IL VOLTO VELATO

di

Maricla Boggio

 

 

 

                                                                 Personaggi e interpreti

Teresa di Lisieux Isabella Caserta
Suora Paola Campostella
musiche originali Roberto Frattini
scene Davide Trevisan
costumi Valentina Vitrano
oggettistica Francesca Pavan
tecnico luci-audio  Nicola Fasoli
foto    Brenzoni - Le Pera
collaborazione artistica Roberto vandelli
coordinamento Jana Balkan

Regia Walter Manfré

Produzione 
Teatro Scientifico coopo. a r.l.
Via T. Da Vico, 9
37123 - Verona
Tel.-Fax 045 8031321

Figura emblematica del secolo scorso, dottore della Chiesa, la "piccola Teresa" con la sia storia si presta ad una lettura attuale che, nel coraggio di una scelta difficile, sfida lo stereotipo schema del vissuto quotidiano della società consumistica invitando alla riflessione e alla ricerca della verità.

 

"Attraverso una serie di scene alternate a brevi intermezzi musicali, si delinea in una ingenua Sacra Rappresentazione il percorso di Teresa in un succedersi di eventi e di riflessioni di straordinaria ricchezza poetica e di vivacità intellettuale quanto mai moderna.
La personalità di Teresa contraddice tutto quello che si immagina solitamente in relazione alla santità ed ai suoi attributi. Teresa ha in se una grande gioia di vivere, una notevole capacità di amare, una inventi- va che le consente di penetrare nei segreti pensieri della gente così come di immaginare le più ardite costruzioni intellettuali.
La ragazza che interpreta Teresa è una novizia, che dà vita a questa "pia rappresentazione".
Le Scene-Mistero sono assai varie. Alcune sono veri e propri episodi della vita di Teresa; altre ne mettono in scena pensieri, ragionamenti, riflessioni; altre ancora ne riportano delle composizioni drammatiche, come quella che rappresenta Giovanna D'Arco, che con mano sicura e talento di autrice, regista e attrice, realizzò lei stessa di fronte alle Consorelle...
Ci sono poi delle Scene-Mistero che sono ricche di premonizioni, come quella nella quale Teresa racconta l' apparizione del Volto Velato, quando appena bambina vide suo padre con il capo coperto da un velo, mentre il padre era lontano, e l'episodio contiene una serie di riferimenti molto importanti...".
                                                                                  (Maricla Boggio )

 

"...E' un testo, questo, ispirato da un grande rispetto e permeato da attenta religiosità, ed è religiosità che non divide, proponendoci impossibili liste di 'buoni' e di 'cattivi', ma che ci restituisce, nello spazio del teatro , una vicenda esemplare. Eppure, se fosse soltanto un testo utile, non varrebbe, forse, la pena di soffermarcisi, perché ogni discorso va indagato tenendo conto della specificità del piano su cui si colloca. Questo testo teatrale appare convincente perché utilizza fino in fondo la dimensione del teatro e vengono inventati situazioni e personaggi organizzati, a volte, secondo un gioco di specchi...
I 'fiori dell'amore e del sacrificio' scandiscono l' esistenza di questa ragazza che esalta un Amore di sofferenza e di gioia...
L'amore ha bisogno di costituirsi parola, di articolarsi in comportamenti. Sia le parole che gli atti tramano l'amore; essenziali le une e gli altri perché l'amore viva e nel suo trionfo fondi l'esistenza degli uomini. Teresa di Lisieux ha scelto per il suo discorso di amore l'offerta all' Amante Divino, la volontà di sacrificio in nome dell'accettazione dell'altro, anche , soprattutto, quanto fonte di irritazione, di fastidio, di tendenziale rigetto. E allora azioni apparentemente irrilevanti o minute diventano il tessuto di un vivere quotidiano ispirato non alla logica della competizione e della conflittualità, ma alla dedizione assoluta.
In scena una figura di ragazza che unisce vigore intellettuale e umiltà di comportamento, che coniuga rigore concettuale e semplicità sorridente e, attraverso il linguaggio specifico del teatro, ci coinvolge su una molteplicità di piani e presentifica esperienze e vicende remote, eppure profondamente capaci di parlarci, anche nel nostro tempo.
Teresa di Lisieux, pur nel rispetto della sua realtà storica, diventa, in questo testo, un personaggio dotato di una sua verità teatrale. Ed è verità che, attraverso la suggestione estetica, sillaba un discorso di senso della sofferenza e della gioia che ha ancora molto da dirci."
                                                    (Luigi M. Lombardi Satriani)

 

"Quando alla fine del secolo delle luci una macchina fotografica entrò nel Carmelo di Lisieux fece ancora in tempo a lasciarci la curiosa documentazione di una rappresentazione teatrale con una giovane monaca vestita da Giovanna d' Arco.
Era Teresa del Bambino Gesù, morta poi all'età di 24 anni, che recitava in un'opera teatrale, da lei composta e diretta, per intrattenere le consorelle del suo austero monastero di clausura.
E' quanto mai simpatico e significativo che fra i Dottori della Chiesa vi sia una giovane carmelitana, Teresa di Lisieux, che, tra gli altri meriti, annovera quello di essere stata una brava autrice, sceneggiatrice, regista e attrice di teatro, sia pure nell'ambito di rappresentazioni domestiche conventuali. E non dispiace che fra gli scritti di questa giovane maestra universale della Chiesa del secolo XX, vi siano delle vere e proprie creazioni di opere teatrali, proposte con il titolo, davvero non molto entusiasmante, di Pie ricreazioni, anche se un grande teologo e uomo di cultura, H. Urs Von Balthasar, giudicava gli otto testi teatrali di Teresa un 'luminoso coronamento delle sue Opere complete'.
...Siamo quindi immensamente grati a Maricla Boggio per questa sua nuova fatica teatrale, nata da una profonda sensibilità umana e religiosa, da una profonda conoscenza dei testi teresiani, da una rara capacità di andare all'essenziale, là dove già Teresa di Lisieux è profondamente essenziale ed umana, femminile ed artista in ciò che dice e in ciò che vive."
                                                        (P. Jesus Castellano Cervera ocd.
                                    Preside della Pontificia Facoltà Teologica "Teresianum")

 

"Ho avviato da tempo una indagine -e realizzato spettacoli- sul tema delle Sante e delle Mistiche.
I materiali sull' argomento sono certo molto interessanti e farne teatro, date le manifestazioni 'eccessive' e 'fanatiche' che caratterizzano i comportamenti delle figure anche più illustri della agiografia di ogni tempo, è stato a volte fin troppo facile.
Di questa Santa Teresina, invece, sorprende e preoccupa, dovendo raccontarla sulla scena, la sua 'non-teatralità' .Avrei detto 'non-teatrabilità' ma la scrittura di Maricla Boggio -e gliene siamo grati- sarebbe lì a smentirci.
Una Santa semplice, ingenua ma convinta, lieve ma profonda, mistica -infine- ma non necessariamente sofferente.
Il suo stesso desiderio di fare teatro ce la fa amare incondizionatamente e ci riporta, credenti o no, alla possibilità quasi sempre dimenticata, di accostarsi a Dio con l'anima pura di chi è felice di amare.
Così ho voluto raccontarla: con quasi nulla sulla scena.
Dietro una grata claustrale che si può, però, aprire in ogni istante: prigione come libertà.
L'anima dell'attrice.
La luce evoca, la musica descrive.
Piccoli segni per una regia che spero discreta ma efficace" .
                                                              (Walter Manfré)

 



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ultimo aggiornamento 13/12/2000