri e del praticante tipico. Ciò di cui la chiesa ha bisogno in ogni epoca è una leadership esercitata di persone più forti, più dinamiche, più coraggiose.

.Sospingere la religione nella sfera dell'emozionale, o per salvarla, o per liberarsene, è la via più sicura per l'irrilevanza. Nelle chiese tedesche fu la mancanza di uomini e di giovani a mostrare l'irrilevanza del messaggio cristiano. Ascoltavano soltanto coloro che erano emotivamente ricettivi nei confronti del revivalismo e dell'evangelicanesimo. Ma l'emozione non dura a lungo. Se la religione è sospinta in un angolo emozionale dove non ha alcun impatto sul pensiero e sull'azione, è destinata a scomparire.

  • Come quinto esempio vi è la diffusa irrilevanza del messaggio cristiano per varie classi sociali.

I più lontani dal cristianesimo sono forse il movimento operaio radicale è l' intelighenzia , o così almeno era in Germania. Le meno lontane sono le classi medio-inferiori, gli agricoltori, alcuni elementi delle classi superiori, e parte delle classi o delle razze diseredate. Le più problematiche, in questa indagine sociologica, sono le classi medio organizzative; l'uomo dell'organizzazione, i dirigenti e i funzionari.

L'irrilevanza del cristianesimo per gli operai dell'industria è basata principalmente sul fatto che i lavoratori sono stati le prime vittime del processo mediante cui "gli umani diventano pure cose". Per la classe medio inferiore e gli agricoltori legati alla tradizione, la religione tende a rimanere un costume consolidato, ed è spesso una modalità di vita più profonda. Le classi superiori sono anch'esse religiose per costume. In parte vi è un'accettazione interna, e in parte sono interessate economicamente e politicamente a tenere viva la religione nelle masse come bastione contro il cambiamento. Nelle classi e nelle razze diseredate, il cristianesimo è rilevante, ma in una forma irrazionale e spesso primitivamente superstiziosa. Nelle classi medio organizzative le abitudini religiose divengono una questione di stato sciale, di cortese indifferenza.

  • Il sesto ed ultimo esempio di irrilevanza del cristianesimo ha a che fare con la passione e l'interesse . Fu Hegel a dire che senza di questi non avviene nulla di grande nella storia.

Ho in mente la scarsa quantità di interesse e di passione che la nostra società investe nel cristianesimo, a paragone di quanto va a finire in altre attività creative di altre sfere della cultura.

.La rilevanza universale del messaggio cristiano aveva la propria base nella situazione umana. È possibile ripristinare tale situazione per il nostro mondo attuale?

La natura del pensiero moderno: la sua estraneità al cristianesimo tradizionale.

.Vi sono tre archetipi che possono essere utili alla nostra panoramica degli atteggiamenti fondamentali della civiltà occidentale. Il cerchio, la linea verticale e quella orizzontale.

Il simbolo magico del mondo dell'antichità classica è il cerchio: la realizzazione della vita all'interno del cosmo. Persino il tempo, ritornando a se stesso, ha il carattere di un cerchio.

Poi, nella tarda antichità (nel mondo ellenistico, in quanto contrapposto a quello greco) appare qualcosa di nuovo. Si ha una perforazione del cerchio del cosmo. Invece di rimanere all'interno di tale cerchio, si ha un'accelerazione verticale verso l'alto nel tentativo di trascendere il cosmo, di raggiungere ciò che è supremo nel significato e nell'essere. Ciò diventa determinante per l'intera tarda antichità e il medioevo. È la linea verticale, che aspira ad ascendere aldilà dell'universo, fino al divino, al sublime, al supremo.

Poi viene il terzo simbolo archetipo: la linea orizzontale. Questa è la tendenza in avanti, verso il controllo e la trasformazione del mondo dato: o al servizio di Dio, come nella riforma calvinista, o al servizio dell'umanità, come nell'illuminismo.

Nell'umanità occidentale moderna nasce un nuovo sentimento per la realtà. Questa non è ciò che deve essere compreso e contemplato. E nemmeno ciò che ci lasciamo sotto quando ci innalziamo verso ciò che è supremo, verso l'unione con Dio. La realtà è piuttosto ciò che deve essere controllato sulla base della conoscenza. In questa linea orizzontale è necessario andare vanti e sempre più avanti.

Quali sono dunque i punti di contrasto fra l'autointerpretazione moderna e quella cristiana dell'umanità? Tali punti sono le cause dell'irrilevanza del messaggio cristiano.

Prima di tutto, nel cristianesimo la linea fondamentale è quella verticale. Nel simbolismo cristiano il regno di Dio viene dall'alto e conduce in alto. Ora, è molto difficile, per la tipica persona moderna, comprendere ancora questa linea verticale. I simboli che la esprimono, come il regno di Dio o la vita eterna, le risultano incomprensibili.

.La barriera che impedisce loro di comprendere la dimensione dell'incondizionato (il supremo, o l'infinito) è, come ho osservato, il loro atteggiamento assolutamente oggettivante.

Per definire una qualunque cosa, la dovete oggettivare, rendere finita. Ogni problema di qualcosa di incondizionato, supremo o infinito è perciò estraneo alla tipica persona moderna.

.è tipico del pensiero moderno, che fa di tutto ciò che è nel mondo (umani inclusi !! ) un mero oggetto, di escludere un tipo di relazione con la realtà che sottende tutto il pensiero cristiano: la relazione d'amore. Questo è vero nella teologia e nell'etica. Riguarda la relazione dell' eros del filosofo, la relazione della philia fra gli umani, e la relazione dell' agape consistente nel vedere in ogni cosa una manifestazione del fondamento divino dell'essere, e nell'accettarla come tale. Tutto ciò è estraneo a coloro che vivono soltanto nella dimensione orizzontale del controllo ed hanno perduto la verticale.

Ciò che rimane dell' eros è stato sospinto nella sfera meramente emozionale. La loro conoscenza invece è di carattere totalmente NON emozionale.

Il cristianesimo si difende, ma così facendo si pone inconsciamente sullo stesso piano dal quale vorrebbe difendersi, il piano della mera oggettivazione.

Esso trasforma le storie simboliche della letteratura biblica in eventi oggettivati. Fa proprio quello contro cui dovrebbe combattere. In secoli in cui questa oggettivazione non aveva ancora preso luogo, o non era ancora stata colta dalla maggior parte delle persone, mito, leggenda, storia, erano mescolati l'uno con l'altro. Fra loro non vi era nessuna differenza, e il racconto di un miracolo non era più difficile da accettare di un racconto cosiddetto storico. Ma nel momento stesso in cui la mentalità moderna si rese conto della differenza fra storia, leggenda e mito (in cui furono compiuti sforzi per difendere i racconti biblici come oggettivamente dimostrabili) la causa cristiana era perduta. I difensori avevano appena consegnato le armi con cui potevano difendersi.

Essi non riuscirono a fare nulla, e i simboli della linea verticale non furono salvati ma deformati. Questa è una delle molte ragioni dell'irrilevanza del messaggio cristiano.

.Vi è un altro punto interessante che voglio menzionare, tanto è caratteristico, oggi, della situazione occidentale. Si tratta della alleanza moderna mentalità scientifica con la mentalità asiatica. L'invasione della propaganda buddhista in occidente, in forme non soltanto superficiali, ma anche molto serie, riflette l'irrilevanza del cristianesimo da noi considerata. Ma qual è la ragione? La prima potrebbe essere quella che sono andato scrivendo: che i simboli cristiani sono stati oggettivati dai loro difensori, e proprio per questo hanno perso il loro significato e il loro potere. I moderni si rivolgono perciò ad una religione in cui non sia possibile tale oggettivazione. Ma vi potrebbe essere un ulteriore ragione: ciò che il buddismo Zen chiamo "l'io informe", l'io aldilà di soggetto e oggetto, è l'estinzione dell'individualità definita nell'esperienza somma dell'illuminazione. Orbene, questo potrebbe affascinare la mentalità occidentale moderna che, nella nostra società tecnologica di massa, ha perso la sua propria affermazione del significato dell'individuo.

.Particolarmente importante è comprendere la struttura dell'essere umano esistente come personalità individuale. Ciò che è rilevante per chiunque è, infatti, ciò che risponde alla questione che "io stesso" sono.

La rivolta contro la mentalità moderna: la rilevanza del messaggio cristiano nonostante la sua irrilevanza.

Gia nel diciassettesimo secolo Pascal combinava nella sua persona sia l'elemento essenzialista che quello esistenzialista, prefigurando uno dei più profondi conflitti prodotti dallo sviluppo della mentalità moderna. Da un lato vi è l'atteggiamento consistente nel controllare la natura e la società mediante il potere della ragione calcolante, l'atteggiamento consistente nell'andare avanti, sempre più avanti, nella dimensione orizzontale della vita umana. Da qualche parte lo chiamo "ideologia del progresso", sempre avanti e senza mai sapere a che scopo, soltanto avanti. E dall'altro lato vi è l'essere umano reale, che è finito, che fa esperienza dell'angoscia della finitezza, che è colpevole anche se non si sente colpevole di nulla in particolare. Gli esseri umani sono colpevoli di non essere quello che potrebbero e dovrebbero essere. Essi non conoscono il significato della loro vita.

.I grandi esistenzialisti da Pascal fino ai nostri giorni non hanno dato alcuna risposta in quanto esistenzialisti. Ma in tutti gli esistenzialisti questa è venuta da qualche altra parte, non dall'analisi, non dallo scacco umano, bensì dal mondo delle essenze. Questo significa dalle tradizioni, dalle filosofie, dalla letteratura, dalla teologia in cui viene contemplata e descritta la vera natura dell'umanità. Non poteva essere altrimenti, poiché l'analisi del divario fra ciò che siamo essenzialmente e ciò che siamo in realtà non offre una risposta. La risposta viene da un'altra parte.

Il cristianesimo è in grado di dare risposte alle domande sollevate dall'analisi esistenzialista dello scacco umano nel tempo e nello spazio?

.La mia risposta è sì. Il cristianesimo può farlo.

Lasciatemi prima esporre un fattore del cristianesimo che in generale può renderlo rilevante al giorno d'oggi. Si tratta di un evento che è accaduto, un evento composto di due parti: il fatto di una vita personale, e la ricezione di questa vita da parte di un gruppo di discepoli o seguaci. Questo è l'evento da cui dipende tutto il resto.

Cristo, in termini teologicamente rigorosi, non sarebbe il Cristo senza la Chiesa, cioè la comunità che lo ha ricevuto. E la Chiesa non potrebbe essere la Chiesa senza il Cristo su cui è basata. Ora, significa che il cristianesimo non è basato su un insieme di simboli o su un'idea. Ci sono anche questi vengono usati. Ma la chiesa si basa su qualcosa che è accaduto nel tempo e nello spazio, l'apparizione di un uomo che si chiama Gesù, che fu accolto dai discepoli come il Cristo atteso.

.Questo elemento di evento assicura qualcosa che trascende tutte le religioni concorrenti, prive di tale fondamento. Esso possiede l'unicità di un evento storico, incomparabile e inesauribile.

Tale è il retroterra della rilevanza essenziale del cristianesimo, la rilevanza di un evento nella totalità degli eventi umani, un evento dotato di un significato umano universale.

.In questo processo (di sviluppo della tradizione) le chiese non si limitarono però a preservare e a spiegare l'evento. Esse lo nascosero e lo deformarono. Lo resero spesso incomprensibile, irricettibile ed irrilevante.

.Quando guardo alle chiese reali, rimango spesso inorridito dalle terribili profondità di questo paradosso: quello di rappresentare il regno di Dio o, in altre parole, la comunità spirituale, e allo stesso tempo di tradirlo, nasconderlo deformarlo. Ma quando la deformazione mi colpisce così profondamente che tendo ad allontanarmi dalle chiese, allora improvvisamente, in una modesta liturgia in una piccola chiesa o in un atto d'amore ispirato dai simboli biblici, dall'immagine di Gesù, qualcosa si fa strada attraverso tutta la debolezza, la banalità e la corruzione della vita reale della chiesa. Questo è accaduto probabilmente a tutti noi più e più volte. È ciò che ha reso possibile a questa rappresentazione deformata della comunità spirituale di proseguire di generazione in generazione. La cosa decisiva, in tutto questo, è che la chiesa rimanga consapevole del paradosso della sua esistenza.

.La maggior parte delle chiese sono seguaci di quei discepoli nella lotta che Gesù conduce contro di loro. Ciò emerge frequentemente lungo la storia della chiesa nell'esaltazione delle forme che incorporano il significato ultimo dell'evento. Ad essere esaltata è l'incorporazione, anziché ciò che vi è incorporato. E questo accade tutt'ora.

.Da ciò consegue che nella vita della chiesa devono esservi sempre due cose: la dualità di tradizione e riforma. Se l'una o l'altra scompare completamente il cristianesimo è perduto.

Il cristianesimo come ho detto in precedenza, esprime l'autointerpretazione dell'umanità nella linea verticale.. ma il cristianesimo è in grado di assumere dentro di sé la linea orizzontale senza perdere quella verticale. Il cristianesimo è addirittura in grado di assumere dentro di sé la linea circolare della Grecia classica, e così afferrare l'ideale umanistico della realizzazione di tutte le potenzialità umane. Il cristianesimo è in grado di abbracciare sia l'epoca in cui il mondo era una sfera chiusa, sia quella (la nostra) caratterizzata dall'ideologia del progresso. Nel cristianesimo, infatti, il verticale non è qualcosa di immobile, ma una potenza dinamica aperta a molte realtà. Ad una condizione. Tale condizione è la stessa per cui Gesù combatté con i suoi discepoli: la condizione, cioè, che tutto ciò che è finito sacrifichi se stesso a ciò che è infinito. Evitare questo sacrificio è la deformazione demoniaca della religione. Tutte le religioni, cristianesimo incluso, sono deformate in maniera demoniaca perché innalzano la loro realtà finita a realtà suprema. È vero che stanno per la realtà suprema. Dico, infatti, che sono rappresentative del regno di Dio o della comunità spirituale. Ma se non si limitano a stare per la realtà suprema, se divinizzano se stesse, allora diventano demoniache.

.L'ideale ultimo, la forma in cui l'umanità realizzerebbe la sua verità essenziale, è l'ideale della non-religione e del non-profano, l'identità di giorno feriale e giorno festivo, la manifestazione del divino in tutto ciò in cui viviamo.

.La rilevanza del cristianesimo è affermata mediante la sua autonegazione. Senza questa autonegazione continua, il cristianesimo non è vero cristianesimo e non è rilevante.

Ma dobbiamo compiere un passo ulteriore, perché l'autonegazione, da sola, non è salvifica.

.Ciò che rende così grande l'autonegazione del cristianesimo, è l'evento di cui ho parlato, l'apparizione di Gesù che fu detto il Cristo, come una nuova realtà nella storia. Egli è la nuova realtà dell'umanità o, come mi piace chiamarlo, il "Nuovo Essere": il nuovo essere che nella sua essenza è infinitamente rilevante per tutta l'esistenza. Questa è la realtà di cui possiamo parlare, che è rilevante. È rilevante nella sua stessa natura, indipendentemente da ciò che può farne una qualunque epoca storica.

.Che cosa è questa nuova realtà o nuovo essere che vince la scissione fra la bontà essenziale dell'umanità e la sua deformazione esistenziale? Per prima cosa è il sacrificio demoniaco. Questo è il punto decisivo della mia risposta circa la rilevanza del cristianesimo. Tutte le tentazioni di Gesù, non soltanto nel deserto ma lungo tutta la storia del Nuovo Testamento, sono tentazioni demoniache di farsi assoluto nella sua finitezza, senza la morte autosacrificale.

Cosa significa questo per l'individuo? "Nuovo Essere" significa per noi una cosa inaudita, una cosa quasi impossibile ad esser seri: l'autoaccettazione. Potrete rispondermi: "Nulla di più semplice. Tutti noi ci accettiamo, amiamo noi stessi, e a tutti noi piace restare con noi stessi il più a lungo possibile su questa terra". Perché dunque, fare proprio di ciò il punto essenziale del nuovo essere? Questa autoaccettazione è in parte la nostra naturale autoaffermazione, e in parte una repressione per il disgusto che proviamo di noi stessi. Non ho mai incontrato un essere umano dotato di serietà che non mi raccontasse la storia del suo disgusto di se stesso, che rende impossibile il giusto amore di sé. Se si ode la voce "Tu non sei ciò che sei essenzialmente, non sei, in termini simbolici, la tua immagine ( eidos ) nella mente di Dio, ma una deformazione di essa", l'autoaccettazione diviene la questione più profonda e più difficile.

Abbiamo qui due posizioni assai diffuse. La prima è la posizione della legge che condanna . Essa attraversa tutta la storia della religione e del cristianesimo. Dovunque ci volgiamo, troviamo la legge che condanna, o, peggio, che conduce le persone all'autoaffermazione sulla base della bontà che vedono in se stesse.

L'altra via è quella dei mistici di tutte le religioni, la via fondamentalmente asiatica, cioè un rassegnazione che nega l'io in quanto tale, e dunque, in ultima analisi, ogni io ed ogni vita.

Contro queste entrambe posizioni, credo che la grandezza del cristianesimo stia nel fatto che esso mostra la positività della vita in quel principio che nella storia cristiana ha ricevuto molti nomi, ma che a me piace chiamare "l'accettazione dell'inaccettabile", cioè l'accettazione di noi stessi . Potete chiamarla grazia divina o giustificazione per la grazia mediante la fede, o potete darle altri nomi. Qui non uso parole antiche, ma cerco di trovare un'altra espressione. Dalla psicoanalisi ho appreso che l'inaccettabile deve essere prima accettato, e soltanto dopo può essere trasformato. E così dico che il fatto di mostrare la positività della vita di contro alla legge che condanna o che autogustifica e di contro alla profonda rinuncia alla vita di gran parte del mondo orientale è la grandezza del cristianesimo.

.Questa nuova realtà ha, infatti, potere salvifico. "Salvare" significa originariamente guarire. "Salvezza" indica il processo di guarigione. È per questo che ci sono i molti racconti di guarigione del Nuovo Testamento. Essi non sono interessanti in quanto cosiddetti miracoli, ma in quanto esistenza nel mondo di un potere di guarigione. In quanto cristiani, noi vediamo in Gesù l'immagine di un essere umano in cui la grazia era presente senza limiti, come nella storia del Gesù dodicenne nel tempio. Ma la grazia può aver luogo altrimenti, in molti modi. Può aver luogo negli atti semplici della vita: in quello che fate in famiglia, in fabbrica, all'aperto, o in qualunque tipo di relazione d'amore.

La grazia non ha bisogno di religione. Dio non la fa dipendere dall'esistenza della religione. Dio è più grande della religione in cui si manifesta.

Un interrogativo che mi ha tormentato per molti anni è se il cristianesimo può vincere l'insensatezza, quella sensazione di vuoto, di cinismo, di dubbio radicale.

Io credo che sia possibile, ma non profetizzerei che avverrà facilmente. È possibile per due ragioni:

•  Nella sensazione di insensatezza vi è sempre un elemento di ostilità verso il mondo, non solo verso particolari persone, ma verso la vita stessa. E la riconciliazione di cui parla Paolo è una riconciliazione del nostro essere: dunque col nostro mondo, con la vita in generale, con noi stessi. Siccome il cristianesimo ha in se stesso questa triplice riconciliazione, esso ha già compiuto il primo passo verso il superamento, oltre che l'ostilità, dello stesso senso di insensatezza.

•  Ma vi è un passo ulteriore e questo è l' agape. L'amore che accetta l'inaccettabile, che accetta chi non possiamo amare, l'amore che ama il nemico per cui non possiamo nutrire simpatia. È il modo in cui, secondo il Nuovo Testamento, ci ama Dio, e il cristianesimo ha questa esperienza dell'amore.

Dove vi sono riconciliazione e agape non c'è più insensatezza. C'è invece l'esperienza della vita eterna qui e ora.

Abbiamo considerato la dimensione orizzontale, l'andare sempre più avanti. Pur essendo in grado di assumere dentro di sé l'orizzontale e il circolare, il cristianesimo si fonda sulla dimensione verticale. Ma cosa è questa dimensione verticale? Quando tentiamo di spiegarla alle persone d'oggi, non parliamo per favore della "questione di Dio". Le persone del nostro mondo oggettivano, infatti, scambiano "Dio" per un oggetto la cui esistenza (o meno) va discussa come quella di una galassia. Ciò nega la divinità del divino. Partiamo invece, da ciò che abbiamo, da ciò che realmente siamo, dal nostro interesse supremo, che è implicito in ogni cosa positiva e negativa della nostra vita. Intendo la potenza e l'universalità dl divino, che trascende tutto ciò che possiamo dirne. Evitiamo asserzioni oggettivanti sul sacro! Evitiamo di dargli nomi, fossero pure quelli tradizionali della teologia.

Che cosa è la Chiesa in tutto questo oggi? Su questo concludo. La chiesa è parecchie cose. è uno scrigno il cui tesoro rimane spesso inaccessibile, uno scrigno che dobbiamo riaprire sempre di nuovo. È un contrappeso all'indifferenza profana cui il nostro scacco ci rende proni. È una rappresentanza della profondità e dell'altezza della linea verticale.

Ciò nonostante la chiesa non deve mai essere assolutizzata. Ascoltate questo ultimo importante ammonimento! Non considerate empia la sfera profana semplicemente perché non parla di Dio. Definire empia una sfera della creazione e della provvidenza divina, questo sì che è empio: nega il potere di Dio sul mondo. Ma ciò costringerebbe Dio a confinare se stesso alla religione ed alla chiesa.

Ho domandato e domando a tutti voi che siete responsabili della chiesa e del cristianesimo, di combattere una battaglia difficile. In questa battaglia si deciderà se la rilevanza essenziale e universale del cristianesimo ridiventerà rilevanza reale per la nostra epoca della storia.

Opera:

Lezioni pronunciate nel 1963.

Autore:

Paul Tillich (1886 - 1965)

insegnò teologia allo Union theological Seminary di New York, alla Harvard University e alla University of Chicago. La sua opera principale è "Teologia sistematica" in tre volumi.

 



| Contattaci | 2005 Parrocchia di Sorbano del Vescovo e del Giudice by Nicola Mei