Mt 28, 2-4. Quand’ecco venire un gran terremoto. Perché
un angelo del Signore sceso dal cielo si appressò al sepolcro e, ribaltandone
la pietra, ci sedeva sopra. Il suo aspetto era come il
folgore e la sua veste candida come la neve. E per lo spavento che
ebbero di lui, si sbigottirono le guardie e rimasero come morte. |
Mc 16, 2, 6. E di gran
mattino, il primo giorno della settimana, arrivarono al sepolcro sul levar
del sole. E dicevano tra loro:<< Chi ci
ribalterà la pietra dalla bocca del sepolcro?>> E guardando videro la
pietra già mossa, ed era molto grande. Ed entrate nella tomba,(Susanna e Salome)
videro un giovanetto seduto a destra, vestito di bianco, e si spaventarono.
Ma egli disse loro: << Non vi spaventate. Voi cercate Gesù nazareno che
è stato crocifisso. E’ risuscitato: non è qui; ecco il luogo dove l’avevano
posto.>> |
Lc 24, 2.6. E (
Maria d’Alfeo, Marta e Giovanna) trovarono ribaltata la pietra del
sepolcro. Ma, entrate non trovarono il corpo del Signore Gesù. E mentre
stavano perplesse di ciò, ecco apparir loro due personaggi in veste
sfolgorante, i quali, siccome esse erano impaurite e chinavano il viso a
terra, loro dissero:<< perché cercate il
vivente tra i morti? Non è più qui: è
risorto;…>> |
Gv 20, 1-3. Il primo
giorno dopo il sabato, la mattina presto, a buio, Maria Maddalena andò al
sepolcro e ne vide ribaltata la pietra. Allora, di corsa, andò da Simon
Pietro e da quell’altro discepolo prediletto di
Gesù e disse loro: << Hanno portato via dal sepolcro il Signore e non
sappiamo dove l’abbiano messo>>. E Pietro e quell’altro
discepolo uscirono e andarono al sepolcro. |
Da “ L’ Evangelo come mi è stato rivelato” di M. Valtorta La
Risurrezione. "Rivedo la letificante e
potente risurrezione di Cristo. Nell'ortaglia è tutto silenzio e brillio di rugiade. Sopra
di essa un
cielo che si fa di uno zaffiro sempre più chiaro, dopo avere lasciato
il suo blu-nero trapunto di stelle che per tutta la
notte aveva vegliato sul mondo. L'alba respinge da oriente ad occidente
queste zone ancora oscure, come fa l'onda durante l’alta marea che sempre più
avanza, coprendo il lido scuro e sostituendo il bigio nero dell'umida rena e
della scogliera con l’azzurro dell'acqua marina. Qualche stellina non vuole ancora morire e occhieggia
sempre più debole sotto l'onda di luce bianco verdina
dell'alba, di un latteo sfumato di bigio, come le fronde degli ulivi
assonnati che fanno corona a quel poggio poco lontano. E poi naufraga
sommersa dall'onda dell'alba, come una terra che l'acqua sormonta.. E ce ne è una di meno... E poi ancora una di
meno…un'altra, e un'altra. Il cielo perde i suoi greggi di stelle e solo là,
sull'estremo occidente, tre, poi due, poi una, restano a riguardare quel
prodigio quotidiano che è l'aurora che sorge. Ed ecco che, quando un filo di rosa mette una linea sulla
seta turchese del cielo orientale, un sospiro di vento passa sulle fronde e
sulle erbe, e dice: «Destatevi. Il giorno è risorto»,» Ma
non sveglia che le fronde e le erbe, che rabbrividiscono sotto i loro
diamanti di rugiada ed hanno un fruscio tenue, arpeggiato di gocce che
cadono. Gli uccelli ancora non si destano fra i rami folti di un altissimo
cipresso che pare domini come un signore nel suo regno, né nell'aggrovigliato
intreccio di una siepe di allori che fa riparo al vento di tramontano. Le guardie,
annoiate, infreddolite, assonnate, in varie pose vegliano il Sepolcro, la cui
porta di pietra è stata rinforzate, al suo orlo, da un grosso strato di
calcina, come fosse un contrafforte, sul bianco opaco della quale spiccano i
larghi rosoni di cera rossa, impressi con altri, direttamente nella calcina
fresca, del sigillo del Tempio. Le guardie devono avere acceso un fuochetto nella notte perché vi è della cenere e dei
tizzi mal bruciati al suolo, e devono avere giocato e mangiato, perché sono
ancora sparsi resti di cibo e dei piccoli ossi puliti, certo usati per
qualche giuoco, uso il nostro domino o il nostro fanciullesco giuoco delle
biglie, giocati su una primitiva scacchiera tracciata sul sentiero. Poi si
sono stancate ed hanno lasciato tutto in asso, cercando pose più o meno
comode per dormire o per vegliare. Nel
cielo, che ora ha, all'oriente, una plaga tutta rosata che
sempre più si estende nel ciclo sereno, dove peraltro ancora non è raggio di
sole, si affaccia, venendo da profondità sconosciute, una meteora splendentissima, che scende, palla di fuoco di
insostenibile splendore, seguita da una scia rutilante, che forse non è altro
che il ricordo del suo fulgore nella nostra retina. Scende velocissima verso
la Terra, spargendo una luce così intensa, fantasmagorica, paurosa nella sua
bellezza, che la luce rosata dell'aurora se ne annulla, superata da questa
incandescenza bianca. Le guardie alzano il capo stupite, anche perché, con la
luce viene un boato potente, armonico, solenne, che empie di sé tutto il
Creato. Viene da profondità paradisiache. E l'alleluia, il
gloria angelico, che segue lo Spirito del Cristo che torna nella sua
Carne gloriosa. La meteora si abbatte contro l'inutile serrarne del
Sepolcro, lo divelle, lo atterra, fulmina di terrore e di fragore le guardie
messe a carcerieri del Padrone dell'Universo, dando, col suo tornare sulla
Terra, un nuovo terremoto, come lo aveva dato quando
dalla Terra era fuggito questo Spirito del Signore. Entra nel buio Sepolcro,
che si fa tutto chiaro della sua luce indescrivibile, e mentre questa permane
sospesa nell'aria immobile, lo Spirito si riinfonde
nel Corpo immoto sotto le funebri bende. Tutto questo non in un minuto, ma in frazione di minuto,
tanto l’apparire, lo scendere, il penetrare e scomparire della Luce di Dio è
stato rapido… Il «Voglio» del divino Spirito alla sua fredda Carne non ha
suono. Esso è detto dall'Essenza alla Materia immobile. Ma nessuna parola viene percepita da orecchio umano. La Carne riceve il
comando e ubbidisce ad esso con un fondo respiro... Null’altro per qualche minuto. Sotto il
sudario e la sindone la Carne gloriosa si ricompone in
bellezza eterna, si desta dal sonno di
morte, ritorna dal «niente» in cui era, vive dopo essere stata morta. Certo
il cuore si desta e
da il primo battito, spinge nelle vene il gelato sangue superstite e subito ne crea la totale misura nelle
arterie svuotate, nei polmoni immobili, nel cervello oscurato, e riporta
calore, sanità, forza, pensiero. Un
altro attimo, ed ecco un moto repentino sotto la sindone
pesante, Così repentino che, dall'attimo in cui Egli certo muove le mani
incrociate al momento in cui appare in piedi imponente, splendidissimo
nella sua veste di immateriale materia, sopranaturalmente bello e maestoso,
con una gravita che lo muta e lo eleva
pur lasciandolo Lui, l'occhio fa appena in tempo ad afferrarne i trapassi. Ed
ora lo ammira: così diverso da quanto la mente ricorda, ravviato, senza
ferite ne sangue, ma solo sfolgorante della luce che
scaturisce a fiotti dalle cinque piaghe e si emana da ogni poro della sua
epidermide. Quando muove il primo passo — e nel moto i raggi scaturenti
dalle Mani e
dai Piedi lo aureolano di lame di luce: dal Capo innimbato
di un serto, che è fatto dalle innumeri piccole
ferite della corona che non danno più sangue ma sola fulgore, all'orlo
dell'abito quando, aprendo le braccia che ha incrociate sul petto, scopre la
zona di luminosità vivissima che trapela dalla veste accendendola di un sole
all'altezza del Cuore - allora realmente è la «Luce» che ha preso corpo. Non la povera luce della Terra, non la povera luce degli
astri, non la povera luce del sole. Ma la Luce di Dio; tutto il fulgore
paradisiaco che si aduna in un solo Essere e gli dona i suoi azzurri
inconcepibili per pupille, i suoi fuochi d'oro per capelli, i suoi candori angelici per veste e
colorito, e tutto quello che è, di non descrivibile con parola umana, il
sopraeminente ardore della Ss. Trinità, che annulla
con la sua potenza ardente ogni fuoco del Paradiso, assorbendolo in Sé per
generarlo nuovamente ad ogni attimo del Tempo eterno. Cuore del Cielo che
attira e diffonde il suo sangue, le non numerabili stille del
sua sangue incorporeo: i beati, gli angeli, tutto quanto è il
Paradiso: l'amore di Dio, l'amore a Dio, tutto
questo è la Luce che è, che forma il Cristo Risorto. Quando si sposta, venendo verso l'uscita, e l'occhio può
vedere oltre il suo fulgore, ecco che due luminosità bellissime,
ma simili a stelle rispetto al sole, mi appaiono l'una di qua, l’altra
di là della soglia, prostrate
nell'adorazione al loro Dio, che passa avvolto nella sua luce, beatificante
nel suo sorriso, ed esce, abbandonando la funebre grotta e tornando a calpestare
la terra, che si desta di gioia e splende tutta nelle sue rugiade,nei colori
delle erbe e dei roseti, nelle infinite corolle dei meli, che si aprono per
un prodigio al primo sole che le bacia e al Sole eterno che sotto esse
procede. Le guardie sono là, tramortite... Le forze corrotte dell' uomo non vedono Dio, mentre le forze pure
dell'universo — i fiori, le erbe, gli uccelli — ammirano e venerano il
Potente che passai in un nimbo di luce sua propria e in un nimbo di luce
solare, Il suo sorriso, lo sguardo che si posa sui fiori, sulle
ramaglie, che si alza al cielo sereno, tutto aumenta in bellezza. E più
soffici e sfumati di un setoso rosare sono i milioni di
petali che fanno una spuma fiorita sul capo del Vincitore. E più vividi sono
i diamanti delle rugiade. E più azzurro è il ciclo che specchia i suoi Occhi fulgenti, e festoso il sole che pennella di
letizia una nuvoletta portata da un vento leggero, che viene a baciare il suo
Re con fragranze rapite ai giardini e con carezze di petali setosi. Gesù alza la Mano e
benedice e poi, mentre più torte cantano gli uccelli e profuma il vento, mi
scompare alla vista, lasciandomi in una letizia che cancella anche il più
lieve ricordo di tristezze e sofferenze e titubanze sul domani…, Considerazioni sulla Risurrezione. [ Dice Gesù: «Le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche
tempo la mia Risurrezione. Io avevo detto: "Il Figlio dell'uomo sta per essere ucciso ma il terzo giorno risorgerà". Ero morto alle
tre del pomeriggio di venerdì. Sia che calcoliate i
giorni come nome, sia li calcoliate come ore, non era l'alba domenicale
quella che doveva vedermi sorgere. Come ore, erano unicamente trent’otto ore invece di settantadue quelle che il mio
Corpo era rimasto senza vita. Come giorni, doveva almeno giungere la sera di
questo terzo giorno per dire che ero stato tre giorni nella tomba. Ma Maria ha anticipato il miracolo. Come quando col suo
orare ha schiuso i Cieli con anticipo di qualche anno sull'epoca prefissa,
per dare al mondo la sua Salvezza, così ora Ella ottiene l'anticipo di
qualche ora per dar conforto al suo cuore morente, "Ed Io, alla prima
alba del terzo giorno, sono sceso come sole che scende e del mio fulgore ho
sciolto i sigilli umani così inutili issati alla potenza di un Dio, della mia
forza ho fatto leva per ribaltare l'inutilmente vegliata pietra, del mio
apparire ho fatto folgore che ha atterrato le tre volte inutili guardie messe
a custodia di una Morte che era Vita, che nessuna forza umana poteva impedire
d'esser tale. Ben più potente della vostra corrente elettrica, il mio
Spirito è entrato come spada di Fuoco divino a riscaldare le fredde spoglie
del mio Cadavere, e al nuovo Adamo lo Spirito di Dio ha alitato la vita,
dicendo a Se stesso: "Vivi. Lo voglio". Io che avevo risuscitato i morti
quando non ero che il Figlio dell'uomo, la Vittima designata a portare le
colpe del mondo, non dovevo potere
risuscitare Me stesso ora che ero il Figlio di Dio, il Primo e l'Ultimo, il
Vivente eterno, Colui che ha nelle sue mani le chiavi della Vita e della
Morte? Ed il mio Cadavere ha sentito la Vita tornare in Lui. Guarda: come uomo che si sveglia dopo il sonno dato da una enorme fatica, Io ho un profondo respiro. Né ancora
apro gli occhi. Il sangue torna a circolare nelle vene poco rapido ancora,
riporta il pensiero alla mente. Ma vengo da tanto lontano! Guarda; come uomo ferito che una potenza miracolosa risana,
il sangue torna nelle vene vuote, empie il Cuore, scalda le membra, le ferite
si rimarginano, spariscono lividi e piaghe, la forza
torna. Ma ero tanto ferito! Ecco, la Forza opera. Io sono guarito. Io sono
svegliato. Io sono ritornato alla Vita. Fui morto. Ora vivo! Ora sorgo! Scuoto i lini di morte, getto l'involucro degli unguenti.
Non ho bisogno
di essi per apparire Bellezza eterna, eterna Integrità. lo
mi rivesto di veste che non è di questa Terra, ma tessuta da Colui che mi è
Padre e che tesse la seta dei gigli verginali. Sono vestito di splendore. Mi
orno delle mie Piaghe che non gemono più sangue ma
sprigionano luce. Quella luce che sarà la gioia di mia Madre e dei beati e il
terrore, la vista insostenibile dei maledetti e dei demoni sulla Terra e
nell'ultimo giorno. L'angelo della mia vita d'uomo e l'angelo del mio dolore
sono prostrati davanti a Me e adorano la mia Gloria. Ci sono tutti e due i miei angeli. L'uno
per bearsi della vista del suo Custodito, che ora non ha più bisogno
d'angelica difesa. L'altro, che ha visto le mie lacrime,
per vedere il mio sorriso; che ha visto la mia battaglia, per vedere la mia
vittoria; che ha visto il mio dolore, per vedere la mia gioia. Ed esco
nell'ortaglia piena di bocci di fiori e di rugiada. E i meli aprono le
corolle per fare arco fiorito sul mio capo di Re, e le erbe fanno tappeto di
gemme e di corolle al mio piede che torna a calpestare la Terra redenta dopo
esser stato innalzato su essa per redimerla. E mi
saluta il primo sole, e il vento dolce d'aprile, e la lieve nuvola che passa,
rosea come guancia di bambino, e gli uccelli fra le fronde. Sono il loro Dio.
Mi adorano. Passo fra le guardie tramortite, simbolo delle anime in
colpa mortale che non sentono il passaggio di Dio. ; È Pasqua, Maria! Questo è bene il "Passaggio
dell'Angelo di Dio"! Il suo Passaggio da morte a vita. Il suo Passaggio
per dare Vita ai credenti nel suo Nome. E Pasqua! E la Pace che passa nel
mondo. La Pace non più velata dalla condizione di uomo. Ma libera, completa nella sua tornata efficienza di Dio. E vado dalla Madre. E ben giusto che ci vada. Lo è stato
per i miei angeli. Ben di più lo è per quella che, oltre che mia custode e
conforto, mi è stata datrice di vita. Prima ancora di tornare al Padre nella
mia veste d'Uomo glorificata, vado dalla Madre. Vado nel fulgore della mia
veste paradisiaca e delle mie Gemme vive. Ella mi può toccare, Ella le può
baciare, poiché Ella è la Pura, la Bella, l'Amata, la Benedetta, la Santa di
Dio, Il nuovo Adamo va all'Eva nuova.
Il male è entrato nel mondo per la donna, e dalla Donna fu vinto. Il Frutto
della Donna ha disintossicato gli uomini dalla bava di Lucifero. Ora, se
essi vogliono, possono esser salvi. Ha salvato la donna rimasta così
fragile dopo la ferita mortale. E dopo che alla Pura, alla quale per diritto di santità e
di maternità è giusto vada il Figlio-Dio, mi
presento alla donna redenta, alla capostipite, alla rappresentante di tutte
le creature femminee che sono venuto a liberare dal morso della
lussuria. Perché dica ad esse che si accostino a Me
per guarire, che abbiano fede in Me, che credano nella mia Misericordia che
comprende e perdona, che per vincere Satana, che fruga loro le carni,
guardino la mia Carne ornata dalle cinque ferite. Non mi faccio toccare da lei. Ella non è la Pura che può
toccare, senza contaminarlo, il Figlio che torna al Padre. Molto ha ancora da
purificare con la penitenza. Ma il suo amore merita questo premio. Ella ha
saputo risorgere per sua volontà dal sepolcro del suo vizio, strozzare
Satana che la teneva, sfidare il mondo per amore del suo Salvatore, ha saputo
spogliarsi di tutto che non fosse amore, ha saputo
non essere più che amore che si consuma per il suo Dio. E Dio la chiama:
"Maria". Odila rispondere: "Rabboni!". Vi è il suo cuore in quel grido. A lei che l' ha meritato, do l'incarico di esser messaggera
della Risurrezione. E ancora una volta sarà un poco
schernita come avesse
vaneggiato. Ma non le importa nulla, a Maria di Magdala, a Maria di
Gesù, del giudizio degli uomini. Mi ha visto risorto, e ciò le da una gioia
che attutisce ogni altro sentimento. Vedi come amo anche chi fu colpevole, ma volle uscire
dalla colpa ? Neppure a Giovanni Io mi
mostro per primo. Ma alla Maddalena. Giovanni aveva già avuto il grado di
figlio da Me. Lo poteva avere perché era puro e poteva essere figlio non solo
spirituale, ma anche dante e ricevente, alla e dalla Pura di Dio, Miei
bisogni e quelle cure che sono connesse alla carne. Maddalena, la risorta alla Grazia, ha la prima visione
della Grazia Risorta. Quando mi amate sino a vincere tutto per Me, Io vi prendo
il capo ed il cuore malato fra le mie mani trafitte e vi alito in volto il
mio Potere. E vi salvo, vi salvo, figli che amo. Voi tornate belli, sani,
liberi, felici. Voi tornate i figli cari del Signore. Faccio di voi i
portatori della mia Bontà fra i poveri uomini, coloro che testimoniate della
mia Bontà ad essi per farli persuasi di essa e di
Me. Abbiate, abbiate, abbiate fede in Me. Abbiate amore. Non
temete. Vi faccia sicuri del Cuore del vostro Dio tutto quanto ho patito per
salvarvi. E tu, piccolo Giovanni, sorridi dopo aver pianto. Il tuo
Gesù non soffre più. Non ci sono più ne sangue ne
ferite. Ma luce, luce, luce e gioia e gloria. La mia luce e la mia gioia
siano in te sinché verrà
l'ora del Cielo». |
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