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 STORIA DI GODIASCO

Cap. M01 - Godiasco e il suo territorio - Pag. M01.02

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2001 - © Copyright 2001-2025- e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina

INDICE:

 

Il Capoluogo del Comune, é ubicato alla confluenza della valle Ardivestra con la valle Staffora.

Gli storici suppongono che in epoca preistorica si stanziassero in questi luoghi ricchi di acqua, di pascoli, di legname, di pietre da costruzione, tribù liguri migrate dalla valle del Rodano e digradate fino al Golfo del Tigullio da cui poi risalirono il Cicagna e il Borbera per affacciarsi sull'alta valle Staffora.

Il suffisso del toponimo ("ascum" ligure o "acum" celtico) fa presumere come si debba far risalire a tempi prelatini la nascita di Godiasco.

Attraverso la via fluviale dello Staffora, ridiscesero successivamente altre popolazioni sottomesse nel 222 a.C. dal console Marcello.

Panorama di Godiasco

 

Intorno all'anno mille le famiglie degli Obertenghi, che si suddivisero in vari rami nobiliari fra cui i marchesi Pallavicino, i d'Este, i Malaspina, occuparono tutta la valle Staffora divenuta per sua stessa natura la più breve via di comunicazione tra il mare e la Lombardia.

Godiasco si trovava infatti sulla "via del sale" che collegava Pavia, capitale del Regno Longobardo, a Genova.

Numerose carovane, ricche di merci pregiate, di spezie e di stoffe, di sali e metalli preziosi, dovevano attraversare spesso questa valle, diventando preda di facili latrocini.

I mercanti che caricavano le merci nel porto di Genova, sapevano in partenza il prezzo del pedaggio che valeva la pena di pagare perché i Malaspina, signori del luogo, col passare del tempo si erano impegnati a difendere le carovane in transito, garantendole con scorte armate fino alle celle conventuali del mercato pavese. 

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Il più antico documento conosciuto che ricorda Godiasco, é un diploma del 1164 con il quale Federico I Barbarossa investiva Opizzo Malaspina del marchesato di Godiasco che si estendeva in tutta la valle Staffora.

La famiglia Malaspina dello spino fiorito fu investita di questo feudo anche nel 1220 da Federico II e nel 1355 da Carlo IV.

Stemma dei Malaspina del ramo spino fiorito

Dobbiamo certamente ai Malaspina la costruzione dei torrioni che fortificavano le mura di Godiasco.

 Esistono ancora torri di guardia incorporate nelle mura di cinta. Il tessuto urbano originale del paese é tipicamente medievale.

Nel centro antico sorgeva il castello munito di tre ordini di mura. 

 

II portale del più antico palazzo marchionale che si vorrebbe costruito nel 1400 probabilmente sui ruderi di un più antico castello, porta scolpite nella fragile arenaria, due cariatidi sostenenti l'architrave.

Questo é diviso in cinque formelle separate da figure umane allegoriche, porta la data del 1594 ed una dicitura latina, oggi illeggibile, che illustra la leggenda del nome "Malaspina . 

 

1. Primo ordine di mura che racchiudono il Castello Malaspina 2. Torri del Terzo Ordine di Mura prima della ristrutturazione
 
3. Dettaglio portale 4. Portale d'Ingresso del primo Palazzo Malaspina

Nell'interno del cortile si nota un pozzo sormontato da una figura femminile in arenaria. 

In tale edificio fu ospitato per qualche tempo il Cardinale Giovanni De' Medici, futuro papa Leone X, dopo la sua cattura nella battaglia di Ravenna ad opera dei Francesi.

Bernabò Malaspina, marchese di Godiasco, organizzò la sua fuga, ma a sua volta fu condannato alla pena dello squartamento dagli Sforza che nel frattempo gli avevano mosso guerra e lo avevano sconfitto.

Tale condanna venne eseguita a Voghera sulla pubblica piazza il 20 settembre 1514. 

Dentro le mura sorgeva anche la vecchia chiesa dedicata a San Siro collegata al nuovo palazzo Malaspina, oggi palazzo Pedemonti, edificato nel XVI secolo.

La struttura organizzativa del borgo medievale é desumibile anche dalla toponomastica: via del Conciatore, via del Mulino, via del Forno, via del Boscaiolo, via della Conserva, piazzetta dell'Aia.

 Sono ancora individuabili, in alcune piazzette, piccoli androni, probabili ingressi di botteghe di macellai, conciatori, vasai, panierai, tessitori. 

Pozzo interno al Palazzo Malaspina

Case ringhiera del 3° Ordine di Mura

 

Nel rione Castello vi sono tutt'oggi stretti passaggi fra casa e casa (le cosiddette "ariane"), scalette esterne, piccole finestre di minuscole case ora disabitate o ristrutturate, testimonianze di un tempo in cui il possesso di ampie e numerose finestre era un lusso soggetto a gabelle.
Particolare di un' "ariana" stretto passaggio tra due abitazioni

 

Il dominio malaspiniano si protrasse oltre il periodo feudale anche se una parte del feudo, nel corso dei secoli, subì smembramenti, passaggi in diverse mani, distruzioni, a causa soprattutto dell'inimicizia con i Visconti che si proponevano di domare lo spirito di indipendenza dei Malaspina.

Militarmente parlando, Godiasco subì distruzioni assai gravi: nel 1398, in occasione di scontri tra i Visconti ed i Malaspina; nel 1403 l'abitato venne occupato da truppe genovesi agli ordini del re di Francia.

Essendo un importante luogo fortificato, posto all'imbocco dell'alta valle Staffora, dovette subire vandalismi e scorrerie con la conseguente distruzione di edifici e mulini.

 Nel primo ventennio del XV secolo, il marchesato di Godiasco, tolto dalla giurisdizione dei Malaspina e concesso al Conte di Carmagnola da Filippo Maria Visconti, vide accrescere la propria Vecchie case del nucleo più antico, visibili nel importanza politico militare. Rione Castello.

Godiasco cadde successivamente sotto il dominio francese prima, austro-ungarico e piemontese poi. 

Intorno al 1840 fu capoluogo di Mandamento nella provincia di Voghera. Vi risiedeva il giudice mandamentale e l'esattore dei Regi Tributi. 

Vi era un banco di sale e tabacchi e vi si trovava una stazione dei Regi Carabinieri. 

Come sede di Mandamento, comprendeva i Comuni di Cecima, Montesegale, Pizzocorno, Rocca Susella, San Ponzo e Trebbiano.

Il Municipio aveva la sua sede nella Piazza del Mercato e vi rimase insediato anche dopo l'unità  d'Italia, quando fu costruito l'attuale Palazzo Comunale. 

Nei primi decenni dell'Ottocento furono intrapresi scavi per la ricerca dello zolfo che in alcuni luoghi affiorava tra le marne, nei dintorni di Godiasco.

Si privilegiò la zona denominata "Canaretta" sulla riva sinistra dello Staffora dove vennero scavate diverse gallerie fino ad una certa profondità  nel colle che vi si innalza.

Gli scavi a cui presero parte maestranze locali agli ordini del farmacista di Godiasco Gerolamo Merlo, che a sua volta agiva per conto di una società  torinese, furono interrotti per l'eccessiva spesa in relazione alla quantità  di zolfo rinvenuto. 

Antiche Fonti della "Canaretta"

Intorno al 1870, nel Comune c'erano quattro scuole per l'istruzione primaria a totale carico dello stesso: una scuola maschile ed una femminile nel capoluogo e due scuole infantili miste, una nella borgata di San Giovanni e l'altra nella borgata di Monte Alfeo. 

Nel 1884 si spendevano £ 2.400 all'anno , oltre alle spese straordinarie per l'arredo, suppellettili e simili. Il Comune, pur non essendo tenuto ad istituire le due scuole miste delle frazioni, ne aveva sentito la necessità  al fine di propagare ed accrescere l'istruzione elementare. 

Nel 1891 venne fondata la Società  Operaia di Mutuo Soccorso, uno dei primi sodalizi della zona, che aveva finalità  mutualistiche ed assistenziali. Come sede sociale, nel 1913, fu costruito un teatro ora intitolato ad Antonio Cagnoni, compositore di musica che ebbe i natali in Godiasco nel 1828. 

 

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Attualmente Godiasco é una ridente località  ubicata prevalentemente sulla riva destra del torrente Staffora. 

Uno sviluppo urbanistico prodottosi in maniera non selvaggia, ed un'oculata politica atta a salvaguardare il nucleo medievale del centro abitato hanno permesso alcuni interventi di restauro per un parziale piano di recupero del centro storico, e la sopravvivenza di diverse isole di verde, che sembrano gli anelli di congiunzione ideali con le colline circostanti.

Lungo lo Staffora é stata attrezzata, da alcuni anni, un'ampia area verde interdetta al traffico, con pista di pattinaggio, giochi e piccola piscina per bimbi. 

L'economia godiaschese era, un tempo, prevalentemente agricola.

Negli ultimi decenni però, anche a causa dello spopolamento della zona collinare, tale attività  é in parte diminuita, sebbene le colture siano diventate più selezionate. Vaste porzioni di terreno sono sfruttate per la coltivazione di frutteti e vigneti. Nella zona collinare sovrastante il centro abitato opera l'azienda vinicola "Cabanon", che produce e vende pregiati vini D.O.C., noti in tutta la penisola.

E' presente anche l'artigianato (unità  locali dedite alle costruzioni, alla lavorazione del legno, del ferro e alla meccanica), con imprese per lo più a conduzione familiare o con pochi dipendenti. Il settore commerciale e quello produttivo sono rappresentati soprattutto da due segherie, da un poltronificio, da una fabbrica per la lavorazione del ferro e costruzioni meccaniche, da due rivendite di mobili. 

Tutti i giovedì esiste, da moltissimi anni, un mercato. 

"In ogni anno si fà  una fiera il dì 11 Novembre. Il giovedì vi é giorno di mercato, su cui si mettono in vendita cereali, pollame, maiali, caci di varie sorta, frutta di diversa qualità , tartufi, lavori in ferro, drappi, stoffe di cotone ed altre merci". (DAL DIZIONARIO GEOGRAFICO STORICO STATISTICO COMMERCIALE degli Stati di S.M. il RE di Sardegna - GOFFREDO CASALIS Torino 1841). 

Annualmente si tengono due fiere tradizionali, un tempo rinomate: quella cosiddetta "d'Agosto" (ultimo giovedì del mese) e quella di San Martino (11 novembre).

La sagra del paese cade il lunedì di Pentecoste ed é dedicata a Santa Reparata.

Il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio Abate, aveva luogo la tradizionale benedizione degli animali da lavoro, seguita poi da una vendita all'incanto. 

Oggi rimane ancora viva quest'ultima usanza: i parrocchiani offrono doni (torte, croccanti, salumi, polli, vino...) che vengono poi messi all'asta (incanto) sul sagrato della chiesa. Il ricavato viene devoluto per opere di beneficenza.

Panorama di Godiasco
I Giardini di Godiasco
Scorcio del Viale Mons. Albera

 


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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Testo e fotografie tratti dal libro "Godiasco e il suo territorio".