MESSAGGI DA LUSHNJE IN ALBANIA

...dall'Albania - Date:         Fri, 02 Apr 1999 23:23:37 +0200

Caro Luciano, qui di nuovo ci sono solo i numeri di profughi che continuano ad arrivare. Oggi altri 500! Questo pomeriggio sono andato a Divjake, dove 900 profughi sono accampati nelle fatiscenti strutture turistiche. Mi sono trattenuto con l'unico medico, una persona molto intelligente e che aspetta di incontrarmi lunedì, per raccogliere la sua testimonianza. Te la manderò. Al ritorno da Divjak sono andato a Pluk, da Pjeter, ancora vivo, ma senza fiato, forse questa notte la passerà. Poi avevo deciso di rientrare in casa, ma ho visto dei fari accesi, e il dubbio mi assale. Sono ritornato in piazza e altri autobus stavano scaricando il loro carico di dramma umano. Sono centinaia e passeranno la notte nella sala del cinema cittadino, ma da domani comincierà anche per loro la difficile sistemazione in una città allo stremo delle sue forze, nonostante che la gente risponda ancora bene all'accoglienza: il popolo albanese sta facendo miracoli, ma bisogna anche essere realistici e così la preoccupazione cresce pensando che questo sano patriottismo non ha i mezzi per protrarsi nel tempo. Si parla di fare un campo profughi in un villaggio del distretto, ma non c'è niente. Pensano di utilizzare un reparto militare, ma non c'è l'acqua, non ci sono i servizi igienici, non una finestra, non c'è proprio niente. La prefettura è venuta da noi per chiedere un aiuto, perché è già senza soldi... e siamo solo all'inizio dell'emergenza. Corrono voci di arruolamento degli uomini dai 18 ai 60 anni nell'esercito dell'UCK; vorrei verificare lunedì con l'incontro con quel medico di cui ti accennavo sopra; questo aprirebbe uno scenario tragico sulla situazione. Si potrebbe arrivare a migliaia di famiglie sulle spalle delle sole donne. Non so cosa dire... è il Venerdì Santo. Abbiamo baciato la Croce, quasi solo per fede. La bandiera del popolo albanese è servita da "paramento liturgico" per coprire la croce e scoprirla dopo l'annuncio "Ecco il legno della Croce sul quale è stato appeso il Salvatore del mondo". Una Croce grande in questa settimana santa. Ad essa, oggi, ho visto appesi due bambini gemelli di 5 settimane salvati dalla mamma giovanissima e dalla nonna che li hanno tratti in salvo legandoseli tra i vestiti per tutti i giorni di lunga marcia. Pjeter ancora oggi è rimasto appeso alla croce del dolore e della lucidità di essere agli ultimi istanti della sua vita. Forse questa notte verranno a chiamarmi per la sua morte. Una croce pesante anche per una volontaria della croce rossa, musulmana,ma generosa a non finire e che , non aveva più biscotti da distribuire alla gente che arrivava la sera. In tre forni che aveva girato, non aveva trovato pane. Una croce pesante anche sulle spalle di Ilir, che appena tornato da Tirana per le vacanze di Pasqua, dentro al cinema, posa la sua testa sulla mia spalla e si mette a piangere, nel vedere che tutti i nuovi arrivati, non avrebbero trovato nanche questa sera, sul palco di legno, lo spazio necessario per stendersi e riposare. Eppure è solo questa quella da baciare. ...a domani d. Giampietro p.s. Ilir e' il capo reparto. Un motivo in piu' per lavorare insieme. ciao

...dall'Albania - Date:        Sun, 04 Apr 1999 03:11:58 +0200

Caro Luciano, anche se sono stravolto dalla giornata, non posso mancare di salutarti con un aggiornamento della situazione e per gli auguri di Buon Pasqua. Sono le 02.35 della notte di Pasqua, ma mi riesce motlo difficile farti gli auguri perché molto dura è stata la giornata. Dal pomeriggio abbiamo comiciatoa collaborare con altre forze per la sistemazione del campo profughi a Kolonje: 1.000 persone. C'era assoluto bisogno di materassi e di coperte per far dormire in condizioni umane tanta gente. Non puoi immaginare come è ridotta la caserma militare, quando ti dico che non ha proprio niente devi pensare al nulla assoluto: né acqua, nè bagni, nè finestre, niente di niente. Tutta questa gente rischiava di dormire sul cimento anche questa notte, e allora ci siamo propsoti noi come Chiesa Cattolica per comperare materassi e coperte. Di materassi ne siamo riusciti a comperare quasi 500 e altrettante coperte, domani dobbiamo comperare le altre. La consegna dei materassi siamo riusciti a farla alla sera... ma che scenario. Luciano, oggi ho visto lo spettro della fame, della stanchezza fisica, dell'esaurimento di ogni forza. Ho visto gente a non finire scendere da autobus che oggi hanno continuato ad arrivare... ma quanti ancora?! E' gente che nonvive più, eppure respira. Mentre ero dentro ad un corridoio, mentre alcuni nuclei familliari entravano ad occupare, senza rissa, le stanze, una ragazza scheletrita sbianca sempre più e non reagisce più agli stimoli. La prendo sotto un braccio e insieme con la sorella la abbiamo tolta dalla folla che si stringeva in corrodoio. Subito abbiamo tolto un materasso per lei, ma il cuore sembrava non reggere. Nonostante la gravità abbiamo deciso di caricarla sul furgone e di portarla all'ospedale: io credevo che non sarbbe arrivata viva, invece, sr. Riccarda, appena arrivata al campo, sale sul furgone e la acompagna all'ospedale. Più tardi mi dirà che è salva e che aveva una crisi di disidratazione, è incinta. Sento il freddo della sera e così non mi dò pace per le coperte. Riusciamo a strappare un altro miracolo agli Albanesi. In poco abbiamo contrattato con un commerciante 500 coperte da portare dopo la Messa. Durante la Messa non pensavo ad altro che a quello che avevo appena visto. Per la prima volta ho sentito quanto vere ed impegnative siano le parole che ripetiamo sempre "O Signore, io non sono degno di partecipare alla tua mensa..." sicuramente questa sera io non ero degno di esserlo... Abbiamo fatto tardi, ma dopo la celebrazione della veglia pasquale, alle 11.30 con il bravissimo Ilir e un altro giovane scout siamo tornati al campo insieme con il commerciante che, altrettanto generoso, ha voluto fare il viaggio nonostante l'ora. Erano tutti a dormire, alcune guardie ci dicevano di lasciare il lavoro per domani, ma io non ho voluto rischiare di lasciare le coperte in imballo con tutta quella gente dentro. In silenzio siamo passati stanza per stanza: gente coperte di stracci, bambini coperti con un materasso per ripararli di più, donne, vecchi bambini, un mondo enorme di esseri umani. Abbiamo cominciato a coprire quei corpi, passando in rassegna tutti per non lasciare scoperto nessuno. Quello che stavamo per fare mi sembrava l'unico rito pasquale. Ogni coperta mi sembrava la tunica consunta di Gesù. Quella coperta andava a coprire il suo Corpo trafitto e torturato e ancora senza i segni della risurrezione e della gloria. Quei pochi che si svegliavano, alcuni, si alzavano per darci un aiuto, mentre una vecchia, sentendo dei rumori, nel sonno a gridato "i Serbi!" In un unico stanzone non c'era la luce, ma con degli accendini siamo riusciti a finire il giro. Finire per modo di dire, perché altri tre autobus arrivavano e il cinemadella città è di nuovo zeppo di persone. Alle 01.45 lascio Ilir e Erjon con l'appuntamento per domani. E' Pasqua, ma qui non siamo scesi dal Calvario. Giuseppe d'Arimateia non può venire a chiedere questi corpi, perché sono ancora inchiodati al loro destino folle. Non è ancora arrivato il terremoto, perché, nonostante le apparenze, essi vivono ancora, anche se alcuni bambini, oggi, dentro al cinema sono morti di stenti. E' la loro dignità silenziosa ed impaurita che mi fa scorgere una vita sotto ciascun brandello, e per questo augurarci Buona Pasqua non è illusione. Ti abbraccio scusandomi se ti sto mettendo sulle spalle un peso che è grande anche per te e per tutti quelli che fanno la loro parte. Saluta Carla e tutti. Non so come riuscirò a ringraziare tanti. Buona Pasqua. d. Giampietro

Fax da d. Giampietro 6.aprile.99  ore 16.00

Caro Luciano, abbiamo appena finito di riunirci con la commissione per l'emergenza. Ti comunico i dati aggiornati ad oggi, ma sono destinati a crescere. Penso che siano utili. RIFUGIATI nel Distretto dì Lushnje: registrati 5494; non registrati 700 (circa) distribuiti nei seguenti modi: due campi profughi 1.  uno a Divjake sulla spiaggia 920 persone 2. uno a Kolonje 1000 persone (Con l'arrivo delle tende si porterà ad un organico di 2.500) Accolti nelle famiglie del Comune di Lushnje 2.500 ( a tutt'oggi non sono arrivati aiuti e non si sa come mantenerli). Sono morti alcuni bambini per denutrizione. Il 60% della popolazione dei campi profughi è composta da bambini (minori). C'è allarme epidemie nei due campi per mancanza di tutto, ma soprattutto di acqua, bagni, docce... questa sera, porteremo noi, come Caritas delle canne per portare l'acqua da pozzi abbastanza lontani.., ma da domani si dovra' assolutamente iniziare i lavori per garantire l'acqua. Oltre all'allarme sanitario, anche il commissario della polizia, da parte sua, fa presente di non sottovalutare la situazione di malessere delle famiglie che hanno accolto i profughi, ma che non riescono ad avere i mezzi che continuare a sostenere il carico. Tale malossere può ingenerare in forme incontrollate. Tale numero è molto pesante per Luslmje in quanto distretto di Provincia privo di strutture e mezzi che possono avere altre città come Tirana e Durazzo... ... e forse resteremo alla periferia anche degli aiuti Umanitari. Il commissario di polizia ha lanciato un appello da purte sua,preoccuputo che ora, dopo lo slancio umanitario e patriottico, le famiglie accoglienti non riescano a far fronte al peso di avere famiglie intere sulle loro spalle.Tale situazione puo' sfociare in malessere sociale e in forme incontrollate...Ciao, saluta e ringrazia .d. Giampietro

BASHKËSIA E PRIFTERINJVE / LUSHNJE - SHQIPËRI / Lushnje, 9.04.99

Oggetto: LUSHNJE-ALBANIA: Emergenza profughi

Alle comunità dei nostri Istituti,
Alle Comunità,
Gruppi, Amici che ci accompagnano in questa emergenza.

A tutti voi un caro saluto.
Sappiamo che state lavorando, a fianco nostro e di tante altre realtà, per questa tragica emergenza e vi ringraziamo di cuore, aggiornandovi sulla situazione che stiamo vivendo qui a Lushnje, situazione nella quale noi preti-suore -laici più responsabili siamo impegnati con tutte le nostre forze. Ogni mattina, nelle Lodi e nella Liturgia Eucaristica, tutti assieme rinnoviamo le nostre intenzioni e le nostre energie affinché quello che possiamo fare, con il vostro aiuto, sia lavoro per il Regno e soltanto per il Regno.

1. Oggi risultano presenti nel Distretto di Lushnje 6.800 profughi così distribuiti:
2.200 nei “campi” di Divjakë (spiaggia, nelle cabine) e di Kolonjë (ex caserma militare): noi abbiamo fornito il campo di Kolonje di 1.000 materassi e 1.000 coperte, di acqua potabile, di materiale per le pulizie. Purtroppo nei “campi” i profughi non hanno ancora fatto un pasto “caldo”: sempre a secco, con dei problemi immaginabili… Stiamo dandoci da fare per convincere qualche associazione a gestire le cucine.
400 in una palestra della città in attesa di passare in un complesso “ex officina macchine agricole” dove in seguito, molto probabilmente, si trasferiranno anche quelli che stanno nelle famiglie. Anche qui abbiamo garantito materassi e coperte e stiamo intervenendo per i lavori di riassetto (gli edifici erano stati saccheggiati nel 91 e nel 97: potete immaginare!!!).
1.000 in gruppi da 20 fino a 150 persone in appartamenti e locali messi a disposizione dalla popolazione (qui bisognerebbe aprire un panorama per capire come mai questi Albanesi hanno appartamenti liberi…: forse si sono costruite nuove case con i soldi della malavita…).
3.200 persone sembrano vivere nelle famiglie di Lushnje e di altri comuni del Distretto. Naturalmente tutti chiedono aiuto!

2. Fino a stamattina a Lushnje sembrano arrivati, tramite il Governo, 210 q.li di farina (distribuita nei due “campi”) e 5 milioni di lek , cioè 60 milioni di lire, usati per l’emergenza alimentare e per alcuni lavori nei “campi”. Con i prossimi aiuti sembra che le autorità vogliano rimborsare 600 lek (7.500 lire) per ogni persona, “una tantum”.
Altri aiuti in generi fino a ieri non ne sono arrivati qui, salvo quelli portati da associazioni libere. Non mancano “voci” di aiuti ufficiali arrivati al porto e “dirottati” verso il mercato nero! Non possiamo confermare ma non ci sorprenderemmo se ciò fosse vero: il contrabbando e il “trafugamento” di aiuti sicuramente prospereranno in questa situazione. Purtroppo le autorità locali non sono preparate e nemmeno sensibili per affrontare problemi del genere.

3. Nel “coordinamento” di stamattina (tenete presente che questo coordinamento l’abbiamo sollecitato noi e stamattina non ci avevano nemmeno avvisati…!) abbiamo presentato ancora i criteri del nostro intervento come Chiesa. Con gli aiuti che riceviamo dall’Italia e con quelli della Caritas Internazionale, abbiamo realizzato e realizzeremo quanto segue.

a) Materassi acquistati, da acquistare, consegnati e da consegnare N° 2.000 Lire 90.000.000
b) Coperte acquistate finora da noi N° 1.000 15.000.000
c) Rimborso giornaliero per alimenti per 1.000 persone per otto giorni 13.000.000
d) Previsione di rimborso di alimenti giornaliero per altre 3.000 persone per otto giorni 39.000.000
e) questo intervento per 3.000 bisogna prevederlo per altri otto giorni, con una spesa 52.000.000
f) Detersivi, strumenti per pulizie, già acquistati e consegnati (per 500) persone 2.000.000

f) stesso materiale che si dovrebbe acquistare e consegnare per altre 3.500 persone 14.000.000

g) Interventi tecnici già fatti nei tre campi (Lushnje, Kolonje, Divjakë) per acqua potabile, bagni, porte, nylon, tubazioni ecc. 5.000.000

230.000.000

Aiuti arrivati e promessi da Vicenza e dall’italia: Vescovo di Vicenza, Suore di Bassano, Suore P.A.S.C. di Roma, famigliari e amici di don Giampietro di Chiampo-Arzignano, Ada Biasia e Amici “Gina Pavan” e MROC, Parocchie e amici della Pia Società S. Gaetano e dei missionari di Lushnje, circa 100.000.000

Interventi in denaro (generi a parte) di Caritas Albania contiamo su lire 50.000.000

150.000.000

Per gli impegni presi finora ci mancano ancora lire 80.000.000
Ma ci sono molti altri interventi da fare!

3. Nella giornata di ieri e stamattina, abbiamo visitato circa mille persone riunite in gruppi, portando il denaro per gli alimenti (intanto per sette giorni) e materassi/coperte in quantità di circa la metà del numero delle persone del nucleo. Va tenuto presente che le case e le stanze sono piccole.
L’incontro diretto con le famiglie, fatto da noi preti-suore-laici e scouts, è molto importante e di grande efficacia, sotto tutti i punti di vista.
Contiamo di continuare visitando le famiglie che hanno accolto profughi, dei comuni di Lushnje, Golem, Divjakë, Gradishtë (dove abbiamo comunità di cattolici) e poi Comuni dimenticati da tutti, come Fiershegan, Rremas (sulla laguna prospicente il mare) dove Altin è andato stamattina con un furgone che perdeva i pezzi…!
Entro lunedì 12 aprile (Pasquetta degli Ortodossi) contiamo di aver visitato tutte le famiglie ospitanti, mentre con i campi di Kolonje e di Lushnje siamo in contatto continuo.
Un po’ meno con quello di Divjakë, dove interviene CAFOD che è l’ente operativo della Caritas inglese.

4. Stamattina abbiamo conosciuto un altro ente che è la mano operativa della Caritas americana.
Gli abbiamo proposto di assumere la gestione del “Centro” profughi di Lushnje che si aprirà domani. Ci sembra che siano molto interessati.
Ieri abbiamo “richiamato all’ordine” le sei congregazioni evangeliche che operano a Lushnje senza alcun coordinamento (non fanno riferimento alle liste del Comune) e con malcelato scopo di proselitismo.
Hanno ammesso e ci hanno “ringraziato”. Oggi c’è un confronto perché risulti chiaro che non si devono fare “doppi” interventi presso alcuni profughi mentre altri rischiano di restare senza aiuti.

5. Speriamo di avere un po’ di tempo anche per partecipare alla Pasqua dei Fratelli Ortodossi che si celebra questo fine settimana: oggi è il loro (ma anche “nostro”) venerdì santo! Per domenica prossima stiamo pensando come si possa fornire dei “pasti caldi” ai profughi accolti nei “campi”. Non sarà facile, ma… siamo abbastanza vicini a fare miracoli…

…Naturalmente, grazie alla vostra meravigliosa solidarietà

Preti di Lushnje
Suore di Lushnje e di Pluk
Collaboratori Laici

Lagja Xhevdet Nepravishta - Lushnje tel. - fax ++355/65/228-21 [kishakat@icc.al.eu.org]

Subject: ...dall'Albania Date: Fri, 16 Apr 1999 07:06:27 +0200 From: Comunita di Lushnje To: dallagassa@keycomm.it

Caro Luciano, Carla, Mirco,

dopo il breve messaggio che vi ho spedito questa mattina invitando voi e tutti gli amici di Chiampo e… "virtuali" a perdonare il silenzio di questi ultimi giorni, è cresciuto in me un gran bisogno di riprendere la comunicazione anche perché questa mi aiuta molto a rileggere tutta la vicenda che ci è piombata addosso. A rileggerla soprattutto in una prospettiva di fede e dalla parte della solidarietà di tantissima gente che, come voi, ci sta aiutando. Veramente non so come riuscirò a ringraziare tutti: questa volta non basterà una semplice lettera circolare, occorrerà trovare il modo per incontrare e conoscere tutti il più personalmente possibile. Sono riuscito a liberarmi una parte del pomeriggio per rispondere alle varie richieste, ma per far questo ho dovuto caricare alcune persone che già, come tutti noi, sono molto stanche, ma ben volentieri non fanno conto delle energie che spendono per alleviare le ferite di migliaia di persone. Sono giorni ormai che tutti noi, la gente più vicina e i giovani che frequentano le nostre attività sono sempre nella casa delle suore pronti all'appello di chiunque ha bisogno: chi per partire per visitare i vari gruppi accolti nelle famiglie, chi per accogliere le persone che bussano alla porta, chi per caricare materassi e chi per ogni forma di emergenza che non smette ancora.

Ieri notte sono arrivati due grandi camion dall'Austria per conto della Caritas: uno con indumenti per bambini e ragazzi e un altro con la raccolta di coperte e scarpe. Alle 5.50 sono uscito per cercare… "manovalanza", per fare il più presto possibile. Ho risparmiato alcuni giovani dei "nostri" perché avevo bisogno più tardi per altri lavori, ho bussato alle porte delle famiglie che hanno accolto i Kosovari per "arruolare" braccia giovani che, contro ogni pregiudizio, prontamente hanno risposto con generosità e volontà.

La Toyota era piena dentro e fuori, la polizia della città, ormai, non sa più cosa dirmi per le volte che passo il centro contro mano… e dentro a questa situazione cominciano a nascere rapporti con gente nuova, piccoli segni di amicizia che incoraggiano tutti, strette di mano che danno la forza per andare avanti.

Da quando è cominciata l'emergenza e da quando ho cominciato a comunicare con te la vita che mi "piombava" addosso, mi sembra che sia passato un solo giorno. Un giorno tanto lungo; una notte più lunga del giorno, dove l'occhio dell'uomo sembrava non vedere più chiaro.

Mai come in questo tempo pasquale sento di attendere la Pentecoste, dove tutta la gente possa parlare la sua lingua e abbattere per sempre la pretesa di costruire una Torre di Babele. La supplica dei discepoli di Emmaus: "Resta con noi, Signore, perché si fa sera" è la supplica di tutti noi, è la preghiera che sicuramente viene ascoltata da Dio e che verrebbe capita anche da tutti i nostri fratelli Kosovari, nonostante la loro tradizione diversa dalla nostra.

…così il cuore ci potrà ardere in tutti noi per ogni segno che ci avvicinerà allo spezzare il Pane.

Il Pane consacrato dalla condivisione di molti; il Pane Santo di tanta gente c , egnata, accetta l'aiuto che le viene offerto e ringrazia, quasi per dirci che capisce che i bisogni di tutti non potremo sostenerli. Il Pane consacrato dalla dignità di questo popolo che, per dono di Dio, posso conoscere da vicino nella notte della sua storia. Il Pane consacrato dalle lacrime di tante mamme che hanno figli nell'UÇK e di quelle che temono un arruolamento anche per quelli che sono riusciti a salvarsi in Albania.

…allora insieme l'Eucarestia sarà linguaggio di amore e di sicura comunione.

Salutate tutti. La preghiera reciproca ci doni la luce necessaria per meglio servire i fratelli kosovari.

Don Giampietro

Subject:         ...dall'Albania   Date:         Sat, 17 Apr 1999 15:44:08 +0200   From:         Comunita di Lushnje

Cari Luciano, Carla, Mirco, Nadia,      sono giorni che continuiamo il nostro servizio a contatto con i profughi; un lavoro enorme perché le richieste sono tante, ma soprattutto un senso di piccolezza di fronte ad un dramma che non smette di riversare il suo carico di vite umane. Da qualche giorno sono arrivati solo alcuni autobus, ma le autorità della nostra città li hanno mandati più a Sud, così che il numero sembra restare abbastanza stazionario. Ma sappiamo che non è finita; le notizie che giungono stanno mettendoci in allerta per una nuova ondata di profughi. Sembra che il comune di Lushnje debba accoglierne almeno 5 mila; il che vuol dire almeno il doppio di quelli accolti nelle famiglie… sarebbero tanti.     Si fa sempre più lucida la convinzione che questa crisi andrà per le lunghe e che lungo sarà il tempo che questi profughi dovranno passare in queste condizioni. Parlando con tanta gente, mi rendo conto che siamo noi a parlare di "emergenza", mentre la gente di qui, di fatto, vive la normalità dell'emergenza. Questo crea un senso di disinteresse e di rassegnazione, sempre appesi all'incertezza di un domani che non sa come si presenterà. E' una povertà grande; le nostre presunzioni di gente che viene da "fuori", i nostri modelli rassicuranti, il nostro parlare spesso a vuoto, vengono messi a nudo da una realtà che non ha precedenti, da una necessità di essere chiesa capace di movimento e di apertura, dall'urgenza di offrirci tutti come strumenti della profezia che il Signore vuole offrire all'umanità che sembra, di colpo, aver dimenticato che sta per iniziare un nuovo millennio.…come sempre, vi abbraccio tutti. Ciao

d. Giampietro

BASHKËSIA E PRIFTERINJVE Comunità: Pia Società San Gaetano LUSHNJE - SHQIPËRI Suore della Divina Volontà Suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore Lushnje, 16 aprile 1999 OGGETTO: EMERGENZA PROFUGHI DEL KOSOVO

Alle Comunità dei nostri Istituti Alle Comunità, ai Gruppi e agli Amici che ci accompagnano in questa emergenza Innanzitutto GRAZIE! Senza il vostro sostegno qui a LSUHNJE non sarebbe stato possibile dare una risposta immediata, anche se parziale, ai profughi del Kosovo arrivati in massa negli ultimi giorni di marzo e nei primi di aprile. Da alcuni giorni il flusso si è fermato e sembra possibile rispondere in maniera più ordinata e coordinata alle loro necessità. Noi, preti-suore-collaboratori, stiamo lavorando con tutte le nostre forze, sostenuti dalla preghiera e dalla fraternità comunitaria, dalla vostra solidarietà spirituale e materiale, dal riconoscimento unanime che anche qui viene alla Chiesa per questo puntualissimo intervento; ci viene soprattutto dalla luce che si accende negli occhi dei fratelli kosovari visitati e aiutati. Non possiamo impegnarci in valutazioni "politiche" su ciò che sta accadendo, sia sul fronte della guerra che degli aiuti, e neppure soffermarci in narrazioni emotive delle cose che vediamo e sentiamo e degli incontri che facciamo. I Kosovari accolti a Lushnje sono per lo più persone miti e povere che stanno vivendo questa tragedia con dignità, con visibile riconoscenza per le attenzioni che ricevono, con speranza di tornare presto alle proprie case. Gli Albanesi stanno condividendo chi più, chi meno e chi niente… naturalmente - il dramma di questi fratelli, continuando la vita normale già piena di tante difficoltà e con una consegna quasi rassegnata ad un "fato" avverso che sembra incombere sulle popolazioni balcaniche. 1. I Dati Ad oggi i profughi presenti nel Distretto di Lushnje sono 6870, così dislocati: - 1132 nel "campo" di Divjakë (cabine sulla spiaggia) - 1045 nel "campo" di Kolonje (ex caserma militare) - 230 nel "centro" di Lushnje-SMT in un capannone - 102 nel "convitto" della scuola di Meccanica - 520 in gruppi numerosi autogestiti - 2324 nelle famiglie della città di Lushnje - 1468 nelle famiglie dei comuni del Distretto 2. Il coordinamento degli aiuti funziona così: - Il prefetto è coordinatore dei tre distretti di sua competenza: Fier, Lushnje, Malakaster e tiene i contatti con il governo; - Il capo del Distretto è responsabile nel proprio distretto e tiene i rapporti con i sindaci della città e dei comuni; - Il sindaco è responsabile e coordinatore dei profughi e degli aiuti nel proprio comune, sia per quelli accolti nei campi che per quelli accolti nelle famiglie. A Lushnje c'è un gruppo di coordinamento del distretto e uno del comune cittadino. Ogni 3/4 giorni si riunisce il coordinamento del distretto con i rappresentanti delle associazioni che operano a favore dei profughi. La Chiesa cattolica è stata la prima di queste "associazioni" a chiedere le riunioni del coordinamento di Lushnje, ad offrire e insieme ad attuare i propri interventi iniziati ancor prima che ci fosse la convocazione: infatti il 30 marzo, martedì santo, eravamo già al lavoro. Subito abbiamo avvertito la necessità di informare di tutto le autorità e, in seguito, i due coordinamenti. 3. Le condizioni dei profughi si presentano più o meno così. - Nei "campi" i profughi sono alimentati a spese dello Stato (tramite il distretto e il comune): o con servizi di ristorazione forniti da improvvisate aziende gastronomiche oppure con un primitivo servizio di cucina nei centri. Gravissimo, dovunque, lo stato dei servizi igienici e delle fonti di acqua potabile e di acqua calda. Cominciano ad affluire nei campi le presenze e gli aiuti (spesso soltanto promessi) di associazioni e sette… che stanno riversandosi in Albania. I medici delle rispettive zone devono assistere quotidianamente e gratuitamente i profughi., mentre un servizio farmaceutico gratuito, rifornito dalla caritas, è stato istituito da ieri nel poliambulatorio di Lushnje, con la presenza di una farmacista statale e di un medico kosovaro profugo. - Nelle famiglie i profughi all'inizio sono stati alimentati dalla generosità degli ospitanti, dalla solidarietà dei vicini e anche con i soldi salvati dalle razzie della soldataglia serba. - Subito è intervenuta la Chiesa cattolica con una visita e con un sussidio giornaliero per alimenti pari a lire 1.300 per persona per sette giorni: portati finora a circa 3.000 profughi assieme ai materassi, alle coperte e ad altro materiale acquistato o arrivato. 4. Il Distretto di Lushnje ha avuto finora dallo Stato 5 milioni di lek, circa 60 milioni di lire per quasi 7.000 profughi, cioè nemmeno 10.000 lire per persona. Con questi fondi il distretto sta alimentando i profughi accolti nei "campi" dove ha dovuto fare anche dei lavori urgentissimi per renderli "accoglienti". Noi abbiamo accesso continuo anche al controllo di questi fondi e sappiamo che, grazie all'aiuto dato dalla Chiesa ai profughi, il distretto ha ancora disponibile il 25% circa dei fondi ricevuti. Adesso il Distretto sta ricevendo gli aiuti umanitari ma non ancora in grande quantità: li tiene nei propri magazzini e li distribuisce. 5. Come Chiesa Cattolica-Caritas a) Ci siamo organizzati in 4/5 equipe formate da un missionario/a, un laico della comunità, un rappresentante del comune, per visitare i profughi. b) Abbiamo visitato tutti i profughi accolti nelle famiglie dei comuni periferici (1500 persone) portando materassi, coperte, sussidi- alimenti per 7 e 15 giorni e, da qualche giorno, anche pannolini, detersivi, latte e alimenti per bambini: c) Abbiamo fornito il campo di Kolonje di 1000 materassi e di 1000 coperte, di condutture provvisorie per acqua potabile. d) Abbiamo fornito il campo di Lushnje-SMT (circa 200 profughi) di isolamento del pavimento, di materassi, coperte, bacinelle, detersivi e, ora, latte e pannolini, alimenti per bambini. e) Abbiamo fornito da ieri il servizio farmaceutico del distretto e fatto mettere questa scritta: MEDICINALI GRAUTITI PER SOLI KOSOVARI, ORARIO 7.30 - 14.00" f) Le Suore di Lushnje e di Pluk ospitano nelle loro case 5 famiglie di profughi per un totale di 27 persone. g) Nella misura in cui arriveranno gli aiuti umanitari vedremo di passare dal sostegno finanziario a quello in generi, anche se questo comporterà un lavoro enorme per il magazzinaggio, la preparazione e la distribuzione. 7. Previsione per il futuro Caritas-Albania, nell'incontro responsabili diocesani del 14 aprile, ci ha comunicato: - L'organizzazione umanitaria della Nazioni Unite dovrebbe farsi carico di tutti i profughi: come e quando non si sa. - La stessa organizzazione chiede alle associazioni non governative di assumere la conduzione dei campi profughi con i fondi internazionali. E' una proposta fatta anche alla Ciesa: va valutan cautela. Noi di Lushnje finora pensiamo ad un appoggio esterno e di animazione dei capi. - Caritaania, con gli aiuti internazionali, pensa di poter continuare il sussidio-alimenti per altri 15 giorni., forse anche estendendo il numero dei profughi assistiti in questo modo. Va detto che qui in Albania c'è molta difficoltà a "sbloccare" i fondi che arrivano attraverso le banche, per cui è ancora consigliabile farli arrivare direttamente. Qui a Lushnje noi continuiamo a contare sulla solidarietà dei nostri Amici per continuare, anche se in forme diverse, la massiccia azione di intervento accompagnata alle visite personalizzate ai gruppi, campi e famiglie di profughi. 8. Richieste… Molti chiedono cosa possono fare… Tenendo conto della situazione, delle nostre conoscenze ed esperienze invitiamo a: a) Continuare a raccogliere aiuti in denaro, dandocene comunicazione e trasmettendolo ai nostri Istituti religiosi precisando che sono per il "fondo comune di intervento a Lushnje" b) Orientare gli aiuti in generi su: - alimentari consistenti e di lunga durata: come scatolame, zucchero, olio, riso, pasta… - alimenti per bambini: come biscotti, latte, omogeneizzati, succhi di frutta… c) Gli indumenti siano nuovi. Occorrono di più: per bambini e donne biancheria intima e indumenti estivi facilmente lavabili; asciugamani, asciugapiatti… PER FAVORE, NON MANDATE INDUMENTI USATI. d) Materiale di pulizie: detersivi per piatti e per biancheria in confezioni medie, materiale per l'igiene personale (anche shampoo per capelli), piccoli specchi, pettini, spazzole, spugne… anche per lavare le stoviglie. e) Ancora: piatti, bicchieri, posateria tradizionale. f) Materiale didattico semplice: quaderni, biro, matite, colori, alboom da colorare, giochi da tavolo, giochi e panchine per parco. 10. Automezzi Le nostre macchine, già esaurite, non ce la fanno più… Abbiamo notizia che un gruppo di Comuni si è riunito per coordinare la solidarietà e non ha escluso di donare un furgone in buone condizioni che serva per le consegne del materiale. Si accettano anche altre disponibilità a questo riguardo. Prima di chiudere questa lettera apprendiamo che molti Kosovari stanno tentando di uscire dal Paese e di entrare in Albania! Si parla già di altri 2/3 mila destinati a Lushnje. Quindi, più che alle previsioni di spesa, dobbiamo preoccuparci di aprire e aiutare gli altri ad aprire il proprio cuore a una nuova accoglienza e a nuovi aiuti. Grazie e a risentirci!

Don Zeno e don Giampietro Suore: Olga, Armanda, Riccarda, M. Clara, Elisena, Nadia ... prosegue Subject:

....dall'Albania: altre due righe! Date: Sat, 19 Apr 1980 06:52:36 +0200 From: Comunita di Lushnje

Cari Luciano, Carla, Mirco e Nadia, Abbiamo appena celebrato la Messa con la nostra gente. Il Vangelo dei discepoli di Emmaus, ancora una volta in questi giorni, mi ha toccato in profondità come mai era successo fino ad ora. Emmaus, un piccolo villaggio, non molto lontano da Gerusalemme… Eppure, in questa tragedia di profughi, questo cammino continua ad essere percorso da migliaia di persone. Andare ad Emmaus, vuol dire abbandonare Gerusalemme, luogo delle promesse e della speranza. Quanta gente sta percorrendo la stessa via, quanta gente ha perso tutto e ancora non ha avuto il tempo di discutere insieme sul come sia possibile tutto questo; non ha discusso ancora insieme perché è troppo sfinita e smarrita, e deve ancora venire il tempo della riflessione. Emmaus non è più un piccolo villaggio, ma una nazione intera. In Albania, Macedonia, terre degli arrivi di chi non trova più niente a "Gerusalemme". Albania e Macedonia, Emmaus di oggi, dove Gesù Risorto non esita di visitare e di spezzare lì il pane per farsi riconoscere come Colui che salva.

ciao don Giampietro

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