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IL GIORNALE DELLE EGADI - LUGLIO 1998

INIZIATIVE CULTURALI PER IL DECENNALE DELL'ASSOCIAZIONE

Vogliamo ringraziare Vincenzo Brusca per le emozioni che ancora una volta è riuscito a trasmetterci con il suo: "La Terra Incerta", poesie dall'isola di Marettimo
Vincenzo ed Angela, sua moglie, sono isolani per adozione e per amore. Delle isole (ne hanno visitate tante) sanno cogliere ogni sottile sfumatura, ogni emozione che possa scaturire dalla peculiare natura del loro territorio. "Sei priva di legami terreni" scrive Vincenzo di Marettimo, "e la tua libertà non dura il tempo di una marea".
 

 

L'isola di Marettimo ha una natura selvaggia, difficile, "incerta". I suoi colori, i suoi profumi, la sua gente hanno ispirato i versi del poeta; la sua sensibilità gli permette di intuire e tradurre in parole ciò che a volte ci dimentichiamo d provare e comunque non riusciamo ad esternare. Chi vive in questa realtà per gran parte dell'anno trova molto più facile notarne i difetti, lamentarsi dei disagi e spesso è sopraffatto dalla tentazione di mollare tutto e fuggire via. Salvo accorgersi non appena si allontana per periodi più o meno lunghi da Hiera, di viverne il distacco quasi come un abbandono, come di un orfano cui è venuto a mancare il punto di riferimento dell'esistenza. Ecco perché vogliamo ringraziare il nostro amico Vincenzo per il delicato omaggio fatto alla nostra isola ma principalmente per averci commosso, per aver dato le parole ai nostri sentimenti distratti, per aver trasformato in poesia il nostro piccolo mondo.  
 

E.A. 

 
"Alcuni colori del mare" cinque racconti con le Egadi dentro

Ai primi di luglio sarà disponibile una nuova pubblicazione dell'Ass. CSRT "Marettimo", e sarà un'altra occasione per festeggiare il decennale dell'Associazione. 
Si tratta di un opuscolo contenente cinque racconti aventi come filo conduttore i colori del mare. 
Il libriccino avrà anche il mare dentro, in senso letterale. Infatti sarà stampato in "carta-alga", una carta speciale inventata dall'Enea e prodotta dalla Cartiera Favini per il riciclaggio delle alghe che si accumulano lungo le coste. 
L'opuscolo si ottiene presso la sede dell'Associazione, versando un piccolo contributo. 
Adesso alcune parole sul contenuto di "Alcuni colori del mare". Angelo Bertucci (1942) ci racconta nel suo siciliano (con traduzione a fronte!) di un mare nero in cui torna un polpo sfuggito miracolosamente alla cottura in pentola. La storia di Bertucci si svolge alla fine degli anni quaranta e, per quanto incredibile, l'autore ci assicura essere vera. 
 

Il polpo sarà ancora in giro tra gli scogli di Marettimo a raccontarla ad increduli pronipoti dai teneri tentacoli. Ad Elisa Aliotti e Vito Vaccaro devo la scoperta di Antonino Spadaro (1898-1976), che nel racconto "Lo scongiuro" ci descrive il rito del "taglio della tromba marina" ad opera di "zio Gaspare", personaggio carismatico della comunità isolana della prima metà del secolo. La storia è del 1938 ed è tratta da "Bozzetti", un libriccino dei primi anni ottanta che i nipoti stamparono in memoria dello zio, maestro elementare a Marettimo. 
Nello scritto di Spadaro, utile per una storia delle tradizioni popolari delle Egadi, c'è il divertimento sornione di svelare l'infondatezza delle superstizioni legate alle trombe marine e a coloro che si credono in grado di contrastarle. 
Qui il mare è giallo rossiccio. Sono tanti i colori nel racconto "Il mare delle Egadi": menta (Favignana), cristallo (Levanzo), blu smalto (Marettimo). 
La storia di Antonino Rallo (1954) si basa su una vicenda di cui ancora si parla a Marettimo, anche se l'autore ha fatto del suo meglio per mimetizzare persone ed eventi. 
Le ricette appartengono alla tradizione locale e sono state scritte per la curiosità di lettori che amano la cucina mediterranea. 
Da provare. Perla è invece il colore del mare in "Vecchie Carcasse", scritto sempre da Antonino Spadaro nel 1945. Chi si diletta di astronomia avrà notato i nomi dialettali di alcune stelle e costellazioni. 
Per chi vorrebbe tradurle in italiano, come incoraggiamento suggeriamo che la "Puddara" dovrebbe corrispondere alla costellazione delle "Pleiadi". Per le altre, il lettore avrà tempo tutta l'estate per pensarci. 
Piombo è il colore dell'ultimo racconto, "Rais Michele e la tromba marina". La storia è liberamente ispirata dalla lettura del libro "Egadi, mare e vita di Gin Racheli", profonda conoscitrice e amica di queste isole. 
 

 

Il resto è venuto dall'osservazione di una tromba marina nei pressi di Marettimo nell'agosto 1997. 
Nello scrivere il racconto l'autore ancora ignorava la storia di Spadaro sullo "zio" Gaspare e sui suoi riti per il "taglio" delle trombe marine. Ciò non toglie che, dopo mezzo secolo ed un paio di generazioni piuttosto distanti tra loro, rimane intatta la fascinazione mista a panico di chi si trova nelle vicinanze della "traunara"... 
 

Antonino Rallo    rallo@iol.it


MARETTIMO NATURA 4: 
CENNI FISIOGRAFICI SULL'ISOLA DI MARETTIMO


L'Isola presenta una struttura tipicamente montuosa con una morfologia piuttosto accidentata, caratterizzata da una serie di rilievi distribuiti soprattutto lungo una dorsale centrale, i quali sono intervallati a canaloni o forre talora profondi e incassati. Fra le cime più alte sono da ricordare M. Falcone (686 m), che rappresenta la vetta più alta dell'isola, seguono Pizzo Campana (686 m), Pizzo Capraro (627 m), Pizzo delle Fragole (542 m), Pizzo Telegrafo (Semaforo) (500 m), Punta (Purtedda) Ansini (495 m), Punta Lisandro (482 m). La linea di costa lunga circa 18 Km è molto tortuosa con numerose insenature e cale alternate spesso a piccoli promontori, fra cui quelli di Punta Troia, Punta Mugnone e Punta Basano. Dei quattro versanti dell'isola, quello occidentale, settentrionale e meridionale si presentano in genere molto accidentati e talora inaccessibili con falesie a picco sul mare alte fino a 300 m c., mentre il versante orientale è meno accidentato e talora con tratti più o meno pianeggianti soprattutto in prossimità dell'abitato. L'isola risulta costituita da rocce mesozoiche rappresentate da dolomie triassiche le quali costituiscono il basamento e affiorano lungo la fascia costiera eccetto l'estrema parte meridionale, che assieme alla catena dorsale è formata da calcari del Lias. 
 


Per quanto riguarda il clima, le precipitazioni, con medie annue intorno ai 500 mm, sono distribuite soprattutto nel periodo autunnale e invernale, decrescendo rapidamente da Marzo in poi fino a raggiungere valori quasi nulli in Luglio e Agosto. Le piogge si manifestano in genere sotto forma di violenti temporali o brevi burrasche, le quali favoriscono i fenomeni di erosione del suolo. Le temperature medie annue mensili non scendono mai al di sotto di 11-12ºC con minime a Gennaio e Febbraio e massimi intorno a 25-26ºC nei mesi di Luglio e Agosto. Si evidenzia un periodo arido di circa 6 mesi (Aprile-Settembre), che permette di ascrivere il clima dell'isola al tipo xerotermomediterraneo. In particolare è da rilevare che Marettimo, trattandosi di un'isola con rilievi abbastanza elevati, risulta interessata per buona parte dell'anno dalle cosiddette precipitazioni occulte sia sotto forma di nebbia, che molto spesso ricopre le cime, che di rugiada, che compensano almeno in parte la scarsità di piogge soprattutto nel periodo primaverile-estivo. Presenti sono sull'isola diverse sorgive sempre di piccola portata, alcune delle quali vengono sfruttate per usi idrici da parte della popolazione locale.


a cura dell'Istituto di Botanica (Univ. di Palermo)

MARETTIMO FORTEZZA DELLA VITA

Nell'angolo della mia memoria dove albergano piccoli sogni di scoperta, era rimasto questo nome: Marettimo, le Dolomiti in mare, l'uccello delle tempeste. 
Così ho deciso di inseguire questo tenue richiamo e a maggio ho preso il treno Milano-Trapani per capire cosa era questa chiamata. 
Grazie alle piccole e miracolose occasioni che alle volte la vita crea (una nuova amica di Marsala residente a Milano), riesco ad avere una buona dritta per un alloggio. 
Il primo impatto con l'isola è in un pomeriggio di Libeccio: il vapore grigio delle nuvole sulle cime della dorsale mi incute una strana sensazione. 
Tra le rocce 24 Nibbi bruni e 7 Falchi pecchiaioli volteggiano cercando la strada verso Nord. 
Milioni di fiori coprono il suolo e un Falco pellegrino su Punta Basano, con una spettacolare cabrata, cattura un tardivo migratore pomeridiano per dare cibo ai suoi piccoli. 
Mi sento in poco a casa, in compagnia; Giovanni e la Signora Anna ci accolgono in maniera ospitale, ci osservano mentre prendiamo le misure con le vie dell'isola. La prima cena da Beppe è un tuffo nel mare e nell'accoglienza isolana: mi sento sempre più a casa. 
Ogni giorno è una scoperta. La seconda notte quasi non riesco a dormire: la ricchezza delle risorse naturali dell'isola che sto scoprendo mi danno quasi alla testa. Mi domando quanto potrebbe essere proficuo per chi vive qua una forma di rispettoso e leggero turismo verde distribuito con sapienza nell'anno. 
Parlo a lungo con Elisa e scopro attese e delusioni e tante attività culturali. Scopro il piccolo nascente Museo del Mare e scopro bei sentieri di montagna che permettono grandi visioni senza alterare la leggera seta della vegetazione che copre l'isola. 
Pranzo a Punta Basano con pane pomodori e olive. 4 Falchi pecchiaioli volano a 10 metri sopra la testa non accorgendosi di noi. La foto sul molo a cugino Turiddu che aggiusta le reti è l'occasione per essere introdotto al grande mondo marino che con forza avvolge l'isola. 
Battezzo Marettimo come "la Fortezza della Vita" e con Michele scopro il lato dolomitico dell'isola con interiore esultanza, ma anche con un certo timore per il mare che agitato ci ospita. 
Un'isola piccola e grande allo stesso tempo. Conosco la Chiesa locale, la vita del "centro", i suoi abitanti, i cani. 

Per me abituato a dirigere un parco grande 45 chilometri quadrati (un po' più di 2 volte Marettimo) nella lontana Padania, abituato a difendere e a valorizzare nel modo migliore un patrimonio naturale immensamente inferiore a quello di Marettimo, è fonte di enorme entusiasmo conoscere questa piccola isola (a proposito perché non chiamarle "Piccole Isole" invece di "isole minori"). 
Forse da Milano, vivendo in un posto dove la natura e stata già da secoli trasformata e spesso violentata brutalmente, è più facile capire il valore di un ambiente quando lo si incontra. 
Oltre all'entusiasmo mi sorge una invocazione, una richiesta a Voi padroni di questa terra: per favore non "milanesizzatela", abbiatene cura, cercate di gestire i cambiamenti e le esigenze di Voi che ci vivete, tutelandone i valori (acque, vegetazione, aspetto del paesaggio, fauna). Siate aperti all'esterno, non per farvi colonizzare da altre culture, ma per captare le cose più utili per la tutela di questo preziosissimo patrimonio. 
Non tutto quanto viene da fuori è cattivo o buono. Dal Mediterraneo italiano a quello greco, sono tanti gli esempi da non copiare, in cui un turismo unicamente commerciale toglie anche agli isolani il piacere di vivere su questi microcosmi insulari. 
Personalmente credo che un piccolo ma significativo contributo, potrebbe essere dato dal poter ospitare gruppi di visitatori amanti delle bellezze naturali, dando la Vostra ospitalità, cultura e calore umano. L'impressione provocata da questa breve conoscenza con la Vostra isola mi ha suscitato un vero sentimento, concludendo questo breve scritto. 
Vi trasmetto le parole che l'ultimo giorno mi sono nate nell'immaginazione raggiungendo il colle prima di Pizzo Falcone. 
Da lì la montagna è abbracciata da due mari:
"Il Paradiso deve essere così, sentieri duri
ma chiari e ben segnati, 
valli profonde, blu, 
verdi e bianche 
la compagnia di uccelli di tutti i tipi
come gli Angeli.
Fiori mediterranei, piante quasi tropicali
sereno vento, nube bianca
orizzonte infinito
amici vecchi e nuovi che sorridono.
Non so se sarà così, così lo vorrei,
come Marettimo in primavera
".
 

Guido Pinoli