IL CULTO DI S. REPARATA
Cap. B01 - Storia: Antica e Nuova Chiesa Parrocchiale - Pag. B01.01
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Non si trova traccia del culto di s. Reparata
prima della metà del secolo IX, quando nel
"Martirologio di Beda", compare per la prima
volta il suo nome all'8 ottobre, questo
manoscritto era proveniente dall'abbazia di
Lorsch, nella regione di Warzburg (si tratta
dell'attuale "Palatino Latino 833" della
Biblioteca Vaticana). Ma la sua popolarità dovette subito diffondersi, visto il gran numero di recensioni della sua "Passio" che ci sono pervenute da diverse zone dell'Occidente medioevale. Particolarmente in Italia s. Reparata gode di grande fama e devozione, come a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Il "Martirologio Romano" scrive all'8 ottobre "A Cesarea di Palestina, il martirio di s. Reparata vergine e martire; poichè rifiutava di sacrificare agli idoli, sotto l'imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di colomba". A parte questo, non vi sono altre notizie, nemmeno da parte di Eusebio di Cesarea, che non ignorava i tormenti inflitti ai cristiani, durante la breve persecuzione di Decio (250-251) e che s. Reparata sarebbe stata martire nella sua città episcopale, avrebbe dovuto saperlo. E' stata poi nel tempo confusa con altre sante martiri da parte degli studiosi; ad ogni modo essa è stata rappresentata nell'arte in poche ma importantissime opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Domenico Passignano; opere eseguite tutte a Firenze. |
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Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni