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Santa Caterina: sentinella sul mare

Si deve ritenere che la vera, prima fondazione delle torri di Favignana (Santa Caterina, San Leonardo, San Giacomo possa essere collocata intorno al 1100, nel quadro della politica di difesa dagli attacchi esterni, politica operata del re normanno Ruggero II e che assicurò tranquillità e benessere a tutta la Sicilia coinvolgendo anche Favignana ed i suoi castelli.
Successivamente, riferisce il Pugnatore, nella sua "Historia di Trapani" - Ferdinando Francesco d'Avalos, Marchese di Pescara e Viceré di Sicilia dal 1568 alla sua morte, avvenuta a Palermo nel 1571, pensò "di voler per ogni possibile via divertir (= allontanare) in prima dall'isole Favignane i corsari, i quali quasi ogni giorno intendeva aver, ora con pochi, et ora con molti vasselli fatto a loro d'intorno qualche preda di legni cristiani, e da poi di ridurle a coltura, et dar di sé frutto, sì come un tempo facevano. 
 


Et inteso da uomini esperti il modo di far e una e l'altra di queste cose, et avvisando insieme dell'utile che ritrar si poteva dalla pescagione del corallo e del tonno che farvi si averìa potuto, fe' primieramente compra di loro dal barone che in feudo le aveva, per mezzo di quattromila scudi, con obbligo di pagarnele il censo infin a tanto che l'intiero prezzo dato gli avesse. 
E dopo che il Pescara ebbe compre le isole Favignane, mandò a fabbricare rocche e torri appresso a quei lochi vicini, ove fossero più opportune, per discoprir i corsari da lunge, et anco per cacciarneli quindi quanto in tempo di fortuna, o di altro, vi si avesser fermare in modo che né pescagione di tonno, né di corallo, farvi si avesse potuto.
 

Immagine tratta dal libro "I Semplici di Favignana" di Umberto Rizza, di imminente pubblicazione


E queste rocche furono nella Favignana, una a tramontana, chiamata Santo Leonardo, a rimpetto alla quale si fa ora la tonnara; un'altra pur a mezzogiorno di essa, dove si tiene l'ordinaria previsione del vitto di tutta la gente che quivi è deportata, così alle guardie, come gli altri servigi delle cose che ognuno si fanno. E queste due sono, ambe, volte inverso levante; e la terza. che è la più grande, e Santa Caterina si chiama, fa locata in su 'l più alto colle dell'isola, onde ogni intorno il mare da lontano si scopre". 
Il Castello di Santa Caterina venne fortificato, nel 1616, da certo Alonso Perera e, quindi, nel 1655, come si rileva da una lapide esistente sul bastione.
Tra il 1848 ed il 1860 nella fossa di Santa Caterina furono richiusi molti patrioti italiani, compreso Giovanni Nicotera.

Conobbe il carcere duro di Santa Caterina anche Don Gregorio Ugdulena, eminente orientalista e patriota, nato a Termini Imerese nel 1815 e deceduto a Roma nel 1872. Fu professore di ebraico alla Università di Palermo, poi di greco all'Istituto di Studi Superiori di Firenze ed infine di greco e di ebraico all'Università di Roma.
Chiesa Santa di Dio che è in Favignana rinascerà più giovane e più bella per il suo sposo Cristo Signore. 
Significativa la visita della Madonna ai Carcerati che per un'ora hanno pregato. La bianca immagine della Vergine di Fatima è stata accolta dagli Agenti della polizia penitenziaria ai cancelli dell'Istituto e consegnata ai detenuti. All'interno del carcere Maria ha benedetto i suoi figli più bisognosi e per tutti una speranza di un futuro migliore.
 


Poi... come tutte le cose belle il momento che non vorremmo mai che arrivasse. Il 31 Maggio, dopo la S. Messa vespertina, la Piazza Matrice è stracolma di auto pronte per accompagnare la Madonna. Il Castello-carcere di Santa Caterina, ove tanti e tanti valentissimi giovani scontarono, in tempi diversi e sotto il governo dei Borboni di Napoli, il peccato dell'amor di patria, dovrebbe essere definito un monumento alla barbarie e nello stesso tempo, un santuario del patriottismo siciliano per la libertà e contro la tirannide.
Di ciò rinviene eco anche nella stampa quotidiana del tempo e, vedasi per tutte, "La Nazione" di Firenze del 9 dicembre 1876, sotto il titolo "Il forte di Santa Caterina in Favignana.
 


L'arrivo in Sicilia di Garibaldi e dei suoi mille spazzò via quel carcere che diventò prima ufficio metereologico, e quindi stazione telegrafica di corrispondenza con le genti sulle navi e a terra, con i suoi rilevamenti alla elaborazione dei dati meteorologici per le previsioni del tempo, e ad assicurare i collegamenti che in quel tempo non sarebbero stati possibili. In altri termini, in questo ultimo secolo, assistiamo quasi ad un ritorno del vecchio castello alle sue originarie funzioni di "sentinella sul mare" e cio' al di là del contesto storico in cui sorse e di cui abbiamo dato un rapidissimo e sintetico excursus.
Nel 1993 il Castello di Santa Caterina, cessava anche la sua attività di semaforo i cui benefici erano stati avvertiti non solo nella sfera militare ma anche in quella civile e sociale. Adesso il castello appare come un rudere abbandonato per il quale auspichiamo, grazie alla benemerita opera di ripristino della strada di accesso un servizio di custodia, ed un restauro degno della memoria di quanti soffrirono tra le sue mura.
 

Amm. Giuseppe Ferrante