Non fa problema se s’intona un canto durante l’ingresso del sacerdote e dei ministri, l’offertorio, il santo, l’Agnello e, magari, al termine della celebrazione eucaristica, ma durante la comunione ?
Questo è il momento in cui si deve “ sapere e pensare chi si va a ricevere ”.
Quindi il canto distrae e non permette un esame di coscienza che aiuti ad accogliere Gesù ?
Il canto è parte integrante della celebrazione, o un sovrappiù di cui si può afe a meno?
La risposta potrebbe essere : “ non si deve considerare il canto come un ornamento che si aggiunge alla preghiera, ma piuttosto come qualcosa che scaturisce dall’anima che prega e loda Dio ” (Principi e norme per la Liturgia delle ore)
Il canto può favorire l’unità, fa comunità esprimendo sentimenti comuni.
“Chi canta prega due volte”, dice Sant’Agostino.
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