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La "Cappella" del
Santissimo Sacramento

  

Rev.mo Parroco P. Cingolani,
l'Eucaristia, come tutti sappiamo, è il bene più prezioso che possediamo, perché presenza reale di nostro Signore Gesù Cristo, in corpo, sangue, anima e divinità. Pertanto la Chiesa si premura di conservare la santa Eucaristia con particolare riguardo, custodendola in un "unico tabernacolo, inamovibile, e solido, non trasparente, e chiuso in modo da evitare il più possibile il pericolo della profanazione" (Premesse al Messale Romano n. 277). Per consentire, poi, l'adorazione del Corpo del Signore fuori della celebrazione Eucaristica, si preferisce che la custodia del SS. Sacramento venga collocata in una cappella apposita, riservata, distinta dall'aula. Nelle Premesse al Messale Romano al n. 276 viene detto: "Si raccomanda vivamente che il luogo in cui si conserva la santissima Eucaristia sia situato in una cappella adatta alla preghiera privata e alla adorazione dei fedeli". 
 


La nuova Cappella del SS.mo Sacramento


A sua volta la C.E.I. nella Nota pastorale del 31 maggio 1996 sull'«Adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica» al n. 20 precisa: "La collocazione tradizionale della custodia eucaristica sull'asse principale della chiesa, in posizione dominante, alle spalle dell'altare nuovo può in taluni casi attenuare la percezione della centralità dell'altare e, data la distanza dai fedeli, rischia di non favorire la preghiera privata e l'adorazione personale. La soluzione vivamente raccomandata per la collocazione della riserva eucaristica è una cappella apposita, facilmente identificabile e accessibile, assai dignitosa e adatta per la preghiera e per l'adorazione. In essa sarà ospitato il tabernacolo (...). In alternativa alla cappella eucaristica, può considerarsi accettabile una soluzione che individui uno spazio all'interno dell'aula (ad esempio una cappella laterale capiente), da adattare con dignità, decoro e funzionalità alla preghiera e all'adorazione, e da evidenziare opportunamente". Detto ciò, è oltremodo opportuno che in codesta chiesa Matrice di Favignana si ripongano le specie consacrate in una cappella laterale che risponda ai criteri sopra indicati. Se poi si tiene conto che la sede presidenziale viene posta sulla pedana dell'altare preesistente, la soluzione di riporre l'eucaristia in una cappella a parte è d'obbligo per non mancarle di rispetto. Di certo, una più adeguata sistemazione della custodia eucaristica favorirà la preghiera personale dei fedeli ed incrementerà l'adorazione del SS. Sacramento. 
Porgo fraterni saluti nel Signore. 
 

Il Direttore
dell'Ufficio Liturgico Diocesano
Sac. Leonardo Giordano

Madre Pierina è ritornata alla casa del Padre


Il 12 marzo scorso Madre Pierina ha concluso la sua giornata terrena. 
I primi sintomi della malattia apparvero circa due anni or sono. Dopo l'operazione credeva di essere guarita e volle tornare alle sue quotidiane occupazioni. 
Purtroppo il male avanzava inesorabile. Pur sperando nella guarigione anche per intercessione della Beata Giuseppina Bakhita, ha vissuto con amore l'evolversi rapido della malattia. 
Madre Pierina era nata il 10 ottobre 1920 a Solto Collina (Bergamo), ultima di 12 figli. Terminate le elementari, per aiutare con qualche soldo la famiglia, fu mandata a lavorare in una fabbrica di tessuti di seta. 
Il suo grande desiderio era quello di consacrarsi al Signore ed andare in missione per far conoscere Gesù. Il 20 giugno 1941 entrò nel Noviziato Missionario Canossiano a Vimercate.  I Superiori, vista la gracile costituzione della Sorella non ritennero opportuno mandarla lontano. Rimase a disposizione della Casa di Vimercate per quasi 10 anni; fu poi trasferita a Roma nella Casa Generalizia e... finalmente in Portogallo e precisamente a Pamplona, come cuciniera, per ripartirsene dopo pochi anni per altre comunità d'Italia. 
Fu tuttavia missionaria nel cuore e nell'ardore apostolico e nella disponibilità. Dal 1980 la sua missione fu a tempo pieno tra gli abitanti di Favignana. La sua giornata apostolica aveva due poli: 
- la mattina era per gli ammalati;
- il pomeriggio per l'Oratorio.
Per 15 anni il suo campo d'azione è stato infatti soprattutto l'Oratorio: vegliava ogni pomeriggio sui piccoli con cuore di madre. Non risparmiava fatiche ed attenzioni, convinta che quanto faceva al fratello più piccolo era fatto al Signore. Non si accorgeva neppure del bene che la sua opera arrecava, né le pesavano mai le lunghe ore sotto il sole tra i bambini, i ragazzi ed i giovanotti. Era sempre sulla breccia: non c'era tempo per la stanchezza, che talvolta poteva trasparire dal suo volto pallido, ma illuminato da un sorriso rassicurante.
Ultimamente con disinteresse e sottile zelo d'apostola, voleva che la Superiora l'accompagnasse nelle visite che ogni mattina faceva agli ammalati del luogo. Forse intuiva che doveva aprire la strada ad altre, perché il suo cammino stava per terminare e non sarebbe potuta rimanere ancora a lungo sulla breccia. 


  

  
  

Testimonianza di Padre Celestino Canossiano

Addio Madre Pierina, non ti dimenticheremo

Ho conosciuto Madre Pierina durante gli esercizi spirituali fin dal 1993. In seguito al suo arrivo ad Aci Bonaccorsi per la malattia, ho avuto modo di incontrarla più volte e sempre, ora come allora, mi trovavo di fronte ad una donna semplice, una suora serva della Carità.
Non c'era niente che la fermasse quando era in servizio. Nella tremenda malattia che l'ha fermata, finché ha potuto si dedicava agli altri sempre col sorriso, senza far pesare il tempo che dava.
Ha portato con delicato silenzio il suo dolore che le comprimeva il petto.
Tre giorni prima che morisse, mi fermai al suo capezzale, parlammo del paradiso ormai vicino, come se la morte fosse la notizia più normale.
Stringendo forte la sua mano mi assicurò che in paradiso avrebbe parlato di me a Gesù e a Maria.
Ebbe un lampo nei suoi occhi, mi disse: "Arrivederci, mi saluti i padri di Favignana, i piccoli, gli anziani".
Così la rividi nella sua bara tre giorni dopo. Fu uno dei funerali più "intimi" che io abbia celebrato. Mi sono trovato a parlare con lei come se fossi stato al suo capezzale.
Ora l'abbiamo come protettrice in cielo. La sua Favignana l'aveva nel cuore.

Ciao come stai, mi chiese incontrandomi all'Oratorio in occasione del venticinquesimo di presenza Canossiana a Favignana.
Madre Pierina, Le risposi, ma pensi sempre agli altri? Tu, piuttosto, come stai? "Bene, bene, ora sto bene e spero di ritornare a Favignana...".
Era molto affezionata alla nostra Isola ed il Suo amore verso di noi deve essere momento di riflessione, soprattutto per i giovani. Una religiosa nata a Bergamo, importante città del "Nord Italia" viene a trovarsi fra noi per vocazione religiosa e riesce a donare tutta se stessa per il bene dei nostri Oratoriani. Non è cosa da poco; è incommensurabile tanta devozione, e da questo gesto di grande altruismo bisogna lanciare un messaggio di fratellanza a chi guarda il "Sud d'Italia" con propositi che, se portati a compimento, non gioverebbero a nessuno!
Madre Pierina me la dai una caramella? Quante volte, frequentando l'Oratorio sentivamo i bambini chiederle caramelle e lei pronta a mettere le mani in tasca per accontentarli. Un gesto semplice ed amorevole nei confronti dei più piccoli, ma quanta dolcezza d'animo c'era in lei quando si avvicinava agli adulti. Per tutti aveva un sorriso, una parola di conforto ed una stretta al braccio, come a voter trasmettere fiducia, forza per continuare a lottare e poi si allontanava con discrezione, in silenzio. Così te ne sei andata, in punta di piedi, come a non voler fare pesare la tua mancanza.
Ma ciò non sarà possibile per noi. La tua assenza ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di chi ti ha conosciuto e solo la certezza che dall'Alto non ci farai mancare la tua guida spirituale ci fa soffrire più consapevolmente.
Grazie Madre Pierina, grazie per averci aiutato a crescere moralmente, grazie per tutte le magliette che hai lavato per i nostri Oratoriani, grazie per aver saputo donare a tutti un sorriso, grazie a nome di tutti i favignanesi, cara Madre Pierina, non ti dimenticheremo mai!
 

Teuccio