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Posso io recitare il Padre nostro?

  

  

+ Posso dire Padre, se vivo nell'isolamento e non manifesto sentimenti filiali nella vita di ogni giorno?

+ Posso dire Nostro,
se vivo nell'individualismo e non ho il senso della fraternità umana e della comunità?

+ Posso dire che sei nei cieli,
se penso soltanto alle cose terrene e non innalzo lo sguardo al mondo delle realtà divine per le quali sono fatto?

+ Posso dire sia santificato il tuo nome,
se non mi occupo della gloria di Dio, dimenticando che, fatto a sua immagine, sono destinato a vivere la sua vita divina e a proclamare la sua santità?

+ Posso dire venga il tuo regno,
se non mi impegno a testimoniare l'amore di Dio che salva e non gli premetto di reganre nella mia vita?

+ Posso dire
sia fatta la tua volontà, se non cerco di scoprire il piano di Dio a proposito di tutto, in particolare della mia vita, e se non cerco sempre di unirmi all'intenzione di Dio?
 

+ Posso dire dacci oggi il nostro pane quotidiano, se non penso che tutto ciò che conserva la mia vita mi viene dalla mano di Dio, e non mi occupo del mio fratello che ha fame?

+ Posso dire rimetti a noi i nostri debiti,
se conservo coscientemente un risentimento verso qualcuno e non coltivo in me la volontà di perdono?

+ Posso dire non ci indurre in tentazione,
se accetto deliberatamente una situazione che favorisce il  peccato?

+ Posso dire liberaci dal male,
se non sono attento a tutte le forme di male che allontanano i miei fratelli, e se non sono disposto a combatterle con tutte le mie forze?

+ Posso dire Amen,
se ho recitato il "Padre Nostro" senza convinzione, o se ho letto queste parole senza una volontà di conversione?

Giovani che  cosa cercate?

  

(dal messaggio del Papa)


Mi rivolgo a Voi con gioia, vorrei invitarvi a fissare lo sguardo di Gesù, Maestro e Signore della nostra vita, mediante le parole registrate nel Vangelo di Giovanni: "Maestro, dove abiti? Venite e vedrete" (GV 38.39).
...Giovani, è lungo i sentieri della esistenza umana che potete incontrare il Signore... Viviamo in un'epoca di grandi trasformazioni, nella quale tra montano rapidamente Ideologie che sembravano dover resistere a lungo all'usura del tempo.

L'umanità si ritrova spesso incerta, confusa e preoccupata (cf. Mt 9,36), ma la Parola di Dio non tramonta; percorre la storia e, nel maturare degli eventi, resta stabile e luminosa (cf. Mt 24.35). La fede della Chiesa è fondata su Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo: ieri, oggi e sempre (cf. Eb 13.8).
A Cristo essa rimanda, perché a Lui sono rivolte le domande sgorganti dal cuore umano di fronte al mistero della vita e della morte. Da Lui solo, infatti, si possono ricevere risposte che non illudono né deludono.
Carissimi Giovani, come i discepoli, seguite Gesù! Non abbiate paura di avvicinarvi a Lui, di varcare la soglia della sua casa, di parlare con Lui faccia a faccia, come ci si intrattiene con un amico (cf. Es 33.11).
Non abbiate paura della "vita nuova" che Egli vi offre: Lui stesso vi da la possibilità di accoglierla e di metterla in pratica, con l'aiuto della sua grazia e il dono del suo Spirito. 

E' vero: Gesù è un amico esigente che indica mete alte, chiede di uscire da se stessi per andargli incontro, affidando a Lui tutta la vita: "Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà (Mc 8.35).
Questa proposta può apparire difficile e in alcuni casi può anche far paura. Ma - vi domando - è meglio rassegnarci ad una vita senza ideali, ad un mondo che rispecchi la bellezza di Dio, anche a costo di dover affrontare le prove che questo comporta? Abbattete le barriere della superficialità e della paura. Riconoscendovi come uomini e donne "nuovi", rigenerati dalla grazia battesimale, conversate con Gesù nella preghiera e nell'ascolto della Parola: gustate la gioia della riconciliazione nel Sacramento della Penitenza; ricevete il Corpo ed il Sangue di Cristo nell'Eucaristia; accoglietelo e servitelo nei fratelli. Scoprirete la verità su voi stessi, l'unità interiore e troverete il "TU", che guarisce dalle angosce, dagli incubi, da quel soggettivismo selvaggio che non lascia pace.

...Illuminati dalla Parola e dal Pane dell'Eucaristia, siete chiamati ad essere testimoni credibili del Vangelo di Cristo, che fa nuove tutte le cose.
Ma da che cosa si riconoscerà che siete veri discepoli di Cristo?
Dal fatto che "avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13.35) sull'esempio del suo amore: un amore gratuito, infinitamente paziente, che non si nega a nessuno... In questo voi siete chiamati a vivere la fraternità, non come utopia ma come possibilità reale; in questa società siete chiamati a costruire, come veri missionari di Cristo, la civiltà dell'Amore.
E' con questi sentimenti che invio a ciascuno di Voi il mio cordiale saluto, mentre, accompagnandovi con la preghiera vi benedico.