I SANTI DELLA CARITA’

 

SAN VINCENZO DE' PAOLI

SANTA LUISA DE MARILLAC

 

 

SAN VINCENZO DE' PAOLI

 

Nato a Pouy, in Francia, il 24.04.1581, da famiglia contadina, Vincenzo crebbe nella più totale ignoranza, facendo il custode di porci, finché un signore locale, colpito dalla sua intelligenza, non lo mandò a studiare presso i Francescani a Dax e quindi in un collegio di teologia a Tolosa, dove fu ordinato sacerdote il 23.09.1600. Le sue motivazioni iniziali, alquanto discutibili, lo portavano soprattutto a cercare una sistemazione redditizia, e per questo ebbe, nei primi anni di sacerdozio, una vita movimentata: viaggiò molto, fu catturato dai pirati e schiavo a Tunisi; andò a Roma al seguito del Legato pontificio, poi a Parigi con l'ambasciatore di Francia, che lo introdusse nella cerchia della regina Margherita di Valois. Divenne infine precettore presso la famiglia Gondi.
 
Qui scoprì la sua vocazione più autentica, il servizio ai poveri, e per questo abbandonò il suo vantaggioso incarico per farsi parroco a Chatillon les Dombes, dove, a contatto con la miseria, capì che la carità deve essere organizzata per essere efficace. Per questo, nel 1617, fondò la prima "Charité", costituita da donne laiche disponibili ad assistere i poveri secondo una precisa regola. Le Charités si diffusero poi in tutta la Francia e anche in Italia e in Polonia. Dopo l'incontro con Luisa de Marillac, Vincenzo affidò a lei l'animazione delle Charités.
Nel 1625, per predicare le missioni alle popolazioni ignoranti delle campagne e per contribuire alla formazione del clero, fondò la Congregazione dei Preti della Missione.
  
Nel 1633, decise, con Luisa de Marillac, di formare delle ragazze del popolo, perché collaborassero con le "dame" delle Charités, dando maggior continuità all'assistenza. Queste ragazze si dedicavano totalmente ai poveri, assistendoli nei quartieri malfamati, negli ospedali o nei campi di battaglia. Nacque così la Compagnia delle Figlie della Carità, un'opera innovativa e rivoluzionaria, soprattutto in un'epoca in cui le donne che si dedicavano a Dio vivevano nel chiuso dei monasteri.
   
Ormai la fama di Vincenzo era tale che a lui veniva affidata l'organizzazione dell'assistenza pubblica ai poveri, alle vittime delle guerre, ai forzati. Dal 1643 entrò a far parte del Consiglio di Coscienza della Regina.
Per tutta la sua vita, Vincenzo diresse e guidò con mano ferma e amorevole le opere da lui fondate. Morì a Parigi il 27.09.1660. Fu canonizzato il 16.06.1737.

 

 

SANTA LUISA DE MARILLAC

Nata illegittima, nel 1591, da Luigi de Marillac, Luisa ricevette il nome della nobile famiglia paterna, ma non i diritti legali. Fu educata in un collegio per ragazze aristocratiche sino a 14 anni, quando, alla morte del padre, fu messa a pensione presso una "damigella povera" che ospitava ed educava fanciulle. Intelligente, priva di affetti, tormentata nello spirito, Luisa si dedicò allo studio, raggiungendo un alto grado di cultura filosofica e teologica. A 21 anni fece domanda di entrare in un monastero, ma fu rifiutata per la sua salute cagionevole. I nobili parenti la diedero allora in sposa a Monsieur Le Gras, un ricco borghese quarantenne. Ma né il matrimonio né la nascita di un figlio diedero pace al suo tormento e Luisa cadde a poco a poco in uno stato morboso di dubbi, scrupoli religiosi, smarrimento.
  
Nel giorno di Pentecoste del 1623 ella ebbe la rivelazione che lo Spirito Santo le avrebbe indicato la via della salvezza e questa "illuminazione" rappresentò la prima svolta della sua vita. Il grande cambiamento avvenne però nel 1626 quando, rimasta vedova, conobbe Vincenzo de' Paoli e, dopo molti tentennamenti, si affidò alla sua guida spirituale. Questi riuscì a poco a poco a guarirla dal suo stato morboso e a indirizzarla verso il servizio dei poveri, sino a fare di lei l'animatrice delle "Charités". Per visitarle, riorganizzarle, consigliarle, Luisa percorse tutta la Francia con coraggio indomito.
   
La collaborazione tra questi due spiriti, tanto diversi tra loro ma uniti da una stessa vocazione, diede frutti straordinari. Infatti, quando apparve evidente che le signore delle "Charités", impegnate in doveri familiari e mondani, non potevano adempiere totalmente il loro compito, essi ebbero l'intuizione di formare per questo servizio delle ragazze del popolo, disposte a consacrarsi totalmente a Dio e ai poveri. Nacque così, dallo straordinario sodalizio tra Vincenzo e Luisa, la Compagnia delle Figlie della Carità. A quest'opera Luisa si dedicò con saggezza, energia e dolcezza, per tutto il resto della sua vita. Morì nel 1660, pochi mesi prima di Vincenzo. Fu canonizzata nel 1934. Nel 1960 Giovanni XXIII la proclamò Patrona delle assistenti sociali.

 

 

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