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Diocesi di Tortona

Parrocchia San Siro - Via Gerbidi 5 - Godiasco - Ente Morale Religioso senza fini di lucro

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 PARROCCHIA S. GIOVANNI PIUMESANA

Cap. K01 - Chiese ed oratori di Godiasco - Pag. K01.01

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2001 - © Copyright 2001-2025- e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina

 

 

Panorama di San Giovanni Piumesana

La località  di San Giovanni Piumesana era anticamente costituita da due borghi ben distinti, di cui il secondo superiore al primo per importanza storica, sociale e religiosa. 

Il centro di Piumesana, "cum tota curia", si trova esplicitamente nominato in un Diploma feudale del 28 settembre 1164, con cui l'Imperatore Federico Barbarossa investe il marchese Obizzo Malaspina di numerosi territori in Valle Staffora. In questo Diploma non sono nominate tutte le località  che ancora oggi si trovano in questa valle, pur essendo le stesse di origine antichissima: sono infatti citati solo i centri a quel tempo capoluogo di Curia, e che rappresentavano quindi il centro giurisdizionale di un vasto territorio. 

Nel 1351 un ramo dei Malaspina si trasferì a Piumesana, e Giovanni detto Berretta, figlio di Niccolò Marchesotto, divenne il capostipite dei Marchesi di Piumesana e Treschietto. Nel 1398, durante una guerra tra i Visconti e i Malaspina, il borgo, benché posto nell'entroterra rispetto all'odierna strada statale che da Godiasco sale a Varzi, fu distrutto dai Vogheresi per ordine del Duca Giangaleazzo Visconti. Il castello doveva trovarsi sul colle chiamato ancora oggi "Castelvecchio"; di esso non rimane che un pozzo profondo. 

Nel 1534 il Marchese Gerolamo Malaspina, del contado di Pozzolo, vendette parte del feudo ai Conti d'Adda di Sale, che assunsero anche il titolo di Marchesi di Piumesana (e dai quali il borgo di Sala, distante pochi chilometri da Piumesana, potrebbe aver derivato il nome). 

Nel 1783 Piumesana era comune e comprendeva San Giovanni, Casarume, Cerreto di Sopra, Gracinella (o Gaminella?) e Sala. Vi si accedeva da San Desiderio, per una strada mulattiera che é ancora individuabile in alcuni tratti. 

La carrozzabile che va a San Giovanni fu inaugurata nel 1911 e dieci anni dopo fu prolungata sino a Piumesana. Ancora nel 1523 esisteva a Piumesana una chiesa che pagava censo alla Santa Sede, dedicata ai Santi Tommaso ed Eufemia, di cui era parroco Giampietro Malaspina, ma della quale non é possibile avere notizie certe anteriori a tale data. 

La Chiesa

Le miserande condizioni economiche della società  del 1600 dovettero però ripercuotersi anche sulla vita religiosa locale, se in quegli anni questo edificio sacro si trovava ormai in così disdicevoli condizioni da consigliarne l'abbandono, come risulta da diverse fonti storiche. Di esso oggi non rimane alcuna traccia. La chiesa di San Giovanni si trova invece citata per la prima volta nel "breve" di Papa Eugenio III del 31 dicembre 1145, in cui veniva confermata all'abbazia di Sant'Alberto di Butrio e sul cui territorio doveva sorgere. Perciò anche il villaggio omonimo deve essersi sviluppato sul terreno dell'abbazia, concesso in enfiteusi agli agricoltori. 

Nel 1561 la si trova citata come parrocchia, retta da Don Giovanni Bellotti di Varzi, che ne aveva ricevuta l'investitura dall'Abate Commendatario di Sant'Alberto, poiché questa abbazia esercitava il diritto di patronato sulla parrocchia. Dalla relazione delle visite pastorali del tempo, la chiesa e la parrocchia risultavano però essere in pessime condizioni: il parroco, non avendo cantina, teneva in chiesa le botti, ed il Vescovo visitatore doveva anche dubitare della condizione morale della popolazione, se ordinava al parroco di far recitare ai fedeli, ad alta voce, il Pater, il Credo e l'Ave.

 Nel 1680 la parrocchia contava 300 anime, nel 1829 ne numerava 532. Attualmente la chiesa, immersa nel verde dei suoi alberi secolari, pur non presentando un particolare valore artistico, offre al visitatore un angolo appartato di preghiera e di serenità . Lo stile la caratterizza come tardo-romanica. 

Un antico portale permette l'accesso alla chiesa, il cui interno é costituito da un'unica navata. Sulla volta, sopra l'abside, si può notare un affresco raffigurante un gruppo di angeli che fanno corona attorno al Santissimo. 

Di particolare interesse é un mobile, in sacrestia, datato 1595. Significative sono anche le vetrate, a noi contemporanee, disegnate dall'architetto Gigi Leone, in collaborazione con il frate francescano Padre Costantino Ruggeri. 

 

Veduta del fronte della Chiesa di San Giovanni e sullo sfondo il castello di Nazzano

Esternamente, sul lato nord della Chiesa, sotto l'architrave, é visibile un bassorilievo raffigurante un volto, in cui la popolazione vorrebbe identificare San Zeno. Si tramanda infatti che, a poca distanza dalla chiesa, in un piccolo avvallamento, sorgesse un tempo un monastero dedicato a tale Santo. Caduto in rovina col passare degli anni, sembra che le sue pietre venissero utilizzate per edificare la chiesa attuale, e che tale bassorilievo fosse lasciato in bella evidenza proprio per ricordarne l'antico luogo d'origine.

Oggi, se la frazione di San Giovanni non ha conservato altre memorie evidenti del suo passato, né può vantare richiami di particolare interesse turistico o culturale, é tuttavia pur sempre da considerarsi meta privilegiata per tutti coloro che sono alla ricerca di un angolo di mondo ancora incontaminato, semplice e sereno, reso ancor più apprezzabile dalla genuinità  e dalla cordialità  della sua gente.

 


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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Testo e fotografie tratti dal libro "Godiasco e il suo territorio".