FESTA DELLA BEATA VERGINE

 DEL MONTE CARMELO

(16 LUGLIO)

 


LA BEATA VERGINE MARIA

DEL MONTE CARMELO

E IL SANTO SCAPOLARE

(memoria liturgica

il 16 luglio)

 

Scapolare uomini

Scapolare donne


"Anch'io porto sul mio cuore, da tanto tempo, lo Scapolare del Carmine!"
Giovanni Paolo II

(cfr. Messaggio all'Ordine del Carmelo del 25 marzo 2001)

Storia

“Scapolare” viene da “scapola” e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il “giogo dolce” di Cristo (cfr. Mt.11,29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano - per le caratteristiche proprie di quest'Ordine - lo scapolare assunse ben presto un significato mariano.
L'Ordine Carmelitano, a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine c'è infatti un gruppo anonimo di eremiti, che, nel XII secolo, si ritirarono sul Monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, ascesi e preghiera contemplativa, a imitazione del profeta biblico Elia. Il loro nome originario è “Fratelli della Beata Vergine Maria”, fatto che li caratterizzerà, fin dall'inizio, assieme al legame con Elia, contemplativo e profeta, come “l'ordine della Vergine”.

 

 

IL SANTO SCAPOLARE CARMELITANO

E LE SUE STRAORDINARIE PROMESSE

LA TESTIMONIANZA DI SUOR MARIA LUCIA DEL DIO VIVENTE SORELLA DEI GIOVANI

NOVENA ALLA BEATA VERGINE DEL MONTE CARMELO

 

LO SCAPOLARE 
DI NOSTRA SIGNORA DEL CARMELO


INTRODUZIONE

Nelle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, sono state confermate le due principali devozioni mariane che hanno resistito alla prova del tempo: quella del Rosario e quella dello Scapolare.
Donate agli uomini durante il Medioevo, queste devozioni concedono privilegi inestimabili in relazione alla perseveranza, alla salvezza dell'anima e alla conversione del mondo. Esse furono sempre importanti e attuali, ma con le rivelazioni di Fatima sono diventate ancor più necessarie ed urgenti.
Alla conclusione delle apparizioni, il giorno 13 ottobre 1917, mentre avveniva il grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 persone, la Madre di Dio si mostrò ai tre pastorelli (Lucia, e i Beati Francesco e Giacinta) nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo, presentando loro, nelle mani, lo Scapolare.

E' certo che, avvenendo nel momento più alto fra tutti i fenomeni accaduti a Fatima, quest'apparizione finale non fu un dettaglio senza importanza. Si può concludere perfino che i privilegi inestimabili legati allo Scapolare sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Infatti, i riferimenti all'Inferno e al Purgatorio, la necessità della penitenza e l'intercessione di Nostra Signora contenuti nel Messaggio sono in assoluta consonanza con le promesse collegate allo Scapolare.
Chi pone l'attenzione sul vero significato delle apparizioni, concluderà facilmente che l'esaudimento delle richieste di Nostra Signora di Fatima impone che si conosca l'importanza del dono dello Scapolare, e che questo sia diffuso il più ampiamente possibile. Concluderà anche, certamente, che l'abbandono nel quale cadde a poco a poco la devozione allo Scapolare avvenne parallelamente al crescente disconoscimento del significato profondo del Messaggio della Madre di Dio.
Così, nella commemorazione dei 750 anni della consegna dello Scapolare a San Simone Stock, non ci potrebbe essere occasione migliore per i devoti di Nostra Signora di Fatima per lavorare con zelo, al fine di ristabilire l'uso di questo sacramentale che l'incommensurabile bontà della Madre di Dio ci ha lasciato. Sarà un altro grande passo verso il compimento della missione che la Santissima Vergine ci ha affidato a Fatima: stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria.


LA FAMIGLIA SPIRITUALE DI SANT'ELIA

Nello scenario esuberante e poetico della Galilea, in un piccolo promontorio sopra il Mare Mediterraneo, si eleva il Monte Carmelo, rifugio di molti virtuosi santi che, nell'Antico Testamento, si ritiravano in quel luogo solitario per pregare per la venuta del Divino Salvatore. Ma nessuno di loro, tuttavia, impregnò di tante virtù quelle rocce benedette quanto Sant'Elia.
Quando il profeta dello zelo ardente si ritirò lassù, verso il IX secolo prima dell'Incarnazione del Figlio di Dio, erano tre anni che un'implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina, castigando l'infedeltà degli ebrei verso Dio. Mentre pregava con fervore, chiedendo che il castigo fosse alleviato per i meriti di quel Redentore che sarebbe dovuto venire, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, ordinandogli: “Vai e guarda dal lato del mare…”. Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse: "Non c'è nulla". Fiducioso, il Profeta gli fece fare sette volte l'infruttuosa scalata. Alla fine il servo ritornò, dicendo: "Vedo una nuvoletta della grandezza di un'orma di un uomo". Difatti, la nube era tanto piccola e diafana che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell'infuocato vento del deserto. Ma no; a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l'orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua. Fu la salvezza del popolo di Dio.
La piccola nuvola era una figura dell'umile Maria, i cui meriti e virtù avrebbero superato quelli di tutto il genere umano, attraendo il perdono e la Redenzione per i peccatori. Il Profeta Elia aveva scorto nella sua contemplazione il ruolo di mediatrice della Madre del Messia atteso. Fu, per così dire, il suo primo devoto.
Una bella tradizione ci dice che, sull'esempio di Sant'Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che lassù vissero e pregarono, recuperando e trasmettendo ad altri lo spirito eliatico. E quel luogo santificato da uomini contemplativi richiamava altri contemplativi.
Verso il secolo IV, quando cominciarono ad apparire i primi monaci solitari dell'Oriente, le pendici rocciose del Monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile delle comunità bizantine, le cui tracce si vedono ancor oggi.
Più tardi, verso il secolo XII, un gruppo di nuove vocazioni, questa volta venute dall'Occidente unitamente alle Crociate, aggiunse nuovo fervore all'antico movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia. La piccola "nuvoletta" cresceva sempre di più.
La crescita del numero dei fratelli di Nostra Signora del Monte Carmelo rendeva necessaria un'organizzazione più perfezionata. Nel 1225 una delegazione dell'Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l'approvazione di una Regola, effettivamente concessa dal Papa Onorio III nel 1226.
Con l'invasione dei Luoghi Santi da parte dei musulmani, il superiore del Monte Carmelo diede il permesso ai religiosi perché si trasferissero in Occidente dove fondarono nuove comunità: ciò che molti fecero dopo la caduta dell'ultimo baluardo di resistenza cristiana, il Forte San Giovanni d'Acri. I pochi che vi erano rimasti furono martirizzati mentre cantavano la “Salve Regina”.

SAN SIMONE STOCK

Nel Continente Europeo i frati del Carmelo cominciarono ad andare vagando come membri di un Ordine quasi sconosciuto, malvisto e sull'orlo della scomparsa. La famiglia religiosa di Elia sembrava un tronco secco e vecchio, destinato a disfarsi in poco tempo.
Era il momento atteso da Nostra Signora per far rifiorire, sull'alto della verga disseccata, un fiore: San Simone Stock. Questo inglese di riconosciuta virtù, era stato eletto all'incarico di Generale dell'Ordine. Tuttavia, non esercitava un'effettiva autorità sopra i suoi sudditi, poiché il Carmelo non possedeva ancora una struttura giuridica coesa e uniforme, capace di conservare uno spirito, promuoverlo e trasmetterlo alla posterità.
La virtù compensava, però, la mancanza di autorità. Pregando Nostra Signora con molto fervore San Simone La implorò che non permettesse la scomparsa dell'Ordine Carmelitano. In questa desolante situazione la Santissima Vergine apparve al suo buon servitore (nel 1251) e gli consegnò lo Scapolare, perché fosse usato sopra le vesti.
In quell'epoca i servi usavano una tunica come abito civile. Sopra di essa indossavano una tunica più piccola, che indicava, per il colore e per caratteristiche peculiari, l'identità del suo padrone. Lo Scapolare del Carmelo era simile a questa piccola tunica. Nostra Signora consegnava, quindi, a San Simone Stock, una livrea propria dei suoi servi, affinché fosse usata da tutti i carmelitani, e prometteva:
“Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell'Inferno. Esso è un segno di salvezza, di protezione e di sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre".
Questa meravigliosa promessa della Santissima Vergine non è di poco valore per il cristiano che realmente desidera salvare la sua anima. Molti Papi e teologi hanno confermato e spiegato che chi ha una vera devozione per lo Scapolare e lo usa effettivamente riceverà da Maria Santissima la grazia della contrizione e della perseveranza finale. E' una promessa simile a quella dei Primi Cinque Sabati del Mese e dei Primi Nove Venerdì del Mese.


IL PRIVILEGIO SABATINO

Ma una seconda promessa fatta da Nostra Signora del Carmelo ha dato una ancor più rilevante importanza alla devozione dello Scapolare.
In un’apparizione al Papa Giovanni XXII, riferendosi a quelli che avrebbero portato lo Scapolare durante la loro vita, la Santissima Vergine disse quanto segue:
“O Giovanni, Vicario del mio diletto Figlio… concedi ampia conferma al mio santo e devoto ordine del Carmelo, iniziato da Elia ed Eliseo… E anche altri, se entreranno, faranno parte per Devozione, portando l’Abito Santo… Io, Madre Grazia, libererò quanto prima e specialmente il primo sabato dopo la sua morte, quanti troverò nel Purgatorio: li libererò e li condurrò al monte santo della Vita Eterna".
Lo stesso Pontefice confermò questa indulgenza plenaria nella celebre Bolla Sabatina, del 3 marzo 1322, confermata posteriormente da diversi Papi come Alessandro V, Clemente VII, Paolo III, San Pio V e San Pio X.
Nel 1950 il Papa Pio XII scrisse sopra lo Scapolare, esprimendo il suo desiderio perché "sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. Scrisse anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…” (Lett.Neminen profecto”, 11 febbraio 1950).
Il Papa Paolo VI esortava (nel 1965): “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche il Papa Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente.
All'inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa, volendo estendere i privilegi e i benefici spirituali di questo abito religioso a tutti i cattolici, estese la possibilità del suo ricevimento a tutti i fedeli.
A partire dal misericordioso intervento della Madre di Dio, dopo l’apparizione a San Simone Stock, l'Ordine Carmelitano rifiorì e conobbe altri periodi di gloria, accrescendo in tutta la Chiesa Cattolica la devozione alla Santissima Vergine. In questo Ordine nacquero tre luminari, per non citare che questi, che risplenderanno dappertutto e per sempre nel firmamento della Chiesa: Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, tutti e tre proclamati “Dottori della Chiesa”.


ESEMPI DI CONVERSIONE E MIRACOLI

Lo Scapolare non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina nell’istante dell'ultimo respiro. Esso è anche “un sacramentale”, che attrae le benedizioni divine su chi lo usa con pietà e devozione. Innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la sua efficacia spirituale tra i fedeli. Nelle "Cronache del Carmelo" ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno.
1 - Nello stesso giorno in cui San Simone Stock ricevette dalla Madre di Dio lo Scapolare e la promessa fu chiamato ad assistere un moribondo, che era disperato. Quando arrivò, mise sul pover'uomo lo Scapolare che aveva appena ricevuto, chiedendo a Nostra Signora che mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente l'impenitente si pentì, si confessò e morì nella grazia di Dio.
2 - Sant'Alfonso Maria de’ Liguori morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo vescovo, all'aprirsi del suo tumulo si constatò che il corpo era ridotto in cenere, così come il suo abito; soltanto il suo Scapolare era completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel Monastero di Sant'Alfonso, a Roma. Lo stesso fenomeno di conservazione dello Scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San Giovanni Bosco, quasi un secolo dopo.
3 - Nell'ospedale di Belleview, di New York, fu ricoverato un anziano. L'infermiera che lo assistette, vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò subito di chiamare un sacerdote. Mentre questi recitava la preghiera degli agonizzanti, il malato aprì gli occhi e disse: "Padre, io non sono cattolico". "Allora, perché usa questo scapolare?''. "Ho promesso ad un amico che l'avrei usato sempre e di pregare tutti i giorni un'Ave Maria". "Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare cattolico?". "Sì, Padre, lo voglio. L'ho desiderato tutta la mia vita". Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli ultimi sacramenti. Poco tempo dopo il povero signore moriva dolcemente. La Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera anima che indossava il suo scudo".

LO SCAPOLARE E IL MESSAGGIO DI FATIMA

Nel 1917, a Fatima, a conclusione delle apparizioni, durante le quali Nostra Signora proclamò la verità della sua sovranità e profetizzò il trionfo del suo Cuore Immacolato, Ella apparve rivestita dell'abito della sua più antica devozione, quello del Carmelo. E, in questo modo, mostrò come una sintesi tra lo storicamente più remoto (il Monte Carmelo), il più recente (la devozione al Cuore Immacolato di Maria) ed il futuro glorioso, che è il trionfo ed il regno di questo stesso Cuore.
Lo Scapolare è un segno inequivocabile che il cattolico zelante dell'adempimento delle richieste della Madre di Dio troverà in questa devozione una fonte abbondante di grazie per la sua conversione personale e per il suo apostolato, specialmente in questi tempi di profonda scristianizzazione della nostra società. Questo "Vestito di Grazia" fortificherà la sua certezza che, nel chiudere gli occhi a questa vita e nell'aprirli all’eternità, troverà il suo fine ultimo, Cristo Gesù, nella Gloria Eterna.

QUESTIONI PRATICHE SULLO SCAPOLARE

1 Gode dei privilegi legati allo Scapolare colui che diventa membro della famiglia carmelitana. A tale scopo esso deve essere obbligatoriamente imposto dal sacerdote, secondo il rituale previsto. In caso di pericolo di morte, però, se è impossibile trovare un sacerdote, anche un laico lo può imporre, recitando una preghiera a Nostra Signora e utilizzando uno Scapolare già benedetto.
2 Qualunque sacerdote o diacono può effettuare l'imposizione dello Scapolare. Per fare questo, deve utilizzare una delle formule per la benedizione previste nel Rituale romano.
3 Lo Scapolare deve essere indossato in modo continuo (anche durante la notte). In caso di necessità, come quando ci si deve lavare, è permesso toglierselo, senza perdere il beneficio della promessa.
4 Lo Scapolare viene benedetto soltanto una volta, quando viene fatta l'imposizione: tale benedizione ha valore per tutta la vita. La benedizione del primo Scapolare, perciò, è trasmessa agli altri scapolari che si utilizzassero per sostituire quello precedente deteriorato.
5 La “medaglia-scapolare” - Il papa San Pio X concesse la facoltà di sostituire lo Scapolare di stoffa con una medaglia, che deve avere su una delle facce il Sacro Cuore di Gesù e, nell'altra, qualche immagine di Nostra Signora. La si può usare ininterrottamente (al collo o in altro modo), godendo dei medesimi benefici promessi per lo scapolare. Tuttavia, la medaglia non può essere imposta, ma deve essere soltanto utilizzata in sostituzione del tessuto già ricevuto. E' raccomandabile, quindi, che non si smetta completamente di usare lo scapolare di stoffa, anche quando si usa abitualmente la medaglia (per esempio, si può portarlo durante la notte). In ogni modo, la cerimonia dell'imposizione deve necessariamente essere fatta con lo scapolare di tessuto. Quando si cambia la medaglia, non è necessaria un'altra benedizione.


CONDIZIONI PER BENEFICIARE DELLE PROMESSE

1 - Per beneficiare della promessa principale, la preservazione dall'Inferno, non esiste altra condizione che l'appropriato uso dello Scapolare: cioè, riceverlo con retta intenzione e portarlo effettivamente sino all'ora della morte. Si suppone, per questo effetto, che la persona abbia continuato a portarlo, anche se nel punto di morte ne fosse stata privata senza il suo consenso, come nel caso dei malati negli ospedali.
2 - Per beneficiare del "privilegio sabatino'', è necessario adempiere a tre requisiti:
a) Portare abitualmente lo Scapolare (o la medaglia).
b) Conservare la castità consona al proprio stato (totale, per i celibi, e coniugale per gli sposati). Si noti che questo è un obbligo di tutti e di qualunque cristiano, ma godrà di questo privilegio soltanto chi vivrà abitualmente in tale stato.
c) Recitare quotidianamente il piccolo Ufficio di Nostra Signora. Tuttavia il sacerdote, nel fare l'imposizione, ha il potere di commutare questa obbligazione un po' difficile per il comune laico. Si suole sostituirlo con la recita giornaliera del Rosario. Le persone non devono temere di chiedere al sacerdote questa commutazione.
3 - Coloro che ricevono lo Scapolare e poi dimenticano di portarlo non commettono peccato. Cessano soltanto di ricevere i benefici. Colui che torna a portarlo, anche se lo ha lasciato per un lungo tempo, non ha bisogno di un’imposizione.


INDULGENZE LEGATE ALLO SCAPOLARE

1 - E' concessa l’indulgenza parziale a colui che, portando devotamente lo Scapolare, o la medaglia sostitutiva, faccia un atto di unione con la Santissima Vergine o con Dio attraverso lo Scapolare; per esempio, baciandolo, o formulando un'intenzione o una richiesta.
2 - E' concessa l'indulgenza plenaria (remissione di tutte le pene del Purgatorio) nel giorno in cui si riceve per la prima volta lo Scapolare; e anche nelle feste di Nostra Signora del Monte Carmelo (16 luglio), di Sant'Elia (20 luglio), di Santa Teresa del Bambino Gesù (1° ottobre), di tutti i Santi dell'Ordine del Carmelo (14 novembre), di Santa Teresa d’Avila (15 ottobre), di San Giovanni della Croce (14 dicembre) e di San Simone Stock (16 maggio).
E' bene notare che le indulgenze plenarie si possono acquisire solo se si adempiono alle condizioni stabilite dalla Chiesa: Confessione (se non si è in grazia di Dio), Comunione, distacco da tutti i peccati (anche veniali), e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (si usa recitare un "Padre Nostro", un’"Ave Maria" e il "Gloria"). Mancando una di queste condizioni l’indulgenza è solo parziale.


NOTA IMPORTANTE

Non è necessario precisare che coloro che si permettono deliberatamente di vivere una vita di peccato, supponendo che con l'uso dello Scapolare si salveranno, fanno molto male. Dio potrà permettere che muoiano senza di esso.
Tuttavia, non dobbiamo combattere l'uso dello Scapolare da parte dei peccatori. San Claudio Colombière, gesuita, in un sermone sulla Vergine del Carmelo, che predicò nella Chiesa delle Carmelitane di Lione, disse: "Non vi voglio lusingare: in nessun modo si può passare da una vita di peccato e di disordine alla vita eterna, se non per la strada della sincera penitenza; però, questo sincero pentimento, la più affettuosa delle madri lo saprà facilitare in tale modo che, quando meno lo penserete, farà brillare nelle vostre anime un raggio di luce soprannaturale che in un istante vi farà scorgere l'errore".

* * * * * * * * * *

Il Santo Padre Giovanni Paolo II raccomanda lo Scapolare nel 750° anniversario

"Carissimi, questo felice avvenimento coinvolge non soltanto i devoti di Nostra Signora del Carmelo, ma tutta la Chiesa, perché nel corso dei tempi, grazie anche alla diffusione del Santo Scapolare, il ricco patrimonio del Carmelo è diventato un tesoro per tutto il popolo di Dio. Dovete respirare costantemente questo ammirevole patrimonio spirituale per essere, ogni giorno, testimoni credibili di Cristo e del suo Vangelo".

* * * * * * * * *

Lo Scapolare è un sacramentale

"No, non basta dire che lo Scapolare è un segno di salvezza. Io sostengo che non vi sia altro che faccia tanto certa la nostra predestinazione” (San Claudio Colombière, S. J.).
l. E' un segno di alleanza con Nostra Signora. Con il suo uso, esprimiamo la nostra consacrazione a Lei.
2. E’ un segno di salvezza. Chi muore con esso non patirà il fuoco dell'Inferno.
3. Nel primo sabato dopo la morte la Santissima Vergine libererà dal Purgatorio tutti quelli che lo hanno portato.
4. E' un segno di protezione in tutti i pericoli.

* * * * * * * * * *

FORMULA BREVE PER L'IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE

Ricevi questo scapolare segno di unione speciale con Maria, la Madre di Gesù, che ti impegnerai di imitare. Questo scapolare ti ricordi la tua dignità di cristiano, la tua dedizione al servizio degli altri e ad imitazione di Maria. Usalo come segno della sua protezione e come segno della tua appartenenza alla famiglia del Carmelo: disposto a compiere la Volontà di Dio e ad impegnarti nel servizio per la costruzione di un mondo che risponda al suo piano di fraternità, di giustizia e di pace.

 

 

 

SUOR MARIA LUCIA DEL DIO VIVENTE SORELLA DEI GIOVANI


Dio mi ha messo in cuore un sogno, quello di essere una monaca carmelitana “SORELLA DEI GIOVANI”. Per me questo significa tenere sempre il cuore in preghiera, imparare la carità nella vita comunitaria con le mie sorelle, accogliere la sofferenza perché nei GIOVANI e in molti regni Gesù. L’obbedienza alle madri, lo so bene, porta frutti di conversione ovunque. Dio poi mi aprirà le porte che Lui desidera per permettermi di realizzare il suo sogno di “SORELLA DEI GIOVANI”.

La porzione dell’umanità società, su cui sono fondate le speranze del presente e dell’avvenire, la porzione degna dei più attenti riguardi è senza dubbio la gioventù. Se la gioventù sarà rettamente educata, vi sarà ordine e moralità; al contrario, vizio e disordine. Io ho consacrato tutta la mia vita al bene della gioventù, persuaso che dalla sana educazione di essa dipende la felicità della Nazione. Per questi giovani farò qualunque sacrificio: anche il mio sangue darei volentieri PER SALVARLI”

(San Giovanni Bosco)

A 18 ANNI IN MONASTERO… PERCHE’?

Carissimo,
grazie per la domanda, grazie per il tuo interesse.
A 18 anni in Monastero: sì, non potevo fare altrimenti dopo aver scoperto che Cristo è la vita. Dirai: “Che frase!”. Provo a spiegartela.
Ho scoperto l’amore di Dio, di Dio che mi ha cercato, così, senza che io gli chiedessi niente; mi ha cercato perché mi amava, perché voleva dialogare con la sua creatura che vedeva tanto persa nella sua adolescenza; persa perché le giornate scorrevano senza un vero, profondo senso, senza una vera, costante, profonda gioia.
Invece, sentendomi amata e cercata da questo Dio Crocifisso, che dava la vita per me e mi chiedeva solo di lasciarmi amare, è cambiato il modo con cui affrontavo la vita: ho cominciato a pregarlo, con parole nuove rispetto a prima, perché sincere, spontanee; ho cominciato a pensarlo; l’anima era colma di gioia e di pace nel sentire che Dio la curava, la teneva per mano, la chiamava per nome, la riteneva “preziosissima ai suoi occhi”.
Ho così dato posto a Dio, gli ho aperto la porta.
Il quaderno su cui annotavo la mia vita, le mie difficoltà, le mie gioie, prese ad avere un destinatario: tutto scrivevo a Lui. Così è cominciata la mia storia d’amore con Dio. Gli dedicavo tempo. Ed era preghiera quello scrivergli le mie riflessioni, le mie esperienze: preghiera che gradiva molto.
Ma poi Lui ha visto che potevo fare un salto di qualità: nutrirmi di un cibo più sostanzioso: la sua Parola. E ho compreso meglio, finalmente, il vero volto di questo Dio che mi aveva cercato: Gesù Cristo, il Crocifisso, era entrato nella mia vita e mi stava rivelando la presenza di suo Padre. Infatti dice Gesù ai suoi: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv.12,45) e ciò significa che io, conoscendo Gesù, attraverso chi me lo testimoniava con una vita dedita solo a Lui e attraverso la Parola e il Vangelo in particolare, avevo conosciuto anche suo Padre, “il mandante”.
Il Padre: colui che per amore ha scelto di avvicinarsi agli uomini fino a volerli “figli”. Ma come renderli “figli” se non con la straordinaria scelta di rendere uomo il Figlio stesso, affinché rivelasse questo progetto scaturito dalla tenerezza di Dio Padre?
Intanto Gesù e il Padre donavano alla loro Lucia, dal cuore generoso e intrepido, desideroso di “dare tutto senza riserve”, lo Spirito Santo, “maestro interiore” che mi dava “lezioni d’amore”, insegnandomi ad amare tutti con un cuore grande, libero e puro.
Capendo così che Cristo è l’unico senso del cosmo e quindi di ogni esistenza, ho deciso di scommettere la mia vita per Lui.
Mi ha chiamato a seguirlo lasciando tutto.
A me in particolare erano indirizzate queste: “Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte (io ero seduta su quelli di scuola), chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò (lasciando la sua occupazione, nel mio caso la vita da studente, la famiglia, le comodità, la città…) e lo seguì” (Mt.9,9).
Non ti posso spiegare meglio.
Per capire di più rientra in te stesso, prenditi mezz’ora di silenzio e prega, medita. Mi chiedi: su cosa medito? Su questo “seguimi”, che deve farti revisionare le tue giornate. Chi prega comprende che cosa significhi dialogare con il Dio Vivente.
Dunque ho capito che l’unico modo per spendere felicemente la mia vita era spenderla per Lui. Così mentre cercavo il “dove” sono venuta una settimana in questo monastero di Carpineto Romano, per pregare nel silenzio. E ho amato subito la vita monastica carmelitana: preghiera, lavoro, silenzio, forte fraternità e amore tra le sorelle; ogni atto della giornata fatto con Dio e per Dio. Ho sentito che era la vita fatta per me.
Poi ho approfondito, verificato, accertato per un anno, facendo altre prove e soprattutto pregando ogni giorno tre volte con la “Liturgia delle Ore” e partecipando la mattina all’Eucaristia; era già così vita un po’ monastica anche da studentessa! Così la mia quarta magistrale e l’esame di maturità li ho vissuti con il Signore, sapendo che presto la mia unica occupazione sarebbe diventata Lui.
A Pasqua sono tornata qualche giorno al Monastero per sostare un po’ con la Trinità, re-interrogarmi nella preghiera e nel silenzio sulla sua Volontà: unico mio desiderio era infatti adempirla.
Terminato l’anno scolastico e l’esame ho ancora atteso perché per il Signore non era ancora ora. Finché finalmente il 14 settembre 1994 mi ha aperto le porte della sua casa. “Qui – ho scritto pochi giorni dopo la mia entrata – resterò a cantargli inni, a salmeggiare, finché avrò vita”.

Dare la vita a Dio, sì, ma gli altri che posto hanno?

Io sono qui per gli altri. Sono qui a donare la vita insieme a Cristo, mio fidanzato, con cui devo diventare sempre più una cosa sola, perché gli uomini scoprano Lui e il suo vero volto, Lui che è verità e unico senso della vita.
Io sono qui perché gli uomini scoprano che Gesù Cristo è Figlio di Dio. Sono qui perché gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv.10,10), cioè perché vivano in pienezza la loro esistenza, amando Dio e i fratelli, e accettando con serenità prove, sacrifici, rinunce che poi danno gusto alla vita.


Come fai a far scoprire e amare Cristo in clausura?

Con la preghiera, con le lettere, con gli incontri in parlatorio.
Volevo dirti, carissimo, anche un altro aspetto dell’amore agli altri: i primi fratelli che incontro sono le sorelle con cui vivo in Comunità. Nel rapporto vicendevole ci esercitiamo ad amare in modo sempre più disinteressato, con sempre maggior pazienza, mitezza, benevolenza, dominio di sé, pace, perdono, comprensione, bontà: insomma, ci alleniamo ad amare proprio nel modo in cui Dio ama. E questo è un cammino molto impegnativo.

Ecco, carissimo, io mi fermo qua.
Ti ho scritto come ho potuto. Ti saluto, pregando per te, sia che io ti conosca, sia che io non ti abbia mai incontrato: in ogni modo ti incontro nel Cuore di Cristo, nel quale è presente ogni uomo dato che il suo Amore non ha confini.
Che la mia vita e la tua siano un dono a Lui. E saremo felici.
Prega, sii sereno, accetta le sofferenze, ama tutti. Auguri. Se vuoi, scrivimi pure.
Lucia, postulante carmelitana, fidanzata di Cristo, adoratrice del Padre,

….. dopo 7 anni la Professione Solenne…


Intervista a SUOR MARIA LUCIA DEL DIO VIVENTE
dopo la Professione Solenne del 20 ottobre 2001

Che cosa ti ha spinto a farti suora?

Una vocazione nasce nei “sogni” di Dio prima che nei nostri, e la sua fantasia creatrice ci immette nella storia con un progetto da realizzare. Anche nella mia vita aveva racchiuso un segreto che io non conoscevo; ma il tempo e la ricerca lo hanno svelato. Forse potrei spiegarmi con il paragone della “caccia al tesoro” (ricordando i giochi dei campi parrocchiali): Dio semina tanti piccoli, preziosi indizi da decifrare, affinché si arrivi a scoprire cosa Lui desideri.
A 15 anni sentivo la vita scoppiarmi dentro, ne coglievo la bellezza nell'amicizia, percepivo in modo nuovo la presenza di Gesù, la cui luce solamente non ha ombre. Allora cominciò il cammino di ascolto, con le contraddizioni tipiche dell'età: da un lato il ragazzo, dall'altro la voce misteriosa e dolcissima che mi spinse inspiegabilmente a contattare per telefono il “fatidico” Carmelo “Sant’Anna” (indirizzo letto su un giornale). La proposta del Signore innamorò sempre più i miei 16-17 anni; non volevo rinviare il “sì” al Suo: “Seguimi. Farò di te...”.

Come mai hai scelto la vita monastica di clausura?
La storia è sorprendente: terminato il penultimo anno dell'Istituto Magistrale, organizzavo i miei mesi estivi; così oltre al “campeggio-giovani” e altri gruppi, desiderai una settimana “speciale” a Carpineto Romano, sperimentando l'incredibile realtà di preghiera, lavoro e accoglienza dello stile carmelitano. Fu l'ennesimo richiamo a essere “sua”. Durante l'anno dell'esame di maturità, il Pane di Vita (l'Eucaristia) e la Sacra Scrittura rafforzarono l'intuizione: il Carmelo rispecchiava la chiamata incisa nel mio cuore.

Sei partita giovanissima, è stata una scelta difficile, coraggiosa.
Ho salutato Modena a 18 anni, appena due mesi dopo il diploma: sapevo in “Chi” ponevo la speranza e che valeva la pena seguire Gesù, come e dove lo Spirito rivelava. Alle spalle c'era anche l'importante aiuto dell'accompagnamento spirituale, per cui partivo tranquilla: cosciente della mia piccolezza, fiduciosa nella Sua Grandezza. Quando si è innamorati, niente è difficile.

Hai mai avuto paura per la scelta che hai fatto?
Nell'amore non c'è timore, perché l'amore vince la paura! Ti assicuro anche che il Carmelo non assomiglia proprio a quello che l'immaginazione comune crede; si tratta, infatti, di un “punto-luce” che ha per fonte la Parola di Dio e l'Eucaristia: da qui proviene l'energia per costruire una vera Comunità e l'apertura verso i fratelli che arrivano o scrivono.

Sette anni di Carmelo: in cosa hai incontrato delle difficoltà?
Si presentano problemi non molto diversi da quelli di ogni quotidianità e relazione tra persone! Bisogna allenarsi ad amare sempre, per primi e tutti; passare dall'io al noi e ricominciare ogni mattino (alle 4.30!) con la freschezza del primo giorno. Per colorare le giornate metto una buona dose di entusiasmo, confidando nella Roccia Eterna, da cui sgorga l'acqua perfino nel deserto. Sette anni talvolta mi sembrano pochi giorni: miracolo dell'Amore!

Che cosa, se c'è, ti manca della tua vita da laica?
Sinceramente niente. Pare impossibile... Si può comprendere pensando all'impronta lasciata dentro di noi, come vocazione irripetibile. La pace e la riuscita derivano dalla chiave giusta per aprire la porta della propria giovinezza. Questa chiave per me è il Carmelo: i miei anni, quindi, si sono spalancati a Dio e agli altri.

Senti mai il desiderio di uscire, anche solo per fare un giro in paese?
Ci rivolgono spesso questa domanda (quassù salgono tante persone per ricevere risposte e motivi di speranza). A me suscita un sorriso di affetto, perché io non provo questa esigenza; sono felice di dedicarmi completamente al servizio di lode che mi riempie anche materialmente l'esistenza. Il tempo non basta mai, se vuoi veramente essere sorella per tutti! Un dato concreto: da gennaio 2001 ad oggi abbiamo contato più di 2000 pellegrini che hanno bussato per incontri. Il risultato è molto bello e arricchente: attraverso un rapporto umano trasfigurato, la tenerezza di Dio Salvatore raggiunge le creature.

Come è organizzata la vostra giornata?
Fin dall'alba facciamo il “pieno” spirituale, con il culmine nell'Eucaristia. A battere il ritmo, oltre alla campana, è la Parola del Signore: supplica, canto, “lectio”, poi lavoro artigianale (pittura, corone del rosario, scapolari, ecc...), faccende ordinarie e disponibilità ai bisogni della gente: posta, Internet, dialogo. Nell'ambito comunitario coltiviamo un clima di famiglia che l'età giovanile rende assai vivace, soprattutto nei due momenti ricreativi della giornata. Le ore scorrono velocemente, in un armonico equilibrio tra silenzio e parola, solidarietà con il mondo (telegiornale, notizie dai quotidiani, ecc...) e attenzione alla Volontà di Dio, qui e adesso.

Come hai vissuto la celebrazione del 20 ottobre?
Nella gratitudine sconfinata di chi va all'altare del Dio della sua gioia e del suo giubilo, cantando le opere del Signore, ma insieme con il tremore di una debolezza consapevole e di 25 anni che non avrebbero mai osato tanto: Lui mi ha dato fiducia, portandomi fino a questo passo! Non finisco di esaltarlo anche per il meraviglioso sostegno dei fratelli. Non solo il Vivente non mi ha mai delusa; neanche Modena e San Faustino (la mia parrocchia)! Trovo meravigliosa la comunione che il Carmelo ha intensificato in modo straordinario: da quando sono lontana, il contatto è più vivo e profondo che mai! Altri doni dall'Alto: la presenza paterna del Vescovo di Ravenna, a cui devo tanto; la festa di avere accanto genitori, parenti e amici, giovani sulla via del matrimonio o della consacrazione: perché un “sì” ne trascina altri! Allora, permettetemi di esprimere un incontenibile “Grazie!”, proprio attraverso il mio e vostro giornale “Nostro Tempo”.


Intervista a Suor MARIA LUCIA DEL DIO VIVENTE
dopo la Professione Solenne del 20 ottobre 2001
[Pubblicata sul giornale “Nostro Tempo” di Modena il 3 novembre 2001]

TU SEI LA MIA GIOIA…

"Il tempo del canto è tornato", io non posso tacere; lo griderei sui tetti: "Sei grande, Signore!". Mi conosceva prima che fossi formata nel grembo materno; pronunciò il mio nome e Lucia fu. Soffiò dolcemente - fin da allora - il suo sogno; palpitava dentro, mentre crescevo; ma non sapevamo cosa sarebbe stato di me... finché - dai banchi di scuola - Gesù mi prese: sguardo mirato, attimi infiniti, in un silenzio che sussurrava: "Tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te. Perché tu sei preziosa ai miei occhi e io ti amo". Inaudito eppure vero, quanto la Sua Croce e il Suo Sangue versato. "Non dire: sono giovane. Dio sceglie, infatti, ciò che nel mondo è nulla, perché nessuno possa gloriarsi davanti a Lui". E vado ripensando allo stupore generale, dinanzi alla partenza di quella 18.enne... Impossibile trattenerla, poiché a sospingerla non era uno spirito di timidezza, non un'improvvisata: l'ultimo anno dell'Istituto Magistrale mi aveva condotto all'esame di maturità e verso un "sì" preparato da tappe, con la forza dell'Eucaristia, nel Perdono del Salvatore, alla luce della Parola di Dio. Il mio Dio è stato pastore buono da quando esisto fino ad oggi! Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Con la Professione Solenne ho messo nelle Sue mani i miei giorni.Venite per applaudire insieme al Signore, perché nell'esistenza che spendo per Cristo si realizza ciò che sembrerebbe impossibile: "Ti potrà forse lodare la polvere?"... Sì! Hai guardato alla mia miseria e io canterò senza posa: "Stupende sono le tue opere, o Signore Dio Onnipotente!". L'abbraccio di queste righe raggiunga persone, movimenti, realtà ecclesiali provvidenzialmente intrecciate con la storia dei miei 25 anni. Figlia dei profeti, chiamata a custodire e trasmettere la testimonianza di Gesù, sento risuonare la voce del Risorto: "Va' dai miei fratelli e dì loro... Chi rimane in me fa molto frutto". Ti benedico, Padre, per i numerosi volti e nomi accolti nell'apertura generosa di questo Carmelo, in cui l'ardore di Elia e la tenerezza di Maria si fondono in uno stile profetico e giovane . Per la loro vicinanza non voglio dimenticare suore, frati, sacerdoti, e la bellezza di appartenere alla grande Famiglia Carmelitana. In questi 7 anni Dio ha dilatato il mio cuore per renderlo universale: lì ricordo ciascuno e i drammi del mondo, facendo salire una continua preghiera al Signore. La mia preghiera è per tutti voi, compresi quanti non conosco... Si moltiplica l'inno di lode alla gloria di Dio, e la piccola carmelitana - prostrata a terra in una adorazione e gratitudine infinita - si sente circondata da una vibrante supplica e osa domandare per mezzo del Figlio: "Custodiscimi e conserva nel tuo nome coloro che mi hai dato". Davvero "ci guidò per una strada meravigliosa, diventando riparo di giorno e luce di stelle nella notte..."
Suor Maria Lucia

Suor Maria Lucia del Dio Vivente

MONASTERO CARMELO “SANT’ANNA” - Via Caldarozzi, 32 –

 00032 CARPINETO ROMANO (Roma)

Tel. 06.97189049 – Fax 06.9719458 - Conto Corrente Postale 79066007

Posta Elettronica: monastero@monasterocarpineto.it

Sito Internet: www.moscati.com/carmelo.s.anna oppure

 http://www.monasterocarpineto.it

Da http://www.fuocovivo.org/

NOVENA ALLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

(dal 7 al 15 Luglio)

1. O Vergine Maria, che in mille modi dimostri la tua missione di mediatrice di ogni grazia e che nel Santo Scapolare Ti compiaci di manifestare ai tuoi devoti una speciale protezione materna, fa' che portando questo segno di predilezione ci dimostriamo veri figli tuoi.
Ave Maria

2. O Regina del Carmelo, che nel Santo Scapolare col segno di protezione ci dai un richiamo alla modestia, alla mortificazione, alla preghiera, alla consacrazione al tuo Cuore Immacolato, fa' che sappiamo comprendere questo linguaggio, così da essere di esempio ai nostri fratelli e sperimentare il tuo potente patrocinio.
Ave Maria

3. O Madre del Carmelo, che a quanti portano piamente il Santo Scapolare hai promesso aiuto nei pericoli, salvezza dall'inferno e una sollecita liberazione dal purgatorio, fa' che anche noi siamo tra coloro che meritano tali favori e grazie, così da venire a lodarti e ringraziarti in Cielo.
Ave Maria

PREGHIERA: O Vergine Maria, Madre e Regina dei Carmelo, unita mirabilmente al mistero della Redenzione, Tu hai accolto e custodito nel cuore la Parola di Dio e hai perseverato con gli Apostoli in preghiera nell'attesa dello Spirito Santo. In Te, come in una perfetta immagine, noi vediamo realizzato quello che desideriamo e speriamo di essere nella Chiesa. 0 Vergine Maria, mistica Stella del Monte Carmelo, illuminaci e guidaci sulla via della perfetta carità; attiraci nella contemplazione del volto dei Signore. Veglia con amore su di noi tuoi figli rivestiti del tuo Santo Scapolare, segno della tua protezione, e risplendi sul nostro cammino perché giungiamo alla vetta del monte che è Cristo Gesù, tuo Figlio e nostro Signore.
Salve, o Regina...

Preghiera alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.
(festa il 16 luglio)

O Maria, Madre del Carmelo, a Te consacro tutta la mia vita quale piccolo tributo per le tante grazie e benedizioni che attraverso le tue mani ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che indossano il tuo Scapolare; Ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente e di accrescere in me la fede, la speranza e la carità, affinché possa ogni giorno renderti il tributo di umile omaggio.
Il sacro Scapolare richiami su di me gli sguardi tuoi misericordiosi e sia pegno della tua particolare protezione nella lotta quotidiana, sì che possa rimanere fedele al Figlio tuo e a Te.
Il tuo Scapolare mi tenga lontano da ogni peccato e mi doni ogni giorno la certezza che Tu sei vicino a me e il desiderio di imitare le tue virtù. D'ora in poi cercherò di vivere in soave unione con il tuo Spirito e di offrire tutto a Dio per mezzo tuo.