ultimo aggiornamento: sabato 18 settembre 2004
Il Culto di Santa Lucia
Il culto di Santa Lucia si diffuse rapidamente dopo il martirio e il suo nome comparve ben presto nel Canone della Messa pur non avendo mai avuto una liturgia propria completa.
La messa a lei dedicata è la "Comune delle Vergini".
Nel VI secolo il papa Gregorio Magno, vissuto tra 590 ed il 604, inserisce Santa Lucia nel canone della messa romana e sotto di lui vengono dedicate a Lucia due chiese, a Siracusa ed a Roma; poco dopo il nome di Lucia viene inserito anche nel canone ambrosiano.
Il nome Lucia proviene dal latino lux e significa luce, luminosa, illuminante.
La leggenda, affermatasi dopo il Mille, parla di occhi strappati dalle orbite ed è questo l'emblema di Lucia nelle rappresentazioni pittoriche: probabilmente la sua funzione di protettrice della vista é proprio legata al nome visto che nelle "passio" non si fa cenno alcuno a questo tipo di martirio.
Lucia protegge ciechi, oculisti, elettricisti, sarti e ricamatrici, donne di malavita pentite.
La Santa ha ricevuto più di ogni altra onori e riconoscimenti, per non parlare degli innumerevoli ex voto offerti in forma di occhi di ogni specie e materiale, e delle piccole forme di pane dette "gli occhi di Santa Lucia ".
Forse l'omaggio più pertinente è venuto dagli speziali del Medioevo, che prepararono una specie di collirio dall'esplicito nome di "Santa Lucia".
Lucia fu citata negli scritti di San Tommaso d'Aquino.
Dante ne fa il simbolo della Grazia illuminante e si definisce "suo fedele"; la reputava protettrice della vista e, come racconta nel Convivio, si rivolse spesso a lei per guarire dai disturbi agli occhi.
E' patrona di Siracusa e di Mantova.
Santa Lucia diventa solennemente un soggetto dell'arte cristiana già nel VI secolo nel celebre mosaico di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna.
Nell'iconografia della Santa gli artisti hanno sottolineato in modo particolare gli occhi ma ci sono soffermati anche su altri attributi ricorrenti quali la palma del martirio, una spada oppure una tazza da cui esce una fiamma; a Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola.
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L'individuazione della Lucia nelle raffigurazioni non è sempre facile, perché gli occhi strappati vengono dipinti a volte in modo stravagante (su piatti, dentro ampolle, confusi tra mazzi di fiori: ad esempio, Angeletto da Gubbio raffigura la Santa che sorregge con la destra un vassoio con ben sei occhi, il Cossa invece rappresenta Lucia che porta gli occhi su uno stelo come fossero fiori.
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Veronese |
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