UNA CHIESA :

UN SEGNO DI VITA

 

Ricordo di Giovanni

 nel 50° anniversario della Chiesa di

 Santa Maria delle Grazie

e nel 13° anniversario della sua morte.

 

di Graziano Borelli

 

 

 

" Ti rendo grazie, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate agli umili"

 

Il Signore mise gli occhi sull'uomo Giovanni per fare una storia che voi in lunghe linee conoscete già ma la storia vera è questa chiesa che è stato il fulcro della sua missione.

P. Pio dopo aver pensato a ristabilire l'anima di Giovanni con Dio, lo aiutò con la preghiera nell'andamento del suo lavoro perché da quel sudore nacque il tutto.

E' in quello spazio che P. Pio lo preparò all'incontro con Gesù in tante vicissitudini per farlo partecipare della sua vita e per dargli pienezza, e incanalare le alte energie della creatura da rendere più puro e profondo l'incontro da mistero a Mistero, l'incontro in spirito e verità. " Figlio mio, tu farai una chiesa e la casa per te" e ancora: " E quella casa sarà sempre aperta per coloro che hanno bisogno ...." Vedete, la cosa più difficile, per coloro che si sono imbarcati nell'avventura della fede , è avere pazienza con Dio.

La "condotta" del Signore con quegli che gli si dedicano è, molte volte, disorientante. Non c'è logica nelle sue "reazioni". Perciò non c'è proporzione tra i nostri sforzi per scoprire il suo volto velato e i risultati di tali sforzi. Dio è la fonte da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna. Giovanni imparò in queste vicissitudini la pazienza nella fede.

In quella casa, aperta a tutti, con l'aiuto del Padre ha speso tutte le sue energie umane per fare aderire a Dio svariate creature in tanti incontri parlando ed insegnando come debbano integrarsi l'attività e l'orazione con la mente ed il cuore. La preghiera e la sofferenza sono state sempre le sue compagne di vita a sostegno per l'altro e mai per sé.

Da quella casa tante anime si sono avvicinati alla chiesa accompagnati da una misteriosa spinta di amore dove nel sacrificio della S. Messa hanno scoperto il vero Gesù che è la fonte originale e la meta finale dei nostri destini e delle nostre vite.

E le mura di questa chiesa hanno anche loro una storia che ebbe inizio da una frase del Padre: " Giovà hai finito di pagare la nostra chiesetta ?" rispose: " Si... Padre! " riprese :      " Bene! Ora la pagherai di persona , mattone su mattone.”

E qui cominciò la storia vera che pochi conoscono.

" Sarai abbandonato dai più cari amici." Gli fu detto dal Padre e così fu , e non solo, calunniato, incompreso, sacrificato anche nel lavoro chiudendogli tante porte in faccia e queste erano porte di lavoro , erano porte di vendite, erano porte di banche, erano porte di relazioni tanto da farlo apparire una persona poco raccomandabile.

Vedete è nell'abbandono che Giovanni imparò a liberarsi dalle false maschere dietro le quali ci nascondiamo e accettò la realtà della contingenza e limitazioni maturando sapienza, maturità e la salvezza.

Tutto questo perché il Signore gli stava preparando una missione che agli occhi umani, mossi dall'invidia e da gelosie, poteva apparire una cosa di grande importanza, mentre per quelle poche persone rimaste fedeli nell'amicizia basata su Dio si intravedeva la strada del calvario.

Gli anni sono compresi di mesi e di giorni e fui   presente insieme con altri due   veri amici rimasti quando attraversò lunghi periodi di aridità e di siccità, ma non si lasciò abbattere. In mezzo alla più completa oscurità rimase abbandonato a Dio. Assalito da colpi inattesi che scossero il suo albero fino alle radici, non si agitò. Si abbandonò , in silenzio, al silenzio. Durante una di quelle sere, si ricordava alcune vicende vissute in veranda del convento con il Padre nelle ricreazioni quotidiane. Una di queste mi è rimasta sempre in mente ...

 

Erano presenti una diecina di persone con Giovanni ,quella sera  e scivolammo sull'argomento delle stigmate. Di S. Francesco, S.Caterina da Siena, S.Gemma Galgani ed altri... raccontavamo fatti circostanze di come, e dove questi avvenimenti prodigiosi erano accaduti ed in quale maniera il Signore si era presentato a Loro; la discussione era bella e anche contrastante in alcune esposizioni e le tesi dell'uno e dell'altro talvolta non coincidevano. Il Padre era lì, ascoltando come interessato. Poi la discussione si fece più stretta, tanto era l'interesse sull'argomento, che il discorso scivolò anche sulle stigmate di P. Pio, senza pensare che era presente. Le disquisizioni erano molteplici in base a ciò che sapevamo, alcuni sostenevano che dardi di luce erano partiti dal crocifisso del coro; altri replicavano che era la presenza sì del crocifisso che gli era apparso ma non di quello. Durante tutte queste discussioni il Padre, forse divertito da questi infantili commenti, aveva notato che Giovanni dissentiva da tutto con un movimento della testa; prendendo la parola disse:"Giovanni, tu che ne pensi!" Sorpreso da quella domanda rispose:" Padre, io non credo che dal quel crocifisso del coro abbia avuto le stigmate, non vede poi com'è brutto". Un accenno da parte di tutti di un sorriso e poi...silenzio. Il Padre ,ribattendo che il crocifisso non è mai brutto, replicò :"allora come la pensi?". Giovanni riprese:             " Vede io non ho studiato, sono ignorante, ma ho sempre pensato che mentre Lei era in coro, assorto nella preghiera, davanti a quel crocifisso, gli sia apparso Gesù con le piaghe alle mani ai piedi e al costato...vi siete guardati e poi vi siete abbracciati. Alla fine di   quell'abbraccio d'amore , si è trovato con i segni di Gesù...Vede, Padre, io sono arrivato a questa considerazione, perché la piaga del suo costato è all'opposto di quella di Gesù e questo può succedere solo con un abbraccio." Il Padre si fece serio e quasi imbarazzato, nulla replicò e mettendo la mano nella tasca pettorale ne tirò fuori un vecchio orologio da tasca e guardando l'ora disse:             " Beh!... Anche per questa sera si è fatto tardi. Buona notte! figli miei."  Cosi se ne andò lasciandoci privi di una sua risposta. A voi la conclusione. Io invece nel sentir riecheggiare le sue parole penso ai discepoli di Emmaus:" Non ci ardeva forse il cuore in petto mentre ci parlava"...

Vedete le nostre sere passate a rivivere questi momenti lo sollevavano dalle tristezze delle continue battaglie che ogni giorno doveva affrontare. Come Abramo e tanti altri uomini di Dio, questo confermato cominciò a tagliare i ponti dietro di sé, cioè a lasciare da parte le sicurezze del passato, le regole del senso comune e i calcoli di probabilità; prese a non curasi delle spiegazioni che non spiegano e delle evidenze che non acquietano e a occhi chiusi si affidò al " totalmente Altro", ripetendo di continuo : Amen!

Nello stile dei Poveri di Dio si abbandonò senza appigli, in piena oscurità a Cristo .

Stento anche oggi a capire, se non attraverso gli occhi della fede, come un uomo possa arginare le enormi difficoltà che tutti i giorni gli si presentavano per il lavoro.   Che fece? Proseguì, aiutando tante creature che il Signore gli metteva sulla strada, vegliando vicino a Gesù e al Padre, nonostante l'anima fosse straziata e annichilita.

La fede e la speranza illuminarono come tenui lampade la notte del monte degli Ulivi, quella fede e quella speranza che ci assicurano che dopo la notte sorge l'aurora.

Il sottoscritto e i due amici che gli siamo rimasti vicini, cercavano di aiutarlo e confortarlo e in molte notti abbiamo vegliato con lui sino quasi all'alba per non lasciarlo solo in quella sofferenza.

Vigilava senza dormire, per tutta la notte accanto al suo amato Padre che lo presentava a Gesù, accompagnandolo con amore,con speranza e con tenerezza.

Tu sai bene don Roberto negli ultimi anni della sua vita quante volte veniva di notte in questa chiesa a passare ore ed ore perché non poteva dormire per le sue malattie talvolta anche misteriose e quante volte chiedeva una tua benedizione per quegli assalti che doveva subire, sai bene che le anime si pagano a caro prezzo .

Se uno vuoi capire capisca altrimenti lasci perdere.

Vedete, queste pietre che compongano la Chiesa trasudano di sofferenza accettata da Giovanni e condivisa da P. Pio ; sentite come queste mura sono impregnate di successi ed insuccessi, alternandosi come le notti e i giorni. Qui ogni giorno Gesù è morto e resuscitato e cosi anche coloro che vi hanno partecipato . Tante volte P. Pio diceva ai suoi figli: " Se vuoi trovarmi! Vieni dinanzi al SS. Sacramento, la mi troverai ! "

Vedete il tabernacolo ebbe inizio quando a Maria, dalla croce ,gli fu deposto il corpo di Gesù . E’ dalla sofferenza che si nasce alla vita e il corpo macerato si è fatto cibo per noi.

Fratello, quando entrerai in questa chiesa, sentirai nel tuo spirito  risuonare quelle parole, che il Padre disse a Giovanni: (...la Madonna ed io ci passeggiamo in quella chiesa )... fatti prendere per mano e fatti condurre sui colli luminosi della contemplazione dinanzi al tabernacolo e ti sentirai venire incontro l'umiltà che è la Regina che ti farà rivivere nello spirito il prodigio di Dio.

Oggi siamo al 7 Dicembre e Giovanni 13 anni fa è salito al cielo accompagnato dal suo amato P. Pio che è venuto a prenderlo . E' morto nello stesso giorno e  alla solita ora che la chiesa è stata consacrata; diciamo che sia un caso e che sia un caso anche tutta la sua vita e anche un caso tutto il bene che ha compiuto.

No ! ... il bene non è un caso, il bene è un fatto e il fatto annulla il caso ed emerge la parola segno . E dietro c'è sempre Lui, il Signore che crea i segni.

Il segno è e rimane quello che ti disse il Padre:

" ...ti farai vecchio vecchio, aggiungerai molti anelli alla tua catena e la strada continuerà..."

...Molti anelli, caro Giovanni, si sono aggiunti alla catena e la strada continua luminosa... Questa chiesa è il miracolo vivente e un faro luminoso.