CINEMA

SOTTO

LE STELLE

con Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Stefania Sandrelli, Claudio Santamaria

IL TEMA

Gabriele Muccino dopo il successo di "Come te nessuno mai" torna a raccontare, in un film corale, le paure e la voglia di scappare di due generazioni: quella dei trentenni e quella dei cinquantenni.

LA CRITICA:

La Stampa (31/1/2001) - Lietta Tornabuoni
Nostalgia del futuro. Ne "L’ultimo bacio", suo terzo film, commedia corale ben fatta, intelligente e divertente, Gabriele Muccino racconta nelle due generazioni dei trentenni e dei cinquantenni la voglia di scappare, il sentimento della vita che sfugge, che se ne va, che scivola nella ripetizione e nei doveri dell’età adulta o della vecchiaia senza nuove occasioni né aperture né speranze. Personaggi giovani che hanno appena iniziato un’esistenza con famiglia e matrimonio, personaggi non più giovani che non vogliono rinunciare ad esistere. Le loro storie s’intrecciano con gran ritmo nel montaggio […]

Corriere della Sera (3/2/2001) - Maurizio Porro
[…] Muccino sa tagliare scene, emozioni e sentimenti, è furbo e dotato: ma il suo film, allineando stereotipi interiorizzati come da tradizione melò tv, non sa se salvare la monogamia della famiglia tipo spot o se metterla definitivamente in dubbio. Rimane, verace, la malinconia, leggera, totale.

Film TV (6/2/2001) - Emanuela Martini
[…] La frase più sintomatica di una sceneggiatura scritta (per la media italiana) piuttosto bene è: "la normalità è la vera rivoluzione". Forse è vero, ma forse andrebbe un po' approfondito. ll problema è duplice: Muccino è molto bravo, forse troppo, e lo sa; perciò non si ferma mai (con la macchina da presa, instancabile, con la musica, onnipresente, con la storia, infinita - nel senso che ha molteplici finali), si esibisce, vuol piacere. Ma (e questo è il secondo problema), vuol piacere tanto che finisce per restare sullo superficie volatile delle cose, delle facce, dei sentimenti, dei rapporti.

la Repubblica (3/2/2001) - Roberto Nepoti
[…] l’insoddisfazione per la routine della propria vita, il desiderio di fuga dai vincoli e da quelli che un tempo erano considerati i "doveri" famigliari. […]

Sette (15/2/2001) - Claudio Carabba
[…] Ben servito da una sicura compagnia di attori (lo sbigottito Accorsi e l'appassionata Mezzogiorno sono la coppia centrale), Muccino naviga leggero, puntando per le emozioni eroticamente forti sul corpo fresco della morbida Martina Stella, piccola Bardot cresciuta nella campagna toscana.

Ciak (1/3/2001) - Massimo Lastrucci
[…] un cast che invece brilla per spontaneità, aderenza e simpatia. Gli attori, coetanei al ruoli, sembrano vivere le parti, più che recitarle (vale per Accorsi e la Mezzogiorno, come per tutti gli altri). Questa sensazione di semplicità, tutt'altro che facile da raggiungere, é un altro dei meriti di quella che va considerata come la sorpresa italiana della stagione[…]

Il Resto del Carlino (2/2/2001) - Alfredo Boccioletti
[…] Per tutti è difficile accettare l'assioma di Muccino secondo cui "la vera rivoluzione è la normalità[…]

Il Giorno (3/2/2001) - Silvio Danese
[…] Regia sicura, tempi serrati, sceneggiatura ben ripartita, cast affiatato e disponibile ad alte prestazioni (Stefania Sandrelli con una scena madre all'altezza della Magnani, Giovanna Mezzogiorno sfrutta l'occasione della rabbia). Si vola rapidi in superficie, con tre finali studiati per il target variegato. "Magnolia" a Trastevere, secondo i cinici. Ma risalta il senso della fugacità.


I PREMI alla 51a edizione del David di Donatello

Gabriele Muccino vincitore nella sezione Miglior Regia

vincitore nella sezione Miglior Sonoro in presa diretta;

vincitore nella sezione Miglior Montaggio;

vincitore nella sezione Miglior Produttore

Stefania Sandrelli vincitrice nella sezione Migliore Attrice Non protagonista;

PER RIFLETTERE:

IN SINTESI

Un film italiano senza particolari aspettative coglie nel segno e diventa un grande successo di pubblico e di critica. Il pericoloso immaginario di una generazione viene impietosamente messo a nudo: di lì scatta il tradimento di Giulio verso la convivente. Ma dopo lo smarrimento e lo sconforto da qualche parte si solleva la speranza per il ritorno verso una rivoluzionaria normalità.

DI PIU’

Il problema: apparentemente si parla della forza irresistibile di "Barbie" (la bionda protagonista), in realtà il vero problema affrontato è la debolezza e la conservazione della famiglia

Le soluzioni: la fuga ( cambiare ambiente, in giro per il mondo un’avventura ma..ci si abitua a tutto e torna la noia).

La ragione il ragionamento dice che tra poco l’avventuriera aspirerà a essere una nuova moglie per Stefano, ma intanto…; la filosofia insegna a non adoperare mai le persone come mezzo ma sempre come fine ma è una teoria che di fronte a certe occasioni…; i saggi consigliano di tagliare con le opportunità subito ma, proprio perché "è meglio evitare", il frutto proibito diventa attraente e le persone una occasione reale. Il filosofo Galimberti sostiene che il problema è l’indifferenza emotiva ma si tratta della descrizione degli effetti di un male più che della indicazione della cura.

La normalità come tradizione riscoperta: riscoprire il significato dell’istituzione familiare che evita disastri maggiori e dà un senso alla vita… ma come imparare ad amarla ?

Forse guardando al perno su cui si basa la nostra disapprovazione verso il comportamento di Giulio, il protagonista che tradisce la convivente, cioè la maternità della convivente: se lei non fosse stata incinta buona parte del pubblico starebbe dalla parte del protagonista con un legittimo cambio di consegne cioè non si opporrebbe al cambio della partner. Il fondamento della nostra disapprovazione è allora il bambino che deve nascere, potenziale vittima innocente.

Ma come prevenire il tradimento visto che le statistiche insegnano che esso si verifica proprio quando si è in presenza di una maternità? E come superare il tradimento?

Occorre il recupero di una tradizione che ci ha di fatto rivelato l’innocenza del bambino e ci può abituare all’amore incondizionato verso la vittima, il debole, verso chi ha meno, il così detto prossimo. Occorre riscoprire una tradizione che dia in modo durevole un senso e un significato e la capacità di amare. Questo trovano infatti i protagonisti del film quando, affrontando coraggiosamente il dolore davanti al padre morente e incompreso, quando si assumono le responsabilità dei propri atti, nella presenza ai riti comunitari a un funerale e sotto le note dell"Ave Maria" di Schubert, una melodia che ci appare patetica per l’utilizzo eccessivo che di essa vien fatto ma pur sempre un richiamo all’umiltà e alla pace . E’ difficile che questi particolari, gli unici che determinano la riflessione dei protagonisti siano solo una casualità, piuttosto sono i pochi dettagli nei quali, secondo lo stile tipico dei registi e scrittori moderni, le verità essenziali sono nascoste, come in una crepa (accade lo stesso per "American Beauty").

Sono le Verità della tradizione giudaico cristiana che insegnano ad amare il bambino (come nel racconto biblico del giudizio di Salomone, del ritrovamento di Mosè bambino salvato dalle acque), a sopportare il dolore, e a perdonare (anche l’infedeltà come dimostra Gesù con l’adultera). Allora sarebbe opportuno guardare ad essa con meno pregiudizi e riscoprire il senso e significato che essa ci offre. Certo questa tradizione non è attraente come Martina Stella (la bionda protagonista) ma forse ha più cose da dirci se si ha un po’ di umiltà per ascoltarla…

E’ questa normalità, così tradizionale, la vera rivoluzione.

Città di Arzignano – Assessorato alla Cultura – Epicentro Giovani

Arzignano Estate Festival 2001

http://www.parrocchie.it/arzignano/ognissanti/mattarello/cineforum/cineforum.htm
" Il cristianesimo ci ha insegnato che la storia ha un senso, e a un livello più profondo ci ha insegnato che le rivalità possono essere risolte…. Conservare questo messaggio è il solo gesto rivoluzionario per questo nuovo millennio"

(Renè Girard nell’intervista a Repubblica pubblicata l’8 novembre 2000 )

le pagine dei giovani