Home Su Commenti Sommario Ricerca

STORIA

 

 

                                         

 

 

 

 

 

Ecco come si presentava la parrocchia agli inizi degli anni '30 subito dopo la costruzione del campanile.

 

La fondazione e la nascita delle associazioni

Correva l'anno 1916 quando, nel bel mezzo della Grande Guerra, il Card. Andrea Carlo Ferrari affidava a don Francesco Rigamonti il grande onore ed enorme onere di creare una nuova parrocchia, di cui si sentiva la necessità, nei quartieri che andavano sorgendo attorno alle fiorenti industrie di Sesto San Giovanni. 

Sorretto da Mons. Francesco Petazzi e dal valente collaboratore don Giovanni Merlini, don Francesco poteva inaugurare ed aprire al culto la Chiesa nel giorno dell'Immacolata, l'8 dicembre 1916, alla presenza dello stesso Card. Ferrari, che poi con le sue frequenti Visite Pastorali, anche improvvise, continuò a testimoniare negli anni successivi la sua gioia nel vedere crescere l'opera da lui voluta: i bene informati ricordano che una volta arrivò a dorso di mulo!

La Chiesa, eretta a parrocchia nel 1920, negli anni successivi andò completandosi: la facciata fu rinnovata nel 1923. Dalla ditta Breda fu donato il coro e il pulpito; l'organo Serassi, dono delle famiglie Caiani e Bigani, fu inaugurato nel 1929 con un bel concerto benefico.


Il concerto di campane in DO Maggiore della città Ottolina di Seregno.

Le campane sono state fuse nel1932.

Di pari passo con l'edificio cresceva anche la comunità: nel 1918 ebbe inizio l'oratorio maschile (quello femminile fu provvisoriamente iniziato in via C. Cattaneo: non c'era ancora l'Istituto Presentazione); fu poi la volta dell'attività della sezione Buona Stampa e dei primi esordi di una Corale; nel 1921 la prima Compagnia filodrammatica, formata dai primi giovani animosi, iniziò la sua attività; nello stesso anno sorse la prima opera: il Circolo Card. Ferrari, con l'intento di portare un'onesta ricreazione nell'elemento maschile.

 


Disegno rappresentante il progetto iniziale della chiesa e del campanile.Quest'ultimo non più realizzato secondo gli schemi originali per esigenze aeronautiche.

Il 19 maggio 1931 venne solennemente inaugurato, alla presenza del Card. Schuster, il campanile, dovuto all'intraprendenza di un apposito comitato: il progetto originale dovette anche essere ridotto nell'altezza per esigenze aeronautiche. Grande festa, l'anno successivo, per l'arrivo delle campane (concerto di sei campane in Do maggiore), fuse dalla ditta Ottolina di Seregno e portate a Sesto con un grandioso corteo.

 

Ma non è possibile continuare il racconto della vita della nostra parrocchia senza prima fermarsi a ricordare la straordinaria figura di colui che in prima persona ne fu l'artefice e l'animatore, con il suo ministero, la sua parola, le sue virtù e le sue opere, offrendo uno spettacolo edificante di identità con Cristo: don Francesco.

Le prime suore dell'Istituto Presentazione così ricordano: "Don Francesco Rigamonti fu davvero il Buon Pastore; dignitoso sempre, dovunque e con tutti, attirava al bene col suo esempio, col suo tratto paterno e col suo cuore generoso; la gioventù e i piccoli l'amavano tanto, ed egli passava le sue più belle ore nell'oratorio femminile, con le nostre ... con le sue figliole (le aveva battezzate tutte lui), e rideva e godeva del loro riso, della loro gioia".

L'istituto Presentazione e la via XX Settembre nel 1932.

Don Francesco amava molto la Madonna. Volle aprire al culto la sua Chiesa il giorno dell'Immacolata, e uno degli altari laterali lo volle dedicare alla Madonna; l'altro fu poi dedicato al Santo Patrono. Organizzò molte processioni e feste in onore della Mamma Celeste, molte volte volle guidare i fedeli per la recita del S. Rosario e per la benedizione degli ammalati alla Grotta Lourdiana, che i suoi giovani avevano costruito nell'oratorio maschile.

Il 1932 vide la inaugurazione di due istituzioni fondamentali per il futuro di questa comunità. In quell'anno venne aperto l'Asilo Presentazione, tanto desiderato dai parrocchiani: poteva ospitare trecento bambini, con tutte le comodità, e avrebbe finalmente accolto in un ambiente migliore l'oratorio femminile.

nell'agosto dello stesso anno, giunsero in parrocchia e si stabilirono presso la Chiesa, nell'antica casa parrocchiale (dove sono alloggiate tuttora), un gruppo di suore, Le piccole serve del Sacro Cuore, consacrate all'assistenza dei poveri infermi a domicilio.Le vediamo tuttora passare queste brave suorine (le suorine delle punture), svelte e indaffarate per le strade. Il loro apostolato costituisce una presenza viva della Chiesa locale in una sua particolare necessità, che è la 'Pastorale degli ammalati'.

Intanto, con l'aumento demografico (i confini parrocchiali si estendevano fino a viale Marelli) si rendeva necessaria un'altra Chiesa. C'era in parrocchia uno zelante coadiutore, don Elvio Zenoni, tanto diligente nel dirigere l'oratorio maschile (che in onore del Card. Ferrari ne prese il nome, cioè "Sant'Andrea"), quanto bravo nelle prediche: a lui, nel 1934, fu attribuito l'incarico di iniziare, in una piccola Cappella, l'apostolato tra quella gente un po' distante dalla parrocchia madre. Circa quindici anni dopo la Cappella divenne chiesa parrocchiale, dedicata al SS. Redentore, e con primo Parroco proprio lui, don Elvio Zenoni.

Già, si era nel 1934, anno d'oro per la parrocchia di S. Giuseppe; si erano appena spenti i clamori per la prima S. Messa di Padre Bossi che già un altro sacerdote prorompeva con tutta la sua vitalità: Padre Giuseppe Monti, che un anno dopo sarebbe partito per la Cina come Missionario.


27Giugno 1936: solenne cerimonia di consacrazione della chiesa di San Giuseppe da parte del Cardinale Arcivescovo Ildefonso Schuster.
La Chiesa, benedetta dal Card. Ferrari nel 1916, fu consacrata, con la rituale solenne cerimonia, dal Card. Schuster il 27 giugno 1936 a S. Giuseppe, ponendovi le rituali Crocette, nell'anno 40° di Ordinazione del Parroco don Francesco Rigamonti. Sull'Altare maggiore, sormontato da un bellissimo Tempietto, vennero poste le reliquie dei Martiri Primo, Placido e Feliciano. All'entrata del Tempio venne murata l'epigrafe dell'Atto di Consacrazione.

Dal fascismo alla ricostruzione

Il pregevole coro ligneo eliminato durante i lavori di ristrutturazione degli anni '70.

 

Nel successivo dopoguerra, nel pieno della ricostruzione e dello sviluppo della città di Sesto, viene a mancare il fondatore e guida della comunità, le cui redini saranno assunte da don Egidio Cappellini, Pastore per i successivi trent'anni.


L'interno della cappella del rione Vittoria, allora parte integrante della comunità di San Giuseppe.
Passati gli anni della triste guerra, vennero rinnovate, in Chiesa, le tinte delle pareti e delle colonne, e applicate sui dodici finestroni le vetrate colorate raffiguranti i dodici Apostoli, a opera della ditta Albertella di Milano. Grande fu anche il concorso del popolo nelle donazioni di paramenti sacri e oggetti destinati al culto divino; alcune ditte, con modiche spese, rinnovarono strutture già esistenti (tetto chiesa, case coadiutori, oratorio, ecc.).

 

Nel 1948 fu deciso l'acquisto della ‘Casa Mariani’, sede del circolo cattolico parrocchiale Card. Ferrari, e il 12 marzo 1950, assieme alla ristrutturazione del circolo, fu posta la prima pietra della casa delle Associazioni (l'Ottantuno di via XX Settembre, tuttora funzionante), con l'intervento di Lazzati.

Ma un dolore enorme stava per colpire la nostra parrocchia: nel marzo del 1952 l'amatissimo parroco don Francesco fu colpito da una paralisi che lo immobilizzò, rendendo necessario l'arrivo di un Vicario diocesano, don Pasquale Viganò. Dopo due anni di malattia, sopportata senza un lamento, offrendo le sue sofferenze per la salvezza delle anime a lui affidate, il 7 gennaio 1954 don Francesco fu chiamato alla casa del Padre. I funerali, tre giorni più tardi, furono un'apoteosi di ringraziamento di tutto un popolo.

Era stato intanto nominato nuovo Parroco di S. Giuseppe Don Egidio Cappellini, proveniente da S. Gerardo di Monza, che fece il suo solenne ingresso in parrocchia il 28 febbraio, accolto al Rondò da un grandioso corteo, che lo accompagnò poi in processione fino alla sua nuova chiesa: avevamo da poco salutato con commossa e riconoscente manifestazione il primo parroco Don Francesco Rigamonti, e subito demmo il benvenuto con trionfale letizia al suo successore.

Il primo anno di presenza del nuovo parroco fu ricco di avvenimenti e di iniziative: il 29 giugno celebrò la sua prima S. Messa don Angelo Valota, nostro parrocchiano; in settembre la parrocchia fu chiamata a partecipare numerosa alle esequie del Card. Schuster, che fu sostituito da Mons. Montini; molti furono i pellegrinaggi ai diversi santuari, sempre guidati dall'infaticabile parroco; in luglio si resero necessari i primi lavori di riparazione all'oratorio...

Don Egidio decise anche di rivedere gli orari delle S Messe festive: per la prima volta venne aggiunta una Messa vespertina, alle 17.30, e in seguito a un referendum parrocchiale si decise l'istituzione di una S. Messa per la gioventù alle 9, anticipando di mezz'ora la Messa delle 8.30.

Sesto si avviava ormai verso i 50.000 abitanti, tanto che nel 1955 ottenne l'ambita elevazione a ‘città’: poiché il Comune aveva ‘dimenticato’ di invitare le autorità religiose alle manifestazioni cittadine del 2 giugno, i solenni festeggiamenti religiosi e sportivi si tennero il 26, culminati con una processione da S. Giuseppe alla Prepositurale di S. Stefano.

Sorgeva poco distante dalla parrocchia un cascinale chiamato ‘Torretta’, la cui costruzione risale al 1600 circa, al quale fu aggiunta una chiesetta destinata ai padroni e a tutti gli abitanti del complesso, in maggior parte agricoltori, ma vuoi per incuria, per negligenza, o per intemperie, la chiesetta, come tutto il circondario, man mano che gli anni passavano, andarono rovinandosi, fino ad erigersi a solo magazzino di merci o deposito di rifiuti, e per oltre tre secoli fu abbandonata al suo declino.

Solo intorno al 1950 si cominciò la ristrutturazione, e ai giorni nostri nella chiesina sono riprese le sacre funzioni, così che è diventata un'appendice della parrocchia stessa a conforto spirituale di circa un migliaio di fedeli nel frattempo venuti a popolare il rione.

 

L'avvio della riforma liturgica

Passa il tempo e, dopo i suoi primi quarant'anni, anche la nostra chiesa inizia a richiedere lavori di ammodernamento e di rinnovo. Intanto nel 1956 il Comune si arrese a dotare il campanile del tanto atteso orologio elettrico, servizio utile alla cittadinanza; due anni dopo l'oratorio maschile si dotò di uno dei primi televisori! Contemporaneamente altri lavori, voluti dal parroco Don Egidio continuarono a rendere sempre più bella e accogliente la chiesa: ai suoi parrocchiani donò il Battistero (inaugurato nel dicembre del 1958, opera dell'impresa edile Carlo Carmine, di Sesto), poi anche l'impianto di riscaldamento a nafta, con ventole e grate per il gettito di aria calda: il costo è di circa 4.000.000, che si spera di coprire con le offerte dei fedeli e la munificenza del Cav. Valaguzza.

Negli anni successivi fece rifare i confessionali degli uomini e fece infine applicare, nel 1964, dei cuscinetti in vilpelle sulle pedane delle panche in chiesa; sempre in quest'anno si presentarono i primi progetti per rinnovare la pavimentazione in chiesa e per un nuovo oratorio, più moderno, con relative case parrocchiali!

Questo "fervore edilizio", però, non fece certo dimenticare a don Egidio l'aspetto spirituale, fondamentale nella sua missione di Pastore: fu sempre molto attento all'istruzione catechistica della domenica pomeriggio in chiesa (Vesperi e Benedizione Eucaristica); fece di tutto per riorganizzare la 'cantoria' (gli piacevano molto le S. Messe cantate in Gregoriano), la Biblioteca e la Vetrinetta Buona Stampa (sostituita nel 1968 con l'attuale 'Edicoletta Rivendita'); sempre numerosi e molto frequentati furono i pellegrinaggi parrocchiali ai diversi santuari mariani; curò in modo particolare le funzioni serali a maggio, per il mese mariano, e a giugno, mese dedicato al Sacro Cuore.

 

Il 1958 fu per noi un anno di grandi gioie: il caro parroco festeggiò tra l'esultanza di tutta la comunità i suoi primi 25 anni di sacerdozio, e il nostro Monsignor Bossi, indimenticato primo chierichetto alle origini della parrocchia di S. Giuseppe, fu consacrato Vescovo.

Ma la felicità della nostra piccola comunità fu turbata da un gravissimo lutto che colpì l'intera Chiesa universale: la morte del Santo Padre Pio XII, celebrata anche nella nostra parrocchia con una solenne Messa in suffragio. Il conclave elesse in sua sostituzione il "papa buono" Giovanni XXIII, mentre arcivescovo di Milano era il card. Montini, che nel 1960 compì una visita pastorale nella nostra parrocchia, festeggiato da tutta la comunità, le associazioni e gli oratori.

Ma ben altri incarichi attendevano da lì a pochi anni il nostro arcivescovo: nel 1963 anche l'amatissimo papa Giovanni XXIII fu richiamato dal Signore, che lo volle al suo fianco. A sostituirlo fu scelto proprio il card. Montini, che prese il nome di Paolo VI, lasciando la diocesi di Milano alle cure del card. Colombo.

Nella nostra parrocchia, nelle domeniche di febbraio del 1965, vengono spiegate le disposizioni ecumeniche sulla nuova liturgia della S. Messa, che deve essere seguita in Italiano, e finalmente il sette marzo fu concelebrata la prima S. Messa in italiano, su un altare apposito, con il sacerdote rivolto verso il popolo e non più di spalle all'assemblea.

Gli anni postconciliari

Don Egidio Cappellini, il giorno del 50° di sacerdozio.

Quando nel 1963 Michele Spampinato, uomo di preghiera ed azione, andò in pensione, raccolse attorno a sé un gruppo di pensionati e diede l'avvio a quello che poi, nel '72, divenne, su invito del Cardinal Colombo, il "Movimento della 3° età".In Parrocchia il gruppo, divenuto misto, non mancava di entusiasmo. Gli incontri si facevano il giovedì.

Già da allora si organizzavano giornate di spiritualità in varie località (Somasca, Tavernola, Capiago), gite, momenti formativi, pomeriggi ricreativi: Carnevale, Festa della mamma, Tombolata, senza dimenticare, però, gli ammalati, le persone sole.

Nel 1966 arriva in parrocchia don Gianfranco Redaelli come assistente dell'oratorio femminile. Svolgerà questo compito fino al '74, anno in cui  verrà nominato parroco della parrocchia di "Cascina de Gatti".

Assistenti all'oratorio maschile in quegli anni sono prima don Eugenio poi don Savino.

 

Il trascorrere del tempo rendeva intanto necessari alcuni interventi di sistemazione e ammodernamento delle strutture parrocchiali: nel 1971 si rifecero tetti e grondaie e si sostituì l'impianto di riscaldamento, passando dalla nafta al gasolio. Ma la grande svolta, in fatto di strutture murarie, avvenne nel 1973, quando si decise di avviare una grande e completa ristrutturazione degli edifici parrocchiali (compresa la cappella della frazione “Torretta”).

Rivedendo quel periodo con la saggezza del “poi”, si deve riconoscere che furono commesse anche delle sciocchezze: bruciati il pulpito intarsiato e il coro, eliminato l'organo a canne perché costava troppo la riparazione, distrutti l'altare centrale, quelli laterali e le balaustre, tutte in marmo.

Al posto di don Gianfranco arrivò nel 1974, sempre come assistente dell'oratorio femminile, don Giorgio de Capitani, che, facendo sue le istanze dell'essere dalla parte degli "ultimi", accentuò l'attenzione ai poveri.

Nel 1976 a don Giambattista Biffi, ordinato quell'anno sacerdote, venne affidato l'incarico di Assitente dell'oratorio maschile e del “Collegio Universitario” di via Milanese.Don G.B. (così era chiamato), con lo stile particolare che lo distingueva, fu, nei vari incarichi che ha mano a mano assunto nella nostra comunità (con i bambini prima, e con gli adulti poi), sempre richiamo della presenza di Dio, non solo nei Sacramenti e nella Parola, ma anche nella storia delle singole persone.

Nel 1979 don Pierluigi Chiodaroli sostituì don Giorgio all'oratorio femminile.

L'oratorio maschile cambiò nuovamente assistente nel 1983: don G.B. (che rimane in parrocchia, destinato agli adulti) viene sostituito da don Claudio Maggioni, che rimarrà con noi 9 anni.

Nello stesso anno vengono solennemente festeggiati i 50 di sacerdozio di don Egidio Cappellini che, solo due anni dopo, il 18 settembre 1985, per raggiunti limiti d'età, lasciò la guida della parrocchia per ritirarsi a Montesiro di Besana Brianza dove, il 12 ottobre 1990, all'età di 81 anni, Dio lo chiamò a Sè.

Per un anno il parroco fu sostituito dal Vicario diocesano don Albano Giolo, dei Padri Oblati, che gestì la parrocchia fino a quando, nel giugno del 1986 venne nominato il nuovo parroco, don Stefano Valtorta, proveniente da Vimodrone.

Veduta aerea del complesso parrocchiale agli inizi degli anni '90.

Insieme in cammino

8 Dicembre 1986: il notiziario parrocchiale titola: la nostra comunità parrocchiale compie 70 anni; ingresso ufficiale del parroco don Stefano Valtorta.Perché, se è vero che nel mese di giugno, don Stefano è arrivato in parrocchia in punta di piedi, è altrettanto vero che è intervenuto, subito, con decisione, sulle strutture che necessitavano urgentemente di ristrutturazione: riordino delle abitazioni del parroco e dei sacerdoti (la soletta del primo piano stava cedendo), tetto della chiesa, canali di scolo, cella campanaria, lavori urgenti di prima manutenzione all'oratorio maschile.

In parrocchia era arrivato da pochi giorni anche don Paolo Monguzzi, che abita presso il parroco.Don Paolo è considerato "prete residente", non ha quindi particolari incarichi pastorali da assolvere, e può dedicarsi completamente al ministero sacerdotale vero e proprio. Il suo confessionale, in questi anni, è stato senz'altro il più frequentato, anche da persone "fuori parrocchia".

Assistente dell'oratorio maschile, dal 1983, è don Claudio Maggioni.

Nel giugno 1987 don Pierluigi Chiodaroli lascia la nostra parrocchia. È nominato parroco di Cassinetta Lugagnano.

Il 18 ottobre dello stesso anno, a sostituirlo, arriva don Luigi Didoni, già direttore dell'istituto di Padre Beccaro di Viggiù.

Don Luigi inizialmente prosegue con l'incarico dell'oratorio femminile fino quando non si decide di unificare i due oratori, dandone la responsabilità a don Maggioni.

Il 3 Aprile 1988 il "Liber Chronicus", della storia parrocchiale, annota che "si rilevano risvegli liturgici e di attività parrocchiali: Oratori, Gruppo Caritas, San Vincenzo, Unitalsi, Scout, Catechesi, Servizi, solidarietà sociale e familiare, convegni e pellegrinaggi che ricementano i parrocchiani".

Nell’ottobre del 1991 lascia la parrocchia anche don Giambattista Biffi che, pur distaccato dal 1985, in seguito all'incarico di assistente regionale degli Scout, aveva continuato ad abitare da noi e prestare il suo servizio nella catechesi settimanale agli adulti e nella celebrazione della prima messa del mattino. L'incarico della Pastorale Giovanile lo porta ad abitare a Milano.

Nell'aprile 1989 il cardinal Martini fa la visita pastorale alla città di Sesto. Incontra i sacerdoti, i Consigli Pastorali e conclude con la S. Messa, alla Rondinella.

Dopo la S. Messa, accogliendo senza indugio l'invito che gli viene fatto, si reca a trovare, nella sua abitazione sopra la chiesa, il sacrestano Giovanni Rigamonti, da tempo ammalato.

La realtà parrocchiale di questi anni è espressa dalle "Notizie". Un foglio di informazione che non ha, però, una scadenza fissa. Nel dicembre del 1990 prenderà il nome di "La voce della parrocchia", anche se la sua pubblicazione rimane sempre limitata a particolari momenti.

Nel frattempo non ci si è fermati nei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria: la programmazione elettronica delle campane, l'orologio sul campanile, il nuovo organo. La chiesa viene completamente ridipinta nella nuova tonalità grigio chiaro. Rimangono le colonne a strisce come, già altre volte, avevano voluto i parrocchiani.

Nel 1989 si comincia già a pensare all'"Oratorio Nuovo". Si costituisce una commissione composta da otto laici, oltre al parroco e a don Maggioni, che si ritrova frequentemente, cominciando a confrontarsi per definire l'idea di "oratorio" e il progetto educativo che ci deve stare dietro. Scelgono lo slogan: Oratorio nuovo - ragazzi nuovi.

Nel 1992, con l'assenso del Vicario Episcopale, si è provveduto ad una ridifinizione dei confini della parrocchia, che era la più popolosa di Sesto. Alcune vie confinanti vengono assegnate sia alla nuova parrocchia di San Giovanni Bosco, sia a Maria Ausiliatrice e il numero 42 di viale Gramsci, a Santo Stefano.

Nell'autunno del 1992 don Claudio Maggioni, dopo i suoi primi 9 anni di ministero passati con noi, viene destinato alla comunità giovanile di Abbiategrasso. Lo sostituisce don Claudio Dell'Orto, anche lui prete novello.Pur avendo un'aria tanto giovane e sprovveduta, si intuisce subito la sua forte tempra di uomo di fede e di Pastore. L'inizio non è facile, si trova in una situazione assai particolare: intorno a lui c'è il cantiere. "Sono un prete dell'oratorio, senza oratorio" - lo si è sentito dire -. Ma non si scoraggia e, con metodo e puntiglio, si mette subito al lavoro "costruendo", parallelamente al nuovo fabbricato, la comunità che la abiterà. Il lavoro non manca. Dal 1994, visto che don Gabriele non viene sostituito, in parrocchia rimangono solo tre sacerdoti per più di 7.000 famiglie. Fortunatamente il sabato e la domenica si può contare sulla preziosa presenza di don Cesare Pasini e di don Raffaello Ciccone, che venuto ad abitare tra noi nel 1995, ci dedica tutti i momenti liberi dal suo incarico di responsabile diocesano della Pastorale del Lavoro.

 

 

                                            

 

 

Home ] Su ]

Inviare a vic_cik@yahoo.it un messaggio di posta elettronica contenente domande o commenti su questo sito Web.
Aggiornato il: 01 marzo 2001