GIACOMO

(figlio di Zebedeo)

GR. IAKOBOS; EB. YAAQOB

 

 

 

Giacomo, figlio di Zebedeo, fu, con suo fratello Giovanni, uno dei 12 apostoli.

Secondo i Vangeli di Matteo e di Marco, essi furono tra i primi a essere chiamati da Gesù. Camminando lungo la riva del Mare di Galilea, subito dopo l'inizio del suo ministero, Gesù chiamò prima Simone (Pietro) e Andrea mentre «gettavano le reti [...] E subito, lasciate le reti, lo seguirono». Poi «andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti» (Me 1,16;18-19). Gesù chiamò anche loro ed essi lo seguirono, lasciando il padre senza voltarsi indietro.

 

Secondo Luca, i figli di Zebedeo erano soci di Pietro e avevano pescato tutta la notte senza fortuna, in un'altra barca, quando Gesù li vide per la prima volta. Prima di chiamarli, Gesù dimostrò la sua padronanza della natura facendo riempire di pesce le loro reti fin quasi a romperle. Poi disse a Pietro: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10). Questi quattro - Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni – non furono solo i primi chiamati, ma vengono anche elencati per primi nella lista dei 12 apostoli e nei Vangeli tendono a figurare come i più importanti.

Quando Giacomo e Giovanni vengono citati insieme, Giacomo di solito viene nominato prima, e questo probabilmente significa che era il più anziano dei due. Poiché spesso vengono semplicemente indicati come i figli di Zebedeo, il padre doveva essere una persona di una certa reputazione e, avendo anche salariati al suo servizio, doveva essere benestante. Anche la madre è importante nei Vangeli, essendo citata tra le donne che assistettero alla crocifissione e il terzo giorno scoprirono la tomba vuota. Marco la chiama Salome.

Pietro, Giacomo e Giovanni furono gli apostoli più vicini a Gesù, e in diverse occasioni furono presi in disparte per essere testimoni di un miracolo o di un insegnamento del Messia.

La prima volta fu per la risurrezione della figlia di Giairo, capo di una sinagoga, che aveva mandato a chiamare Gesù perché sua figlia era in punto di morte. Quando Gesù arrivò sul posto, la fanciulla era già stata dichiarata morta.

Tuttavia egli andò da lei, conducendo solo Pietro, Giacomo e Giovanni e i genitori di lei, e la richiamò in vita. In seguito, Gesù portò i tre «sopra un monte alto, in un luogo appartato [...e lì] si trasfigurò davanti a loro», e una voce dal cielo proclamò: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!» (Mc 9, 2;7). Infine, dopo l'Ultima Cena con gli apostoli, Gesù ancora una volta prese Pietro, Giacomo e Giovanni e si appartò con loro perché pregassero con lui.

Sebbene avesse chiesto loro: «Restate qui e vegliate» (Mc 14,34), i tre apostoli non riuscirono a resistere e si addormentarono mentre egli pregava angosciato. Quando Giuda Iscariota irruppe con i soldati, furono tra quelli che scapparono di fronte all'arresto di Gesù. Quindi, sebbene quei tre avessero una conoscenza particolare di Cristo, la loro comprensione era ancora insufficiente. Solo quando arrivarono a capire il significato della sua morte la loro fede divenne completa.

 

Sebbene Giacomo e Giovanni fossero più conosciuti come i figli di Zebedeo, Gesù diede loro un altro soprannome, Boanerghes, cioè «i figli del tuono» (Mc 3,17), per sottolineare la loro irruente personalità. Di fatto, in più d'una occasione, i fratelli dimostrarono la loro impetuosità. Quando i Samaritani non vollero ospitare Gesù, essi chiesero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?.» (Lc 9,54). Ma Gesù li rimproverò in tono brusco. In un'altra circostanza, essi chiesero a Gesù di essere messi «uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10,37) quando fosse giunto nel suo regno. (In Matteo 20,20-21, la richiesta è fatta dalla loro madre.) La domanda indusse Gesù a spiegare che la vera grandezza consiste in realtà nel servire gli altri, come stava facendo lui, perché «il Figlio dell'uomo [...] non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»(Mc 10,45). Gesù li informò che avrebbero condiviso il suo stesso destino, perché «il calice che io bevo anche voi lo berrete» (Mc 10,39). A compimento di quella profezia, Giacomo fu messo a morte da Erode Agrippa I; la sua morte, riportata in Atti 12,2, è l'unico martirio di uno dei 12 apostoli documentato nel Nuovo Testamento.

Secondo una tradizione tardiva, Giacomo portò il Vangelo di Gesù in Spagna; è infatti il santo patrono di quel paese e la sua presunta tomba, a Santiago de Compostela, divenne un'importante meta di pellegrinaggio fin dall'inizio del Medioevo.

 

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