IL COMUNE DI GODIASCO E IL SUO TERRITORIO
Cap. M01 - Godiasco e il suo territorio - Pag. M01.01
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| Abitanti: 2564 | Superficie territoriale: ha 2061 | Altitudine: 163 - 675 m s.l.m. | Distanza da Pavia: km 44,5 |
| Frazione: Salice Terme | Sede municipale: Godiasco | Località : San Giovanni Piumesana, Alta Collina, Gomo | |
| Parrocchie: | San Siro di Godiasco | Cristo Re di Salice Terme | San Giovanni di San Giovanni Piumesana |
Assetto del Territorio: Geografia e Geologia
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Il territorio del Comune di Godiasco (costituito da numerose località oltre al capoluogo Godiasco ed alla frazione di Salice Terme) si estende per una superficie di 20 Km/q circa e comprende parte della porzione terminale della Valle Staffora (torrente appenninico affluente di destra del fiume Po) e l'ultimo tratto della Valle Ardivestra, includendo, in particolare, la zona di confluenza di quest'ultimo corso d'acqua entro il Torrente Staffora. Dal punto di vista geografico questa porzione di territorio ricade nell'Oltrepò Pavese, settore pedeappenninico a sud del Po, caratterizzato da una morfologia eminentemente collinare le cui quote, mediamente intorno ai 300 m circa, raggiungono al massimo i 560 m s.l.m. L'assetto del paesaggio é comunque solo apparentemente uniforme e basta osservare le molteplici differenziazioni e peculiarità del territorio, da ricondurre essenzialmente alla geologia dei luoghi, articolata e talora complessa, per rendersene conto. |
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Panorama da sud della Valle Staffora nel Territorio di Godiasco (sbocco in pianura a sinistra e capoluogo di Godiasco a destra) |
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I terreni geologici più antichi di tutta l' area mostrano segni evidenti di deformazioni (plegameritl e fratturazioni) create dai movimenti della crosta terrestre che hanno accompagnato, nel tempo, il sollevamento generale dell'Appennino fino al raggiungimento del suo assetto attuale. Parte di questi eventi tettonici é tuttora in atto per alcuni settori della catena appenninica e del suo margine, ivi compresa, anche se in misura minima, la porzione medio-alta della Valle Staffora. Questi movimenti, "interni" alla crosta terrestre, hanno spesso condizionato gli agenti "esterni" (azione colica, dei corsi d'acqua, delle acque di dilavamento superficiale, ecc.) svolgendo insieme ad essi un ruolo primario nel determinare l'evoluzione delle forme del paesaggio. |
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Il Torrente Ardivestra |
![]() Panorama da nord nord-est: Salice Terme e Alta Collina |
Le testimonianze dell'articolato fenomeno,
favorito anche da altri fattori (ad esempio le variazioni climatiche) sono
numerose; in particolare, nelle aree in sollevamento (quale tutto il margine
appenninico) ne sono espressione la tendenza dei corsi d'acqua ad erodere i
propri depositi recenti, infossandosi e l'andamento del reticolo idrografico
principale (rappresentato nel caso specifico dai torrenti Staffora, Curone,
Grue), che pur essendo generalmente orientato da SE a NO, in alcuni tratti
tende ad assumere direzione NE-SO, e ciò vale per i torrenti Curone e
Staffora.
Quest'ultimo corso d'acqua, in particolare, nella zona ad andamento "anomalo" corrispondente al tratto tra Bagnaria e Varzi, segue un tracciato piuttosto rettilineo che ricalca la linea tettonica Villalvernia-Varzi, di importanza regionale. Tale faglia (frattura crostale con movimento relativo delle parti) separa un dominio geologico poco "deformato" a Sud, da quello a Nord, interessato invece da più evidenti dislocazioni tettoniche: e lo riprovano estesi affioramenti di rocce ad assetto "caoticizzato" di natura prevalentemente argillosa, effetto delle forti "compressioni" e deformazioni crostali avvenute in questo settore di Appennino. Caratteristiche dei terreni "caotici" sono: la generale assenza di vegetazione, lo sviluppo di frane e fenomeni di ruscellamento diffuso (calanchi), nonché l'aspetto "degradato" dei versanti i quali , solitamente, risultano a blanda acclività ; ne sono esempio la "Ruga di Buscofà ", a NO di Godiasco e la fascia di terreni immediatamente a Nord di S. Desiderio. |
![]() Panoramica vista da S-SO di un rilievo collinare impostato nei terreni argillosi ed intensamente tettonizzati del complesso caotico AUCT. In particolare si osserva come il versante meridionale di tale rilievo sia interessato da tipiche forme calanchive prodotte dall'erosione diffusa delle acque di ruscellamento superficiale su terreni argillosi che affiorano lungo versanti molto acclivi ed esposti all'insolazione. |
La morfologia del paesaggio é comunque condizionata anche da altri fattori tra cui la natura litologica delle rocce: e così ai versanti modellati, nelle rocce terziarie, con caratteristiche litologiche più consistenti (ad es. conglomerati ed arenarie dell'area di Gomo, Monte S. Ambrogio, Madonna del Monte, a NNO di Godiasco) corrispondono pareti rocciose in rilievo rispetto alle zone circostanti, generalmente adibiti a coltivazione boschiva. Per contro, laddove sono presenti litotipi più erodibili, i versanti risultano a morfologia meno acclive e si contraddistinguono per la scarsità o totale assenza di affioramenti rocciosi nonché per l'uso agricolo cui sono destinati (vigneti in prevalenza). Le rocce presenti in questa porzione di Oltrepò pavese, ed in generale in tutto l'Appennino, sono essenzialmente rocce sedimentarie, originatesi, con l'azione dei corsi d'acqua e del vento, entro bacini, generalmente marini, in seguito a processi di tipo chimico (precipitazione e altri) oppure, più comunemente, attraverso la deposizione e successiva litificazione di materiali di varia natura ed origine: frammenti litici di rocce preesistenti, resti di organismi (organici e organogeni). La loro età é compresa tra 1 e 43 milioni di anni. Si tratta prevalentemente di rocce e depositi dell'Era Terziaria e Quaternaria corrispondenti a più cicli sedimentari l'ultimo dei quali si sovrappone ai depositi gessiferi da collocare tra i principali responsabili della mineralizzazione delle acque "termali", sulfuree e solfobromojodiche della zona (Salice Terme, Rivanazzano, Retorbido). Al di sopra dei depositi marini dell'ultimo ciclo sedimentario, costituito dapprima da rocce conglomeratiche (ben evidenti nel settore NNE di Godiasco) e quindi da argille e sabbie, che affiorano nelle incisioni vallive ed in parte sulle colline di Salice Terme, si sviluppa, con graduale transizione, la serie continentale originatasi ad opera dei corsi di acqua della zona, durante le fasi quaternarie glaciali e postglaciali. |
La rappresentano i ripiani alluvionali, attualmente terrazzati, depositati dal torrente Staffora e, in misura decisamente minore, dal torrente Ardivestra nella sua porzione di fondovalle. In particolare, si tratta di più coltri alluvionali "inscatolate" le une entro le altre (le più recenti entro le più antiche) che si sovrappongono frontalmente verso la antistante pianura, mentre verso il fondovalle sono delimitate da scarpate di altezza decrescente.
Questa configurazione geologico-morfologica, peraltro comune al margine pedeappenninico, testimonia l'alternarsi, con intensità progressivamente decrescenti, di fasi di deposizione e di erosione avvenute nell'ultima era geologica ed in particolare durante le glaciazioni pleistoceniche e la successiva epoca postglaciale.
Nell'area in esame i ripiani alluvionali sono ben individuabili lungo il versante sinistro della porzione terminale della Valle Staffora (nella zona tra Godiasco e Rivanazzano) oltre che nel fondovalle dei torrenti Staffora ed Ardivestra (in parte); essi si estendono in ampiezza sino al margine orientale della bassa Val Curone.
In specie, i depositi fluviali antichi e medi ricoprono i rilievi collinari più elevati (quota media di 210 m s.l.m.) che circondano Salice Terme e si sovrappongono ai sedimenti prevalentemente marini tardo terziari e quaternari che ne costituiscono l'ossatura.
Le coltri alluvionali più recenti invece, si individuano nei fondovalle fino ad una quota media di 170 m s.l.m. e su di esse si sviluppano i maggiori centri urbanizzati (Rivanazzano, Salice Terme, Godiasco).
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Testo di
Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Testo e fotografie tratti dal libro "Godiasco e il suo
territorio".