San Silvano del monte Athos |
Dal
1892 al 1938 visse al monte Athos, nel monastero di S.Panteleimonos, lo
staretz Silvano del monte Athos. Già convertito, commetterà il suo più grande
peccato, esperienza che lo segnerà per tutta la vita. Durante la festa
parrocchiale del paese passeggia con la fisarmonica con un suo compagno,
quando due calzolai, un po' sbronzi, gli si fanno innanzi e cercano di
prendere lo strumento musicale. |
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Silvano
prima cede, poi, pensando alla vergogna di perdere la faccia dinanzi alle
ragazze del paese, colpisce violentemente uno dei due che cade a terra quasi
morto. Silvano, quando sa che il giovane ha avuto salva la vita, decide di
vivere una lunghissima penitenza. Di nuovo, nel 1906, Silvano è prostrato,
perché è tormentato dall'incapacità di pregare con uno spirito puro e riceve
da Dio questa risposta: “Tieni il tuo cuore agli inferi e non disperare!”. E'
la parola che vivrà e che testimonierà al mondo. Così descrive questa sua
esperienza spirituale: “Straordinario! Il Signore non ha dimenticato me, sua
creatura caduta! C'è chi si dispera perché crede che il Signore non perdonerà
il suo peccato. Ma pensieri simili vengono dall'avversario. La misericordia
del Signore è tale che noi non riusciamo neanche a percepirla in pienezza.
L'anima che nello Spirito Santo è stata colmata dall'amore di Dio conosce
davvero lo smisurato amore del Signore per l'uomo. Ma quando smarrisce questo
amore, allora è angosciata, affranta: la mente non pensa ad altro, ma cerca
Dio solo. Un diacono un giorno mi raccontava: “Ho visto Satana vestito da
angelo di luce e mi ha lusingato dicendomi: 'Io amo gli ambiziosi: saranno
mia proprietà! Tu sei ambizioso e perciò ti prenderò con me!'. Ma io gli
risposi: 'Sono il peggiore di tutti'. Satana, allora, immediatamente sparì”.
Anch'io ho vissuto qualcosa di simile quando mi apparvero i demoni. Nella mia
paura esclamai: “Signore, vedi che i demoni mi impediscono di pregare. Dimmi
tu cosa fare perché fuggano lontano da me”. E il Signore mi confidò: “I
demoni non cessano di tormentare le anime orgogliose”. Replicai: “Signore,
illuminami; quali pensieri renderanno umile la mia anima?”. Questa la
risposta che ricevetti: “Tieni il tuo spirito agli inferi, e non disperare!”.
Da allora iniziai a fare così e tutto il mio essere ha trovato pace in Dio.
L'anima mia impara l'umiltà dal Signore. Mistero insondabile: il Signore mi
si è manifestato e ha ferito il mio cuore con il suo amore, poi si è nascosto
e ora la mia anima anela a Dio giorno e notte (cfr. Sal 42, 2). Egli, come
pastore buono e misericordioso, è venuto a cercare me, la sua pecora ferita
dai lupi, e mi ha curato”. |
Sullo
sfondo il Monte Athos |
Monì Aghiou Panteleimonos (Monastero di S. Panteleimon) è il monastero del monte Athos abitato da monaci russi (anche se molti di loro sono oggi ucraini). Dei venti monasteri oggi esistenti all'Athos, 17 sono abitati da monaci greci, Chilandari dai serbi, Zografu dai bulgari e appunto, Aghiou Panteleimonos dai russi. Una delle caratteristiche del monastero è di non essere circondato da mura. Fu, infatti, costruito, a partire dal 1765, in un periodo in cui le incursioni dei pirati erano ormai un ricordo lontano, vicino alla Chiesa della Resurrezione che già esisteva dal 1660. Gli iniziatori dell'attuale monastero furono i monaci di maggioranza russa che avevano in origine abitato il monastero dedicato a S.Panteleimon alla fine del X secolo più nell'interno e che, dopo generazioni, si erano trasferiti in quello di Xilurgu e lo avevano poi abbandonato. Fu nel 1839 che, di nuovo dopo un periodo di abbandono, i greci chiesero ai russi di abitare il monastero. Nel 1914 il monastero arrivò al numero di 2000 monaci. Dopo il 1917, però, la rivoluzione bolscevica impedì sia l'arrivo di aiuti economici dalla Russia, sia, soprattutto, l'afflusso di nuovi monaci. Iniziò così un nuovo periodo di decadenza, fino alla caduta del Muro di Berlino. S.Silvano visse in questo periodo di splendore e vide poi l'inizio della decadenza. |
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L'ingresso al monastero di Agiou Panteleimonos |
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