“Ti ho scelta per Madre io, il Creatore”  

     (Romano il Melode)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Tabernacolo della Madonna della Pace

 

Il Tabernacolo delle Madonna della Pace è stato inaugurato il 24 dicembre 2000, al termine dell’Anno Giubilare.

Da allora è divenuto un luogo di meditazione per tante persone di Calenzano.

Nel mese di maggio, tutte le sere alle ore 19.00 viene recitato il Santo Rosario.

Durante tutto il periodo estivo il Santo Rosario viene recitato alle ore 21.00

 

 

 

 

O dolce Signora… (le più belle preghiere alla Madonna)

E’ stata coniata per volontà della Madonna

La Preghiera alla Vergine (Dante Alighieri)

Preghiera alla Vergine ( F.Petrarca)

 

 

 

 

Santo Rosario

 

 

Misteri Gaudiosi

Misteri Dolorosi

Misteri Gloriosi

 

IL SANTO ROSARIO (meditato di Don Giussani)

Il Santo Rosario, la preghiera più diffusa che la tradizione popolare ci abbia consegnato, ha consacrato nei secoli l'aspetto più umile della vita della Madonna. Recitandolo, è come se la figura di Maria si imponesse nel suo aspetto più semplice e più nascosto. Ma nel proporvi di vivere il Rosario con una riscossa particolare della coscienza di quello che è la Madonna nella vita dell'uomo e del mondo, sono soprattutto guidato dall'impressione più forte che ho avuto nel viaggio in Terra Santa. La cosa che più mi ha stupito e mi ha come reso immobile nello spirito immobile nel senso dello stupore - è stato quando ho visto la piccola, restante casa-grotta in cui viveva la Madonna e ho letto una targa di nessun conto su cui era scritto: Verbum caro hic factum est - Il Verbo si è fatto carne qui -. Sono rimasto come pietrificato dall'evidenza improvvisa del metodo di Dio, che ha preso il niente, proprio il niente.

 

 

 

 

MISTERI GAUDIOSI

Com'era familiare alla gioia il cuore di Maria, pur nella profondità senza paragone della sensazione di mistero, di oscurità in cui lei penetrava giorno per giorno. Che cosa sostiene questa apparente contraddizione? La fede. La certezza che tutto è di Dio, che Dio è il padre di tutti, che il mondo è destinato a una positività eterna. Non avesse pensato tutti i giorni a questo, non si fosse alzata la mattina pensando a questo, non si fosse mossa durante il giorno pensando a questo, non fosse andata a riposare la sera pensando a questo, sarebbe stata una teoria astratta, sarebbero stati dei pensieri.

Il mistero che adesso ci viene proposto è il mistero dell' Incarnazione di Gesù, della Sua Nascita. In questo si specifica il ricordo generale, la memoria generale del nostro rapporto con Lui, e l'essere stati chiamati da Lui. Egli è nato, concepito e nato da una donna.

 

1.        Annuncio dell'Angelo a Maria

Le parole dell'Angelo potevano confondere di stupore e di umiltà la giovinetta cui erano indirizzate. Però non erano tali da essere totalmente incomprensibili; avevano qualche cosa per cui erano comprensibili all'animo di quella ragazza che viveva i suoi doveri religiosi.

La Madonna le ha abbracciate: «Io sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola». Non perché capisse, ma nella confusione diventata sterminata per il Mistero che si annunciava vibrando nella sua carne, la Madonna aprì le sue braccia, le braccia della sua libertà e disse: «Sì». E stette all'erta tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti della sua vita.

Lo stato d'animo della Madonna, quello stato d'animo che opera un atteggiamento e lo decide di fronte alle occasioni e al tempo, lo stato d'animo della Madonna come si può definire meglio che con la parola "silenzio"? Il silenzio proprio come colmo di memoria. Due cose contribuivano a questa memoria, due cose determinavano questo silenzio.

La prima era il ricordo dell'accaduto. L'accaduto conservava intatta la sua meravigliosità, il suo mistero vero, il suo mistero di verità, perché - ed è la seconda cosa - aveva qualcosa di presente: quel Bambino, quel giovane presente, quel Figlio presente.

 

2.        Maria va a visitare Elisabetta

La Parola di Dio non è espressione letteraria, ma è indice di un avvenimento, è sempre un fatto: la Parola di Dio è Cristo. La Sua parola parte dalla promessa di un avvenimento. La figura della Madonna è tutta riempita di memoria, la parola del suo popolo, e tutta protesa a ciò che gli avvenimenti significano (l'annuncio dell'Angelo, il saluto di Elisabetta). Per questo Elisabetta ha usato la miglior espressione che si potesse dire di una persona: «Beata colei che ha creduto all'adempimento della parola del Signore».

Anche a ognuno di noi, con la trasmissione della fede, è stato detto che la vita ha un destino. Nella sincerità del nostro cuore può riecheggiare in modo vero il Magnificat. Qualunque sia la condizione attuale della nostra vita è gratitudine perché cammino a quel destino in cui vedremo Dio.

La Madonna, il giorno dopo l'annuncio, nella luce mattutina nuova, decise di andare subito ad aiutare la cugina Elisabetta che dall'Angelo aveva sentito incinta di sei mesi; e fece a piedi quei centoventi chilometri di strada di montagna, velocemente, come dice il Vangelo. E la carità quello che nasce da questa luce mattutina con cui anche noi ci alzeremo tutte le mattine, con cui affronteremo tutte le ore undici della giornata, o le ore quattro della giornata, o le ore ventidue della giornata; questa luce mattutina ci da una tenerezza verso gli uomini, verso gli uomini sconosciuti e verso gli uomini ostili, verso gli uomini estranei; non più estranei, ma parte di noi.

 

3. Nascita di Gesù a Betlemme

        

II Natale ci obbliga ad affondare lo sguardo alla radice, fino a quel punto dove sorgono le cose, insorgono le cose, dove irrompe l'Essere nel velo del nulla o, meglio, in quel nulla che si copre del velo dell'apparente, s'annida dentro la tenda che il pastore sradicherà dopo averla usata un giorno e la butterà via perché non faccia peso al suo camminare. «È venuto ad abitare tra di noi». L'avvenimento della presenza di Colui che solo può scoprire il mistero delle cose, cioè il mistero dell'Essere, cioè il mistero della vita. Svelare il Mistero significa svelare qualcosa che resta mistero. Nessun uomo ha mai visto il Suo volto, il volto dell'Essere: nessun uomo! Ma Tu, o Bambino che vieni, sei venuto a svelare questo Mistero, il Mistero che nessun uomo ha mai visto.

Con la gioia nel cuore adoriamo Cristo che nasce, tutti i giorni dal mistero di oggi, dal mistero di un oggi. Cristo nasce. Con la gioia del cuore, la memoria nostra si affissi su di Lui e si sprigioni in un nuovo canto; che la nostra vita diventi nuova, perché il canto della vita è la vita stessa. Che diventi nuova, tutti i giorni nuova, che si rinnovi. Perché questo è il frutto della certezza della sua misericordia, della certezza che la sua potenza è più grande della nostra debolezza. Certi del "Dio con noi". Solo da questa certezza può venire la gioia, solo dalla certezza del "Dio con noi" può venire la gioia.

Non c'è nessun'altra fonte. La coscienza di questa Presenza è più grande di qualsiasi cosa che uno possa fare per gli altri. Noi siamo stati chiamati ad averne coscienza; perciò, oltre il desiderio di un'affezione quotidiana a Lui, noi dobbiamo desiderare con tutto il cuore che la nostra vita renda testimonianza a questo nel mondo, che attraverso noi abbia ad accorgersi, vale a dire che la nostra vita sia veramente immanente coscientemente, partecipante alla vita del popolo di Dio, del popolo Suo che Gli appartiene, tutto pieno di opere buone.

 

4. Gesù presentato al Tempio

        

Quando la Madonna si è recata al tempio, otto giorni dopo, per offrire il suo Primogenito, nel grande tempio nel quale ogni giudeo identificava la maestà di Dio, essa certamente si sentiva come nullificata dalla grandezza e dalla maestà di Dio. Ma, nella percezione della grandezza del tempio, un sentimento penetrava e prevaleva: la grandezza di Dio era il Bambino che aveva tra le braccia, era il Bambino che piangeva, era il Bambino che allattava. Vedendo da che cosa Dio ha fatto nascere quello che è il fattore decisivo della storia e del mondo, come dirà il vecchio Simeone, e che divide il mondo in due - perché è proposta davanti alla quale si divide in due il cuore dell'uomo e si dividono in due tutti i cuori degli uomini - , vedendo da che cosa è nato Colui che le porte degli inferi non verranno più a distruggere, una forza umana la più grande di tutte, vedendo da che cosa è sorto, si rimane come pietrificati dallo stupore. Tutto il resto è comprensibile da tutti gli uomini - il senso religioso, lo chiama- no -, ma questo impatto e questo avvenimento è totalmente impensabile, imprevedibile, totalmente nuovo, totalmente e veramente incomprensibile: Dio fatto parte della nostra esperienza, dell'esperienza del nostro io, dell'esperienza della maternità della Madonna, dell'esperienza di ogni azione che compiamo.

 

5. Gesù ritrovato nel Tempio fra i dottori

        

Proviamo a immedesimarci nella realtà della Madonna. La sua autorità, l'autorità per lei e per il suo sposo, Giuseppe, chi era? La presenza di quel Bambino, che magari non parlava ancora, che quando ha incominciato a parlare e ad agire fece quella sortita a dodici anni, che stupisce come un istante di Mistero che solleva il suo velo; l'autorità era quella Presenza, per cui la regola era la convivenza con quel Bambino, con il loro Bambino. Tutto ciò vive come coscienza. La coscienza è un occhio spalancato sul reale, che come tale non passa. Factum infectum fieri nequit: non si può impedire che una cosa che è fatta, sia. Ciò che è fatto rimane per sempre. La regola della Madonna era la presenza di quel Bambino. Così preghiamo la Madonna che ci aiuti a partecipare a questa coscienza con cui ha vissuto; che una Presenza costituisca la regola della nostra vita e quindi la compagnia della nostra vita e l'autorità nella nostra vita e la dolcezza della nostra vita. Questo ideale deve essere l'ideale pregato, domandato, richiesto, mendicato, di ogni giornata. 

 

Ritorniamo a tè, o Madonna, e tu epura dal nostro cuore tutta questa nebbia che normalmente lo avvolge e che impedisce ai nostri occhi di vederti in tutta la potenza e l'inesorabilità della tua presenza determinante il significato, il senso, la consistenza di qualsiasi cosa tocchiamo, in qualsiasi formulazione noi ci flettiamo.

Madonna, facci essere fedeli nel guardare alla tua presenza tutte le volte che tu ci riscuoti, tutte le volte che è necessario per noi; per questo gli Angelus del mattino, del mezzogiorno e della sera costituiscono gli archi portanti della nostra bellezza e della nostra costruttività nel mondo.

Avvenga in noi, o Spirito di Dio, come avvenne nella Madonna: il mistero del Verbo si fece carne in lei, si fece parte della sua carne e coincideva con le sue espressioni. Così la memoria di Cristo diventi carne della nostra carne, diventi parte di tutte le nostre azioni, consiglio per ogni pensiero e fiamma per ogni affetto, e si muova in noi con tutte le nostre mosse, da mattina a sera, nel mangiare e nel bere, in tutto il vivere e nel nostro morire.

 

 

 

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MISTERI DOLOROSI

La Madonna sentiva che la creatura che aveva in seno sarebbe dovuta, un giorno, morire - e questo ogni madre, cercando di non pensarlo, lo sente -, ma non che sarebbe risorto. Questo è l'avvenimento che unicamente è paragonabile al mistero dell'inizio; come si è formato il seme dentro il suo seno, così, raggiunta la maturità del tempo, sarebbe risorto; quell'uomo sarebbe risorto. Ma lei non lo sapeva. «Avvenga di me secondo la tua parola» sulla bocca della Madonna è lo stesso che: «Signore, sia fatta la tua volontà» sulla bocca di Cristo. La corrispondenza tra l'Angelus e la Croce è nel fatto che tutti e due dicono: «Avvenga di me secondo la tua parola». È il gesto dell'obbedienza nella sua essenzialità pura. La sua essenzialità pura fa strappare da qualche cosa che Dio chiede, per passare attraverso una croce e una resurrezione da cui scaturisce una fecondità senza limite, una fecondità col limite del disegno di Dio. La fecondità scaturisce dalla verginità. Non si può concepire la verginità che così.

 

1.          Gesù nell'orto degli ulivi

«Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire: "Padre, salvami da quest'ora [di fronte al pensiero del sacrificio, di fronte al pensiero della morte, del rinnegamento di sé...]?". Ma per questo sono giunto a quest'ora [per questo, per questa condizione sono stato scelto, chiamato, educato amorosamente dal mistero del Padre, dalla carità del Figlio, dalla luce calda dello Spirito. Ora l'anima mia è turbata e che devo dire: "Padre, salvami da quest'ora? Tira via questa condizione, Padre, tira via questa condizione... devo dir questo?". Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora!]». Così potrò dire alla fine: «Padre, glorifica il tuo nome [glorifica la Tua volontà, avvera, realizza il tuo disegno], che io non comprendo [perché non comprendeva la grande ingiustizia]. Padre, glorifica il Tuo nome davanti al quale io sono in timore e tremore, in obbedienza, cioè in amore: la mia vita è il Tuo disegno, è la Tua volontà».

Quante volte - pregando lo Spirito e la Madonna - dovremo rileggere questo brano per immedesimarci con l'istante più lucido e più affascinante nel quale la coscienza dell'uomo Cristo, Gesù, si è espressa; la si può sorprendere, dai suoi recessi più profondi fino ai picchi più alti del suo esempio di amore all'Essere, di rispetto all'oggettività dell'Essere, dell'amore alla sua origine e al suo destino e al contenuto del disegno del tempo, della storia. «Padre, se è possibile, che io non muoia; pero non la mia ma la tua volontà sia fatta». È la suprema applicazione del nostro riconoscimento del Mistero, aderendo all'uomo Cristo inginocchiato e grondante sangue dai pori della pelle nell'agonia del Getzemani: la condizione per essere vero in un rapporto è il sacrificio.

 

2. Gesù flagellato alla colonna

        

La compagnia dell'Uomo-Dio alla nostra vita è diventata tragedia, inconcepibile, inimmaginabile, che sfida l'immaginazione di chiunque. In tutti i secoli della storia non si può immaginare - neanche per gioco, fosse una fiaba una tragedia più grande di questa: la compagnia di Dio fatto carne dimenticata, oltraggiata dall'uomo; tragedia che nasce dal cinismo delle nostre istintività perseguite. Si danno convegno attorno a questo "legno", la cattiveria dell'uomo che vien meno alla chiamata dell'Infinito, i disastri che questo delitto provoca, così che la morte dell'Uomo-Dio è la somma e il simbolo di tutti questi disastri. E, nello stesso tempo, pure si da convegno la potenza irresistibile di Dio, perché proprio quel supremo disastro, quella cattiveria diventano strumento per una vittoria e per una redenzione di essa. Questo è l'enigma che Dio mantiene nella vita, perché questo grande disegno di bontà, di saggezza, di sapienza e di amore deve essere prova, deve attuare l'idea di prova. Perché prova? Perché il mondo è nel male, il mondo è posto nel Maligno.

 

3. Gesù coronato di spine

        

Quella piccola testolina che la Madonna, come ogni madre davanti al figlio neonato, avrà stretto senza stringerla, accarezzata con delicatezza come fa ogni madre, guardata con stupore e con ammirazione, sarebbe dovuta essere incoronata di spine. Salve caput cruentatum. Come la Madonna risentiva in sé questo male del mondo, senza dettaglio e senza accuse, ma come dolore già sterminato che doveva culminare nello sguardo alla morte di suo Figlio!

 

4. Gesù sulla via del calvario

        

Dio venuto tra gli uomini va al patibolo: sconfitto, un fallimento; un momento, una giornata, tre giornate di nulla, in cui tutto è finito. Questa è la condizione, la condizione del sacrificio nel suo significato più profondo: sembra un fallimento, sembra di non riuscire, sembra che gli altri abbiano ragione.

Il rimanere con Lui anche quando sembra che tutto finisca o sia finito, rimanergli accanto come ha fatto Sua Madre: solo questa fedeltà ci porta, presto o tardi, all'esperienza che nessun uomo al di fuori della comunità cristiana può provare nel mondo: l'esperienza della Resurrezione.

E noi siamo capaci di lasciarlo per altro amore questo Cristo che si inoltra nella morte per salvarci dal male, cioè affinché noi cambiamo, perché il Padre eterno rigeneri in noi quello che il delitto della dimenticanza ha surclassato! Quest'uomo che si avventa sulla croce per brandirla, per abbracciarla, per inchiodarvisi sopra, per morire, una cosa con quel legno, «lasceremolo noi per altro amore»? Si svena quell'Uomo per noi e noi dobbiamo lasciarlo per altro amore?

 

5. Gesù muore in croce

        

Noi siamo peccatori e la morte di Cristo ci salva. La morte di Cristo fa diventare bene qualsiasi nostro passato, ma il nostro passato è pieno d'ombra che si chiama peccato. Ed è la morte di Cristo che ci salva. Non si può riconoscere Cristo in croce senza immediatamente capire e sentire che questa croce deve toccare noi, che non possiamo fare più obiezione al sacrificio; non c'è più obiezione al sacrificio da quando il Signore è morto.

Proprio attraverso il nostro sguardo fisso sulla croce - dove è Colui che ci guarda con l'occhio fisso dell'eternità, fisso di pietà e di volontà di salvezza, avendo pietà di noi e del nostro nulla -, attraverso lo sguardo fisso alla croce, diventa esperienza di redenzione quello che sarebbe una cosa così estranea da sembrare a noi astratta, arbitrariamente creata. È fissando la croce che noi impariamo a percepirne sperimentalmente l'invadente Presenza e l'ineluttabile necessità di grazia per la perfezione della nostra vita, per la gioia della nostra vita. È nella Madonna che la adorazione del nostro cuore trova il suo esempio e la sua forma. Infatti non fu appena per Cristo la condizione della croce: la morte di Cristo in croce salva il mondo non isolata in se stessa. Non è da solo che Cristo salva il mondo, ma è con l'adesione di ognuno di noi alla sofferenza e alla croce. Lo dice S. Paolo: «Io compio nella mia carne d'uomo i sacrifici che mancano alla croce di Cristo, alla passione di Cristo».

 

Con tè, o Maria, riconosciamo che non è castigo la rinuncia che è chiesta alla nostra vita, ma condizione per la salvezza di essa, per l'esaltazione di essa, per l'incremento di essa. Maria, fa' sì che la nostra offerta, l'offerta della nostra vita aiuti il povero mondo, questo povero mondo, ad arricchirsi nella conoscenza di Cristo e a gioire nell'amore a Cristo.

 

 

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MISTERI GLORIOSI

La Madonna, quando pregava con le parole dei profeti, quando attendeva da umile e fedele ebrea, non poteva immaginarsi che quel seme sarebbe stato concepito e come sarebbe stato concepito. Non avrebbe potuto pensare, quando lo vedeva giocare piccolo, quando ha cominciato a sentirlo urtare la mentalità comune, quello che sarebbe successo dopo la morte, nella morte. Quel seme posto nel suo seno, quel seme che poi è stato posto nel seno della morte, come di lei ha fatto la regina del mondo, così della morte ha fatto la sua schiava ultima, l' ha vinta. È la vittoria sopra la morte. Bisogna pregare la Madonna con tutto il cuore, perché in lei è iniziato tutto il Mistero, e siccome Dio è l'unico che tratta l'uomo secondo la totalità del suo io, lei incominciò a capire quando incominciò a essere madre, quando disse: «Sì». Allora cominciò a capire. Incominciò. Era ancora un infinitesimo, ma incominciò a capire. E che cosa cominciò a fare?

A portare, a "gestire". Che cosa? La Realtà di ogni cosa che è nel mondo. Concependo Cristo, incominciando a gestire Cristo, incominciò a concepire, incominciò a gestire ogni cosa che è nel mondo perché ogni cosa che è nel mondo è fatta di Cristo. «Tutto in Lui consiste».

 

1. Gesù risorge da morte

        

E morto per risorgere, perché la gloria di Dio attraverso la sua venuta nel mondo non è la croce, ma la resurrezione. È morto per risorgere ed è risorto per rimanere. Il miracolo da cui si capisce che è proprio Dio che rimane tra noi, è l'unità, l'impossibile unità tra gli uomini. Il mistero pasquale, innanzitutto, ci è richiamo al più grande avvenimento che il tempo della storia possa albergare in sé. Tutto il tempo e la storia sono fatti per questo: perché ci siano persone che rinascano al Battesimo, rinascano dalla morte e resurrezione di Cristo; la fede in Cristo morto e risorto ci rende nuove creature. Questo è il vero soggetto della vita del mondo, il soggetto vero, quello che ascolta la voce della verità, di Colui che è la Verità, di Colui che è morto per testimoniare la Verità che Egli è: chi vive la coscienza di essere nuova creatura. Questa creatura nuova che il Battesimo porta dentro di noi - nonostante lasci tutte le tracce dell'uomo vecchio in noi e quindi stabilisca un contrasto, una lotta a cui non possiamo sottrarci tutti i giorni -, in questa novità però, portata dal Battesimo, il nostro io lentamente si confonde sempre di più con Cristo. Dire: «Io» significa dire sempre di più: «Tu», «Tu, o Cristo», e giudicare in modo diverso vuoi dire giudicare secondo la Sua mentalità: metanoeite, cambiate mentalità. E amare vuoi dire sempre più amare quello che ama Cristo e come ama Cristo, perché ama Cristo: l'identità tra noi e Cristo, cioè la vita come memoria.

 

2.          Gesù ascende al cielo

L'Ascensione è la festa dell'umano. Con Gesù l'umanità fisica, carnale entra nel dominio totale con cui Dio fa tutte le cose. È Cristo che discende alla radice di tutto. È la festa del miracolo: un avvenimento che per sua forza richiama al mistero di Dio.

Per questo l'Ascensione è la festa dove tutto il Mistero si raccoglie e dove si raccoglie tutta l'evidenza delle cose. È una festa straordinaria e stranissima, dove tutti i volti di tutte le cose si danno convegno per gridare all'uomo ignaro, distratto, oscuro e "malviso", la luce di cui sono fatte; per ridargli il significato per cui lui è entrato in rapporto con ogni cosa, per urlargli il compito che ha nelle cose, la parte sua tra le cose. Perché tutto dipende da lui: tutte le cose sono state fatte per l'uomo.

Chiunque cerca di rendere testimonianza al Signore con la sua vita già fa parte del mistero della sua Ascensione, perché Cristo asceso al cielo è l'Uomo per cui tutto è fatto, l'Uomo che ha incominciato a prendere possesso delle cose del mondo.

 

3. Lo Spirito Santo scende su Maria e gli Apostoli

        

Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam. Vieni Santo Spirito [il Creatore]. Vieni attraverso la Madonna. Attraverso la carne del tempo e dello spazio, perché la Madonna è l'inizio della carne come tempo e spazio: è attraverso di essa che viene.

E attraverso la Madonna che tutto il rinnovamento del mondo passa; come è passata da Abramo la scelta del popolo eletto, così il nuovo e definitivo popolo eletto - cui noi siamo stati chiamati a partecipare - passa dal ventre di una ragazza, dalla carne di una donna. Per questo l'affiatamento e l'affezione a tè, madre di Dio e madre nostra, è grande, come quella per tuo Figlio.

Lo Spirito è l'energia con cui l'Origine, il Destino e la Fattura di tutto, mobilitando tutto secondo il suo disegno, ha investito la nostra vita e l' ha portata nel cuore di quel disegno, volenti o nolenti.

L'unica condizione è che non l'avessimo rifiutato, cioè che non lo rifiutassimo, cioè che non lo abbiamo a rifiutare.Lo Spirito ci ha rivelato che Cristo è morto e risorto e questo è il significato esauriente della tua vita. Questo è il dono di Cristo risorto, il dono dello Spirito, che guarisce alla radice, ci ridà la grande possibilità, che è riconoscere che tutto viene da Dio attraverso Cristo, che è il metodo usato da Dio.

 

4. Maria è assunta in cielo

        

Nell'Ascensione il Signore, con la sua Resurrezione, è diventato il dominatore del mondo e perciò c'è uno tra noi che salverà tutto quello che siamo, che è così potente da salvare la nostra vita, da conservarla tutta, per ridarcela tutta perdonandoci i nostri peccati. La dimostrazione di questo è il mistero dell'Assunzione, in cui ha preso l'umanità della Madonna e non l' ha lasciata in balia della morte, neanche un momento.

Con il mistero dell'Assunzione il Signore dice: «Vedete, io non vi farò perdere niente di quello che vi ho dato, di quello che avete usato, di quello che avete gustato, persino di quello che avete usato male, se voi sarete umili di fronte a me. Beati i poveri di spirito, cioè: se voi riconoscete che tutto è grazia, che tutto è misericordia, perché i vostri criteri sono niente, il mio criterio è tutto». La Madonna già sta a quel livello ultimo, profondo dell'Essere da cui tutti gli esseri traggono consistenza, vita e destino. Per questo è stata assunta al cielo, là dove sta il mistero di Dio: perché fosse per noi madre quotidiana dell'avvenimento.

La glorificazione del corpo della Madonna indica l'ideale della moralità cristiana, la valorizzazione di ogni momento, il valore di ogni istante. Perciò è la valorizzazione della vita, della nostra esistenza, della vita del corpo del mondo, è l'esaltazione della materia vissuta dall'anima, vissuta dalla coscienza che è rapporto con Dio, è la valorizzazione della nostra vita terrena, non perché fortunata per particolari circostanze, ma perché attraverso ogni cosa più piccola si veicola il nostro rapporto con l'Infinito, con il mistero di Dio.

 

5. Maria è incoronata Regina nella gloria del Paradiso

        

Regina del cielo vuoi dire regina della terra, regina della verità della terra, della terra nella sua verità permanente, perché veritas Domini manet: la verità dell'Essere rimane.

L'attesa del ritorno di Cristo - e questo ognuno di noi è chiamato a sperimentarlo - è la passione, la gioia, la speranza gioiosa di quel giorno quando tutto il mondo sarà veramente se stesso, tutta l'umanità Lo riconoscerà e Cristo veramente sarà "tutto in tutti". Quel momento è il significato di tutto ciò che c'è, è il significato di tutto il tempo, di tutto ciò che si fa ed è il vertice, il cuore della speranza. Perché la gloria dell'uomo dipende da questo, in questa adesione l'uomo comincia a gridare la gloria di Dio. La nostra vita cerca la gloria perché è fatta per essa e la gloria non è qualcosa promesso per l'avvenire, ma è una promessa già cominciata e già adempiuta; e che si compie per noi nella misura in cui la nostra persona si offre e riconosce che la consistenza di tutto è Cristo. Il Paradiso non è altrove: sarà qui. Il Paradiso è la verità totale tra tè e me, nel rapporto tra tè e me; è la verità totale nel rapporto tra me e l'immagine che mi viene dal pensiero, tra me e le cose. Il Paradiso è una festa che «compie omne festo che'l core ha bramato».

 

La mano della Madonna ci introduca nel Mistero, perché questo è il Senso delle nostre giornate, il significato del tempo che scorre; ci guidi nel cammino il suo sguardo, ci educhi il suo esempio, la sua figura costituisca il disegno del nostro proposito. Madre generosa, che generi per noi la grande presenza di Cristo, noi vogliamo essere consolati,confortati, alimentati, arricchiti, allietati da quella presenza che è rinata dalla tua carne e per questo ti chiediamo di farci partecipi della tua libertà, della tua disponibilità, della tua via

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“ Ti ho scelta per Madre io, il Creatore”

 

Maria si accostò al presepe, chinò la testa e supplicò il Figlio in questi termini: “ Poiché mi hai esaltata, o Figlio, con la tua condiscendenza, la mia gente caduta nell’indigenza ti supplica oggi attraverso la mia voce. Adamo è venuto presso di me in gemiti amari, e l’addolorata Eva faceva eco ai suoi lamenti. Responsabile di questo loro stato è il serpente che li spogliò dell’onore. Essi perciò mi supplicano di proteggerli, gridando a me : O Piena di grazia”.

Appena l’Immacolata ebbe completato tali preghiere al Dio disteso nella mangiatoia, questi le accettò confermandole. Egli le espose gli eventi degli ultimi tempi dicendo.” O madre, è per causa tua e per tuo mezzo che io li salverò. Se non avessi desiderato di salvarli, non avrei fatto splendere da te la mia luce, tu non saresti stata mia Madre. E’ per la tua stirpe che abito in una mangiatoia, è per mio proprio volere che cercai il tuo seno; per amore loro tu porti fra le braccia me, che i cherubini non vedono. Tu invece mi guardi e mi porti e, come tuo Figlio mi accarezzi, o Piena di grazia.

Ti ho scelta per Madre io, il Creatore dell’universo e, come neonato, cresco benché fossi perfetto, derivante da perfetto. Sono stretto nelle fasce, per causa di quanti avevano rivestito allora le tuniche di pelle. Mi allieta una grotta per causa di quanti avevano contravvenuto al mio comandamento di vita, ed io sono disceso sulla terra affinché essi possano avere la vita.

Sono sopraffatto dall’amore che sento per l’uomo. Il bambino che ora porti tra le braccia , lo vedrai fra non molto con le mani inchiodate, perché ama la sua stirpe. Ma tu mi stringerai in un abbraccio allorché sarò risuscitato, o Piena di grazia.

 

 

 

San Romano il Melode Confessore

Sec. VI

 

E' chiamato il Melode perché di lui non ci sono rimasti che canti: canti bellissimi, in lingua greco-bizantina. La sua santità, anche sulla terra, si sciolse così, in melodia, prima ancora di entrare nel coro paradisiaco dei Beati. Ma se il materiale poetico lasciato da San Romano Melode è imponente, i dati della sua vita sono scarsissimi.


Si sa che era nato verso la fine del V secolo nella città di Emesa, in Siria. Fu diacono, poi coadiutore, a Berito, nella chiesa della Resurrezione. Recatosi a Costantinopoli, al tempo dell'Imperatore Anastasio, si ritirò nella Chiesa della Madre di Dio. Morì, poco dopo il 555. In una notte natalizia, gli sarebbe apparsa in sogno la Vergine Madre, che gli porse un rotolo di carta, invitandolo a inghiottirlo. La mattina dopo, giorno di Natale, Romano salì sul pulpito della Chiesa, ma invece di predicare, cominciò a cantare. Cantò, ispirato e beato, il suo primo inno liturgico, che si innalzava con queste parole:
" Oggi dalla Vergine - nasce il Supersostanziale - e la terra una spelonca - offre all'inaccessibile. - Gli angeli coi pastori - gridano gloria. - I Magi dietro l'astro -fanno viaggio. Per noi è nato il nuovo fanciullo - Dio dell'eterno ".


A questo inno ne seguirono altri, moltissimi. Si dice addirittura che Romano ne componesse mille. Gli studiosi gliene riconoscono soltanto ottanta, che non è piccolo numero, dato che gli inni di Romano il Melode raggiungono qualche volta le cinquecento strofe. E venivano chiamati Kontakía, perché erano da cantarsi, e da cantarsi in chiesa.
Perciò San Romano il Melode viene considerato il più importante poeta liturgico bizantino. Famosi, ai suoi tempi, e oggi noti ai soli eruditi, furono - dopo quello sul Natale - l'inno della Presentazione al Tempio, quello delle Vergini sagge e delle Vergini stolte, quello della Negazione di Pietro, quello di Maria alla Croce, quello della Resurrezione, e finalmente quello del Giudizio finale, che cominciava:

"Quando verrai, o Dio, sulla terra con gloria - e ogni cosa tremerà - e un fiume di fuoco - davanti al tuo tribunale irromperà -e si apriranno i libri ~ e si sveleranno i segreti, - allora salvami dal fuoco inestinguibile - e degnati di pormi alla tua destra, - o giudice giustissimo".

E terminava: " Me, in molti peccati - sempre prostrato - solleva, ti prego - perché ciò che consiglio - agli altri non osservo! - Ma io ti supplico - dammi tempo a pentirmi - e per intercessione - della sempre Vergine - e Madre di Dio risparmiami - e non mi respingere - dal tuo volto, - o giudice giustissimo ".


C'è, in questa finale, un accenno d'umiltà nelle parole " ciò che consiglio agli altri non osservo ", che è proprio il sigillo della santità, attribuita a San Romano principalmente in virtù dei suoi inni, certi di fede, gonfi di amore, misticamente ispirati e teologicamente sapienti.

 

 

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Le più belle preghiere alla Madonna

 

 

 

ALLA MADONNA DI LORETO

 

O Maria, pellegrina di bontà,

Tu hai camminato accanto a Gesù

e sei stata gioiosamente madre

e serva del progetto di Dio,

Affidiamo a Te la nostra vita

con la fiducia serena

che attira ogni figlio

tra le braccia della sua Madre.

 

Vigila, o Maria,

sulla crescita di Cristo in noi

e nelle nostre famiglie:

ogni nostra casa

sia una Santa Casa

e ogni nostra famiglia

sia una Santa Famiglia

abitata dalla pace e dall'amore.

 

Il sì che ti rese Madre di Dio

e di tutti i figli di Dio

risuoni in tutti noi.

Insegnaci il tuo sì, o Maria,

per amare il Cielo restando sulla terra,

per stare nel mondo senza appartenergli,

per vivere operosi e sereni

nell'attesa di arrivare a casa con Te. Amen,

 

 

+ Angelo Comastri

Arcivescovo di Loreto

 

 

 

O Dolce Signora

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

dolce Signora!
Donna rivestita di sole!
Aiutaci a penetrare il tuo mistero:
- il mistero della Vergine Madre,
- il mistero della Regina Serva,
- il mistero della Onnipotente che supplica.
Aiutaci a scoprire sempre più profondamente,
in questo mistero, il Cristo, Redentore del mondo,
Redentore dell'uomo.
Tu sei rivestita di sole,
del sole dell'inscrutabile Divinità,
del sole dell'impenetrabile Trinità.
«Piena di grazia»...
E intanto,
per noi che viviamo su questa terra,
esuli figli di Eva, tu sei.rivestita
del sole del Cristo di Betlemme e di Nazaret,
di Gerusalemme e del Calvario.
Tu sei rivestita dal sole della Redenzione
dell'uomo e del mondo
mediante la croce e la Risurrezione di tuo Figlio.
Fa' che questo sole risplenda sempre per noi
su questa terra!
Fa' che questo sole non si adombri mai
nell'anima degli uomini!

Giovanni Paolo II

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Maria Santissima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Santissima Vergine Immacolata e Madre mia Maria,
a te che sei la Madre del mio Signore,
la Regina del mondo, l'Avvocata, la Speranza,
il Rifugio dei peccatori, ricorro oggi io,
che sono il più miserabile di tutti.

Ti venero, o gran Regina,
e ti ringrazio di quante grazie mi hai fatte finora,
specialmente per avermi liberato dall'inferno,
tante volte da me meritato.

Io ti amo, Signora amabilissima, e per l'amore che ti porto,
ti prometto di volerti sempre servire e di far quanto posso,
affinché sia amata anche dagli altri.

lo ripongo in te tutte le mie speranze, tutta la mia salute;
accettami per tuo servo ed accoglimi
sotto il tuo manto tu, Madre di misericordia.

E poiché sei così potente presso Dio
tu liberami da tutte le tentazioni,
oppure ottienimi forza di vincerle sino alla morte.

(Sant'Alfonso M. de' Liguori)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla Vergine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io so bene, o Vergine piena di grazia,
che a Nazaret tu sei vissuta poveramente,
senza chiedere nulla di più.
Né estasi, né miracoli, né altri fatti straordinari
abbellirono la tua vita, o Regina degli eletti.
Il numero degli umili, dei «piccoli»,
è assai grande sulla terra: essi possono
alzare gli occhi verso di te senza alcun timore.
Tu sei la madre incomparabile che cammina
con loro per la strada comune,
per guidarli al cielo.
O Madre diletta, in questo duro esilio
io voglio vivere sempre con te
e seguirti ogni giorno. Mi tuffo rapita
nella tua contemplazione e scopro
gli abissi di amore del tuo cuore.
Tutti i miei timori svaniscono
sotto il tuo sguardo materno
che mi insegna a piangere e a gioire.

(Santa Teresa del Bambino Gesù)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Maria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

O Donna da tutti e sopra tutti benedetta!
Tu sei l'onore e la difesa del genere umano;
tu sei la Madre di Dio;
tu la signora dell'universo,
la regina del mondo.
Tu sei la perfezione dell'universo
e il decoro della Santa Chiesa;
tu tempio di Dio;
tu giardino di delizie;
tu porta del cielo, letizia del Paradiso
e gloria ineffabile del sommo Dio;
veramente è balbettando
che cantiamo le tue lodi e le tue bellezze.
Supplisci con la tua bontà
alle nostre insufficienze.

(S.Bemardino da Siena)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Madre dei Sofferenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ti prego per i miei cari malati, ti supplico
di dare ad essi molte grazie per la loro salute
e per il loro bene spirituale.

Ti offro la loro sofferenza
e ti chiedo, per essi,
il coraggio di sopportarla.

Vengo a presentarti tutte le loro pene morali,
le angosce del loro cuore;
vengo a chiederti per essi
pietà e soccorso.

Ti affido le loro preoccupazioni, i loro timori;
fa' sentire ad essi la tua presenza,
la tua sollecitudine,
fonte di fiducia e di pace.

Il conforto che le mie cure e la mia carità
non sono riuscite a dare loro,
vorrei ottenerlo
con la mia preghiera.

Nella mia umile supplica vorrei mettere anche
tutto il mio ardore, tutta la mia volontà
di rendere più felici coloro che soffrono.

Fa' che questa preghiera ti esprima
il mio dono più profondo,
affinché sia più largamente esaudita
a beneficio dei miei malati.

(Anonimo)

 

 

 

 

 

 

 

 

Cantico del Fiore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'inverno è passato.
Con la tua benedizione è giunto il tempo
in cui Dio inonda la terra
della bellezza dei fiori.
O Maria,
la tua stagione è la primavera:
dona al mio giardino
il tuo soave profumo.
Spicchio di melagrana la tua gota:
il mio cuore ne è entusiasta.
I tuoi miracoli
sono più numerosi
dei grani delle spighe
o dei chicchi dei grappoli d'uva.
E lo Spirito proclama:
«È giunto il tempo della messe!».
Nella Chiesa piena di fiori
il tuo nardo prezioso mi attira
sulla strada della salvezza.
Fammi fuggire con l'agilità del cervo
l'infido serpente, dal veleno mortale.
Chi poteva riaprire la porta dei giardino
da cui furono scacciati i nostri progenitori,
se non la tua giustizia?
Rallegrati, Maria:
per te Adamo ritorna dall'esilio
ed Eva, in mezzo ai fiori,
esulta ricolma di gioia.

(Inno etiope Máhléta Tsegé)

 

 

 

 

 

 

 

 

La Madonna Sorridente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sta nella mia camera.
La guardo
nei vari momenti della mia vita:
quando sono turbato, smarrito,
più sereno, più forte.
Sento le sue parole nel silenzio:
«Ecco sono la serva del Signore,
avvenga di me secondo la Tua parola».
Costruisce per me un ponte
che va da me a Lui.
Ella mi aiuta
a sopportare serenamente
le più gravi difficoltà della vita.
Non mi ha mai dato
una risposta fatta di parole.
Ma mi sorride.

(Martin Gutl)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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È stata coniata per volontà della Madonna, espressa a Santa Caterina Labourè il 27 novembre 1830, nella Casa Madre delle Sorelle di Carità di San Vincenzo de Paoli, a Parigi.

Caterina vide la Madonna in piedi sul mondo, con le dita delle mani emananti fasci di luce di vario splendore. Un'iscrizione incorniciava la figura: "O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo".

La visione si voltò, mostrando ciò che era raffigurato sull'altro lato della medaglia. Dodici stelle circondavano una grande "M" da cui sorgeva una croce. Sotto la "M" c'erano due cuori: quello di Gesù, circondato da una corona di spine, e quello di Maria, trafitto da una spada. Poi Maria parlò a Caterina:"Fa' coniare una Medaglia su questo modello: le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno al collo e che pregheranno con fiducia."

Con l'approvazione ufficiale della Chiesa, le prime Medaglie furono coniate nel 1832 e furono distribuite a Parigi. Quasi immediatamente le benedizioni promesse da Maria cominciarono a piovere su coloro che indossavano la Sua Medaglia, che fu ben presto soprannominata "miracolosa".
Essa si è diffusa dovunque e nessuno può contare le «grandi grazie» ottenute. Tra le più note, la conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, il 20 gennaio 1842, a Roma, nella chiesa di S. Andrea delle Fratte: conversione che suscitò 75 anni dopo nel giovane
Massimiliano Kolbe una delle più forti spinte a fondare la Milizia dell'immacolata. Un busto marmoreo del Santo ricorda oggi la Prima Messa che egli volle celebrarvi il 29 aprile 1918.

Come segno visibile dell'amore alla Madonna e della fiducia nella sua protezione,
porta la Medaglia miracolosa,diffondila ovunque,offrila ai sofferenti, ai malati, a chi non ha più fede, falla conoscere ai bambini e ai giovani.
Non essere superstizioso! Anziché il cornetto o il «portafortuna», preferisci la Medaglia miracolosa. Confida piuttosto nell'aiuto dell'Angelo Custode e nell'amore di Maria.
Prega con fede l'invocazione della Medaglia con l'aggiunta propria della M.I. suggerita da padre Kolbe:

O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo e per quanti a Te non ricorrono, in particolare per i nemici della santa Chiesa e per quelli che Ti sono raccomandati

 

CORONCINA ALLA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

 

O Vergine Immacolata della Medaglia miracolosa, che ti adoperi per ricondurre gli uomini alla fede e liberarli dal peccato, aiutami a vivere secondo il Vangelo.
Ave Maria.
O Vergine Immacolata, che hai donato agli uomini la tua Medaglia, quale rimedio per i mali spirituali e corporali che li affliggono, esaudisci la mia preghiera e proteggimi da ogni pericolo.
Ave Maria.
O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie a coloro che portano con fiducia la tua Medaglia e la diffondono con zelo, ottienimi la grazia di essere sempre fedele ai doveri cristiani e consolami nella presente necessità.
Ave Maria.

 

 

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