Laboratorio per....crescere insieme

 

"Una scommessa vinta"

 

Domenica 15 Gennaio, alle ore 16.30, è stata vinta una scommessa: raccogliere alcuni giovani (non moltissimi, ma nemmeno pochi...) e "strapparli" dai loro appuntamenti festivi per "piazzarli" (liberamente) dinanzi ad un TESTIMONE del Vangelo ormai conosciuto in tutto il mondo: DON LORENZO MILANI! E' stato un pomeriggio "alla grande" perchè abbiamo avuto la possibilità di "assaggiare" in una sorta di antipasto prelibato, questa figura di UOMO, SACERDOTE, MAESTRO e PROFETA. La sala "Bartolini" del nostro Oratorio ha accolto volentieri il drappello di giovani venuti per "conoscere" e "riflettere".... Il programma concordato era semplice: proiezione di un FILM e relativo dibattito. La pellicola visionata (grazie a Don Massimiliano che aveva preparato il tutto in mattinata) è stata "Don Milani, il Priore di Barbiana". Un'opera filmica che ha tentato (con qualche riserva) di tracciare il ritratto di un prete coraggioso, capace di testimoniare con la sua vita e con le sue azioni, un modo autentico e concreto di essere cristiano. Nel 1953 a San Donato di Calenzano, vicino Prato, il giovane prete Lorenzo Milani comincia ad interrogarsi sulla sua missione nella società. Insoddisfatto del suo ruolo..., fonda la Scuola Popolare per aiutare i più deboli e bisognosi. Le autorità ecclesiali vedono in Don Milani un personaggio "scomodo" e cercano di isolarlo trasferendolo a BARBIANA, una piccolissima località nel Mugello. Don Milani non si arrende a questo esilio forzato ed organizza una SCUOLA per i figli dei contadini e montanari della zona. Malato inguaribilmente, muore a soli 44 anni, lasciando una TRACCIA indelebile nella storia della Chiesa e della società! Una proiezione capace di tenerci "inchiodati" per ben 159 minuti ininterrotti e finalmente senza le mielose e spesso diseducative pubblicità commerciali... Al termine i giovani sono stati esortati ad esprimere le proprie impressioni, emozioni, critiche, osservazioni, contributi... Gli interventi hanno palesato il forte interesse accompagnato dal desiderio di "entrare" in DON MILANI per carpire da lui eventuali stimoli a ripensare la propria vita, le scelte, le responsabilità... che la società di OGGI detta "a piene mani". Un plauso particolare ai coniugi CONTICINI (con i figli) che hanno "creduto" e "promosso" questa iniziativa encomiabile, condivisa da me "al volo"...! Il sereno e serio dibattito ha prodotto (era prevedibile ed auspicabile) una vasta gamma di tematiche di forte attualità: la cultura, la scuola, il coraggio delle scelte, i rapporti Fede-Società, l'Obbedienza, la Politica, l'Emarginazione, l'Anafalbetismo, l'Amore..... Insieme poi abbiamo avvertito l'esigenza di "contestualizzare storicamente" la figura di Don Milani per poter meglio CAPIRE! Inoltre, di comune accordo, abbiamo approntato un mini-calendario di conferenze (5) i cui temi saranno al più presto scelti. Gli INCONTRI (APERTI A TUTTI, giovani e non...) si svolgeranno sempre presso il nostro Oratorio alle ore 17.00 nei seguenti giorni: 5 Febbraio; 5 Marzo; 2 Aprile; mentre il 6 Maggio sarà alle ore 21.00. La serata si è conclusa con l'immancabile pizza dandoci appuntamento per DOMENICA 5 Febbraio per la prima conferenza intitolata "Don Milani e il suo Tempo" che sarà tenuta da Don Sante Attanasio. Vi aspettiamo più numerosi e fortemente motivati: non ve ne pentirete! Dimenticavo: ci stiamo attivando per "avere" con noi uno dei "ragazzi" di Don Milani e per organizzare una VISITA guidata a BARBIANA!

Don Sante

Per riflettere e condividere con Don Milani (tre perle):

- "La grandezza di una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui si è svolta, ma da ben altre cose. E neanche la possibilità di fare del bene si misura dal numero dei parrocchiani" (da Lettere alla Mamma pag. 172).

- "Quando avete buttato nel mondo d'oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senza ali"(da " La Parola fa eguali")

- "Non vedremo sbocciare santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrano di dolore e di fede pensando all'ingiustizia sociale" (da Esperienze Pastorali pag. 241).

- Scrivete il vostro pensiero in proposito sul nostro Blog

 

 

 

Don Milani  e il suo tempo

 

 

La proiezione del film “Don Milani, il priore di Barbiana” effettuata all’oratorio il 15 Gennaio scorso, ha SPALANCATO le porte della nostra mente e del nostro cuore per accogliere la straordinaria personalità di questo prete “innamorato” di Dio, innamorato dell’icona di Dio:l’uomo!

A circa 39 anni dalla sua morte, ci raccogliamo volentieri attorno a lui non solo per “celebrarlo”, ma soprattutto perché ci chiama in causa, ci stimola ancora OGGI, scuote le nostre coscienze comodamente “appiattite” sull’ordinarietà… e “sedute” sui fatalismi salottieri ed ovattati…!

Il mondo della religione, il mondo della scuola, il mondo della cultura,il mondo dell’educazione, il mondo dei ricchi, devono ATTIVARSI per utilizzare al meglio la ricca “miniera” d’insegnamenti e di testimonianze che sono state la SCUOLA POPOLARE DI CALENZANO e in special modo LA SCUOLA DI BARBIANA.

Proprio a BARBIANA, per quasi 14 anni, Don Milani ha realizzato una meravigliosa osmosi del suo essere UOMO e PRETE!

Un “passaggio” del suo testamento spirituale, così “diverso” dai testamenti di alcuni preti, conferma questa “comunione“: <Non è vero che non ho debiti verso di voi (i suoi ragazzi), l’ho scritto per dar forza al discorso. Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che Lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto a suo conto. Un altro abbraccio. Vostro Lorenzo.>.

La sintesi della sua breve vita? Presto detto: ESPERIENZA E TESTIMONIANZA DI AMORE!

Veniamo dunque al tema del nostro incontro. Chi ha una propensione di tipo storico nell’affrontare i problemi, il rapporto con gli aspetti cronologici, è un problema fondamentale e alquanto delicato da risolvere. Ogni titolo deve semplificare una formula, il contenuto di una conferenza… Desidero subito chiarire che non è esistito per definizione un tempo “caratteristico” di Don  Milani, mentre è esistita, ad esempio, un’età di Papa Pio XII; è esistita una stagione “giovannea” con riferimento a Papa Giovanni XXIII. Per sfatare un’idea che circolava da tempo, possiamo serenamente affermare che non è esistita una “stagione milaniana”. In fondo, di lui si parla più dopo la morte(1967) che durante la vita, interrotta prematuramente (appena 44 anni). Una vita “bruciata” rapidamente da un punto di vista umano; una vita che non ha avuto una parabola significativa da un punto di vista “istituzionale”. Infatti non ha ricoperto funzioni pubbliche, civili o ecclesiastiche, che in qualche modo avrebbero potuto lasciare una “traccia” più marcata all’interno della storia …!

Per comprendere in pieno questa “poliedrica” figura di SACERDOTE maestro, profeta, testimone… non sono decisive le date di nascita (27/05/1923) e di morte (26-06-1967), ma altre date.

La sua breve e fulminante VITA può essere suddivisa in 2 parti:

- “20 anni vissuti nelle tenebre dell’errore” (1923-1943).

- Dal 1943 (data della sua conversione) al 1967.

Questa coordinata è stata tracciata da Don Milani in una lettera (1955) scritta a Don Renzo Rossi, suo compagno di Seminario a Firenze.

Ciò premesso, entriamo nel “cuore” del tema scelto come primo approccio storico-conoscitivo. Parliamo del Don Milani, uomo di Chiesa e uomo “pubblico”, il cui tempo è quello del secondo dopo guerra: dagli anni ’40 alla seconda metà degli anni ’60. E’ un ventennio di profonde trasformazioni…! Negli anni ’40 l’Italia è un paese segnato dalla guerra, un paese povero gestito da una economia prevalentemente agricola. Nel 1951 il Parlamento italiano promuove una “Inchiesta sulla miseria in Italia e i mezzi per combatterla”. Ecco alcuni dati (sono percentuali a dir poco “preoccupanti”…!):

- L’11% della popolazione vive in condizioni SUB- UMANE;

- Le famiglie “povere” sono al Nord il 5%; al Centro-Sud il 50%; nelle Isole il 45%.

- 2.800.000 famiglie vivono in case  sovraffollate;

- 6.000.000 di persone hanno gravissimi problemi di lavoro;

- 2.000.000 sono addirittura disoccupati;

- Nell’immediato dopo guerra, il 50% degli occupati lo era nell’agricoltura: OGGI meno del 5%…!

Tuttavia, nonostante queste drammatiche cifre, la società italiana tra il 1950 e il 1970, diventa una delle nazioni più INDUSTRIALIZZATE dell’Occidente: scompaiono società e civiltà “contadine”; società e civiltà della “miseria”, dell’emarginazione…! Appare sull’orizzonte il fenomeno  dell’URBANIZZAZIONE. Il tanto decantato e commemorato “boom” economico (anni ’60) si concretizza nei consumi privati (come logica e disperata reazione alla miseria e alla fame); mentre non c’è attenzione verso i consumi pubblici, verso le infrastrutture ed i servizi (scuola, sanità, strade, ferrovie…). Possiamo affermare che lo sviluppo italiano degli anni ’50 e ’60 sconfigge la GRANDE MISERIA , ma non elabora un PROGETTO finalizzato ad una nuova “qualità” di vita! Quindi non ELIMINA “definitivamente” la POVERTA ’ ECONOMICA e purtroppo CREA le premesse di quel DISAGIO SOCIALE… che caratterizzeranno i decenni successivi (oggi per noi).

La CHIESA ISTITUZIONE vive con “lentezza” e fatica” questa RICONVERSIONE sociale: cioè, l’impatto NUOVO con le povertà e le emarginazioni. Nascono così negli anni ’60 i Gruppi di BASE cattolici che si attivano sui grandi temi della povertà, del sottosviluppo, del Terzo Mondo…

Il Concilio Ecumenico Vaticano II (1965) stimolò un certo dibattito sulla povertà e sull’impegno verso i POVERI (categoria “privilegiata” da Gesù e dal nostro Don Milani). In Italia avvennero alcune ripercussioni : la riforma della Caritas voluta da Paolo VI; lo sviluppo del  Volontariato cattolico; gli Istituti Missionari per il Terzo Mondo…!

Qual era la CHIESA del tempo storico di Don Milani?

Era la Chiesa di Pio XII, erede dell’intransigenza e dell’opposizione al mondo MODERNO, al “famoso” MODERNISMO!

Contemporaneamente, ciò è consolante, era anche la Chiesa “giovannea” (Giovanni XXIII,il Papa Buono); la Chiesa del DIALOGO; la Chiesa del CONCILIO; la Chiesa che va all’ONU (Paolo VI). E’ una Chiesa moderata, conservatrice; una Chiesa che privilegia le “grandi manifestazioni”…: è tutto un animarsi di iniziative pubbliche (fine ’40, inizio ’50) che vogliono dimostrare la presenza “quantitativa”, vivace e ramificata del CATTOLICESIMO ITALIANO del tempo. Storicamente, questa “strategia pastorale”, trova delle giustificazioni… Teniamo presente che i cattolici italiani, per la prima volta dall’Unità d’Italia (1860-61), si trovano le “leve del potere” in mano! Infatti, nell’Aprile del 1948 avevano “sbancato” le prime ELEZIONI POLITICHE che si erano tenute in Italia : la Democrazia Cristiana (DC) diventa il nuovo e primo PARTITO CATTOLICO ITALIANO! Questa data viene vissuta come una “crociata”: gli italiani erano stati INVITATI a prepararsi  nel riconquistare la società italiana, sin da un RADIOMESSAGGIO NATALIZIO del 1942 (in piena atmosfera bellica).

E’ questo il CONTESTO politico, sociale ed ecclesiale in cui si trovò “catapultato” il nostro Don Milani : una Chiesa in piena mobilitazione che assumeva atteggiamenti pastorali tradizionali con qualche minimo aggiornamento…! Una Chiesa che combatteva sul territorio dotandosi di strumenti anche “ricreativi” (biliardini, ping-pong, bar, cinema parrocchiali…) alternativi a quelli usati dal Partito Comunista Italiano (PCI) nelle “celebrate” CASE DEL POPOLO.

Don Lorenzo Milani capì che bisognava CAMBIARE strategia, senza però USCIRE dalla “sua” Chiesa cattolica!

 

Don Sante Attanasio - 5 Febbraio 2006

 

Un  “carteggio speciale”

 

 

PREMESSA: le date fondamentali della vita di Lorenzo Comparetti  Milani 

 

-         Nato a Firenze il 27 Maggio 1923

-         Battezzato il 29 Giugno 1923

-         A Milano con la famiglia nel 1930

-         Prima Comunione: estate 1934

-         Iscritto all’Accademia di Brera nel 1941

-         A scuola dallo Staude: da agosto a settembre 1941

-         CONVERSIONE: 4 giugno 1943

-         Cresima: 12 giugno 1943

-         Entra in Seminario: 8 novembre 1943

-         Vestizione: 18 dicembre 1943

-         Diacono: 18 maggio 1947

-         Ordinazione sacerdotale: 13 luglio 1947

-         Cappellano a S. Donato di Calenzano: 8 ottobre 1947

-         PRIORE DI BARBIANA: 7 DICEMBRE 1954

-         “Esperienze Pastorali”: Maggio 1958

-         Colpito da tumore: Dicembre 1960

-         “Lettera a una Professoressa”: Maggio 1967

-         Morto a Firenze il 26 giugno 1967

 

 Dopo una sintetica “scheda” personale di Don Milani, entriamo nel “cuore” della nostra tematica: la FAMIGLIA !

Se prendiamo in considerazione le generazioni del clero cattolico italiano che risultarono attive nei decenni centrali del Novecento, occorre ammettere che non sono esistite a tutt’oggi delle “figure” STUDIATE ed ESPLORATE come Don Milani  con cura e tempestività!

Il nostro desiderio di conoscere in profondità il PRETE Lorenzo Milani  trova in questo CARTEGGIO SPECIALE (originariamente privato), un’occasione preziosissima per “penetrare” con rispetto ed in punta di piedi, nel suo mondo interiore, senza avere la pretesa di esaurire la nostra conoscenza.

Tuttavia tale strumento (il carteggio…), per alcuni, potrebbe sembrare anacronistico in tempi di multimedialità, di realtà virtuali…

A questa possibile e legittima obiezione, rispondo che le ESPERIENZE IMPORTANTI restano tali e meritano sempre di essere ripensate anche e direi soprattutto OGGI che viviamo in una realtà “plastificata”, “supertecnicizzata”…. E poco incline ad una comunicazione EPISTOLARE di SENTIMENTI…!

I documenti a disposizione (“Lettere alla Madre”- ed. Marietti,1997), ci presentano un Don Milani  che INFORMA, SPIEGA, e si SFOGA con la madre, la quale “ricambia” questo rapporto intenso intrecciando con la figlia Elena una relazione epistolare davvero interessante.

Nelle “lettere” a sua madre, Don Lorenzo “dipinge” a chiare tinte un legame non tradizionale… ma effettivamente ed affettivamente “particolare”!

Non dimentichiamo chi sono i due interlocutori : un prete cattolico ed una madre ebrea!

Emerge pertanto un rapporto che potremmo definire LAICO, cioè ricco di tolleranza e rispetto reciproco delle proprie convinzioni.

Così scrive a sua madre il 5 agosto 1950: “ Come puoi pensare che io sia ancora tanto chiuso da aver bisogno che la mamma del prete vada in Chiesa?”.

Don Milani  nasce in una FAMIGLIA alto borghese, laica, ricca di censo e di cultura.

Sua madre ALICE WEISS (deceduta a Firenze il 1 agosto 1978), ebrea non praticante; suo padre ALBANO MILANI  COMPARETTI (deceduto il 2 marzo 1947), plurilaureato.

Il suo bisnonno Domenico Comparetti è addirittura citato nell’Enciclopedia della Treccani; conosceva ben 19 lingue; morì ottantenne mentre studiava l’arabo; senatore del Regno; filosofo, grecista…

Suo nonno materno Weiss, allievo di Freud, fondò la Scuola di Psicanalisi in Italia.

I coniugi Milani , agnostici (=indifferenti), sposati civilmente nel 1919 e religiosamente (per necessità…) nel 1933 a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali, soffrirono molto per la persecuzione degli Ebrei in Firenze (1943).

Lorenzo adolescente sente il bisogno come tutti, di approfondire i temi religiosi ed umanistici.

Con la famiglia lascia Firenze e va a studiare a Milano (liceo).

Il suo impegno è modesto: si presenta con un programma biennale (non consentito) e viene bocciato per la sfacciataggine dimostrata: lo salva il geniale tema di italiano…!

Presa la maturità, si iscrive alle Belle Arti di Brera: vuol fare il PITTORE!

E’ alla ricerca del SENSO DELLA VITA: Staude, suo maestro e credente, gli sottolinea l’importanza della spiritualità religiosa nella pittura.

Chiede di fare la 1a Comunione tra lo stupore dei genitori; a loro insaputa, invece, riceverà la Cresima.

Il nostro Lorenzo è un giovane dotato di una spiccata personalità: carattere complesso e sensibile; testardo ed incurante del dissenso in famiglia; segue la sua coscienza; spirito libero ed autonomo; già anticonformista…

Da toscano verace, aveva un linguaggio e un modo di rapportarsi alquanto ironico e fortemente critico!

Entra in Seminario a 20 anni: 4 anni dopo diventa Sacerdote.

Poco prima dell’Ordinazione sacerdotale, rinuncia al patrimonio di famiglia: ha trovato il SENSO DELLA VITA, la VERA RICCHEZZA nel SACERDOZIO!

Una scelta discussa, non condivisa ma “subìta” dai genitori : “Meglio morto sul campo di battaglia che con il vestito da prete addosso” reagì delusa la mamma (cfr. “Il segreto di Don Milani” p. 20 - Mario Lancisi, 2002).

Nei primi anni di Seminario (1943-44), il DIALOGO  epistolare con la madre appare subito significativo e personale (raramente scrive al padre).

Appare evidente che la funzione mediatrice (a nome della famiglia) assunta dalla madre è motivata dall’appartenenza ad un ceto sociale con un livello culturale tale che consentiva alle donne di esprimere pienamente le proprie capacità senza dover sottostare a gerarchie e ruoli precostituiti all’interno della famiglia stessa.

Esempio opposto per quanto riguarda Papa Roncalli (Giovanni XXIII, il Papa BUONO): infatti, delle 350 lettere scritte ai familiari, solo 6 sono indirizzate alla madre, perché è vissuto in un contesto familiare di tipo “contadino” e “patriarcale”, dove emergeva possente la “figura” del padre o dello zio paterno!

Al di là e al di sopra di ogni considerazione, Don Lorenzo aveva per la MAMMA un affetto ed una tenerezza che sfioravano la “venerazione”…

In una lettera del 1948 così scrisse da S. Donato di Calenzano: “Quando Elena sarà sposata, non verrai a stare con me? Te farai da parroco e io ti farò da serva. Io l’ho sempre pensato e sono sicuro che saresti fantastica te per educare un popolo e un prete.

Se vieni te, rinuncio anche a esser povero e metto l’ascensore, lo sciacquone, l’acqua corrente e poi trovo una figliola per cucinare e le giovani dell’Azione Cattolica per spazzare e spolverare e fare il bucato. Vedrai che ditta”.

Fu un “miraggio” e una pia illusione…!

Scriveva alla madre anche più volte alla settimana: raccontava tutto; le chiedeva un parere, ma poi faceva a modo suo…

L’ 8 luglio 1970 su “Il Resto del Carlino” appare un’intervista fatta da P. Nazzareno Fabbretti alla Sig.ra Alice Weiss, mamma di Don Milani.

Propongo alla nostra attenzione due “passaggi” di questa interessante intervista.

--Signora Milani, se la Chiesa le facesse lo “scherzo” di canonizzare suo figlio, come reagirebbe?

“Non so cosa farà la Chiesa di mio figlio. Altari o no, Lorenzo resta quello che è, e io non lo vedo diversamente da come l’ho sempre visto”.

--Lei si dichiara atea, agnostica…, ma sembra che le stia più a cuore Lorenzo come Sacerdote.

“Infatti è così. Mi preme soprattutto che si conosca il PRETE, che si sappia la VERITA ’…

PISTA   DI   RIFLESSIONE

La  FAMIGLIA:

1.Cfr. “Costituzione Italiana” art. 29, 30 e 31.

2.Cfr. “Gaudium et Spes”(7-12-1965), nn. 48 e 52.

3.Cfr. “Populorum progressio”(26-03-1967), Paolo VI,n.36.

Don Sante Attanasio - 3° incontro con Don Milani - 2 Aprile 2006

 

 

La pedagogia dell’aderenza di don Milani

 

 

Sintesi dell’incontro del 6 maggio presso l’oratorio di Bibbiena nell’ambito dei laboratori per crescere, organizzati per giovani dal Gruppo Pasturo e Propositura di Bibbiena

 

Animatore dell’incontro: Isella Doni Giannini

 

 

La scuola, a differenza degli altri argomenti trattati all’interno del ciclo di incontri dedicati a Don Milani, è un’esperienza che tutti i giovani hanno vissuto o continuano a vivere, perciò è necessario partire dalla loro idea di scuola per confrontarla con quella del priore di Barbiana e  successivamente provare a tirare delle conclusione.

Per rendere la discussione più attiva è necessario dividere i ragazzi in piccoli gruppi, dare loro un tempo e uno schema su cui lavorare, poi fare un feedback per confrontare le idee emerse da ciascun gruppo.

Usando questa modalità interattiva nella serata i ragazzi hanno potuto riflettere sul loro rapporto con la scuola e la cultura in generale.

Dalle cose dette emergono alcuni punti essenziali o meglio le caratteristiche che la parola scuola fa venire in mente, dalle attrezzature alla burocrazia, dall’edificio agli insegnanti, ma anche sentimenti come solitudine, paura,emarginazione, discriminazione,potere,desiderio di libertà.

Tutte queste problematiche alla luce della pedagogia di Don Milani si possono raccogliere in cinque punti di riferimento.

Il primo sicuramente è quello che riguarda la figura del “MAESTRO”.

In “ Lettera ad una professoressa” si legge………….Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti……..”

Si profila quindi l’idea di un maestro che condiziona molto gli allievi, ma lo fa perché li ama, e l’amore non può fare male a nessuno.

Secondo aspetto, il METODO, sempre in Lettera ad una professoressa si dice:

Non bocciare

Dare di più a chi ha di meno

La lingua fa eguali

Dare uno scopo ai ragazzi per motivarli a studiare.

La lingua italiana e le lingue per Don Milani sono la base necessaria per rendere le persone capaci di porsi di fronte ai problemi in maniera costruttiva ,per avere la capacità di essere cittadini attivi e capaci di giudizio critico.

La lingua deve essere altresì una lingua viva, comunicativa, interpretabile sia dal ricco che dal povero.

Perché i suoi ragazzi restavano a scuola ore e ore e cercavano di conoscere sempre più cose?

Sicuramente perché erano consapevoli dello scopo per cui sudavano e soffrivano e su questa verità ci dovremmo davvero interrogare.

Il ragazzi di Barbiana dicono:” Sapevamo minuto per minuto perché studiavamo. Il fine ultimo è dedicarsi al prossimo.

Questo presuppone null’altro che d’essere uomo. Ciò che vada bene per credenti e atei.

Terzo aspetto: il CONTESTO

Tutti sappiamo dove Don Milani operò la sua grande “rivoluzione”, gli ultimi i contadini più sperduti , la povertà culturale ,tutto questo era Barbiana, ma da questa realtà seppe partire e trovare una soluzione coerente con il suo essere Cristiano.

Anche oggi ci sono tante Barbiane, ma spesso ci si avvicina a queste realtà per giudicare e discriminare, pensando solo a ciò che non c’è senza valorizzare ciò che esiste di positivo.

Probabilmente l’esperienza di Barbiana , come diceva lo stesso Don Milani, non è ripetibile, ma sicuramente ripetibili sono i pilastri dei valori e delle scelte in favore degli emarginati che caratterizzarono tutte le iniziative del priore e dei suoi ragazzi.

Quarto punto: la MOTIVAZIONE.

La scuola di Barbiana è allegra e austera ma animata dalla motivazione a conoscere e non per il titolo di studio.

Infine  la FINALITA ’ e lo SCOPO.

Il sapere serve solo per darlo.

Con questa ultima affermazione si può spiegare il titolo dell’incontro, infatti la cruda aderenza , la cruda precisione della parola al pensiero spiegano le tante sofferenze e contraddizioni di quest’uomo-maestro-prete,ma anche la consapevolezza che nell’educazione conta solo l’amore.

Come conclusione i giovani presenti all’incontro sono giunti ad affermare che per loro la scuola dovrebbe:

Aiutare a raggiungere il tuo scopo

Accettare le diversità culturali senza giudicare

Educare all’altruismo

Insegnare imparando

Essere strumento di vita

Educare all’amore

Educare all’unione e non alla competizione

Favorire la comunicazione nei rapporti con gli insegnanti

Dare potere agli studenti e rispettare la loro libertà in quanto persone