home page  |      step prevnext      | index  | current  |      page prev | next

IN 25 ANNI SI PUO'

Sapete qual'è stata la decisione più sofferta e che ha rischiato di sfaldare irrimediabilmente il Gruppo Canto? 
Quella di lasciare definitivamente la mensa domenicale delle 11 a S. Antonio per prestare il proprio servizio alla mensa serale in Matrice! La decisione fu presa in maniera molto tormentata dopo un turbolento Consiglio Pastorale dall'indimenticato parroco di allora, P. Girolamo. Eravamo nella seconda metà degli anni settanta, il gruppo aveva soltanto pochi anni di vita; certamente, dal punto di vista della fede, non possiamo dire che camminasse già con i propri piedi. 
Ma le dicerie, le mezze verità, le tante bugie, ma anche lo spirito ribelle di alcuni di noi (allora il gruppo canto era strettamente legato al gruppo giovani dell'epoca) ed il fatto che viviamo in questo nostro bellissimo e difficile paese, fecero prendere tale decisione al parroco. 

 

   

24/10/1999 - XVI Concerto Vocale in Cattedrale a Trapani

OMAR   

 Lo Sport ti ha reso un campione, 
la vita un atleta,
 l'oratorio un uomo fedele a Dio. 
La passione per il calcio è la tua voglia di vivere. 
Sei stato forte fino alla morte; hai conquistato l'eternità.
 I tuoi occhi dolci e teneri sono il ricordo della tua bontà; 
il tuo sorriso, la serenità della tua amicizia. 

 

Non sto a cercare di descrivere quali furono le reazioni (palesi e nascoste) a quella decisione specie dalla componente più giovane; sono sicuro che non ci riuscirei mai! 
Sapete qual'è stata la più bella canzone mai cantata dal gruppo canto in questi 25 anni?  L'aver risposto con un "OBBEDISCO" a quella decisione!  Certamente non fu un gesto di "garibaldina sottomissione" come qualcuno dell'epoca ebbe a dire, ma fu un gesto di responsabilità e di libertà. Fu un gesto che arricchì tutti senza impoverire alcuno; ci fece crescere come cristiani e come uomini. Si cominciò veramente a delineare il senso di autorità nella Chiesa non voluta da uomini, ma da Chi tutto vuole e può nella Chiesa. La mia personale convinzione è che se quest'anno si celebra il 25o anniversario del Gruppo Canto, questo lo si deve soprattutto a quel gesto!  Venticinque anni sono tanti, sapete! In tanti anni si può dare una testimonianza di fede e di pazienza impareggiabili, ...vero Paolo? Si può dare una testimonianza di unità e di allegria, ...vero sig.na Medini? Si può dare una testimonianza di vera e disinteressata amicizia; ...e questo è l'orgoglio di tutti noi! 
Per la verità qualcuno, riferendosi alle stonature, agli sbagli, ecc. dice anche che è da incoscienti ed irresponsabili continuare a tormentare la gente per 25 anni! 

Ma questi sono i soliti attaccabrighe che non comprendono l'arte (diciamo noi!). Stimare in oltre 150 le persone che in questi anni hanno partecipato al Gruppo, è forse riduttivo. Citarle tutte è impossibile! ...Ma i vostri nomi sono scritti! E tutti hanno un grosso vanto: quello di poter dire "in questi 25 anni anch'io ho fatto parte del Gruppo Canto". 
Sarebbe veramente bello poterci riunire tutti per una occasione, magari in un concerto, per l'apertura del Giubileo che guarda al terzo millennio. 
E, oltre che bello, non pensate che sarebbe giusto dare questa gioia alla nostra Comunità?

T E D E S C O    F R A N C E S C O
Cavaliere dell'Ordin di Vittorio Veneto - "Un secolo di vita" 

Nacque il 19 settembre 1899 a Favignana da Michele e Livolsi Angela. A soli 18 mesi gli morì il padre. La madre consigliata dai familiari passò a seconde nozze, e sposò Ignazio Tedesco, fratello minore del marito, al quale proprio nello stesso giorno gli morì la fidanzata. 
Da questo secondo matrimonio nacquero 6 figli, che educò serenamente e in piena armonia tra loro. 
Francesco visse con i nonni paterni, per i quali ha sempre dimostrato tanta riconoscenza ed affetto da chiamarli Mamma e Papà. La Nonna morì appena partito militare: grande fu il .duo dolore. All'età di 17 anni era già in guerra e per di più al fronte. Fu ricoverato all'ospedale di Vercelli per il congelamento degli arti inferiori. Dopo una breve convalescenza riprese il servizio militare e fu subito inviato in Africa e precisamente a Derna nella Cirenaica. Ritornò in Italia dopo 36 mesi. Il 10 febbraio 1934 sposò Anna Ingrassia dalla quale ebbe tre figli: Giuseppe, Michele e Maria. 

Nel 1940 venne richiamato in guerra, prima nel deposito di armi di Mazara del Vallo e successivamente a Favignana dove rimase fino alla fine della seconda mondiale. 
Nel 1988 morì sua moglie. Nel 1991 scelse di vivere a Sciacca, nella casa del figlio Michele. 
Felicitazioni ed auguri di tutta la Comunità lsolana, che gode e fa festa per questo pioniere della longevità. 

  

  

I ME' CENT'ANNI

Assai sunnu l'anni c'aiu passatu, 
cchiu ' ssai i misi e nun vi ricu i iorna,
ma cu tutti i me' malanni, v'ammitu a tutti
c'arrivai a cent'anni.

Na sta vita tuttu è misuratu,
a diciasett'anni partivi surdatu,
fici la verra, fu richiamatu.
Diu sia ludatu, sugnu turnatu.

Ora vi parlu ri la me' saluti
chi pi' furtuna ancora staiu 'bbonu,
Sunnu l'anni c'aiu comu n'abbromu,
chi s'un mi vardu, vaiu currennu chianu.

Ringraziu tantu la matri mia
ca stu munnu mi misi
e a me patri cu 'nnu canuscivi
ca stu traguardu, iò ci arrivai.

Ringraziu puru dda mugghieri mia,
cu idda nni passamu gioie e affanni,
poi idda si 'nn'iu,
iò arrivai a cent'anni.

Ora ringraziu autorità, amici e parenti
chi cu' la prisenza mi vinniru a unurari
e cu Gesù, Giuseppi e Maria
chista e na iurnata filici pi 'mmia.

Ora vi salutu a tutti
e p'un 'mi scurdari a nuddu:
a unu a unu...
e no rumila su centu e unu.

Franciscu Saragu