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Rione Bagalona Blasone
ideato dai residenti della zona della Bagalona; questi l'hanno creato tenendo presente che
esiste una strada attualmente denominata via Bagalona (ex via Sodara).
Il nome di Sodara probabilmente deriva da "sodo" dovuto alla strada in terrà
battuta; questa, collega in linea retta la zona di Forlimpopoli con Casemurate ed il suo
percorso corre quasi parallelo al torrente Bevano; la costruzione è di epoca romana, a
seguito delle bonifiche ed è quindi un decumano collegato con la via Santa Croce solo
attraverso delle centurie. Narturalmente anche in epoche antiche, questa strada, che
permetteva il collegamento fra diverse realtà e popolazioni, avrà ospitato il passaggio
molto diversificato di uomini in arme. Geologicamente, la conformazione della zona è
avvenuta con terra portata dalle acque: quindi anticamente vi regnavano le paludi.
Pensando che tutt'ora la nebbia in diverse giornate dell'anno la fa da padrona, l'effetto
probabilmente è aumentato anche dalla presenza nel sottosuolo e di piante secolari in
decomposizione, che danno origine al metano. Vi erano però presenti pure cinghiali e
maiali selvatici da cui successivamente ha avuto origine l'allevamento di maiali anche
allo stato brado. Nella fonetica locale, il maiale è chiamato "baghèn" da cui
forse potrebbe derivare il nome Bagalona. Una famiglia residente in loco, prima del 1600,
portante il cognome Benini ed attualmente emigrata in tutta la Romagna, è soprannominata
"Bagalòn": forse ciò sta ad indicare la zona di provenienza o di attività
degli avi. In epoca romana questo territorio è stato bonificato e poi coltivato al fine
di evitare malattie ed epidemie, quali la malaria ed il tifo. Le invasioni barbariche
hanno costretto questa gente a chiudersi nei castra (città fortificate), aspetto a cui è
corrisposto l'abbandono delle terre coltivate. Poi la natura selvaggia prese il
sopravvento, l'acqua ricominciò a ristagnare creando nuovamente le paludi e la strada
Bagalona perse così la sua primaria importanza. Il tempo successivo è stato avaro con
questa strada, che ha ospitato ed ospita tutt'ora poche case coloniche anche se nel suo
cardine esistono la chiesa di Casemurate ed i resti di un antico monastero, di cui è
testimonianza storica l'abside inserita nella struttura della casa colonica della famiglia
Mietti (Faneis). |
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