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LA DOMENICA TI APPARTIENE

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Come ho ricordato nella recente Lettera Apostolica Dies Domini, fin dagli inizi del cristianesimo la domenica è stata considerata il giorno di Cristo - dies Christi- in quanto legata alla memoria della sua risurrezione. Il Signore, infatti, è risorto il "primo giorno dopo il sabato" (cfr Mc 16, 2.9; Lc 24, 1; Gv 20,1) ed in questo stesso giorno le donne, andate di buon mattino, hanno trovato il sepolcro vuoto. Narra il vangelo che Gesù fu riconosciuto da Maria Maddalena; si accompagnò ai due discepoli nella strada di Emmaus; si manifestò agli undici riuniti insieme e riapparve loro la domenica seguente, vincendo i dubbi dell'incredulo Tommaso. Cinquanta giorni dopo, avvenne la Pentecoste, con la potente effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente. 
In certo modo, la domenica è la continuazione di queste prime domeniche della storia cristiana: il giorno di Cristo risorto e del dono del suo Spirito. 
2. Diversamente dai calendari civili, la liturgia considera la domenica non l'ultimo giorno della settimana, bensì il primo. In questo modo se ne sottolinea la dignità e si pone in evidenza che, con la risurrezione di Cristo, il tempo "riparte", fecondato dal germe dell'eternità, e si avvia al suo ultimo traguardo, che è la venuta gloriosa del Figlio di Dio, anticipata e prefigurata dalla sua vittoria sulla morte. 
La domenica è così il giorno della fede per eccellenza, giorno nel quale i credenti, contemplando il volto del Risorto, sono chiamati a ripetergli con Tommaso: "Mio Signore e mio Dio" (Gv 20, 28), e a rivivere nell'Eucaristia l'esperienza degli Apostoli, quando il Signore venne nel Cenacolo e fece loro dono del suo Spirito. 
3. Carissimi Fratelli e Sorelle, non è difficile notare che questo "giorno santo" riveste una straordinaria ricchezza di significato. Il suo senso religioso non si oppone certo ai valori umani, che fanno della domenica un tempo di riposo, di godimento della natura e di più distese relazioni sociali. Questi sono valori che, purtroppo, rischiano di essere vanificati da una concezione della vita edonistica e frenetica. Vivendoli alla luce del Vangelo, i cristiani imprimono ad essi il loro senso pieno. 

  

Ci aiuti Maria a sentire la domenica come giorno di festa e giorno di fede. Impariamo da Lei a trascorrerla, unendo la lode di Dio ad una giusta distensione familiare.

  

  

La Croce sulle colline di Favignana

Tu, che dall'alto guardi e taci,
estremo simbolo di morte, amore e pace;
dagli stolti spesso temuta ed odiata,
ma, da grandi moltitudini amata e venerata.
 

 

Stai lassù, tra terra e ciel protesa
sulla collina in anelante attesa,
che l'orgoglio e l'egoismo, l'umanità malata,
scacci per sempre della sua retta strada.

Guida tu, o Croce, dolce e cara
la nostra esistenza, oggi, molto amara,
affinché la tua luce forte e splendente
irradi con i suoi raggi l'ottusa mente
degli uomini insulsi e indifferenti,
che mirano solo a diventar potenti.

Tu, che hai sofferto di Cristo l'agonia,
conduci costoro sulla giusta via.
Proteggi gli umili, i deboli e l'isoletta mia,
o immortale Croce, misericordiosa e pia.

Favignana, agosto 1998

 

Giuseppe Somma