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C'è posta per... tutti!
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Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con Te. Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala. L’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te!
Don Sante-29Aprile 2007
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Una
tavola imbandita “ Domenica
12 Novembre, la nostra Parrocchia ha celebrato E’
un titolo che riecheggia fedelmente Una sorprendente processione offertoriale ha letteralmente “invaso” il presbiterio componendo una “corona” di decine di cesti traboccanti e colmi fino all’inverosimile… E’ stata una liturgia eucaristica suggestiva, toccante, semplice e ricca di significati. L’abbondanza
di “frutti terreni” che soffocavano l’altare, ha quasi costretto
ciascuno di noi ad esclamare: GRAZIE,
SIGNORE! Tuttavia,
dopo aver gustato il contatto con i prodotti della terra percepiti come
DONI della Provvidenza divina, con tristezza abbiamo constatato che
purtroppo Mentre sbirciavo con i ragazzi il contenuto dei cestini cercando di distinguere i vari tipi di frutta e di generi alimentari, ho pensato… ho sofferto… e mi sono domandato nel silenzio del cuore: PERCHE’ uomini, donne, bambini non possono condividere queste ricchezze della terra? PERCHE’ non sono ancora “liberi dalla fame”? Allora
ho continuato a celebrare luculliane cene…!!! PERCHE’?
Questa atroce e disperata domanda ha attraversato lentamente le nostre
preghiere, i nostri canti, le nostre invocazioni… i nostri
ringraziamenti! Dopo la benedizione finale, siamo ritornati alle nostre
case con una convinzione: il GRAZIE,
SIGNORE! che abbiamo
esternato durante l’intera celebrazione, sarà più gradito da Dio
Trinità se “domani…” l’umanità potrà sedersi alla stessa
mensa, senza preoccuparsi Diesse |
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PREGHIERA DEL VOCAZIONISTA O Adorabile Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo! Nella Tua carità infinita, ti degni volerti servire delle anime per il bene delle altre anime. Mi fai comprendere che desideri anime a Te fedeli, che si offrano ad andare chiamando le altre anime, a trasmettere e spiegare le Tue vocazioni alla fede, vocazioni alla santità e in special modo, le Tue divine vocazioni allo stato religioso e al sacerdozio. Desideri anime affezionate e fedeli, che si applichino per Tuo puro amore, per la maggiore gloria del Tuo puro amore, a raccogliere e crescere, educare, istruire e santificare gli eletti delle Tue Divine Vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, o mia Adorabile Trinità! Nel Tuo puro amore mi unirai a Te, o Divino Spirito Santificatore, nell’educare e santificare, nel consacrare e trasformare in Gesù Cristo gli eletti delle divine Vocazioni. Uniscimi a Te o Gesù! Con Te e in Te o Gesù, ABBRACCIO QUESTA CROCE DI FUOCO che è L’OPERA DELLE DIVINE VOCAZIONI, con tutte le amarezze delle incorrispondenze e incomprensioni. Che io sia solamente VELO insignificante attraverso il quale Te, o Signore, stai con essi, tratti con essi, e li cresci nel Tuo cuore, e
li formi con Amen.
Don Giustino (Devozionale II p.1426) |
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Una virtù dimenticataDa
“Il portico del mistero della seconda virtù” di Charles Pèguy
(1873-1914)
La piccola speranza avanza fra le due sorelle maggiori e su di lei nessuno volge lo sguardo. Sulla via della salvezza, sulla via carnale, sulla via accidentata della salvezza, sulla strada interminabile, sulla strada fra le due sorelle la piccola speranza, avanza. Fra le due sorelle maggiori. E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione che alle due sorelle maggiori. La prima e l’ultima. Che badano alle cose più urgenti. Al tempo presente. All’attimo momentaneo che passa. Il popolo cristiano non vede che le due sorelle maggiori, non ha occhi che per le due sorelle maggiori. Quella a destra e quella a sinistra. E quasi non vede quella che è al centro. La piccola, quella che va ancora a scuola. Ciechi che sono a non veder invece Che è lei al centro a spinger le due sorelle maggiori. E che senza di lei loro non sarebbero nulla. Se non due donne avanti negli anni. Due donne d’una certa età. Sciupate dalla vita. E’ lei, questa piccola, che spinge avanti ogni cosa. Perché
E lei, lei vede ciò che sarà. E lei, lei ama ciò che sarà. Ama quel che non è ancora e che sarà. Nel futuro del tempo e dell’Eternità. Sul sentiero in salita, sabbioso, disagevole Sulla strada in salita. Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori, che la tengono per mano, la piccola SPERANZA, AVANZA…! Don Sante (10-06-06) |
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IL SILENZIO (Dietrich Bonhoeffer) "Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola perchè i nostri pensieri siano rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l'ascolto della Parola perchè questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perchè Dio deve avere la prima parola. Facciamo silenzio prima di coricarci perchè l'ultima parola appartiene a Dio". Don Sante(20/04/06) |
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5 Febbraio - Giornata per la vita
La
Chiesa italiana festeggia Il tema scelto dal Consiglio Episcopale Permanente è “Rispettare la vita”. Propongo alla riflessione e meditazione dei nostri visitatori, alcuni “passaggi” interessanti. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”(Gv 1,1-4). ”La vita umana viene prima di tutte le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche; precede anche la scienza con le sue acquisizioni. La persona realizza se stessa quando riconosce la dignità della vita e le resta fedele, come valore primario rispetto a tutti i beni dell’esistenza, che conserva la sua preziosità anche di fronte ai momenti di dolore e di fatica”. ”Un fattore importante che incide sulla vitalità e sul futuro della nostra società, ma tuttora trascurato, è sicuramente oggi quello demografico: sono molti i coniugi, infatti, che hanno meno figli di quanti ne vorrebbero. Ma, oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità, resta grave nel nostro Paese il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l’aborto, dietro il quale spesso ci sono gravi drammi umani ma a cui a volte, si ricorre con leggerezza. Vanno valorizzati quegli aspetti della stessa legge 194, che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell’aiuto alle donne che si trovano in difficoltà di fronte ad una gravidanza. Davanti alla piaga dell’aborto tutti siamo chiamati a fare ogni sforzo per aiutare le donne ad accogliere la vita”. ”Rispettare la vita significa ancora, mettere al primo posto la persona. La persona governa la tecnica, e non viceversa; la persona, e non la ricerca o il profitto, è il fine”. Un
“appello” fraterno: “Se nel cuore cerchi la libertà e aspiri alla
felicità, rispetta Don Sante |
- Il segno di croce -
E' un segno da riscoprire. E' un segno che a tanta gente non parla più, perchè l'ignoranza e il paganesimo si sono molto diffusi. Per tanti è solo uno sgorbio: non è un segno! Eppure è il primo simbolo cristiano tracciato su di noi al momento del Battesimo, quando TUTTO in noi cominciava. E sarà l'ultimo segno che tracceremo su di noi, quando TUTTO sarà finito. Tutti i doni più grandi della vita sono accompagnati da questo segno: il Battesimo, la Cresima, il Perdono dei peccati, l'Eucaristia, il Matrimonio. Ad ogni incrocio importante della vita, la Chiesa traccia su di noi questo segno. Il cristiano usa questo segno prima della preghiera. Ma dovrebbe usarlo prima del lavoro, prima del cibo, prima del riposo e al primo risveglio del mattino. Qualcuno usa questo segno prima di un viaggio e davanti un pericolo: per qualcuno è fede, per altri è superstizione! Ma è un segno di grande importanza, perchè è il ricordo del più grande atto di amore di Dio per l'uomo: la morte di Cristo. E' il segno che ricorda l'amore del Padre, la donazione del Figlio, la causa dell'effusione dello Spirito sul mondo. E' diventato il simbolo del cristiano. E' un atto di fede; è un atto di riconoscenza all'amore di Cristo per noi. E' un impegno a camminare sulla via di Cristo. E' importante il gesto e sono importanti le parole che lo accompagnano. Quando ci segniamo con la croce è come lasciarci avvolgere dall'amore di Cristo e rispondere a questo amore. Quando tocchi la fronte, offri la mente a Cristo; quando tocchi il petto, offri il cuore; quando tocchi le spalle, offri la vita. Toccando la fronte con questo segno, ti impegni a pensare come Cristo; toccando il petto, ti impegni ad amare come Cristo; toccando le spalle, ti impegni ad agire come Cristo. E' come avvolgere con la croce di Cristo tutta la tua debolezza, tutta la tua superficialità,abbandonandoti al suo amore. Sono importanti le parole: Nel nome del Padre, per immedesimarti nel suo pensiero; Nel nome del Figlio, per immedesimarti nel suo amore; Nel nome dello Spirito, per immedesimarti nella sua azione. E' come se al Padre consacrassi la mente; al Figlio il cuore; allo Spirito Santo la vita. Segnandoti prima della preghiera: Nel nome del Padre, impegnati ad abbandonarti completamente a Lui; Nel nome del Figlio, impegnati ad unirti profondamente a Lui; Nel nome dello Spirito, impegnati a lasciarti guidare docilmente da Lui nella preghiera. Segnandoti prima di un'azione: Nel nome del Padre, implora la fedeltà al suo volere; Nel nome del Figlio, implora la fedeltà ai suoi esempi; Nel nome dello Spirito, implora la fedeltà alle sue ispirazioni. E fai di tutto, ogni giorno, perchè questo segno non sia più uno sgorbio, ma un atto di fede e tu non sia più un superficiale ma un credente; e viva con razionalità e coerenza il tuo Battesimo. ( Suor Sabina delle Figlie di S.Francesco di Sales) |
"Deus Caritas est"
Attesa da tre mesi, firmata il 25 Dicembre 2005, ecco la prima Enciclica (lettera circolare) di Benedetto XVI:" DIO è amore". Composta durante le vacanze trascorse a Castel Gandolfo, è stata presentata Mercoledì 25 Gennaio, Festa della Conversione di S. Paolo, nella Sala Stampa Vaticana dal cardinale Renato Martino e dagli arcivescovi Levada e Cordes. Il documento si compone di 42 paragrafi che occupano 73 pagine ed è stato pubblicato in contemporanea in francese, inglese, italiano, latino, polacco, portoghese, spagnolo, tedesco. L'Enciclica è divisa in 2 parti. La prima, di tipo dottrinale, tratta della concezione cristiana dell'amore; la seconda parte, tratta dell'esercizio concreto del comandamento dell'amore verso il prossimo. I temi più "stimolanti" e "provocanti" sono: L'Eros, la Fede, il Marxismo, la Giustizia, la Carità. L'EROS: il modo di esaltare il corpo a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole. L'eros degradato a puro "sesso" diventa merce. In realtà, questo non è il grande "sì" dell'uomo al suo corpo. LA FEDE: La Fede biblica non costruisce un mondo contrapposto a quel fenomeno umano che è l'amore, ma accetta tutto l'uomo e interviene nella sua ricerca di amore per purificarla. IL MARXISMO: Il marxismo aveva indicato nella rivoluzione mondiale la panacea per la problematica sociale: con la collettivizzazione doveva andare tutto in modo migliore. Il sogno è svanito! LA GIUSTIZIA: La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. LA CARITA': L'attività caritativa cristiana deve essere indipendente da partiti e ideologie. Non è un mezzo per cambiare il mondo in modo ideologico e non sta al servizio di strategie mondane. Ad ogni persona di "buona volontà", auguro una lettura attenta e "ricostituente" per il corpo e lo spirito. - Don Sante |
Tutto quello che si fa per amore non si perde ma rimane e si moltiplica Cristino 1-10-1960 3-12-2004 |
Pensando a te… Guardando
fuori dalla finestra vediamo nella
strada scorrere in
modo frenetico la vita e così pensiamo ai giorni che passano! Alle
settimane che passano! Ai mesi che passano! Tutto scorre velocemente
ma niente potrà mai cancellare il tuo ricordo. Nel
grigiore delle giornate, dove non si riesce a vedere oltre il
nostro
naso, spesso diamo per scontati i nostri sentimenti e
così
questo vuol essere un
piccolo
gesto per dire prima di
tutto: GRAZIE
al Signore per il Suo sostegno
e
per aver permesso che le nostre strade si incontrassero. E
poi grazie a te: GRAZIE
per il tuo amore; GRAZIE
perché ci hai insegnato che ogni giorno è da vivere
come
un dono di Dio; GRAZIE
per il tuo sorriso; GRAZIE
perché ci hai aiutato a comprendere che non c’è
niente di inutile, nemmeno la sofferenza; GRAZIE
perché ci hai permesso di condividere le tue lacrime,
le
tue gioie, le tue paure; GRAZIE
perché ci hai insegnato cosa vuol dire sperare; GRAZIE
per la tua generosità; GRAZIE
per la tua voglia di vivere nonostante tutto. Lasciando
con gioia che questa cascata di sentimenti esca dai nostri
cuori
e mentre la penna continua a scriver, ti immaginiamo
che
sorridi
e
sussurrando ci dici che, anche se in modo diverso, continuerai
a
donarci ciò che sei. Grazie
Cristino.
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Una giornata di pioggia
Ieri era una giornata di pioggia. La sentivo picchiettare per terra come grandine. Mi sono messo a guardarla e sentivo dentro di me malinconia e tristezza. Il cielo era tutto scuro e l'aria gelata. Io direi che in una giornata così non si può fare una bella passeggiata all'aria aperta, ma si poteva solamente stare a guardare quelle gocce che cadevano e ognuna di quelle era un po' di malinconia.
Francesco III elementare - 1/12/05 |
Halloween
Intervista con il giornalista e scrittore Carlo Climati
ROMA, lunedì, 31 ottobre 2005 - Il giornalista e scrittore Carlo Climati (www.carloclimati.com), autore di saggi sulla cultura giovanile: "I giochi estremi dei giovani", "I giovani e l'esoterismo", "Il popolo della notte" (tutti pubblicati dalle edizioni Paoline), afferma che la festività dei Santi (primo novembre) e la celebrazione dei defunti (2 novembre) rischiano di essere travolte da rituali neopagani. “Negli ultimi anni – ha spiegato Climati, intorno alla ricorrenza di Halloween si è scatenato un fenomeno parallelo: la moda delle feste in discoteca che si ispirano all'orrore e all'occultismo”. Fra la notte del 31 ottobre e l’1 novembre, data in cui si celebra la festa di Halloween, “fioriscono i party all'insegna della stregoneria. Di conseguenza, la moda coinvolge e ‘avvolge’ i ragazzi in un periodo che, tradizionalmente, era rivolto al ricordo di tutti i Santi e alla Commemorazione dei defunti”, ha aggiunto Climati. “Il ricordo dei morti (2 novembre) viene sostituito dal cattivo gusto degli scheletri e dei fantasmi. I silenzi del raccoglimento e della preghiera vengono travolti e calpestati dal volume assordante di certa musica”, ha poi sottolineato. Per i cristiani la celebrazione dei defunti aiuta a riflettere sul significato della vita, mentre adesso c’è la tendenza a banalizzare la morte… Climati: In occasione di Halloween, discoteche e pub organizzano feste ispirate al mondo dell'orrore e dei vampiri. Il problema è che la passione per il macabro, a volte, rischia di spingere alcuni ragazzi a praticare un passatempo di cattivo gusto: le bravate notturne nei cimiteri. Questa triste abitudine, negli ultimi anni, ha dato origine anche ad episodi di vandalismo e di profanazione. Nella notte di Halloween del 2001, in un paesino della Sardegna, otto minorenni mascherati da streghe, fantasmi e diavoli sono entrati in un cimitero. Dopo aver scavalcato il cancello, hanno cominciato a scherzare e a rincorrersi. Poi hanno forzato la porta dell'ossario e hanno sparso le ossa tra le tombe e i vialetti. La festa di Halloween si lega a un altro preoccupante fenomeno: la presenza di cartomanti e chiromanti nelle discoteche. E così, oltre a ballare, i ragazzi hanno anche la possibilità di entrare in contatto con gli operatori dell'occulto e di farsi leggere i Tarocchi. Ad Halloween, il ballo può trasformarsi in una specie di "ponte" tra i ragazzi e il mondo dell'occultismo. Il problema non è da sottovalutare e rischia di alimentare, ancora di più, un certo tipo di tendenza all'esoterismo e alla superstizione, che è fortemente in crescita tra i giovani. Infine, nel periodo di Halloween, non è difficile trovare nelle edicole riviste per ragazzi che si ispirano alle più classiche mode New Age: l’uso di erbe magiche, i presunti poteri delle pietre, la lettura della mano, la fabbricazione di amuleti e talismani e perfino l’adorazione del pianeta Terra, come se fosse una specie di divinità. E’ impressionante vedere come, con la scusa del gioco, si possa arrivare a vere e proprie forme di indottrinamento neopagano. Il tema della magia, da sempre, ha fatto parte delle fantasie di bambini e ragazzi. Le vecchie favole sono piene di streghe, fate ed incantesimi. Ma c’è una grande differenza tra una concezione della magia del tutto innocente, che può aiutare a sognare, e certi inviti a pratiche superstiziose di matrice New Age. Dal punto di vista storico la festa di Halloween risale ai tempi dei Celti. La notte del 31 i sacerdoti dei celti, i druidi, onoravano Samhain, signore delle tenebre. Una leggenda narra che tutte le persone morte l'anno precedente tornassero sulla terra per cercare di rientrare nei corpi dei vivi. Durante la notte venivano offerti sacrifici propiziatori di sementi e animali. Dopo i sacrifici si festeggiava fino al 2 novembre, ci si mascherava con le pelli degli animali uccisi per ingannare gli Spiriti. I Romani quando invasero la Britannia (43 a.C.) onoravano negli stessi giorni Pomona, dea dei frutti e dei giardini, offrendole frutti (soprattutto mele) per propiziare la fertilità futura. Col passare degli anni il culto di Samhain e di Pomona si unificarono, l'usanza dei sacrifici fu abbandonata, e al suo posto si bruciavano effigi. La pratica di mascherarsi da fantasmi, streghe e di offrire dolci divenne parte del cerimoniale. I culti pagani dei celti e dei romani vennero superati dai cristiani i quali fecero del primo novembre il giorno dei Santi, All Allows day. La notte del 31 ottobre era All Allows Eve da qui dunque il nome di Halloween. Gli immigrati irlandesi portarono questa festa negli stati Uniti nel XIX secolo e usarono le zucche per fare le lanterne. È da qui che la zucca divenne una parte essenziale di questa festa. inviato da Marco Biondi |