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Pubblico riconoscimento per Giuseppe Barraco

Il 23 marzo si è svolta una significativa e sentita cerimonia, nel corso della quale, sono state consegnate ai familiari dello scomparso Agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe Barraco, vari attestati di benemerenza al valor civile, nonché la medaglia di argento al "Valor Civile" alla memoria.Erano presenti: il Provveditore Regionale dott. Restivo, nonché il Sindaco del Comune di Favignana e tutte le maggiori Autorità militari dell'Isola. Alla cerimonia hanno inoltre partecipato centinaia di isolani e un foltissimo numero di bambini. Padre Damiano ha officiato la Santa Messa di suffragio nella Chiesa Matrice, al termine della quale sono stati consegnati ai genitori della Scomparso, i riconoscimenti sopramenzionati.Durante tutta la cerimonia si sono avuti momenti di alta commozione, tra l'altro molto sentiti data la figura emblematica del giovane Agente. Momenti che hanno avuto il loro culmine quando il Direttore della Casa di Reclusione, Dott. Belfiore, ha ricordato come questi attestati siano stati meritati dal Barraco e quanto Egli fosse ben voluto ed amato da chiunque la conoscesse.L'oratore così si è espresso: "A nome di tutti gli Agenti di Polizia Penitenziaria e degli Operatori tutti della Casa di Reclusione di Favignana, ringrazio le autorità intervenute a questa solenne cerimonia. Erano le 3.45 della notte del 21 dicembre di poco più di un anno fa quando una voce concitata annunciava per telefono la scomparsa nel mare in burrasca di tre Agenti di Polizia Penitenziaria del servizio navale: il Sovrintendente Malato Vito, l'Agente D'Aqui Giovanni e l'Agente BARRACO GIUSEPPE mancavano all'appello; i primi due erano riusciti a salvarsi con l'aiuto di altri compagni pur avendo rischiato di morire nel tentativo di soccorrere l'agente Barraco travolto da un'onda gigantesca.Iniziano tre giorni e tre notti colmi di una infinita tristezza, ma anche di grande solidarietà e calore umano tra i parenti, tra tutto il personale dell'Istituto, tra le altre forze di Polizia intervenute nonostante le proibitive condizioni del mare, sostenuti dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e dal Provveditorato Regionale. Ma è soprattutto con i comuni cittadini di Favignana con in testa i giovani, splendidi amici, che ci si aggrappa alla speranza via via sempre più fievole, di ritrovare in vita l'agente Barraco. Alle ore 11 della vigilia di Natale il dramma umano si consuma tra l'angoscia generale: il corpo senza vita dell'Agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe Barraco viene ritrovato a poche decine di metri dal molo.Aveva perso la sua giovane vita per salvare la "sua" pilotina aggredita dal mare in tempesta. Lui che tante volte e con raro slancio era intervenuto a soccorrere in mare uomini e mezzi in difficoltà. Un grande esempio di generosità, altruismo, di moralità, di senso delle istituzioni, un esempio da seguire per tutti noi uomini dello Stato al servizio della Società Civile, ma un esempio anche per tutti i giovani ed i cittadini per la straordinaria capacità di comunicazione e di fare amicizia che Beppe Barraco era riuscito a infondere a tutti. Non è un caso se ancora oggi nascono iniziative intitolate al Suo nome, dalle semplici squadre di calcio ai circoli ricreativi, ad associazioni culturali di giovani animati da sano impegno civile. 

Tutto questo per noi Operatori Penitenziari adusi ad un lavoro poco appariscente e non sempre gratificato dalla giusta attenzione, ci sprona, ci spinge a continuare a svolgere al meglio i nostri compiti istituzionali in tempi così difficili con una criminalità mafiosa non domita, e ad affrontare con gioia e col sorriso le difficoltà della vita sicuri di essere sorretti dal consenso dei cittadini.

Il sorriso nella vita e nel lavoro che, non dimentichiamolo mai, è il patrimonio che il nostro Beppe ci ha lasciati perché solo così il suo sacrificio, la sua perdita possono avere un senso e farcene una ragione". La cerimonia si è conclusa con un corteo, diretto al molo in cui perse la vita il giovane Agente e dal quale è stata lanciata in mare una corona di alloro dopo che il "trombettiere" ha suonato le note del "silenzio".

  

6  MAGGIO  1943  ORE 11.55
"Una superstite racconta"

  

Tra le pareti domestiche fervono i preparativi di matrimonio e si diffondono le voci gaie dei familiari e delle amiche della sposa. La bambina si aggira serena nel corridoio a pianterreno, seguita dallo sguardo amoroso del nonno, che è ben felice di occuparsi di lei nel piacevole trambusto della casa in festa. Improvvisa la tragedia, il tremendo boato che sbriciola la casa e le vite, che spinge violentemente la piccola nella cava-giardino antistante la casa. Poi il silenzio, rotto dagli scricchioli della casa crollata, lugubri come lamenti, e da piccoli tonfi improvvisi, ancora più terrificanti del crollo iniziale, perché ora qualsiasi cosa cade sui carpi intrappolati tra le macerie.
Arrivano i ragazzi, gli zii della bambina, che fortunatamente erano fuori casa, e davanti ai loro occhi si presenta uno spettacolo allucinante: la loro casa è un cumulo di macerie fumanti e sulla strada la tenda della porta balcone del primo piano sventola in maniera irreale, evocando morti e fantasmi. Si impadroniscono subito della tremenda realtà: sotto quei massi, sotto quel fumo ci sono i loro cari; bisogna agire immediatamente, bisogna tirarli fuori. Arrivano i soccorsi, mani abili e forti aiutano quelle dei ragazzi a sollevare massi, a creare passaggi, a estrarre rottami, a ritrovare i corpi martoriati ma ancora vivi! Poi i morti: il nonno appena cinquantaduenne, che fino a pochi minuti prima giocava e sorrideva con la sua nipotina e una zia anch'essa cinquantenne. Si contano i vivi e i morti, ma il conto non torna. Dove è la bambina? Ed è subito un frenetico agitarsi tra la terra e i massi già rimossi. Domande febbrili. Si riprende a scavare affannosamente: nulla! Il buio avvolge ogni cosa e non permette più le ricerche. Stanchi, delusi, con cuore greve, si cerca un riparo per la notte, poiché la "casa " non c'è più e si deve pensare ai vivi e ai morti.
Il giorno dopo, all'alba, riprendono le ricerche, arrivano i militari e si procede alacremente con la dura consapevolezza di dovere ritrovare un cadaverino. Niente! 

  

Le ore trascorrono come attimi. Si dovrebbe fermare il tempo, ma è già pomeriggio. Sono le 16.00, quando un soldato padovano pensa di scendere nella cava giardino alla ricerca di un posticino appartato per un bisogno fisiologico. Sente un gattino miagolare disperatamente tra le macerie che si sono accumulate nel giardino, e generosamente cerca di liberarlo, quando avverte una vocina tremula ma chiara provenire da tutto quell'ammasso di rottami e di massi. Si rende conto immediatamente di trovarsi di fronte ad un fatto straordinario e istintivamente cerca di fuggire, gridando. Lo fermano, lo costringono ad indicare il punto da cui proveniva la vocina... Sono passate ventotto ore dal momento del bombardamento e la bambina viene ritrovata viva!
A cinquant'anni da quella tragica giornata e da quella disastrosa guerra, si è sentito il dovere di ricordare, con un pellegrinaggio di preghiera, le settantanove vittime di quel bombardamento aereo su Favignana. 
Con la partecipazione delle autorità civili e militari e con una significativa presenza di ragazzi delle scuole dell'isola, il corteo dei cittadini, guidato dai religiosi Canossiani, è partito dalla Chiesa Matrice ed è giunto al cimitero, dove è stata deposta una corona di fiori davanti al nuovo Crocifisso in marmo che, in questa occasione, è stato inaugurato e benedetto da Padre Damiano. 
La celebrazione della santa messa ha accomunato tutti i presenti in un vivo sentimento di commozione e di rimpianto per i morti di quella tragica giornata. I loro nomi, pronunciati con emozione dal Parroco, si diffondevano nell'aria tiepida del pomeriggio e tra le croci del cimitero, creando un'atmosfera di grande suggestione.
Un monito a conservare la pace, e consolidarla anche attraverso esempi concreti di buon governo, nel rispetto della persona umana e dei suoi diritti, è venuto dal consigliere comunale Gaspare Di Via, che ha ringraziato e salutato tutti gli intervenuti alla commemorazione.
  

Giuseppina Cannistraro

  

 

  L'antico Crocifisso del cimitero ora sostituito