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BERTINORO
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La Pieve di San Donato in Polenta
Dal giorno in cui Giosuè Carducci la fece oggetto del suo canto "La Chiesa di Polenta" l'umile chiesa romanica del villaggio di Polenta assurse a fama nazionale. L'interrogativo posto dal Poeta "Forse qui Dante inginocchiossi?" per alcuni divenne quasi certezza ed il piccolo paese fu battezzato con il nome di "polenta di Dante", rafforzò la tradizione popolare e asserì implicitamente, che il divino poeta qui era stato, ospite dei polentani, signori di Ravenna. A Polenta ogni anno nel nome e nel ricordo di Dante e di Carducci affluiscono cultori e turisti e sul finir dell'estate si svolge un " Raduno carducciano" con l'intervento di nomi prestigiosi nel campo letterario e storico. Nella chiesa di Polenta si tiene anche un ciclo di letture dantesche. La chiesa di San Donato è ricordata per la prima volta, tra i documenti attualmente noti, in una pergamena del 24 luglio 911. Nell'anno 1705 una epigrafe posta sopra l'ingresso ricorda radicali lavori di restauro. Successivamente nel 1898 furono iniziati i lavori di ricostruzione della torre campanaria che ebbero termine l'anno successivo. La Pieve si presenta a forma basilicare con travature scoperte e con la navata centrale non sopraelevata, ma con il tetto in continuazione con quelle laterali. Le colonne sono grosse e rotonde, a strati di mattone e di pietra locale e sono sormontate da capitelli che formano la parte più caratteristica dello storico monumento. Essi sono a forma di cubo, alcuni a semplice smussatura, altri invece con bassorilievi riproducenti disegni geometrici, arabeschi, figure grottesche di animali e di uomini, che ricordano caratteri di arti diverse, dalla longobarda alla bizantina. Un'altra particolarità è data dalla cripta la quale occupa lo spazio sottostante al presbiterio, terminando a semicerchio sotto l'abside demolita. Dell'antico castello dei Polentani restano invece pochissime tracce sulla vetta del vicino omonimo colle. Nel sagrato della Chiesa, i cui muri perimetrali esterni sono costellati dagli stemmi di località dantesche, sorge un'erma a Giosuè Carducci, inaugurata nel 1932.

Monte Maggio
Monte Maggio dista poco più di un chilometro da Bertinoro e la sovrasta, raggiungendo la quota di 328 metri sul livello del mare. Sul finire dell'anno mille sulla sua cima sorgeva un castello, e lungo il declivio erano sparse molte case, contornate da giardini, oliveti e vigne, che gli valsero il profumato nome di Maggio (secondo alcuni però, Maggio deriva da Maior "maggiore" rispetto al vicino monte di Bertinoro). Dopo alterne vicende la bastia all'inizio del XV secolo fu definitivamente abbattuta. Sulle vecchie fondamenta e là dove in epoca remota si vuole sorgesse un 'Fanum Iovis", soltanto nel 1519 la Compagnia della Misericordia ottenne dal Vescovo Raffaele Francescani la concessione di erigere una chiesa in memoria dell' anacoreta Macario, chiesa che venne completata dai Frati Francescani nel 1539  con particolare culto per San Stefano  quando si trasferirono dal loro convento che si trovava nell'attuale piazzetta Garibaldi. Da allora Monte Maggio fu anche chiamato il monte dei Cappuccini. Nel ripiano rivolto a nordest i frati, per fornirsi di acqua sorgiva, costruirono un pozzo profondissimo che ha una certa affinità con quello di San patrizio in Orvieto: una scala a chiocciola, anziché avvolgere il pozzo, si sviluppa su di un lato di esso senza toccare il fondo. Un'iscrizione latina ricorda che fu costruito nel 1630. Dopo la requisizione napoleonica e l'abbandono dei frati nel 1867, la località diventa proprietà del Comune, quindi destinata a struttura turistica.

Altri luoghi
Nella parte più a valle si trova la zona industriale con insediamenti che si estendono sino a San ùta Maria Nuova Spallicci. E' questa la frazione più popolosa del Comune di Bertinoro. A Santa MAria Nuova è nato e sepolto Aldo Spallicci, professore in pediatria, letterato, uomo politico e di governo - di coltura mazziniana - interprete e cultore dello spirito e della tradizione romagnola, che ha saputo esprimere in "lingua romagnola". E' di Santa Maria Nuova anche il venerabile Fra Nadiani. In occasione della festa della Madonna della Neve che si venera nella chiesa parrocchiale (prima domenica di agosto) in questa frazione si svolge una singolare sagra in costume e un palio. Nella parte pianeggiante del territorio, verso Forlimpopoli, sorge il Santuario della Madonna del Lago. Nei pressi della Via Emilia la strada Consolare attraversa Panighina, antico borgo di fonti termali, di frequentazione preistorica.

Bertinoro è fiera della sua campagna, bella e curata, dove il lavoro dell'uomo è in equilibrio con la natura. In questa campagna si trovano luoghi legati alla tradizione popolare, alla storia e alla poesia. Piccoli nuclei nascondono grandi testimonianze d'arte e letteratura.

 

il panorama di bertinoro
il panorama di bertinoro

 

la chiesa di polenta
la chiesa di polenta

 

la casa natale di aldo spallicci
la casa natale di aldo spallicci

 

il convento delle clarisse francescane
il convento delle clarisse francescane