S. Teresa di Gesù Bambino

Lettere a Celina

(...quasi Storia di un'anima)

                                 Le chiede il favore di un lavoretto a macchina e le parla della sua felicità, nella nuova vita del Carmelo.

 J. M. J. T.

8 maggio 1888 

    Ti mando, mia cara Celina, due piccole tovaglie da farvi il giornino alla macchina. So che hai tanto da fare, ma sono sicura che non rifiuterai questo servizio alla tua piccola Teresa. Penso che due giornini andrebbero bene. Ce n'è già uno, ma è troppo basso. Occorre fare il secondo giornino più distaccato. Desidererei che fossero pronte, al più tardi, domani dopo cena perché giovedì è l'Ascensione.

    Oggi sono quattro anni che ho fatto la prima comunione, ci pensi?'... Quante grazie da allora mi ha fatto il buon Dio!
    Mia cara Celina, ci sono dei momenti nei quali mi domando se è proprio vero che sono al Carmelo; qualche volta mi pare quasi impossibile. Ahimè! Che cosa ho fatto per il buon Dio perché mi ricolmi di tante grazie?
    Domani sarà un mese che sono lontana da te, ma mi sembra che non siamo separate. Che importa il luogo dove ci troviamo! ...Se anche ci separasse l'oceano, resteremmo unite perché i nostri desideri sono gli stessi e i nostri cuori battono all'unisono... Sono sicura che mi comprendi. « Che importa dopo tutto che la vita sia allegra o triste, arriveremo ugualmente al termine della nostra vita quaggiù ». Una giornata di carmelitana passata senza sofferenza è una giornata perduta; per te, è la stessa cosa, perché tu sei una carmelitana nell'anima.
    Abbraccia Leonia per me.
                                                                                                                               La tua Teresina del Bambino Gesù


                            Le chiede alcune cose e si rallegra con lei d'una p.rande grazia ricevuta.

 J. M. J. T.

Domenica 17 giugno 1888 

Mia cara Celina,
    Abbi la bontà d'inviarmi al più presto possibile la stoffa che hai comprato per farti un grembiule... Mandami tutti i nastri bianchi che trovi in casa. Ce n'è uno che avevo intorno al capo il giorno della prima comunione... Tutto ciò deve servire per rappresentare sant'Agnese...1
     Sorellina cara, com'è buono con te il buon Dio! Se tu potessi vedere che grazia hai ricevuto venerdì!2Tu mi dicevi, ricordi: ma io, io non ho ricevuto nessuna grazia decisiva. Ne sono convinta, questa è la grazia che aspettavi. Ora devi essere tutta di Gesù. Egli ti appartiene ora più che mai. Ti ha già messo al dito l'anello misterioso del fidanzamento. Vuol essere l'unico padrone della tua anima.
    Cara sorella, siamo veramente sorelle, nel pieno senso della parola.
    Addio, da lontano il mio cuore legge nel tuo cuore. 

                                                                                                                 Teresa del Bambino Gesù
                                                                                                                                 p. c. ind.

    Abbraccia a nome mio il mio incomparabile « Re » .


                        Le parla della comune vocazione alla purezza assoluta e alla passione di Gesù.

 J. M. J. T.

Carmelo, lunedì 23 luglio 1888 

Gesù solo
Cara sorella,
     La tua Teresa ha compreso tutta la tua anima. Vi ha letto più a fondo ancora di quello che non dicessero le tue parole. Ho compreso la tua tristezza di domenica, ho sentito tutto nel cuore... Mi pareva, leggendo, che fossimo animate dalla stessa anima. Nelle nostre anime c'è qualcosa di così sensibile che si rassomiglia tanto! Siamo sempre state insieme, le nostre gioie, le nostre pene, tutto è stato in comune. Sì, io sento che continua ad essere così anche al Carmelo. Mai saremo separate, mai. Lo sai bene, non c'è che il giglio giallo 3 che avrebbe potuto allontanarci un po'. Te lo dico perché sono sicura che la tua sorte sarà sempre un Giglio bianco, poiché tu )'hai scelto ed egli per primo ha scelto te. Comprendi i gigli? ...
     Mi sono chiesta qualche volta perché Gesù mi avesse presa per prima. Ora ho capito: sai, la tua anima è un giglio-semprevivo,4 Gesù può farne tutto ciò che vuole. Importa poco che sia in un luogo o in un altro. Esso sarà: semprevivo. La tempesta non può far cadere il giallo degli stami sul suo bianco calice profumato. È Gesù che l' ha fatto così. Egli è libero e nessuno ha il diritto di domandargli perché dà le sue grazie ad un'anima invece che ad un'altra.
    Accanto a questo giglio, Gesù ne ha collocato un altro, il suo compagno fedele. Sono cresciuti insieme, ma uno era semprevivo, l'altro no ed è stato necessario che Gesù prendesse il suo giglio prima che il fiore sbocciasse, perché i due gigli fossero per lui... Uno era debole e l'altro era forte. Gesù ha preso quello debole. L 'altro lo ha lasciato perché s'accrescesse la sua bellezza e il suo splendore... Gesù chiede tutto ai suoi due gigli. Non vuole lasciar loro altro che la loro veste candida... Tutto; hai capito, giglio-semprevivo, la tua sorellina? ...
    La vita spesso è pesante. Quanta amarezza e insieme quanta dolcezza! Si, la vita costa. È penoso cominciare una giornata di fatica. Lo sa il povero boccio, lo sa il giglio splendido... Si, sarebbe facile fare tutto per Gesù, se almeno facesse sentire la sua presenza... ma egli sembra lontano, lontano le mille miglia, e noi siamo sole con noi stesse. O noiosa compagnia, quando non c'è più Gesù!
    Ma che fa dunque questo dolce amico? Non vede la nostra angoscia, il peso che ci opprime? Dov'è? Perché non viene a consolarci, dal momento che non abbiamo altro amico che lui?
    Egli non è lontano, è li accanto che ci guarda, che va mendicando la nostra tristezza, la nostra agonia.5 Ne ha bisogno per le anime, per la nostra anima. VuoI darci una ricompensa tanto bella! Le sue ambizioni per noi sono cosi grandi!
    Ma come potrà dire: « È la mia volta! » 6se la nostra non c'è stata, se non gli abbiamo dato nulla? Ahimè! Gli costa farci bere fino in fondo il calice della tristezza, ma sa che è l'unito modo per prepararci a « conoscerlo come egli si conosce, diventare noi stesse degli dei ».7 Che mirabile destino! Quant'è grande la nostra anima! Eleviamoci al di sopra di ciò che passa, teniamoci a distanza dalla terra. Più in alto l'aria è pura! Gesù si nasconde, ma si sa che non è lontano.. Versando le nostre lacrime si asciugano le sue e la santa Vergine sorride. Povera Madre! Ha patito tante pene per causa nostra! È giusto che la consoliamo un po' piangendo e soffrendo con lei...
    Ho letto stamattina un passo del Vangelo dov'è detto: « Non sotto venuto a portare la pace, ma la spada ».8 Non ci resta dunque che combattere. Quando non ne abbiamo più la forza, allora è Gesù che combatte per noi. Mettiamo insieme la scure alla radice dell' albero...9
     
Che guazzabuglio ho scritto, povera me! Che lettera! Che confusione! Ma se Teresa avesse potuto dire tutto ciò che pensa, povera Celina! Non avresti mai finito di leggere..,
     Gesù è buono: ci ha fatto incontrare una madre come quella che abbiamo!10 Che tesoro! Tu l'avessi vista stamattina alle sei, con che premura mi ha portato la tua lettera... Son rimasta commossa.
     Gesù ti domanda tutto, tutto, tutto, come ai più grandi santi...
     La tua povera sorellina
                                                                                                                                   Teresa del Bambino Gesù
                                                                                                                                                  p. c. ind.


                       Le fa gli auguri per l'onomastico e le offre come regalo... i tesori infiniti nascosti netta più piccola sofferenza.

 J. M. J. T.

Carmelo, 20 ottobre 1888 

Gesù

Mia cara Celina,
    Domani, allora, è il giorno della tua festa.11 Come vorrei essere la prima a farti gli auguri! Ma se ciò non è possibile, posso farlo almeno col cuore. Che cosa vuoi che ti offra per la tua festa? Se ascoltassi me stessa, domanderei a Gesù d'inviare a me tutte le pene, tutte le tristezze e le noie della vita della mia cara Celina, ma non c'è pericolo che ascolti me stessa. Avrei paura che Gesù mi dicesse che sono un'egoista: vorrei che mi desse tutto ciò che vi è di meglio, senza lasciarne una briciola alla sua piccola fidanzata che ama tanto.
    Se le fa provare l'amaro della separazione, è permettere alla prova il suo amore. Perciò non posso domandare questo a Gesù. E poi è tanto ricco, tanto ricco che può facilmente arricchirci tutt'e due... Pensa un po': se Dio ci regalasse 1 'intero universo con tutt'i suoi tesori, tutto ciò non sarebbe paragonabile alla più leggera sofferenza! Che grazia quando al mattino non ci sentiamo un briciolo di coraggio, un briciolo di forza per 'praticare la virtù! Allora è il momento di mettere la scure alla radice dell' albero.12 Invece di perdere il tempo a racimolare qualche povera pagliuzza, affondiamo le mani nei diamanti! Che abbondante raccolta alla fine della giornata! ...È vero che qualche volta ci succede che non ci curiamo, per alcuni istanti, di accumulare i nostri tesori. Quello è il momento difficile e si è tentati di lasciar perdere tutto, ma basta un atto d'amore, sia pure non sentito, e tutto è riparato e migliore di prima. Gesù sorride, ci aiuta senza che ce n'accorgiamo e le lacrime che gli fanno versare i cattivi, sono asciugate per mezzo del nostro povero e piccolo atto d'amore. L 'amore può fare tutto: le cose più impossibili non rappresentano per esso nessuna difficoltà.13 Gesù non guarda tanto alla grandezza delle azioni, e neppure alla loro difficoltà, quanto all' amore da cui esse scaturiscono...14

     Ho trovato tempo fa una parola molto bella. Eccola, credo che farà piacere anche a te: « La rassegnazione è ancora distinta dalla volontà di Dio, c'è la medesima differenza che esiste fra l'unione e l'unità: nell'unione si è ancora due, nell'unità non si è più che una cosa sola ».15 Oh! si, non siamo più che una cosa sola con Gesù. Disprezziamo tutto ciò che passa. I nostri pensieri devono indirizzarsi verso il cielo, perché è là che dimora Gesù. Ho pensato, l'altro giorno, che noi non dovremmo attaccarci a ciò che ci circonda, perché potremmo essere in un altro luogo diverso da quello dove siamo e i nostri affetti e i nostri desideri non sarebbero allora più gli stessi... Non so spiegarti il mio pensiero, son troppo tonta per questo, ma quando verrai te lo spiegherò.
     Ma perché t'ho detto tutte queste cose che sai molto meglio di me? Avevo ancora bisogno d'intrattenermi con te come una volta, ma quel tempo non è passato, siamo sempre un' anima sola e i nostri pensieri sono sempre gli stessi di quando eravamo alle finestre del belvedere.. :16
     Gioisco pensando al giorno in cui ti festeggeremo nella città celeste.
     La tua sorellina
                                                                                                                                       Teresa del Bambino Gesù


     Com'è triste pensare che il padre Pichon 17 partirà per il Canada, ma ci resta Gesù.


Domenica 23 aprile 1882

Mia cara piccola Celina,

    Ti amo molto, tu lo sai bene (...) 

    Addio Mia cara piccola Celina.

    La tua piccola Teresa che ti ama con tutto il cuore.

                                                                                                                Teresa Martin 


Domenica 29 aprile 1883 

Alla mia piccola Celina diletta da parte della sua sorellina che l' ama molto teneramente.

                                                                                                                                            Teresa

 Righe scritte a matita, a tergo di un Sacro Cuore dipinto da Teresa. Celina aveva compiuto 14 anni il giorno precedente.


8 maggio 1884

Ricordo della 1a comunione alla mia cara piccola Celina da parte della tua sorellina

                                                                                                                                    Teresa

Dedica a tergo di un'immagine dipinta da Suor Agnese di Gesù.


1883 - 1885

Alla mia cara piccola Celina Diletta Ricordo della sua sorellina che l' ama con tutto il cuore.

                                                                                                                                    Teresa

Dedica a tergo di un'immagine del Sacro Cuore.


31 marzo 1887

Custodisco il mio Diadema fino a Domani Mattina 

Ma poi sul tuo capo passerà il mio Destino. 

Pesce d'Aprile!...

Domani tu avrai un pettine che ti darà il pesce d' aprile.

Suor Genoveffa ha annotato:"Ai Buissonnets Teresa m' ha regalato un pettine per adornare i capelli. La vigilia di un primo d'Aprile ho ricevuto un foglio piegato all'interno del quale aveva disegnato un pesce in inchiostro rosso, verde e violetto. Questo pesce aveva per diadema: un pettine!" Le parole sono disposte sopra e sotto il pesce; l'ultima frase rimane nascosta da strisce trasversali di carta, incollate alle estremità (cfr. DLT, p.75).


L' incoraggia a sopportare la propria debolezza sotto il peso della croce pensando a Gesù sulla via del Calvario.

 J. M. J. T.

Gennaio 1889 

Gesù e la sua croce! ...

Sorella cara, 

    Sì, tesoro mio, Gesù è accanto con la sua croce! 18 Privilegiata del suo amore, ti vuole rendere simile a se. Perché spaventarsi di non poter portare questa croce senza sentire la propria debolezza? Gesù sulla via del Calvario è caduto ben tre volte e tu, povera piccola, non vorresti essere simile al tuo Sposo, non vorresti cadere cento volte, se è necessario, per provargli il tuo amore, rialzandoti dalla caduta con più forza di prima! ...Celina... bisogna proprio che Gesù t'ami d'un amore particolare per provarti così. Lo sai che io ne son quasi gelosa? A quelli che amano di più, dona di più, a quelli che amano meno, dona meno...

    Ma tu non senti l'amore per lo Sposo, vorresti che il tuo cuore fosse una fiamma che sale verso di lui senza la più leggera nuvola di fumo... Fai bene attenzione che il fumo che ti circonda è solo per te, per toglierti tutta la vista del tuo amore per Gesù. La fiamma non è veduta che da lui solo ed è allora che arriva tutt'intera a lui. Infatti, quando ce ne mostra un po', subito interviene1'amor proprio a spegnere tutto come un vento fatale! ...

    Mi fai, in questo momento, l'effetto d'una persona che è circondata da immense ricchezze la cui vista si perde all'orizzonte. Questa persona vuole voltar loro le spalle perché, essa dice, troppe ricchezze le sarebbero d'impaccio, non saprebbe che farsene. Meglio lasciarle perdere o permettere che siano prese da altri! ...Questi altri non verranno perché quelle ricchezze sono state preparate per la fidanzata di Gesù e soltanto per lei ...

    " Dio butterebbe all'aria il mondo per trovare la sofferenza e donarla ad un'anima sulla quale il suo sguardo divino si è posato con un amore indicibile... ".19

    Che possono importare a noi le cose di questa terra? Sarebbe forse la nostra Patria questo fango, così poco degno di un'anima immortale? E che c'importa a noi che degli uomini miserabili vadano mietendo le muffe che spuntano su questo fango. Quanto più il nostro cuore abita in cielo, tanto meno sentiamo tutte queste punture di spillo...20

    Ma non credere che il sentirle non sia una grazia e una grande grazia, perché allora la nostra vita è un martirio e un giorno Gesù ci darà la palma. " Soffrire ed essere disprezzato "! 21 Quale amarezza ma anche quale gloria! Ecco la divisa del "giglio-semprevivo ".22 Nessun'altra gli si potrebbe adattare.

    Il mio cuore ti segue nel nobile compito che Gesù ti ha affidato.23 Tu non sei un soldato, sei un generale! Soffrire ancora e sempre... Ma tutto passa.24


Sentendosi in pieno accordo con la sua anima gemella, ringrazia Gesù di averle fatte degne di patire con lui.

 J. M. J. T.

Febbraio 188925 

Gesù

Mia cara Celina, 

    Non so dirti quanto piacere mi ha fatto la tua cara letterina! ...Ora sei davvero il giglio-semprevivo 26 di Gesù. Come è contento del suo giglio, con quanta tenerezza guarda il suo fiore prediletto che non vuole che lui solo, che non ha altro desiderio che quello di consolarlo...

    Ogni nuova sofferenza, ogni angoscia dell'anima è come un leggero zeffiro che reca a Gesù il profumo del suo giglio. Egli sorride con amore e subito prepara una nuova amarezza, riempie il calice fino all'orlo, pensando che più il suo giglio cresce nell'amore, più deve crescere anche nella sofferenza!

    Che privilegio ci ha concesso Gesù inviandoci un dolore così grande! Ah! l'eternità non sarà lunga abbastanza per ringraziarlo. Ci colma dei suoi favori come ha fatto coi più grandi santi. Perché tanta predilezione? È un segreto che ci rivelerà nella nostra Patria, il giorno in cui " asciugherà tutte le lacrime dai nostri occhi ".27

    Bisogna proprio che sia alla mia anima 28 che parlo così perché altrimenti, non sarei compresa. Ma si, è a lei che mi rivolgo, a lei che ha già preceduto tutti i miei pensieri. Forse però c'è qualcosa che ignora, l'amore che Gesù le porta, quell'amore che domanda tutto. Per lui non c'è nulla d'impossibile e non vuole mettere limiti alla santità del suo giglio... Il suo limite è quello d'essere senza limite! ...

Come potrebbe averne ? ...Noi siamo più grandi dell'intero universo. Un giorno avremo, noi stessi, un'esistenza divina...

    Oh! come sono riconoscente a Gesù d'aver collocato un simile giglio accanto al nostro amato Papà, un giglio che non si spaventa di nulla, un giglio che vuoI piuttosto morire anziché abbandonare il campo glorioso dove l'amore di Gesù l' ha posto! ...

    Ormai, noi non abbiamo più nulla da sperare sulla terra, più nulla fuorché la sofferenza e sempre la sofferenza. Quando saremo giunti al termine, la sofferenza sarà ancora là, a tenderci le braccia. Che sorte invidiabile... I cherubini nel cielo invidiano la nostra felicità.

    Non è per questo che ho scritto alla mia cara Celina, è per dirle di avvertire la signorina Paolina 29 della disgrazia che ci ha colpito per la malattia del Babbo. Ridi quanto vuoi della tua povera Teresa che affronta l'argomento principale alla fine della sua lettera!

    Povera Leonia, le voglio un gran bene, perché è meno fortunata di noi, Gesù le ha dato meno. Ma a quelle a cui ha dato di più, sarà domandato di più.30

    La tua sorellina.

                                                                                                                        Teresa del Bambino Gesù
                                                                                                                               nov. carm. ind.


Invidia il suo destino di sofferenza, segno infallibile della predilezione di Gesù.

 J. M. J. T.

Carmelo, 28 febbraio 1889 

Gesù 

Mia cara Celina,

    È possibile che debba scriverti a Caen? Mi sto domandando se sogno o sono desta...31 Ma no, è la realtà! ... 

    Forse ti stupirò, sorellina cara, se ti dico che sono ben , lontana dal compiangerti, anzi, a dirti il vero, trovo la tua sorte degna d'invidia. 

    Gesù ha sopra di te dei disegni d'amore indicibile. Vuole che il suo " giglio-semprevivo " sia tutto per se, e lui stesso s'incarica di fargli fare il suo primo noviziato. La sua mano divina adorna la sua sposa per il giorno delle nozze, ma quella mano delicata non si lascia ingannare dallo sfarzo delle vesti... Gesù è uno " sposo di sangue ".32 Vuole per se tutto il sangue del cuore.

    Oh! come ci costa donare a Gesù ciò che domanda! Eppure, che grande fortuna che costi tanto! Che gioia ineffabile portare le nostre croci esperimentando la nostra debolezza! 

    Il " giglio-semprevivo " arriva a capire questo povero granello di sabbia? ...Il tuo noviziato è quello del dolore. Che privilegio inesplicabile! ...

    Ah! , sorellina cara, lungi dal lamentarmi con Gesù della croce che ci manda, non arrivo a comprendere l'amore infinito che l' ha portato a trattarci così. Bisogna che il nostro diletto Babbo sia davvero molto amato da Gesù per dover tanto soffrire! Ma non trovi che la disgrazia che lo colpisce non è altro che il coronamento della sua vita meravigliosa? lo sento, mio piccolo "giglio-semprevivo ", che ti sto dicendo delle vere pazzie, ma non importa. Penso ancora molte altre cose sull'amore di Gesù, che sono forse assai più forti ancora...

    Che grande fortuna essere umiliati! È la sola strada che conduce alla santità! ...Possiamo ora dubitare della volontà di Dio sulle nostre anime? ...La vita non è che un sogno, presto ci sveglieremo con un grido di gioia... Più grandi sono le nostre sofferenze, più sconfinata sarà la nostra gloria... Oh! non perdiamo la prova che Gesù ci manda, è una miniera d'oro da sfruttare. Mancheremo all'occasione? ...Il granello di sabbia vuoI mettersi all'opera senza gioia, senza coraggio, senza forza, e tutte queste prerogative gli faciliteranno l'impresa. Vuol lavorare per amore.

    È il martirio che comincia. Scendiamo insieme nell'arena, se il " giglio-semprevivo " non sdegna la compagnia del suo povero 

                                                                                                                                                            granello di sabbia


                           Effonde la sua anima avida di distacco e tutta rapita dalle cose del cielo.

 J. M. J. T.

Carmelo, 12 marzo 1889 

    « Viva Gesù! Che dolcezza votarsi a lui e sacrificarsi per suo amore ».33 Celina! ...Questo caro nome risuona con tanta soavità nel fondo del mio cuore! ...I nostri due cuori non son l'uno l'immagine dell'altro?
    Stasera ho bisogno di venire dalla mia Celina a gettarmi nell'infinito... Ho bisogno di dimenticare la terra. Quaggiù tutto mi stanca, tutto mi è di peso, non trovo che una gioia, quella di soffrire per Gesù... e questa gioia non sentita supera ogni gioia. La vita passa... l'eternità s'avanza a grandi passi... presto vivremo della vita stessa di Gesù. DopO essere state abbeverate alla sorgente di tutte le amarezze, saremo deificate alla sorgente stessa di tutte le gioie, di tutte le delizie...34

    
Presto, sorellina, potremo comprendere, con un solo sguardo, ciò che passa nell 'intimo del nostro essere! ...
    « Passa la scena di questo mondo ».
35 Presto vedremo cieli nuovi, « un sole più radioso rischiarerà dei suoi splendori mari eterei ed orizzonti infiniti... ».36 L 'immensità sarà il nostro dominio... non saremo più prigioniere in questa terra d'esilio, tutto sarà passato! Insieme con lo Sposo celeste  vogheremo sull'onda di laghi senza rive! ...« L 'infinito non ha confini, ne fondo, ne rive! ...».37 « Coraggio, Gesù ode fin l'eco più lontana del nostro dolore ».38 Le nostre arpe sono sospese in questo momento ai salici che costeggiano il fiume di Babilonia,39 ma il giorno della nostra liberazione, quali armonie faranno ascoltare! Con quale gioia faremo vibrare tutte le corde dei nostri strumenti! ...
      L 'amore di Gesù per Celina non potrebbe essere compreso che da Gesù! ...Gesù ha fatto pazzie per Celina... Che anche Celina faccia delle pazzie per Gesù... L'amore si paga solo con l' amore 40 e le piaghe dell' amore si guariscono solo Con l'amore .41
      Offriamo tutte le nostre sofferenze a Gesù per salvare le anime. Povere anime! ...Esse hanno meno grazie di noi e tuttavia il sangue di un Dio è stato versato per salvarle... Gesù è disposto a far dipendere la loro salvezza da un sospiro del nostro cuore... Che mistero! ...Se un sospiro può salvare un' anima, che cosa non possono fare delle sofferenze come le nostre?. Non rifiutiamo niente a Gesù!...
      La campana suona e non ho ancora scritto alla mia povera Leonia: comunicale le mie raccomandazioni, abbracciala e dille che l'amo. Che sia fedelissima alla grazia e Gesù la benedirà. Chieda a Gesù ciò che le voglio dire. Io incarico lui delle mie commissioni.
      A presto! ...Oh! il cielo, il cielo! Quando vi saremo?


                                                                                                                                  
Il granellino di sabbia di Gesù


                  Le augura di diventare la piccola ombra di Gesù.

 J. M. J. T.

15 marzo 1889 

Gesù 
    Grazie della lettera così gradita al tuo granellino di sabbia. In una delle tue ultime lettere dicevi che sei la mia ombra. Ahimè! sarebbe ben triste se fosse così. Che cos'è l'ombra d'un povero granellino di sabbia?
    
Ho pensato qualcosa di meglio per la mia cara Celina. Quest'idea dell'ombra mi è piaciuta, e mi son detta che in realtà la mia Celina doveva essere l'ombra di qualcosa. Ma di che? Non riesco a trovare nulla nel creato che contenga l'idea di quella realtà della quale io penso che la mia Celina dev'essere l'ombra fedele. Gesù! Ecco chi dev'essere questa divina realtà. Sì, Celina dev'essere la piccola ombra di Gesù... Che titolo umile e glorioso ad un tempo! Che cos'è infatti un'ombra? ...Ma essere l'ombra di Gesù, che gloria! ...
    Quante cose avrei da dire a questo proposito alla piccola ombra di Gesù, ma ho troppo poco tempo e non posso farlo.
    Il sogno della mia Celina non potrebbe essere più attraente, forse un giorno sarà realizzato...
42 Intanto, nell'attesa, cominciamo il nostro martirio, lasciamo che Gesù ci strappI quanto abbiamo di più caro e non rifiutiamogli niente. Prima di morire troncate dalla spada, facciamoci uccidere a colpi di spillo... Mi capisce, la mia Celina? ...
    Il granellino di sabbia si unisce nella sofferenza alla piccola ombra di Gesù.

                                                                                                              Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo                                                                                                                                                 nov. carm. ind.


                               Rattristata dalle notizie sulle condizioni del babbo, l'esorta a non respingere l'amaro calice di Gesù.

 J. M. J. T.

 Dal Carmelo, 4 aprile 1889 

Gesù 
   Mia cara sorellina,
       La tua lettera ha lasciato una grande tristezza nella mia anima! ...
43 Povero Babbino! ...No, i pensieri di Gesù non sono i nostri pensieri... le sue vie non sono le nostre vie ...44
       Egli ci presenta un calice così amaro che la nostra debole natura si ritrae spaventata. Non ritiriamo le nostre labbra da questo calice preparato dalla mano di Gesù. Guardiamo la vita alla luce della realtà... È un attimo fra due eternità. Soffriamo in pace. Confesso che questa parola « pace » mi sembrava un po' forte, ma, l'altro giorno, riflettendoci a fondo, ho scoperto il segreto di soffrire in pace. Chi dice pace, non dice gioia, o perlomeno gioia sentita. Per soffrire in pace, basta solo volere tutto ciò che Gesù vuole.
       Per essere la sposa di Gesù bisogna somigliare a Gesù, e Gesù è tutto sanguinante, coronato di spine! ...
       « Mille anni davanti ai vostri occhi, Signore) sono come il giorno d'ieri che è " passato " ».45
       « Sulle sponde dei fiumi di Babilonia ci siamo seduti e abbia111o pianto, ricordandoci di Sion... Abbiamo appeso le nostre arpe ai salici di quella terra... Quelli che ci avevano condotti prigionieri ci hanno detto: " Cantateci un inno dei cantici di Sion... ". Come potremmo cantare il cantico del Signore in terra straniera? ».46

    No, non cantiamo alle creature i cantici del cielo... ma, come Cecilia, cantiamo nel nostro cuore 47 un cantico melodioso al nostro Prediletto! ...Il cantico della nostra sofferenza unita alle sue sofferenze è ciò che più rapisce il suo cuore...
    Gesù brucia d'amore per noi... Contempla il suo volto adorabile! Contempla i suoi occhi spenti e abbassati! ...Contempla le sue piaghe... Contempla Gesù nel suo Volto... Là vedrai quanto ci ama.
                        

                                                                                                                Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                                             nov. carm. ind.


                               Compiendo, Celina, venti anni, Teresa è portata a riflettere sulla misteriosa predilezione di Gestì.

 J. M. J. T.

Carmelo, 26 aprile 1889 

Gesù 
    È Gesù stesso che s'incarica di augurare il buon compleanno alla sua fidanzata che compie venti anni...
48 Che ventesimo anno fecondo di sofferenze, di grazie speciali! Venti anni! Età piena d'illusioni... dimmi, che illusione lasci nel cuore della mia Celina? ...
    Quanti ricordi fra di noi! ...È tutto un mondo... Sì, Gesù ha le sue preferenze. Ci sono dei frutti nel suo giardino che il sole del suo amore fa maturare quasi in un batter d'occhio... Perché siamo anche noi di questo numero? È un interrogativo pieno di misteri... Quale ragione ce ne può dare Gesù? ...Una ragione senza ragione... Celina!... Approfittiamo della preferenza di Gesù che ci ha insegnato tante cose in pochi anni, non trascuriamo nulla di ciò che può fargli piacere... Sì, lasciamoci indorare dal sole del suo amore... questo sole bruciante... consumiamoci d'amore!... 

    San Francesco di Sales dice: « Quando il fuoco dell'amore entra nella stanza del cuore, tutti i mobili volano via dalle finestre ».49
    Oh! non lasciamo niente nel nostro cuore, niente all'infuori di Gesù!
    Non c'illudiamo di poter amare senza soffrire, senza soffrire molto. Tale è la nostra povera natura e non per nulla! È la nostra ricchezza, il nostro guadagno d'ogni giorno! È così preziosa che Gesù è venuto sulla terra apposta per questo, per possederla. Soffriamo con amarezza, cioè senza coraggio! ...« Gesù ha sofferto con tristezza; ma senza tristezza vi sarebbe vera sofferenza per l'anima? ».50 E noi vorremmo soffrire fortemente, eroicamente... Celina! ...Quale illusione! ... Potremmo pretendere di non cadere mai? - Che importa, Gesù, se cado ad ogni istante? Vedo così la mia debolezza e questo è per me un grande guadagno. Voi vedete in questo modo ciò che posso fare e sarete più spinto in avvenire a portarmi tra le vostre braccia... Se non lo fate, è perché vi compiacete di vedermi per terra... Allora non voglio più inquietarmi, ma continuerò a tendere verso di voi le mie braccia supplicanti e piene d'amore! Non posso credere di essere da voi abbandonata! ... « I santi, proprio nel momento in cui si trovavano ai piedi del Signore, incontravano la croce ».51Celina cara, dolce eco della mia anima! ...Se tu conoscessi la mia miseria... Oh! se tu la sapessi davvero! La santità non consiste nel dire delle belle cose, neppure nel pensarle o nel sentirle. Sta tutta nella volontà di soffrire.
    « La santità! Bisogna conquistarla con la punta della spada, bisogna soffrire...agonizzare!...».52

Verrà un giorno in cui le ombre spariranno. Allora non resterà più che la gioia, l'ebbrezza...
     Approfittiamo del nostro unico momento di sofferenza, badiamo solo all'attimo che passa. Un attimo, è un tesoro... Un solo atto d'amore ci farà conoscere più a fondo Gesù, ci avvicinerà a lui per tutta l' eternità! ...

                                                                                                           Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                                      nov. carm. ind.


                                Auguri di compleanno accompagnati da un mazzetto di fiori da parte del Bambino Gesù.

 J. M. J. T.

 Per il 28 aprile 188953 

Voglio dire ancora una volta buon compleanno alla mia
cara Celina e le invio un mazzetto di fiori da parte del Bambino Gesù che la ringrazia dei tanti fiori stupendi da lei ricevuti.
    Ahimè! questi fiori non sono affatto splendenti. Il Bambino Gesù del Carmelo è povero, ma in cielo ci mostrerà le sue ricchezze e ci ricolmerà di tutti i suoi beni...
    Domani riceverò Gesù
54 e gli parlerò tanto della mia cara Celina, di quest'altra me stessa. Avrò molte cose da dirgli, ma non mi sarà difficile. Un sospiro solo gli rivelerà tutto.
    Che pasticcetto questa lettera! ma scrivo così alla svelta che devi scusarmi.
                                                                           

Vorrei che il mio cuore e tutto ciò che esso racchiude per te ti fosse svelato, ma sono di quelle cose che non si possono scrivere e che solo il cuore comprende.
        (Il mazzetto di Gesù ha passato parecchie ore davanti a lui, in un vaso ancora più povero di lui!...).
        Celina cara, un giorno andremo in cielo per sempre. Allora non vi sarà più ne giorno ne notte come su questa terra... Oh! che gioia! Camminiamo in pace guardando il cielo, l'unica meta di tutte le nostre fatiche.
       S'avvicina l'ora del riposo. Abbraccia forte forte per me la mia Leonia che amo tanto. Non dimenticherò il giorno del suo ventiseiesimo compleanno.
55 Dopo che sono al Carmelo, ho una memoria speciale per le date.
       A presto, Celina cara, « giglio-semprevivo »
56 di Gesù... Ti amo più di quanto riesco a dirti.
       La tua sorellina
                                   

                                                                                                                          Teresa del Bambino Gesù


                     Il dolore è breve, la gioia sarà eterna. Immoliamoci per la salvezza delle anime, soprattutto per i sacerdoti.

 J. M. J. T.

Carmelo, 14 luglio 1889 

Gesù 
Mia cara Celina,
    La mia anima non t'abbandona. Soffre l'esilio insieme con te! ...Oh! quanto costa vivere, restare su questa terra d'amarezza e d'angoscia... Ma domani... un'ora, e saremo in porto. Che felicità! Come sarà bello contemplare Gesù faccia a faccia per tutta l'eternità! Sempre, sempre più amore, sempre gioie più inebrianti... una felicità senza nubi...
       Come ha fatto dunque Gesù per staccare così le nostre anime da tutto il creato? Ha vibrato un grande colpo, ma è un colpo d'amore... Dio è ammirevole, ma soprattutto è amabile... amiamolo dunque... amiamolo fino al punto da soffrire per lui tutto ciò che vorrà, anche le pene dell'anima, le aridità, le angoscie, le freddezze apparenti.
      È veramente un grande amore l'amare Gesù senza sentire nessuna dolcezza. È un martirio... Ebbene! moriamo martiri!
      
Oh! Celina mia... dolce eco della mia anima, mi comprendi? ...il martirio ignorato, noto a Dio solo, ignorato dalla creatura, martirio senza onore, senza trionfo...
      Ecco l'amore spinto fino all'eroismo. Ma un gior
no « il Dio della riconoscenza griderà: Ora è la mia volta ».57 Oh! che cosa vedremo allora? Che sarà mai quella vita che non avrà più fine? ...Dio sarà l'anima della nostra anima. Mistero insondabile! « L 'occhio dell'uomo non ha mai veduto la luce increata, il suo orecchio non ha mai udito le celesti armonie, e il suo cuore non può presentire ciò che Dio riserva a coloro che egli ama ».58 E tutto questo accadrà presto, sì, molto presto. Affrettiamoci a preparare la nostra corona, tendiamo la mano per cogliere la palma. Se amiamo molto, se amiamo Gesù con passione, egli non sarà tanto crudele da lasciarci ancora a lungo su questa terra d'esilio!...
      Celina, nei brevi istanti che ci restano, non perdiamo il nostro tempo... salviamo le anime... le anime. « Esse si perdono come fiocchi di neve » 59 e Gesù piange, e noi... noi pensiamo ai nostri dolori senza consolare il nostro Fidanzato! Celina mia, viviamo per le anime, siamo apostoli, salviamo soprattutto le anime dei sacerdoti, queste anime che dovrebbero essere più trasparenti del cristallo... Ahimè! quanti cattivi sacerdoti, quanti sacerdoti che non sono santi abbastanza! Preghiamo, soffriamo per loro e nel giorno finale Gesù ci mostrerà la sua riconoscenza.60 Noi gli porteremo in dono le anime....
    Celina, comprendi il grido del mio cuore? Insieme, sempre insieme.


                                                                           Celina e Teresa del Bambino Gesù del Volto
Santo                                                                                                                     nov. carm. ind.


    
P .S. -
Suor Maria del Sacro Cuore non può scriverti perché la lettera peserebbe troppo.
                       


                               La ringrazia di un dono e la esorta ancora a immolarsi per le anime, soprattutto per i sacerdoti.

 J. M. J. T.

15 ottobre 1889 

Gesù 

Celina cara,
     Sapessi come hai toccato il cuore de!la tua Teresa... I tuoi vasetti sono incantevoli. Non immagini il piacere che mi hai
fatto! ...
61 Celina, la tua lettera mi ha riempito di gioia. Ho capito quanto le nostre anime sono fatte per comprendersi, per fare la stessa strada... La vita... si, è vero, per noi la vita non ha più attrattiva. Ma no, m'inganno, è vero che le attrattive del mondo sono svanite per noi, ma è tutto fumo... e a noi resta la realtà. La vita diventa così un autentico tesoro... ogni istante è un'eternità, un'eternità di gioia per il cielo, un'eternità... vedere Dio faccia a faccia, essere una sola Cosa con lui... Solamente Gesù è: tutto il resto non è... Amiamolo, dunque, fino alla follia, salviamogli le anime.
         Ah! Celina, io sento che Gesù domanda a noi due di estinguere la sua sete dandogli delle anime, soprattutto anime di sacerdoti. Sento che Gesù vuole che ti dica queste cose, perché la nostra missione è quella di dimenticarci, di annientarci... Siamo così poca cosa... e tuttavia Gesù vuole che la salvezza delle anime dipenda dai nostri sacrifici, dal nostro amore. Egli viene da noi a mendicare delle anime... Sappiamo capire il suo sguardo! Tanto pochi lo capiscono. Gesù ci fa la grazia straordinaria di ammaestrarci lui stesso, di mostrarci una luce nascosta.
        
Celina, la vita è breve, l'eternità è senza fine... Facciamo della nostra vita un continuo sacrificio, un martirio d'amore, per consolare Gesù. Egli non vuole che uno sguardo, un sospiro, ma uno sguardo e un sospiro che siano per lui solo!... Che tutti gl'istanti della nostra vita siano per lui solo. Che tutte le creature ci sfiorino appena...
       Non c'è che una cosa da fare nella notte di questa vita, l'unica notte che non ritorna più, quella d'amare, amare Gesù con tutta la forza del nostro cuore e salvargli le anime perché sia amato... Oh! fare amare Gesù!
       Celina! come mi è facile parlare con te... È come se parlassi alla mia anima... Mi sembra che a te posso dire
ì tutto...
       (Grazie ancora dei tuoi graziosi vasetti. Il Bambino Gesù ha un'aria radiosa in mezzo a tanti ornamenti).

                                                                                                Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                          nov. carm. ind.


                          Addolorata per aver dimenticato la data della sua lesta, le invia un'immaginetta del Volto Santo.

 J. M. J. T.

                             
Dal Carmelo, 22 ottobre 1889 

Gesù 

 Mia cara Celina,
     Tu sapessi la pena che ho! ...quando penso che ho lasciato passare il 21 senza fare gli auguri alla mia Celina nel giorno della sua festa! ...Ma può aver dubitato Celina del cuore della sua Teresa? ...Eppure era tanto tempo che pensava a questa cara ricorrenza, ma la vita del Carmelo è così eremitica che la povera piccola solitaria non sa mai che data  sia.

    Celina, questa dimenticanza mi ha ferito il cuore, ma, vedi, io penso che quest'anno Gesù ha voluto far cadere la nostra festa nel medesimo giorno. Non è forse oggi l'ottava di santa Teresa? Sì, Celina, santa Teresa è anche la tua patrona, perché tu sei già la sua figlia diletta.

    Sono certa che la pena che ho oggi nel cuore l'ha voluta Gesù, che ama seminare di tante piccole pene la nostra vita...

    Ti mando una bella immagine del Volto Santo. Me l'ha regalata nostra Madre qualche tempo fa. Mi pare che si adatti così bene a Maria del Volto Santo 62 che non posso tenerla per me. È tanto che pensavo di farne un presente alla mia Celina, a Celina che è tutta mia. Possa Maria del Volto Santo essere un'altra Veronica 63 che asciuga tutto il sangue e tutte le lacrime di Gesù, l'unico suo Prediletto! Che sappia guadagnargli delle anime, soprattutto le anime da lei amate! 64 Che non tema di sfidare i soldati, cioè il mondo, pur di arrivare fino a lui... Oh! come sarà felice quando potrà un giorno contemplare nella gloria la misteriosa bevanda con la quale avrà dissetato il suo Fidanzato celeste; quando vedrà aprirsi le sue labbra, già tanto riarse, per dirle l'unica ed eterna parola dell'Amore! il grazie che non avrà fine...

    A presto, mia piccola Veronica, domani indubbiamente il nostro Diletto chiederà un nuovo sacrificio, un altro sollievo alla sua sete. Ma che importa? « Moriamo con lui ».65

    Buona festa, Celina cara... 

    La tua povera sorellina
                                                                                                      Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                       nov. carm. ind.
     

P. S. - (Non dimenticare di cogliere un « fiorellino Celina »66 Te l'offre il mio cuore).


                            A lei l'ultimo addio dell'anno e la gioia di vedere che la notte del tempo passa e s'avvicina l'alba eterna.

 J. M. J. T.

31 dicembre 1889

 Gesù 

Mia cara Celina,
    È per te il mio ultimo addio di quest'anno! ...Tra qualche ora sarà passato per sempre... Sarà nell'eternità!
    Poiché a quest'ora la mia Celina è nel suo « lettuccio »,67 è mio dovere andarla a trovare per augurarle buon anno... Ti ricordi d'una volta?

     L''anno che sta per scadere è stato buono. Si, è stato prezioso .per il cielo. Possa quello che seguirà rassomigliargli! ... Celina, non sono meravigliata di vederti nel letto dopo un anno simile! Al termine di un giorno come quello, c'è ben motivo di riposarsi!...Comprendi?...
    Chi sa, l'anno che sta per incominciare potrebbe essere l'ultimo! ...Sfruttiamo, sfruttiamo i più brevi momenti, facciamo come gli avari, siamo gelose delle minime cose per amore del Diletto!...
    L'ultimo giorno dell'anno è per noi ben triste quest'anno... Non farò altro che vegliare, il cuore inondato di ricordi, mentre aspetto mezzanotte... Mi torna alla mente tutto... ora siamo delle orfanelle68 ma possiamo dire con amore: « Padre nostro che sei nei cieli ».69 Si, ci resta ancora l'unico tutto delle nostre anime! ...Celina, un anno di più appartiene al passato. È passato, è passato e mai ritornerà! Come quest'anno è passato, passerà anche la nostra vita e tra poco diremo: « È passata ». Non sciupiamo il nostro tempo, presto spunterà per noi la luce dell'eternità!... Celina, se vuoi, ci possiamo mettere a convertire le anime, bisogna che quest'anno formiamo molti sacerdoti che sappiano amare Gesù! Che lo tocchino con la stessa delicatezza con cui lo toccava Maria nella sua culla.
     La tua sorellina
                                                                                   Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo                                                                                                        nov. carm. ind.

     P.S. - Auguro un buon anno a Lolò, 70 ma sono certa che la vedrò senz'altro. Ringrazia molto lo zio e la zia e di' loro che sono tanto commossa per tutti i loro regali. Ringrazia pure tanto Giovanna e Maria. Sono davvero troppo gentili.


                                                 Auguri di compleanno.

 J. M. J. T.

26 aprile 1890

Gesù 

  Mia cara Celina,
  Ero tutta contenta perché pensavo di scriverti una lunga lettera per il tuo ventunesimo compleanno, ed ecco che dispongo appena di qualche istante! ...Celina, credevi forse che la tua Teresa potesse dimenticare il 28 aprile? ...Celina, il mio cuore è affollato di ricordi... mi sembra di amarti da secoli e invece non sono ancora ventun anni. Ma ora ho l'eternità davanti a me...

      Celina, la lira del mio cuore canterà per te il 28 e il tuo nome risuonerà spesso alle amate orecchie del mio Gesù. Oh! sì, poiché il nostro cuore è un cuore solo, doniamolo tutto intero a Gesù. Bisogna che andiamo di pari passo perché Gesù non può abitare in un mezzo cuore! ...

 Chiedi che la tua Teresa non resti indietro...

      Guardando l'immagine del Santo Volto, mi sono venute le lacrime agli occhi. Non è questo il simbolo della nostra famiglia? Sì, la nostra famiglia è un mazzo di gigli e vi sta in mezzo il Giglio senza nome.71 Egli vi sta da re e ci associa agli onori della sua regalità: il suo sangue divino irrora le nostre corolle e le sue spine, nel momento in cui ci lacerano, lasciano esalare il profumo del nostro amore.
    Addio, Celina, sono costretta a interrompere il nostro colloquio. Capiscimi fino in fondo.
                                                                                                                                                                                  
Teresa


La segue col cuore nel suo viaggio e le ricorda che è una grazia vedere tanti luoghi sacri e le bellezze della natura.

 J. M. J. T.

10  Maggio 1890

 Gesù 

Mia cara Celina,
   Sei contenta del tuo viaggio? Spero che la santa Vergine ti ricolmi delle sue grazie. Se non sono grazie di consolaz
ione, sono senza dubbio grazie di luce! E il Volto Santo! 72 Lo sai, Celina, che è una grazia grande visitare tutti questi luoghi benedetti... Il mio cuore vorrebbe seguirti dappertutto, ma ahimè! non conosco l'itinerario del viaggio. Credevo addirittura che non avreste potuto arrivare a Lourdes prima della prossima settimana.

     Celina, devi essere ben contenta di poter contemplare le bellezze della natura, le montagne, i fiumi d'argento. È tutto così grandioso, così atto ad elevare le nostre anime... Cara sorellina, stacchiamoci dalla terra, voliamo sulle montagne dell'amore dove si trova il bel giglio delle nostre anime. Stacchiamoci dalle consolazioni di Gesù per attaccarci soltanto a lui!

     E la santa Vergine? Celina, nasconditi bene all'ombra del suo manto verginale perché essa ti verginizzi1... La purezza è tanto bella, tanto candida! Felici i cuori puri, perché vedranno Dio.73 Sì, lo vedranno perfino sulla terra dove nulla è puro, ma dove tutte le creature diventano limpide quando sono vedute attraverso la Faccia del più bello e del più bianco dei gigli! ...

    Celina, i cuori puri sono spesso circondati di spine, sono spesso nelle tenebre e allora i gigli credono d'aver perduto il loro candore, pensano che le spine che li circondano siano arrivate a lacerare la loro corolla! Capisci, Celina? I gigli in mezzo alle spine sono i prediletti di Gesù. È in mezzo a loro che trova le sue delizie! « Beato colui che è stato trovato degno di soffrire la tentazione! ».74

                                                                                                                              Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo

   P.S. - Avrei voluto scrivere alla mia cara Leonia, ma non mi è stato possibile per mancanza di tempo. Dille che prego tanto per lei e penso molto alla mia amata madrina.75 Contavo pure di scrivere alla Mariuccia, ma non posso. Prego assai perché la santa Vergine ne faccia un piccolo giglio che pensa molto a Gesù e dimentica se stessa e rimette tutte le sue miserie nelle mani dell'obbedienza.76 Ricordo sempre la mia Giovanna.
    Non abbiamo ricevuto nulla dal Canadà.77 Suor Agnese di Gesù non può scrivere a causa del suo ritiro. Se non hai acquistato nulla per la nostra Madre, potresti portare una Madonnina di Lourdes non colorita, del prezzo di 4,5 franchi.


Soffrire per Gesù è il nostro grande privilegio sulla terra.

 J. M. J. T.

19-20  Maggio 1890

 Gesù 

   Mia cara Celinetta,

       Mi hanno incaricato di scriverti due righe per dirti di non venire a portarci le notizie del Babbo durante il ritiro della Pentecoste.78 Saresti molto gentile se volessi inviarci un bigliettino e poi venire a farci visita lunedì.79

       Celina cara, sono felice che mi abbiano incaricato di questa commissione, perché ho bisogno di dirti quanto sono convinta che il buon Dio ti ama e ti tratta come una privilegiata. Puoi ben dire che la tua ricompensa è grande nei cieli, perché egli ha detto: « Felici voi, quando vi perseguiteranno e diranno falsamente di voi ogni sorta di male ».80 Allora, rallegrati ed esulta di gioia!... 81

       Celina, che privilegio essere misconosciuti sulla terra. I pensieri del buon Dio non sono i nostri pensieri.82 Se lo fossero, la nostra vita non sarebbe che un inno di riconoscenza...

    Celina, pensi davvero che santa Teresa abbia ricevuto più grazie di te? ...Per me, io non ti dirò di mirare alla sua santità serafica, ma di essere perfetta come è perfetto il tuo Padre celeste! 83 Ah! Celina, i nostri desideri infiniti non sono ne sogni ne chimere, perché Gesù stesso ci ha dato questo comandamento! 84

    Celina, non sei persuasa che a noi, qui sulla terra, non resta più niente ? ! Gesù vuoI farci bere il suo calice fino alla feccia lasciando laggiù 85 il nostro amato Babbino. No, non rifiutiamo nulla a Gesù. Ha tanto bisogno d' amore ed è cosi riarso dalla sete che attende da noi la goccia d'acqua che deve rinfrescarlo. Doniamo senza calcoli. Un giorno ci dirà: « Ora è la mia volta».86

    Ringrazia tanto la mia cara Mariuccia del suo incantevole mazzolino. Dille che l'offro a Gesù da parte sua e gli chiedo come contraccambio di adornare la sua anima di tante virtù quanti sono i bocci di rosa.

     La tua sorellina
                                                                                                  Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo                                                                                                                     nov. carm. ind.


L' immagine del Cristo sfigurato impressa nel testo d' Isaia allegato alla lettera la inebria tutta della follia della croce.

 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 18 luglio 1890

 Gesù 

 Celina cara,
     Tu sapessi ciò che la tua lettera ha detto alla mia anima!...  Ah! la gioia inondava il mio cuore come un oceano sconfinato! ...Celina, tutto quello che ho da dirti tu lo sai, perché tu ed io siamo la stessa cosa... Ti mando un foglio,87 che ha detto tante cose alla mia anima e sono certa che la tua vi s'immergerà tutta con la medesima voluttà.

    Celina, sono trascorsi tanti secoli. ..e già allora l' anima del profeta Isaia s'immergeva come la nostra nelle bellezze nascoste 88 di Gesù... Ah! Celina, quando leggo queste cose mi domando che cosa è il tempo... Il tempo non è che un miraggio, un sogno. Già fin d'ora Dio ci vede nella gloria e gioisce della nostra beatitudine eterna! ...Quanto bene mi fa all'anima questo pensiero! Capisco allora perché ci tratta senza riguardo... Sente che noi lo comprendiamo e ci tratta da amici, da spose carissime...

    Celina, poiché Gesù « è stato solo a spremere il vino » 89 che ci offre da bere, non ci rifiutiamo a nostra volta di portare delle vesti tinte di sangue. Spremiamo per Gesù un vino nuovo che lo disseti, che gli renda amore per amore. Ah! non perdiamo una sola goccia del vino che possiamo dargli... Allora, « guardando intorno a se »,90 vedrà che noi veniamo per aiutarlo!...

    « Il suo volto era come nascosto »!...91 Celina, lo è ancora oggi... perché, chi comprende le lacrime di Gesù?

    Celina cara, facciamo nel nostro cuore un piccolo tabernacolo dove Gesù possa rifugiarsi. Allora sarà consolato e dimenticherà ciò che noi non possiamo dimenticare: l'ingratitudine delle anime che l'abbandonano in un tabernacolo deserto!

    « Aprimi, sorella mia, sposa mia, perché la mia faccia è piena di rugiada e i miei capelli delle goccie della notte »,92 Ecco ciò che Gesù ci dice quando è abbandonato e dimenticato! ...Celina, la dimenticanza mi sembra sia la cosa che più lo affligge!

    Il Papà! ...Ah! Celina, non posso dirti tutto quello che mi passa per la mente. Sarebbe troppo lungo e non riuscirei a dirti delle cose che il pensiero stesso sa appena tradurre, delle profondItà che sono negli abissi più intimi dell'anima...

    Gesù ci ha inviato la croce più raffinata che potesse escogitare nel suo immenso amore... Come lamentarsi quando lui stesso è stato considerato come un uomo colpito da Dio e umiliato? 93

   Il « divino incanto » 94 ha affascinato la mia anima e la consola meravigliosamente ad ogni istante del giorno. Ah! le lacrime di Gesù, quali sorrisi! ...

      Abbraccia tutti per me e di' loro tutto ciò che vorrai. Penso molto alla mia cara Leonia, la mia piccola visitandina.95 Di' a Maria del Santissimo Sacramento 96 che Gesù chiede a lei amore, vuole da lei la riparazione delle freddezze che riceve, bisogna che il suo cuore sia un braciere dove Gesù possa riscaldarsi... Bisogna che si dimentichi interamente per non pensare che a lui solo...

     Celina, preghiamo per i sacerdoti. Si, preghiamo per loro  e consacriamo loro la nostra vita. Gesù mi fa sentire ogni giorno che vuole questo da noi due
                                                                                                                                                                       C. T.97


Dal profeta Isaia (cap. 53)98 

« Chi ha creduto a quel che ha udito da noi? e il braccio del Signore a chi è stato rivelato? E crescerà come rampollo dinanzi a lui, come radice dall' arida terra; non ha bellezza alcuna né splendore; noi l' abbiamo visto e non aveva alcuna apparenza che attirasse i nostri sguardi. Abbietto, l'ultimo degli uomini, l'uomo dei dolori, che conosce la sofferenza, e quasi cerca di nascondersi la faccia: così abbietto che non ne abbiamo fatto alcun conto. Veramente delle nostre infermità egli si è caricato e si è addossati i nostri dolori: e noi l'abbiamo riputato come un lebbroso e percosso da Dio e umiliato. Ma egli è stato trafitto per le nostre iniquità, è stato maltrattato per le nostre colpe: il castigo per la nostra rappacificazione fu addossato a lui, e per le sue piaghe siamo stati risanati ».
                                                         

Capitolo 63 99
     « Chi è questi che viene da Edom, tinto le vesti, da Bosra, leggiadro nel suo paludamento, che incede con passo possente? - Sono io che parlo giustizia, che procuro la salvezza. - Perché dunque il tuo paludamento è rosso ed il tuo vestito come quello di coloro che pigiano nello stretto io? - Da me solo ho spremuto il torchio e delle genti nessuno è con me. - Girai lo sguardo e nessuno prestò soccorso, cercai e non vi fu chi desse aiuto ».

     « Questi che indossan le bianche vesti, chi sono e donde sono venuti? Son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e ben han lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'agnello. Perciò son davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte ».100

     « Una borsettina di mirra è il mio diletto per me: sul mio petto riposa. Il mio diletto è bianco e vermiglio... la chioma del tuo capo, come porpora di re ».101 « Il mio diletto è tutto amabile, il suo volto ispira l'amore, la sua faccia reclinata mi spinge a rendergli amore per amore ».102


            « Giacqui e mi obliai,
             il volto sul Diletto reclinato,.
             tutto cessò e posai,
  ogni pensier lasciato
             in mezzo ai gigli perdersi obliato
».
                        

                            (Frammento d'un Cantico del nostro Padre San Giovanni della Croce) 103


 J. M. J. T.

23 settembre 1890


Gesù                       

    Oh, Celina, come dirti quello che avviene nella mia ani ma? ..È lacerata, ma sento che questa ferita è fatta da una mano amica, da Una mano divinamente gelosa!...
    
Tutto era pronto per le mie nozze, ma non trovi che mancava qualcosa alla mia festa? È vero che Gesù aveva già messo tanti gioielli nel mio corredo, ma senza dubbio ne mancava uno di bellezza incomparabile, e questo prezioso diamante Gesù me lo ha regalato oggi. ..Celina, ricevendolo, le lacrime sono sgorgate, sgorgano ancora e quasi me le rimprovererei se non sapessi « che esiste un amore di cui le lacrime sono il solo pegno ».l04 È solo Gesù che ha guidato questa faccenda, è Lui, e ho riconosciuto il suo tocco d'amore!...
    
Tu sai fino a che punto desideravo questa mattina rivedere il nostro amatissimo padre!105Ebbene, ora comprendo chiaramente che la volontà di Dio è che non vi sia. Egli ha permesso ciò semplicemente per provare il nostro amore. Gesù mi vuole orfana, vuole che io sia sola con Lui solo, per unirsi a me più intimamente e vuole anche restituirmi nella Patria le " gioie cosi legittime che mi ha rifiutato nell'esilio! Celina, consolati, il nostro sposo è uno sposo di lacrime e non di sorrisi; doniamogli le nostre lacrime per consolarlo, e un giorno queste lacrime si cambieranno in sorrisi di ineffabile dolcezza!...
    Celina, non so se capirai la mia lettera, riesco appena a tenere la penna..., e poi un'altra ti darebbe tante spiegazioni sul colloquio in parlatorio con lo zio, ma la tua Teresa sa parlarti solo il linguaggio del Cielo. Celina, capisci la tua Teresa!...
    La prova di oggi è un dolore difficile da comprendere: si vede una gioia che ci è offerta, è possibile, naturale, tendiamo la mano. ..e non possiamo afferrare questa consolazione tanto desiderata... ma, Celina, come tutto questo è misterioso! Non abbiamo asilo quaggiù o, almeno, tu puoi dire come la santa Vergine: « Che asilo! ». Si, che asilo... Ma non è una mano umana che ha fatto questo, è Gesù. ..il suo « sguardo velato » si è posato su di noi!...
    Ho ricevuto una lettera del Padre esiliato 106 ed eccone un passo: « Oh, il mio alleluia è intriso di lacrime. Ne l'uno ne l'altro dei suoi genitori sarà lì per offrirla a Gesù. Ma bisogna poi compiangerla tanto quaggiù, se lassù gli angeli si congratulano con lei e i santi la invidiano? È la sua corona di spine che li rende gelosi. Ami dunque le sue trafitture come altrettanti pegni d'amore dello sposo divino ».
    Celina, accettiamo di buon cuore la spina che Gesù ci presenta. La festa di domani sarà una festa di lacrime per noi,107 ma sento che Gesù sarà cosi consolato! Vorrei parlartene a lungo, ma le parole mi mancano! Sono incaricata di scriverti per consolarti, ma senza dubbio ho svolto molto male il mio compito. Ah, potessi comunicarti la pace che Gesù mi ha messo nell' anima proprio nel momento in cui le lacrime erano più copiose: è quello che gli chiedo per te, che sei me! ...
Celina, le ombre scendono e la scena di questo mondo passa!... Presto, sì, molto presto vedremo il volto sconosciuto 108 e amato che ci affascina con le sue lacrime.

                                                                                           Suor Teresa di Gesù Bambino, del Volto Santo
                                                                                                                         rel.carm.ind.


                        Invito a pregare per i sacerdoti e consolare Gesù con una vita di perfetta verginità.

 J. M. J. T.

14 ottobre 1890

Gesù 

Mia cara Celina,
Non voglio spedire la lettera di Maria senza aggiungervi due righe per te. La nostra cara Madre mi permette di venire a fare la mia orazione con te. Non è forse ciò che facciamo sempre insieme?...
    Celina cara, è sempre la stessa cosa che ho da dirti: ah! preghiamo per i sacerdoti... ogni giorno ci si accorge quanto siano rari gli amici di Gesù. Mi sembra che sia questo ciò che lo ferisce più profondamente... l'ingratitudine, soprattutto il vedere anime a lui consacrate dare ad altri quel cuore che gli appartiene in maniera assoluta.109
    Celina, facciamo del nostro cuore una piccola aiuola di delizie dove Gesù venga a riposarsi. Non coltiviamo altro che gigli nel nostro giardino, sì, solo gigli, e non tolleriamo altri fiori che possono essere coltivati anche da altri... ma i gigli, che soltanto le vergini possono offrire a Gesù.
    « La verginità è un silenzio profondo di tutte le cure ter rene », non solamente di quelle inutili, ma di tutte le cure... Per essere vergini bisogna non pensare ad altro che allo Sposo, il quale non sopporta nulla intorno a se che non sia vergine, «poiché ha voluto nascere da una Madre vergine, avere un precursore vergine, un tutore vergine, un discepolo prediletto vergine e infine una tomba vergine ». Egli vuole anche una piccola sposa vergine, la sua Celina! ...È stato detto ancora che « ognuno ama naturalmente la sua terra natale, e poiché la terra natale di Gesù è la Vergine delle vergini, e Gesù è nato, per sua volontà, da un Giglio, trova le sue delizie vivendo in cuori vergini ».
    E il tuo viaggio? Sembra che l'abbia dimenticato.. no, il mio cuore ti segue laggiù...l10 Capisco ciò che provi... capisco tutto! ...Tutto passa: il viaggio di Roma con i suoi strazi è passato... la nostra vita d'un tempo è passata. La morte stessa passerà, e allora gioiremo della vita non per secoli, ma milioni di anni passeranno per noi come un giorno... e poi altri milioni seguiranno ai primi, pieni di riposo e di felicità... Celina...
    Prega molto il Sacro Cuore. Tu sai come la penso. Io non vedo il Sacro Cuore come lo vede la gente. Penso che il cuore del mio Sposo sia tutto mio, allo stesso modo che il mio è tutto suo, e gli parlo allora nella solitudine di questo delizioso cuore a cuore, in attesa di contemplarlo un giorno faccia a faccia.
    Non dimenticare la tua Teresa, mormora soltanto il suo nome e Gesù capirà. Tante grazie sono pronte laggiù soprattutto per un cuore che soffre... Vorrei scrivere a Leonia, ma è impossibile. Non ho neanche il tempo di rileggere la lettera. Dille che penso tanto a lei... Sono sicura che il Sacro Cuore le accorderà molte grazie... Dille tutto, tu capisci.

                                                                                    La tua Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo.
                                                                                                             rel. carm. ind.


                          Auguri di onomastico. Prospettive eterne.

 J. M. J. T.


20 ottobre 1890                                                     

Gesù 

Mia cara Celina,
    Eccoti la tua Teresa a farti gli auguri di onomastico! Ci pensa da molto tempo; anche quest'anno non sarà l'ultimo. Celina, forse è l'ultima volta che la tua festa sarà festeggiata sulla terra. Forse! ...Che dolce speranza! L 'anno prossimo il piccolo fiore Celina,111 ignorato sulla terra sarà collocato sul cuore dell' Agnello divino? Ma allora, gli occhi rapiti degli angeli contempleranno, al posto di un povero fiorellino senza bellezza, un giglio di un candore abbagliante!...
    Celina, la vita è una grande mistero. Noi non vediamo nulla, non sappiamo nulla, e ciò nonostante Gesù ha già manifestato alle nostre anime ciò che occhio d'uomo non ha veduto mai. Si, il nostro cuore ha il presentimento di ciò che il cuore non saprebbe comprendere,112 poiché talvolta siamo senza pensieri capaci di esprimere un non so che è chiaramente avvertito dalla nostra anima! ...
     Celina, t'invio « due Celine » per la tua festa. Certamente capirai il loro linguaggio... Le porta un unico stelo, le ha fatte crescere insieme un medesimo sole, le ha fatte sbocciare il medesimo raggio, e senza dubbio il medesimo giorno le vedrà morire!...
     Gli occhi delle creature non pensano nemmeno a posarsi sopra un minuscolo fiore-Celina, e tuttavia la sua corolla bianca è piena di mistero. Essa porta nel suo seno un gran numero d'altri fiori, nati senza dubbio dalla sua anima (le anime), e poi il suo bianco calice è vermiglio al di dentro: lo si direbbe imporporato del suo sangue! ...
     Celina, il sole e la pioggia possono cadere su questo fiorellino ignorato, senza sciuparlo. Nessuno pensa a coglierlo, ma così non rimane vergine? ...Sì, poiché Gesù solo l'ha visto, poiché è lui che l'ha creato solo per se! Oh! allora è più fortunato della splendida rosa che non è tutta di Gesù! Celina, i miei auguri sono abbastanza strani, bisogna riconoscerlo, ma tu saprai ben leggere nelle parole sconnesse della tua Teresa...
    Celina, mi sembra che il buon Dio non abbia bisogno di anni per fare la sua opera d'amore in un'anima. Un raggio del suo cuore può far sbocciare in un attimo il suo fiore per l'eternità...

                                                                                                La tua Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo.
                                                                                                                                   r. c. ind.


Le parla di una persona pericolante nella fede e la prega di passarle un certo libro, ma con molta delicatezza.

 J. M. J. T.

3 aprile 1891 

Gesù 
Mia cara Celinetta,
     Abbiamo visto questo pomeriggio N...l13 Non ho il tempo di parlarti minutamente di questa visita, ma non so dirti il bene che m'ha fatto all'anima... Ah! Siamo state davvero for tunate ad essere state scelte dallo Sposo delle vergini! N... ci ha confidato dei segreti intimi che non rivela a nessuno. Bisogna pregare tanto per lei perché si trova esposta a molte occasioni... Dice che nessun libro le fa bene. lo allora ho pensato che « I misteri della vita futura » 114 sarebbero adatti e la rafforzerebbero nella fede che, ahimè! corre un grave rischio! ...Ci ha detto che può leggere dei libri senza che il marito lo sappia.
    Bisognerebbe dunque che tu le passassi questo libro, dicendole che noi abbiamo pensato che la interesserebbe; ma di cominciarlo solo dal terzo capitolo, dove c'è un santino, perché i primi capitoli sarebbero per lei senza interesse.115
Sarebbe più opportuno, credo, che tu avessi l'aria di non conoscere questo libro e di eseguire semplicemente una commissione, poiché si seccherebbe se sapesse che abbiamo detto una sola parola delle sue confidenze. Desidereremmo che la signora X... e la zia non sapessero che prestiamo questo libro a N... Insomma, fai del tuo meglio e dille che lo tenga pure quanto vuole. Se non puoi consegnarglielo senza essere veduta, sarebbe forse cosa migliore non farne nulla. Comunque, cerca almeno di parlargliene.
    Per me, ho un grandissimo desiderio che legga questo libro dove troverà certamente la risposta a molti dubbi! ... Credo che sarà un'opera buona, molto accetta al buon Dio. Egli ha dato a me quest'idea, ma tu sai che Teresa non può nulla senza Celina. Ci vogliono tutt'e due per fare un'opera completa. Toccherà a Celina, anche questa volta, di condurre a termine ciò che Teresa ha cominciato! ...Celina... se tu sapessi quanto ti amo e com'è puro il mio amore per te!...
    Celina cara, la tua Teresina resta sempre con te perché tu sei nel suo cuore e sei la metà del suo cuore...

                                                                                              Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                       rei. carm. ind.


Auguri per il suo ventiduesimo compleanno. La loro unione, nata nella gioia, cresce nel dolore, sarà perfetta nell' eternità.

 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 26 aprile 1891

Gesù 

Mia cara Celina,
    È la quarta volta che la tua Teresa ritorna a farti gli auguri di compleanno 116 dalla solitudine del Carmelo... Oh! come somigliano poco questi auguri a quelli del mondo! Non è la salute, la felicità, la fortuna, la gloria ecc. che Teresa desi dera per la sua Celina. Oh! no, niente di tutto questo.
    I nostri pensieri non sono su questa terra d'esilio, il nostro cuore è là dov'è il nostro tesoro,117 e il nostro tesoro è lassù nella patria dove Gesù ci prepara un posto 118 vicino a lui. Dico un posto, non dei posti perché, senza dubbio, il medesimo trono è riservato a quelli che sulla terra sono stati sempre un'anima sola... Insieme siamo cresciute, insieme Gesù ci ha istruite intorno ai suoi segreti, segreti sublimi che nasconde ai potenti e rivela ai piccoli,119 insieme ancora abbiamo sofferto a Roma. I nostri cuori erano allora strettamente uniti, e la vita sarebbe stata sulla terra l'ideale della felicità se Gesù non fosse venuto a rendere ancora più stretti i nostri legami. Sì, separandoci, ci ha unite in un modo fino allora sconosciuto alla nostra anima perché, da quel mo mento, non riesco a desiderare più nulla per me sola, ma solamente per noi due. Ah! Celina! ...Tre anni fa, le nostre anime non avevano ancora conosciuto la tempesta, la felicità era ancora possibile per noi sulla terra; ma Gesù ci ha indirizzato uno sguardo d'amore, uno sguardo velato di lacrime, e questo sguardo è diventato per noi un oceano di sofferenze e al tempo stesso un oceano di grazie e d'amore. Ci ha preso colui che amavamo con tanta tenerezza, in un modo ancora più doloroso di quello col quale ci aveva portato via la nostra cara mamma nella primavera della nostra vita. Ma tutto questo non è forse perché possiamo dire con verità: « Padre nostro che sei nei cieli »? 120 Oh! com'è consolante questa parola! Che orizzonte infinito dischiude davanti ai nostri occhi!
    Celina, questa terra straniera non ha più per noi che piante selvatiche e spine, ma non è questa la parte che ha riservato al nostro Sposo divino? Com'è bella anche per noi questa parte... E chi ci dirà ciò che ci riserba l'eternità? ...
    Celina cara, tu che mi facevi tante domande quando eravamo piccole, mi chiedo perché non mi hai fatto mai questa: «Perché il buon Dio non m'ha creata angelo? ». Ah! Celina, ti dirò quel che penso: se Gesù non ha fatto di te un angelo del cielo, è perché vuole che tu sia un angelo della terra. Sì, Gesù vuole avere la sua corte celeste quaggiù come lassù! Vuole degli angeli martiri, vuole degli angeli apostoli, e ha creato un fiorellino sconosciuto che si chiama Celina con questa precisa intenzione. Vuole che il suo fiorellino gli salvi le anime, e non esige per questo che una cosa: che il suo fiore tenga lo sguardo rivolto verso di lui mentre soffre il suo martirio... È questo sguardo misterioso scambiato tra Gesù e il suo fiorellino che farà meraviglie e porterà a Gesù una moltitudine d'altri fiori (soprattutto un certo giglio appassito e deturpato che occorre trasformare in una rosa d'amore e di pentimento).121                                                                  
    Celina cara, non te l'avere a male se ti ho detto che lassù avremo lo stesso posto, perché, vedi, io penso che una povera margheritina può spuntare nella medesima terra di un bel giglio candido e splendente, oppure che una perlina può essere incastonata accanto ad un diamante e brillare del suo splendore...
    Oh! Celina, amiamo Gesù all'infinito e dei nostri due cuori facciamone uno solo affinché sia più grande nell'amore! ...
    Celina, con te non finirei mai, comprendi tutto quello che vorrei dirti per i tuoi ventidue anni! ...
    La tua sorellina che forma una cosa sola con te. {Sai che in tutt'e due abbiamo quarant'anni, ora? Non fa meraviglia che abbiamo già l'esperienza di tante cose, ti pare?).

                                                                                            Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                    rel. carm. ind.


 Le fornisce particolari sulla vita di un'anima perduta,  la cui conversione era allora oggetto delle loro preghiere.

 J. M. J. T.

8 luglio 1891

Gesù

Mia cara Celina,
    La tua letterina ha illuminato molto la mia anima, è stata per me come un'eco fedele che ripete tutti i miei pensieri...
    La nostra cara Madre 122 è ancora molto sofferente; è triste veder soffrire cosi quelli che si amano. Tuttavia, non affliggerti troppo; per quanto Gesù abbia gran desiderio di godere in cielo della presenza della nostra diletta Madre, non si potrà rifiutare di lasciarci. ancora sulla terra colei la cui mano materna sa guidarci cosi bene e consolarci nell'esilio della vita...
    Oh! che grande esilio l'esilio della terra, soprattutto in quelle ore in cui tutto sembra abbandonarci! ...Ma è allora che è prezioso, è allora che risplendono i giorni della salvezza.123 Si, Celina, solo la sofferenza può generare anime a Gesù... C'è da stupirsi che siamo servite cosi bene, noi il cui unico desiderio è quello di salvare un'anima che sembra perduta per sempre?...124.
    I particolari mi hanno interessato molto, anche se mi hanno fatto battere il cuore forte forte... Ma io voglio fornirtene altri ancora, che non sono più consolanti. L 'infelice prodigo s'è recato a Coutances dove ha ricominciato le conferenze di Caen. Pare addirittura che abbia in animo di percorrere cosi tutta la Francia... Celina... E con questo, è facile vedere, si aggiunge, che lo consuma il rimorso. Va di chiesa in chiesa con un grande crocifisso e sembra che faccia delle grandi adorazioni... Sua moglie lo segue dappertutto.
    Celina cara, è davvero colpevole, più colpevole forse di quanto sia mai stato un peccatore convertito, ma non può forse Gesù fare quello che non ha mai fatto fin qui? Se non lo desiderasse, avrebbe messo nel cuore delle sue povere piccole spose un desiderio irrealizzabile? ...No, è certo che desidera più di noi ricondurre all'ovile questa povera pecorella smarrita. Verrà un giorno in cui i suoi occhi si riapriranno 125 e allora chi sa che la Francia non sia da lui percorsa con uno scopo ben diverso da quello che ha ora! Non ci stanchiamo di pregare. La fiducia compie miracoli. e Gesù ha detto alla beata Margherita Maria: « Un'anima giusta ha tanto potere sul mio cuore che può ottenere il perdono per mille criminali ». Nessuno sa se è giusto o peccatore, ma, Celina, Gesù ci fa la grazia di sentire in fondo al cuore che preferiremmo morire piuttosto che offenderlo. D'altronde non sono i nostri meriti ma quelli del nostro Sposo, e perciò nostri, che noi offriamo al Padre che sta nei cieli affinché il nostro fratello, un figlio della santa Vergine, torni vinto a gettarsi sotto il manto della più misericordiosa delle madri...
    Celina cara, sono costretta a terminare. Il resto indovinalo tu, ce ne sarebbero volumi e volumi! ...
    Abbraccia tutti per me 126 e di' loro tutto ciò che vorrai da parte mia. Sono certa che non ti sbagli.

                                                                                             Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo 
                                                                                                                     rel. carm. ind.


                  Un tale ha chiesto la mano di Celina. Poveretto! Non sapeva che è sposa di Gesù.
 Celina e Teresa devono restare per sempre i suoi gigli.

 J. M. J. T.

 Dal Carmelo, 23 luglio 1891

Gesù 
Mia cara Celina,
     Sono ancora io incaricata di risponderti. Madre Genoveffa l27 è rimasta commossa della tua lettera e ha pregato tanto per la sua Celinetta. Che grazia aver le preghiere di una tale santa ed essere amata da lei! ...La festa d'ieri 128 è stata stupenda, un vero pregustamento del cielo, Tutti i regali ci hanno fatto grande piacere: il pesce, le ciliegie, i dolci. Ringrazia tanto la zia e dille tutte le parole più gentili che sai.
     Celina cara, le tue due lettere sono penetrate ben a fondo nella mia anima, mi hanno strappato le lacrime... La dichiarazione mi ha fatto ridere di cuore.129 Bisogna dichiarare che ha avuto un bel coraggio quello per venire a cercare la fidanzata del Re del cielo. Ma il pover'uomo non ha visto « il segno che lo Sposo ha posto sulla tua fronte »,130 il segno misterioso che Gesù solo contempla e anche gli angeli che formano la sua corte regale...
    Celina, perché questo privilegio straordinario, perché? ...
    Ah! che grazia essere vergine, essere la sposa di Gesù!

 Bisogna che si tratti di una cosa davvero bella, davvero sublime, se la più pura, la più intelligente di tutte le creature ha preferito rimanere Vergine piuttosto che diventare la Madre di un Dio... Ed è questa grazia che ci accorda Gesù. Vuole che siamo sue spose e poi, secondo la sua promessa, anche sua madre e sue sorelle, perché dice nel Vangelo: « Chi fa la volontà del Padre mio, quello è mia madre, mio fratello e mia sorella ».131 Sì, colui che ama Gesù è tutta la sua famiglia. Egli trova in questo cuore unico, che non ha l'uguale, tutto ciò che desidera. Vi trova il suo cielo! ...
     Celina cara, restiamo sempre i gigli di Gesù. La grazia che io gli chiedo è di toglierli da questo mondo prima che il vento pernicioso della terra abbia staccato un granello solo della polvere dei loro stami, di quella polvere che potrebbe ingiallire un po' la bianchezza e lo splendore del giglio. Bisogna che Gesù possa trovare nei suoi gigli tutto ciò che desidera, trovarvi quella purezza che non cerca che lui e non si riposa che in lui...
    Ahimè! Non c'è nulla così facile ad offuscarsi come il giglio... Ebbene! sì, io sono sicura che se Gesù ha detto di Maddalena che « ama di più colui al quale è stato perdonato di più» ,132 lo si può dire con più ragione ancora quando Gesù ha rimesso in anticipo i peccati! 133 Capisci, Celina? E poi, quando « le lacrime di Gesù sono il sorriso di un'anima »,134 che cosa ha da temere? Io penso che queste perle misteriose hanno il potere d'imbiancare i gigli, di conservare il loro splendore... Cara Celina, la figura di questo mondo passa;135 l'ombre declinano.136 Presto saremo nella nostra terra natale. Presto le gioie della nostra infanzia, le serate della domenica, le nostre conversazioni segrete... tutto ciò ci sarà restituito per sempre e con gl'interessi per giunta. Gesù ci renderà le gioie di cui ci ha privato per un istante! ...Allora dalla testa raggiante del nostro caro Papà vedremo scaturire fìotti di luce e ciascuno dei suoi capelli bianchi sarà come un sole che ci colmerà di gioia e di felicità! ...La vita è dunque un sogno? E dire che questo sogno ci permette di salvare le anime! ...Ah! Celina, non dimentichiamo le anime, dimentichiamoci per loro e un giorno Gesù dirà rivolto verso di noi: « Com'è bella la casta generazione delle anime vergini! ».137
    Abbraccio forte forte la mia Mariuccia, Leonia e tutti. Per te, Celina, tu sai dov'è il tuo posto nel mio cuore!...138


   Auguri di onomastico. Fiore-Celina è sbocciato prima del tempo, dopo il rigido inverno della sofferenza.

 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 20 ottobre 1891

Gesù
Mia cara Celina,
    Per la quarta volta vengo a farti gli auguri di buon onomastico dopo che sono al Carmelo! ...Mi sembra che questi quattro anni abbiano rinsaldato ancora di più i vincoli che ci univano così strettamente. Più avanziamo nella vita, più cresce il nostro amore per Gesù, e poiché ci amiamo in lui, la nostra affezione diviene così forte che è piuttosto l'unità che l'unione che esiste fra le nostre due anime! ...
Celina, che cosa ti devo dire, non sai già tutto? Si, ma io ti voglio dire perché le celine 139 sono fiorite più presto quest'anno. Gesù me l'ha fatto sentire questa mattina per la tua festa.
    Hai senza dubbio osservato come I 'inverno mai era stato così rigido come l'ultimo anno. Per conseguenza tutti i fiori sono sbocciati con ritardo. Era una cosa tanto naturale e nessuno ha pensato di meravigliarsene. Ma c'è un fiorellino misterioso che Gesù si è riservato per istruire le nostre anime. Questo fiore è il fiore-Celina... Esso, contrariamente agli altri, è sbocciato un mese prima dell'epoca della fioritura... Celina, comprendi il linguaggio del mio fiorellino prediletto, il fiore della mia infanzia, il fiore dei ricordi? ! ! ! Le brine, i ghiacci, i rigori dell'inverno, anziché ostacolarlo, I 'hanno fatto spuntare e fiorire. Nessuno vi ha fatto attenzione: è un fiore cos1 piccolo, così poco smagliante. Soltanto le api conoscono il tesoro racchiuso nel suo calice misterioso, composto d'una moltitudine di piccoli calici così succosi, uno più dell'altro. Teresa, come le api, ha capito questo mistero. L 'inverno è la sofferenza, la sofferenza incompresa, misconosciuta, considerata come inutile dagli occhi dei profani, ma feconda e potente allo sguardo di Gesù e degli angeli i quali, a somiglianza delle api vigilanti, sanno raccogliere il miele contenuto nei misteriosi e multipli calici, che raffigurano le anime o piuttosto i figli generati dal fiorellino verginale... Celina, mi ci vorrebbero dei volumi per scrivere tutto ciò che penso intorno al mio fiorellino. Per me, è 1 'immagine perfetta della tua anima! Sì, Gesù ha fatto passare su di lei le brine e i ghiacci, invece del caldo sole delle sue consolazioni, ma il risultato a cui egli mirava, è stato raggiunto. La pianticina è cresciuta ed è fiorita quasi di punto in bianco... Celina, quando un fiore è sbocciato, non resta che coglierlo. Ma quando e come Gesù coglierà il suo fiorellino? Forse il color rosa della sua corolla indica che questo avverrà mediante il martirio! ...Sì, sento rinascere in me i miei desideri più grandi. Forse Gesù, dopo averci chiesto, per così dire, amore per amore, si deciderà a domandarci sangue per sangue e vita per vita...140 Nell'attesa, dobbiamo lasciare che le api attingano tutto il miele dei piccoli calici, non trattenere nulla per noi, dare tutto a Gesù e poi alla fine « diremo, come il fiore, alla sera della nostra vita: la sera, ecco la sera ».141 Allora tutto sarà finito... Alle brine ed ai ghiacci succederanno i dolci raggi del sole, alle lacrime di Gesù i sorrisi eterni...
    Ah! non ci rifiutiamo di piangere con lui per un giorno, poiché gioiremo della sua gloria.per tutta l'eternità!...
    Fiorellino prediletto, comprendi la tua Teresa?


  Auguri di compleanno. Unite per sempre nell'unico amore di Gesù come due margheritine del prato.

 J. M. J. T.

 26 aprile 1892142

 Gesù 

Mia cara Celina
    Il prato del Carmelo mi fornisce quest'anno un regalo simbolico che sono felice di offrirti per il tuo ventitreesimo compleanno. Un giorno, in mezzo all'erbetta tutta imbiancata di umili margheritine, mi parve di vederne una dallo stelo slanciato che superava in bellezza tutte le altre. Essendomi avvicinata, m'accorsi con sorpresa che invece d'una sola margheritina erano due ben distinte. Due steli così strettamente uniti mi fecero subito pensare ai misteri delle nostre anime... Capii che se, nella natura, Gesù si compiace di seminare sotto i nostri passi delle meraviglie così incantevoli, è solo per aiutarci a penetrare misteri più nascosti e d 'un ordine superiore che egli opera talvolta nelle anime...
    Celina, sento che hai già capito la tua Teresa. Hai intuito ciò che avviene in quest'altro cuore al quale il tuo è così strettamente unito che li alimenta la stessa identica linfa! ... Tuttavia, ti voglio parlare di qualcuno dei misteri nascosti nel mio fiorellino.
    Gesù ha creato, per rallegrare la nostra vista e istruire le nostre anime, una moltitudine di umili margheritine. Vedo con stupore che, al mattino, la loro corolla color rosa è rivolta dalla parte dell'aurora. Esse aspettano il sorgere del sole. Appena l'astro radioso ha inviato verso di loro uno dei suoi tepidi raggi, i timidi fioretti incominciano a dischiudere i loro calici e le piccole foglie 143 formano una specie di corona che lascia scoperti i loro cuoricini gialli dando a questi fiori una grande rassomiglianza con l'astro che li ha investiti della sua luce. Durante tutta la giornata, le margheritine non cessano di fissare il sole e girano come lui fino alla sera. Poi, quando è scomparso, richiudono alla svelta le loro corolle, le quali mutano di nuovo il colore bianco in color rosa...
    Gesù è il sole divino e le margheritine sono le sue spose, le vergini. Quando Gesù rivolge il suo sguardo verso una anima, subito le comunica la sua rassomiglianza, ma bisogna che quest'anima continui a tenere fissi su di lui i suoi sguardi.
    Per sviluppare i misteri delle margheritine dovrei scrivere un volume, ma la mia Celina comprende tutto, e quindi ora le voglio parlare delle fantasie di Gesù...
    Nel suo prato Gesù ha molte margheritine, ma sono separate tra loro e ciascuna riceve per suo conto i raggi del sole. Un giorno lo Sposo delle vergini s'è chinato verso la terra ed ha unito strettamente due piccoli bocci appena dischiusi. I loro steli si sono fusi in un solo ed un solo sguardo li ha fatti crescere. Insieme questi fioretti, divenuti un unico fiore, si sono aperti ed ora la duplice margherita, fissando lo sguardo verso il Sole divino, adempie la sua missione che è unica... Celina, tu sola puoi capire il mio linguaggio. Agli sguardi delle creature la nostra vita sembra tanto diversa, addirittura separata, ma io so che Gesù ha unito i nostri cuori in modo così meraviglioso che tutto ciò che fa battere l'uno, fa trasalire anche l'altro...
    « Dov'è il vostro tesoro, là è il vostro cuore »144 Il nostro tesoro è Gesù e i nostri cuori non fanno che un cuore solo in lui. Il medesimo sguardo ha rapito le nostre anime, quello sguardo velato di lacrime che la duplice margheritina è decisa ad asciugare. La sua umile e bianca corolla sarà il calice dove i preziosi diamanti saranno raccolti per essere poi versati su altri fiori i quali, meno privilegiati, non avranno fissato su Gesù i primi sguardi dei loro cuori... Forse alla sera della vita, la margheritina presenterà allo Sposo divino la sua corolla divenuta color rosa...145
    Addio, Celina cara, il fiorellino che t'invio è una reliquia perché ha riposato fra le mani della nostra santa madre Genoveffa 146 che ha benedetto Celina e Teresa...

                                                                                            Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                  reI. carm. ind.


  La vera vocazione di Celina e di Teresa è quella di Mosè sulla montagna: salvare le anime con la preghiera.

 J. M. J. T.

15 agosto 1892

Gesù 

Mia cara Celina,
    Non posso lasciar partire la lettera 147 senza aggiungervi due parole. Per questo sono costretta a rubare qualche momento a Gesù, ma non se n 'ha a male perché è sempre di lui che si parla quando siamo insieme. Senza di lui ogni discorso è privo di attrattive per i nostri cuori..!148  Celina! le vaste solitudini, gli orizzonti stupendi che si aprono davanti a te,149 devono parlare tanto a fondo alla tua anima. Io non vedo tutto questo, ma dico con san Giovanni della Croce:

             L' Amato è le montagne,
             le valli solitarie e ricche d'ombra...150

    E questo Amato istruisce la mia anima, le parla nel silenzio, nelle tenebre...
    Ultimamente m'è venuto un pensiero che ho bisogno di dire alla mia Celina. Un giorno pensavo a ciò che potevo fare per salvare le anime; una parola del Vangelo mi s'è rivelata piena di viva luce: una volta Gesù diceva ai suoi discepoli, mostrando loro i campi pieni di grano maturo:
     « Alzate gli occhi e guardate come le campagne già biondeggiano per la messe »,151 e un po' dopo: « In verità vi dico, la messe è abbondante, ma gli operai sono pochi; domandate dunque al Padrone della messe di mandare operai ».152
     Che mistero! Gesù non è l'onnipotente? Le creature non sono forse di colui che le ha fatte? Perché dunque Gesù dice: « Domandate al Padrone della messe di mandare operai? ...» Perché? ...Ah! l'unica ragione è che Gesù ha per noi un amore così incomprensibile che vuol farci partecipare insieme con lui alla salvezza delle anime. Non vuol fare nulla senza di noi. Il Creatore dell'universo aspetta la preghiera di una povera piccola anima per salvare altre anime riscattate come lei a prezzo di tutto il suo sangue.
     La nostra vocazione non è quella di andare a mietere nei campi di grano maturo; Gesù non dice a noi: « Abbassate gli occhi, guardate le campagne e andate a mietere »; la nostra missione è ancora più sublime. Ecco le parole di Gesù: « Alzate gli occhi e guardate... ». Guardate come nel cielo vi sono dei posti vuoti; spetta a voi riempirli... voi siete i miei Mosè in preghiera sulla montagna; domandatemi operai ed io ve ne manderò. Non aspetto che una preghiera, un sospiro del vostro cuore!
    L 'apostolato della preghiera non è forse, per così dire, più elevato che quello della parola? La nostra missione, come carmelitane, è di formare degli operai evangelici che salveranno milioni di anime delle quali noi saremo le madri...
    Celina, se non fossero le parole stesse di Gesù, chi oserebbe credervi? ...lo trovo che la nostra parte è veramente tanto bella! ...Che cosa abbiamo da invidiare ai sacerdoti? Come vorrei poterti dire tutto quello che penso, ma il tempo mi manca. Tu comprendi tutto ciò che io non posso scrivere!...
    
Il giorno dell'onomastico di Giovanna,153 ricordati di farle gli auguri per noi con un mazzetto di fiori. La regola non ci permette di farlo personalmente, ma dille che penseremo ancora di più a lei.
    Abbraccia tutti a nome mio e di' loro tutto ciò che riuscirai a trovare di più gentile.

                                                                            La tua piccola Teresa del Bambino Gesù
                                                                                             rel. carm. ind.

    Se tu potessi trovare dell'erica, mi faresti un grande piacere.


Auguri per l'onomastico. Alla dolce serenità dell'infanzia è succeduta la realtà della vita e l'unità profonda 
in Maria e Gesù.

J. M. J. T.

 Dal Carmelo, 19 ottobre 1892

Gesù 

Mia cara Celina,
Un tempo, ai giorni della nostra infanzia, ci riempiva di gioia la ricorrenza della nostra festa, per via dei regalucci che ci scambiavamo a vicenda. Il più piccolo oggetto aveva allora ai nostri occhi un valore senza pari... Ben presto la scena è mutata. Essendo spuntate le ali al più giovane degli uccellini, se n'è volato via lontano dal dolce nido della sua infanzia, e allora tutte le illusioni sono svanite! Alla primavera è succeduta l'estate, ai sogni della giovinezza la realtà della vita...
    Celina, non è forse a partire da questo momento decisivo che si sono rinsaldati i legami che stringevano i nostri cuori? Sì, la separazione ci ha unito in un modo che il linguaggio non sa esprimere. La nostra tenerezza infantile si è cambiata in unione di sentimenti, in unità d'anime e di pensieri. Chi dunque ha potuto compiere questa cosa meravigliosa? ...Ah! è colui che ha rapito i nostri cuori. « Questo Diletto scelto tra mille... la fragranza sola dei suoi profumi basta a trascinare al suo seguito.154 Seguendo le sue tracce, le giovinette percorrono lievemente la via » (Cantico dei Cantici)155
    Gesù ci ha attirate insieme, sebbene per strade diverse, insieme ci ha elevato al di sopra di tutte le cose fragili di questo mondo la cui figura passa.156 Egli ha messo, per così dire, tutte le cose sotto i nostri piedi. Con Zaccheo, siamo salite su un albero per vedere Gesù..!157 Perciò possiamo dire con san Giovanni della Croce: « Tutto è mio, tutto è per me; la terra è mia, i cieli sono miei, Dio è mio e mia è la Madre del mio Dio »158
    A proposito della santa Vergine, bisogna che ti confidi uno dei modi semplici che uso con lei. Qualche volta mi sorprendo a dirle: « Devo riconoscere, mia santa Vergine, di essere più fortunata di voi, perché io ho voi per Madre, mentre voi non avete una Madonna da amare... È vero che siete la Madre di Gesù, ma questo Gesù l'avete dato a me interamente.. e lui, sulla croce, vi ha dato a noi per Madre. Così noi siamo più ricchi di voi: possediamo Gesù e anche voi ci appartenete! Un tempo, nella vostra umiltà, vi auguravate di essere un giorno la piccola serva della vergine fortunata che avrebbe avuto l'onore di essere la Madre di Dio,159 ed ecco che io ora, non solo sono la vostra serva, ma la vostra figlia. Voi siete la Madre di Gesù e al tempo stesso la mia Madre! ». .
    Senza dubbio, la santa Vergine deve sorridere della mia ingenuità, e tuttavia ciò che le dico è tanto vero!
    Celina, che mistero la nostra grandezza in Gesù! Ecco tutto ciò che Gesù ci ha mostrato facendoci salire sull'albero simbolico di cui ti parlavo poco fa! E ora, quale scienza vorrà insegnarci? Non ci ha ormai istruito in tutto? Ascoltiamo quello che ci dice:
    « Affrettatevi a scendere, perché oggi devo rimanere a casa vostra »160
    Ma come! Gesù ci dice di scendere! Dove dunque dobbiamo andare? Celina, lo sai meglio di me, ma lascia tuttavia che io ti dica dove dobbiamo ora seguire Gesù. Un giorno i giudei domandarono al nostro divino Salvatore: « Maestro, dov'è la tua casa? »,161 ed egli rispose: « Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo i loro nidi,. ma io non ho dove posare il capo »,162 ecco dove dobbiamo discendere per servire da abitazione a Gesù: essere così povere da non sapere ove posare il capo.
    
Ecco, mia cara Celina, quello che ha fatto Gesù nella mia anima durante il ritiro... Si tratta, lo capisci bene, di cose interiori. Quelle esteriori sono state ormai annientate dalla prova così dolorosa di Caen... Nel nostro amato Padre, Gesù ci ha colpito nella parte esteriore più sensibile del nostro cuore. Ora lasciamolo fare. Egli saprà compiere la sua opera nelle nostre anime...
     Gesù desidera che lo riceviamo nei nostri cuori. Senza dubbio, sono già liberi dalle creature, ma ahimè! sento che il mio non è affatto libero da me stessa ed è per questo che Gesù mi dice di scendere... Lui, il re dei re, s'è umiliato in tal modo che il suo volto era nascosto 163 e nessuno lo riconosceva... Sì, anch'io voglio nascondere il mio volto, voglio che solo il mio Diletto possa vederlo, che sia lui solo a contare le mie lacrime... che nel mio cuore, almeno lì, possa riposare il suo 'capo amato e sentire che vi è conosciuto e compreso! ...
     Celina, non riesco a dirti ciò che vorrei, la mia anima è impotente... Ah! se lo potessi! Ma no, questo è superiore alle mie forze... Del resto, perché dovrei rattristarmi? I tuoi pensieri corrispondono sempre ai miei e tutto ciò che non ti dico, lo indovini; Gesù te lo fa sentire nel cuore dove ha stabilito la sua dimora per consolarsi dei delitti dei peccatori. Sì, è lì, nel segreto rifugio dell'anima, che egli ci istruisce insieme e dove ci mostrerà il giorno che non avrà più tramonto!
     Tanti auguri! Come sarà dolce un giorno alla tua Teresa festeggiarti in cielo! ...164


Il carattere distintivo del suo cuore è la semplicità, la sua vocazione è quella di essere una «goccia di rugiada » nascosta nella corolla del « Giglio delle convalli ».

J. M. J. T.


Dal Carmelo, 25 aprile 1893

Gesù 

Mia cara Celina,
     Ho voglia di dirti un pensiero che m'è venuto questa mattina, o piuttosto di metterti a parte dei desideri di Gesù sulla tua anima .
    Quando penso a te presso l'unico Amico delle nostre anime, è sempre la semplicità che si presenta a me come il carattere distintivo del tuo cuore... Celina! ...semplice fiorellino Celina, non invidiare i fiori dei giardini.
    Gesù non ci ha detto: « lo sono il fiore dei giardini, la rosa coltivata », ma: « lo sono il fiore dei campi e il giglio delle con valli ».165Ebbene! stamattina, accanto al tabernacolo, ho pensato che la mia Celina, il fiorellino di Gesù, doveva essere e restare sempre una goccia di rugiada nascosta nella divina corolla del bel Giglio delle vallate...
    Una goccia di rugiada: che cosa vi è di più semplice e di più puro? Non sono le nuvole che l'hanno formata, perché la rugiada discende sui fiori quando l' azzurro del cielo è stellato. Essa non è paragonabile alla pioggia e la vince per la sua bellezza e freschezza. La rugiada non esiste che la notte. Appena il sole diffonde i suoi caldi raggi, fa distillare quelle perle meravigliose che brillano ai margini dei fili d'erba del prato e la rugiada si muta in un vapore leggero. Celina è una goccia di rugiada che non è stata formata dalle nubi, ma è scesa dal cielo luminoso, la sua patria. Durante la notte della vita, la sua missione è quella di nascondersi nel cuore del Fiore dei campi. Nessuno sguardo umano deve scoprirla; il solo calice che la possiede conoscerà la piccola goccia e tutta la sua freschezza.
    Fortunata gocciolina di rugiada, conosciuta solo da Gesù, non fermarti a considerare il corso fragoroso dei fiumi che costituiscono l'ammirazione delle creature, non invidiare neppure il limpido ruscello che serpeggia nel prato. Senza dubbio, il suo mormorio è tanto soave, ma può giungere agli orecchi delle creature, e poi il calice del Fiore dei campi non lo potrebbe contenere. Non può essere solo per Gesù.
    Per appartenere a lui, bisogna essere piccoli, piccoli come una goccia di rugiada! Oh! come sono poche le anime che aspirano ad essere piccole così. « Ma, esse dicono, il fiume e il ruscello non sono più utili della goccia di rugiada? Che fa questa? Non è buona a nulla, fuorché a rinfrescare per qualche istante un fiore campestre che oggi è e domani sarà bell'e sparito ».166
    Sicuramente, queste persone hanno ragione, la goccia di rugiada non è buona ad altro che a questo, ma dimostrano di non conoscere il Fiore campestre che ha voluto abitare sulla nostra terra d'esilio e restarvi durante la breve notte della vita. Se lo conoscessero, capirebbero il rimprovero che Gesù ha fatto un giorno a Marta.167 Il nostro Diletto non ha bisogno dei nostri pensieri originali, delle nostre opere strepitose; se vuole pensieri sublimi, non ci sono i suoi angeli, le sue legioni di spiriti celesti, la cui scienza sorpassa infinitamente quella dei più grandi geni della nostra miserabile terra?
    Non è dunque l'ingegno e i talenti che Gesù è venuto a cercare quaggiù. Non si è fatto Fiore dei campi se non per dimostrare a noi quanto predilige la semplicità. Il Giglio delle convalli non brama altro che una gocciolina di rugiada... Ed è per questo che n'ha creata una che si chiama Celina! ...Durante la notte della vita, essa dovrà rimanere nascosta ad ogni sguardo umano, ma quando le ombre cominceranno a declinare,168 quando il Fiore dei campi sarà divenuto il Sole di giustizia,169 quando verrà per compiere la sua corsa di gigante,170 potrà forse dimenticarsi della sua gocciolina di rugiada? ...Oh no! appena apparirà nella sua gloria, anche la compagna del suo esilio apparirà con lui. Il divino Sole fermerà su di lei uno dei suoi raggi d'amore e subito si manifesterà allo sguardo abbagliato degli angeli e dei santi la povera gocciolina di rugiada, che brillerà come un diamante prezioso il quale, riflettendo il Sole di giustizia, sarà diventato simile a lui. L' Astro divino volgendosi verso la sua goccia di rugiada, l'attirerà a se. Essa salirà come un vapore leggero ed andrà a stabilirsi per l'eternità nel braciere ardente dell'Amore increato e sarà unita a lui per sempre. Allo stesso modo che, sulla terra, fu la compagna fedele del suo esilio, dei suoi disprezzi, così in cielo dividerà eternamente la gloria del suo regno.
     In quale stupore cadranno allora coloro che, in questo mondo, avevano considerato come inutile la gocciolina di rugiada! Certamente, avranno una scusa: non era stato loro rivelato il dono di Dio; non avevano accostato il loro cuore a quello del Fiore dei campi, e non avevano inteso le parole travolgenti: « Dammi da bere ».171 Gesù non chiama tutte le anime ad essere delle goccie di rugiada. Vuole che vi siano dei liquori preziosi che le creature apprezzano, capaci di sollevarle nelle loro necessità, ma per se, egli si riserva una goccia di rugiada. Ecco tutta la sua ambizione.
    Che privilegio essere chiamata ad una missione cosi alta! ...Ma per corrispondervi, come bisogna restare semplice... Gesù sa bene che sulla terra, è difficile conservarsi puri; per questo vuole che le sue goccie di rugiada s'ignorino esse stesse. Egli si compiace a contemplarle, ma le guarda lui solo, ed esse, non conoscendo il proprio valore, si ritengono al di sotto delle altre creature... Ecco ciò che desidera il Giglio delle valli. La gocciolina di rugiada, Celina, ha compreso... Questo è il fine per il quale Gesù l'ha creata, ma non deve dimenticare la sua povera sorellina. Bisogna che le ottenga la grazia di realizzare quello che Gesù le fa comprendere, affinché un giorno, il medesimo raggio d'amore faccia distillare le due goccioline di rugiada. Cosi, dopo essere state una cosa sola sulla terra, potranno rimanere unite per tutta l'eternità in seno al Sole divino.

                                                                              Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo


A CELINA172

                     La perfezione consiste solo nel fare la volontà di Dio, cioè nell'amore.

J. M. J. T.

Dal Carmelo, 6 luglio 1893

 Gesù

Cara Celina,
    Le tue due lettere sono state come una dolce melodia per il mio cuore... Sono felice di vedere la predilezione di Gesù verso Celina. Come l'ama, con quanta tenerezza la guardai... Ora, eccoci tutt'e cinque nella nostra via.173 Che gioia poter dire: « Sono sicura di fare la volontà di Dio ». Questa volontà santa si è manifestata chiaramente a proposito della mia Celina. È lei che Gesù ha scelta fra tutte per essere la corona, la ricompensa del santo patriarca che ha deliziato il cielo con la sua fedeltà. Come puoi dire che sei stata dimenticata, meno amata delle altre? lo ti dico che sei stata scelta per privilegio, e la tua missione è tanto più bella in quanto, pur restando l'angelo visibile del nostro caro Papà, sei al tempo stesso la sposa di Gesù.
« Questo è vero, pensa forse la mia Celina, ma in fin dei conti io faccio meno delle altre per il buon Dio, ho tante più consolazioni e per conseguenza meno meriti ». « I miei pensieri non sono i vostri pensieri », dice il Signore174 Il merito non consiste nel fare o nel dare molto, ma piuttosto nel ricevere, nell'amare molto. Sta scritto che è molto più dolce dare che ricevere ,175 ed è vero, ma allora quando Gesù  vuole riservare a se la dolcezza del dare, non sarebbe cortesia rifiutare. Lasciamolo prendere e dare tutto ciò che vorrà. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, e l'anima che s'abbandona interamente a lui è chiamata da Gesù stesso « sua madre, sua sorella », e tutta la sua famiglia.176 E altrove: « Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola {cioè, farà la mia volontà) e il Padre mio l'amerà, e verremo da lui e stabiliremo in lui la nostra dimora ».177
     O Celina! Com'è facile piacere a Gesù, rapire il suo cuore! Non c'è che da amarlo, senza badare a se stessi, senza troppo esaminare i propri difetti...
     La tua Teresa non spazia sulle cime in questo momento, ma Gesù le insegna a trar profitto da tutto, dal bene e dal male che trova in sé.178 I Le insegna a giocare alla banca dell'amore, o piuttosto no, è lui che gioca per lei, senza dirle come fa, perché questo è affare suo e non di Teresa; a lei spetta il compito di abbandonarsi, di darsi senza nulla riserbare per se, neppure la soddisfazione di sapere qual'è la sua situazione in banca. Ma dopo tutto, essa non è il figliol prodigo e non è perciò il caso che Gesù le faccia un banchetto, perché è sempre con lui.179
     
Nostro Signore vuoI lasciare « le pecorelle fedeli nel deserto »180 Come sono significative per me queste parole! ...Egli è sicuro di loro ed esse non sarebbero più capaci di smarrirsi perché sono prigioniere dell'amore. Così Gesù toglie loro la sua presenza sensibile per elargire le sue consolazioni ai peccatori, o se anche le conduce sul Tabor, è solo per pochi istanti; le valli sono quasi sempre il luogo del suo riposo: « e là che prende il suo riposo sul meriggio »181   Il mattino della nostra vita è trascorso, su di noi è passata la carezza delle brezze profumate dell'aurora. Allora tutto ci sorrideva. Gesù ci faceva sentire la sua dolce presenza; ma quando il sole è cresciuto di forza, il Diletto « ci ha condotte nel suo giardino, ci ha fatto raccogliere la mirra » 182 della prova separandoci da tutto e da lui stesso. La collina della mirra 183 ci ha fortificate coi suoi amari profumi e così Gesù ci ha fatto scendere al basso ed ora camminiamo nella valle. Egli ci ha condotte soavemente lungo le acque...184
    
Celina cara, non so bene ciò che ti sto dicendo, ma ho I 'impressione che tu mi capirai e riuscirai a indovinare quello che ti vorrei dire. Ah! siamo sempre la goccia di rugiada di Gesù! È fila felicità, la perfezione... Per fortuna queste cose le dico a te, perché altre persone non sarebbero in grado di capire il nostro linguaggio, e confesso che vale solo per un numero molto ristretto di anime. In realtà, i direttori di spirito portano avanti nella perfezione facendo fare un gran numero di atti di virtù, e hanno ragione; ma il mio direttore, che è Gesù, non m'insegna a contare gli atti, m'insegna a fare tutto per amore, a non rifiutargli nulla, ad essere contenta quando mi da un'occasione di dimostrargli che 10 amo, ma tutto questo nella pace, nell'abbandono. È Gesù che fa tutto, io non faccio niente.
    Mi sento unitissima alla mia Celina e credo che il buon Dio non abbia fatto spesso due anime che si comprendono così bene: mai una nota discordante. La mano di Gesù che tocca una delle lire, fa vibrare nel medesimo tempo l'altra... Rimaniamo sempre nascoste nel nostro divino Fiore dei campi fino a che declinino le ombre; 185 lasciamo che siano apprezzate dalle creature le goccie di liquore. Poiché facciamo piacere al nostro Giglio, restiamo con gioia la sua goccia, la sua indivisibile goccia di rugiada... E per questa goccia che l'avrà consolato durante l'esilio, che cosa non ci darà nella patria! ...Ce lo dice lui stesso: « Colui che ha sete venga a me e beva »: 186 Gesù è e sarà il nostro oceano... Come il cervo assetato, noi sospiriamo quest'acqua 187 che ci è promessa, ma grande è la nostra consolazione di essere, noi pure, l'oceano di Gesù, l'oceano del Giglio delle convalli! ...
    Solamente il tuo cuore sarà capace di leggere questa lettera, perché io duro fatica a decifrarla... Non ho più inchiostro, m'è toccato « sputare » nel calamaio per farne un pochino... C'é proprio da ridere!...
    Abbraccio tutta la famiglia, ma soprattutto il mio amato Re che riceverà un bacio da Celina a nome della sua regina.

                                                               
Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                        rel. carm. ind.


                              Nell'ora delle tenebre e dell'aridità dello spirito, tener vivo il fuoco dell'amore...

 J. M. J. T.

 Dal Carmelo, 18 luglio 1893

 Gesù  

Mia cara Celina,
  
  Non contavo di rispondere questa volta alla tua lettera, ma nostra Madre 188 vuole che aggiunga due righe alla sua. Quante cose avrei da dirti! Ma poiché ho solo pochi minuti, devo subito assicurare alla « gocciolina di rugiada » che la sua Teresa la comprende... Dopo aver letto la tua lettera, mi sono recata all'orazione. Prendendo il Vangelo, ho chiesto a Gesù di farmi trovare un passo per te ed ecco quello che mi è venuto sotto gli occhi: « Considerate il fico e le altre piante. Quando cominciano a germogliare voi giudicate che l'estate è vicina. Così, allorché vedrete accadere queste cose, sappiate che è vicino il regno di Dio ».189
     Mi è bastato e ho chiuso il libro. In realtà « queste cose » che accadono nell'anima della mia Celina provano che in essa si è stabilito il regno di Dio... Ora voglio dirti ciò che avviene nella mia anima e vedrai che si tratta della stessa cosa.
     Hai detto la verità; Celina, i freschi mattini 190 sono passati per noi, non ci sono più fiori da cogliere; Gesù li ha voluti per se. Forse un giorno ne farà sbocciare dei nuovi, ma, nel frattempo, che dobbiamo fare? Celina, il buon Dio non mi chiede più nulla... Da principio mi domandava una infinità di cose. Per un po' di tempo ho pensato che ora, dato che Gesù non mi domandava nulla, bisognava procedere con calma nella pace e nell'amore, facendo semplicemente quello che mi chiedeva prima. In seguito, m'è venuta un'illuminazione.
     Santa Teresa dice che occorre tenere vivo l'amore.191
La legna non è più a portata di mano quando siamo nelle tenebre, nelle aridità, ma non siamo almeno tenute a gettar nella fiamma delle pagliuzze ? Gesù è certo abbastanza potente per tener vivo il fuoco da solo, e tuttavia è contento di vederci mettere un po' d'alimento. È una delicatezza che gli fa piacere, e allora butta sul fuoco tanta legna. Noi non lo vediamo, ma sentiamo la forza e il calore dell'amore.
    lo n'ho fatta l'esperienza. Quando non sento nulla, quando sono incapace di pregare, di praticare la virtù, è quello il momento di cercare delle piccole occasioni, dei nonnulla che piacciono a Gesù più che l'impero del mondo, più del martirio sofferto eroicamente. Per esempio, un sorriso, una parola amabile quando avrei voglia solo di tacere o di avere un'aria annoiata, ecc... ecc...
    Mi capisci, Celina cara? Non è per fare una corona, per guadagnare dei meriti, è soltanto per far piacere a Gesù... Quando non mi capita nessuna occasione, gli voglio almeno dire tante volte che l'amo. Non è una cosa difficile e serve a tener vivo il fuoco; anche nel caso mi sembrasse spento, questo fuoco d'amore, vi vorrei gettare qualcosa lo stesso, e sono sicura che Gesù lo ravviverebbe subito.
    Celina, ho paura di non aver detto il più necessario. Forse penserai che faccia sempre quello che dico. Oh! no, non sono sempre fedele, ma non mi scoraggio mai. M'abbandono nelle braccia di Gesù. La « gocciolina di rugiada » cala più a fondo nel calice del Fiore dei campi e là ritrova tutto quello che ha perduto e molto di più ancora.

                                           La tua sorellina Teresa del Bambino Gesù del Volto santo
                                                                         reI. carm. ind.


È come un bambino solo e sperduto nel mare, con la sua barchetta in preda ai venti e alle tempeste, nell'oscurità della notte. Non deve temere: Gesù è con lei.

 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 23 luglio 1893

 Gesù 

Mia cara Celinetta,
    Non mi sorprende che tu non comprenda nulla di ciò che avviene nella tua anima.
Un bambino, solo, sul mare, in una barchetta sperduta in mezzo alle onde in tempesta,  come potrebbe sapere se è vicino o lontano dal porto? Finché il suo sguardo contempla ancora la riva da cui è partito, sa quanto cammino ha fatto; vedendo la terra allontanarsi, la sua gioia infantile non ha limiti. Oh! dice, tra poco sono al termine. del mio viaggio. Ma più la spiaggia si allontana, più anche l'oceano sembra vasto... Allora, tutta la scienza del bambino è ridotta a nulla e non sa più dove va la sua barchetta. Non conoscendo in che modo manovrare il timone, l'unica cosa da fare è di abbandonarsi alle onde, lasciando la sua vela in balìa del vento...
     Celina, la bambina di Gesù, si trova sola in una piccola barca. La terra è scomparsa ai suoi occhi, non sa più dove va, se avanti o indietro... Teresa invece lo sa molto bene. È sicura che la sua Celina è in pieno mare e la navicella che la porta voga a vele spiegate verso il porto. Il timone, che Celina non è in grado neppure di scorgere, non è senza pilota. Gesù è lì che dorme192 come un giorno sulla barca dei pescatori di Galilea. Dorme... e Celina non lo vede, perché la notte è scesa sulla navicella... Celina non sente la voce di Gesù... Il vento soffia... Essa lo sente... vede le tenebre... e Gesù dorme sempre. Eppure, se si svegliasse un istante solo, non avrebbe che « da comandare al vento e al mare e si farebbe una grande bonaccia »; 193 la notte diverrebbe più chiara del giorno. Celina vedrebbe il divino sguardo di Gesù e la sua anima sarebbe consolata... Ma così Gesù non dormirebbe più, ed è tanto stanco...194I suoi piedi divini si sono stancati andando in cerca dei peccatori, e nella navicella di Celina Gesù riposa così comodamente.
     Gli apostoli gli avevano dato un guanciale.195 Il Vangelo ci riferisce questo particolare. Nella barchetta della sua sposa diletta trova un altro guanciale molto più morbido:  è il cuore di Celina. Lì dimentica tutto, è a casa sua... Non è una pietra che sostiene il suo capo divino, quella pietra che sospirava durante la sua vita mortale.196 È un cuore di figlia, un cuore di sposa. Ah! com'è felice Gesù! Ma come può essere felice mentre la sua sposa soffre e veglia nel tempo che lui dorme così dolcemente? Non sa che Celina non vede altro che la notte e il suo Volto divino gli rimane nascosto... e, talvolta, il peso che sente sul suo cuore le pare tanto grave? ...Che mistero! Gesù, il bambinello di Betlemme, che Maria portava come « un peso leggero », diviene pesante, così pesante che san Cristoforo se ne stupisce... La sposa dei Cantici, sì, anche lei dice che « il suo Diletto è un mazzetto di mirra e riposa sul suo seno ».197 La mirra è la sofferenza ed è in questo modo che Gesù riposa sul cuore di Celina. E nondimeno Gesù è felice di vederla nella sofferenza. È felice di ricevere tutto da lei durante la notte... Egli attende l'aurora, e allora, oh allora, che risveglio sarà quello di Gesù!!!
     
Sii ben sicura, Celina cara, che la tua barca è in pieno mare, forse già molto vicina al porto. Il vento di dolori che la spinge è un vento d'amore e questo vento è più rapido del lampo.
     Come mi ha commosso il vedere che Gesù ti aveva ispirato l'idea dei piccoli sacrifici! Glielo avevo domandato, non pensando di scriverti così presto. Finora Nostro Signore non mi ha mai rifiutato di ispirarti ciò che l'avevo pregato di dirti. Ci fa sempre le stesse grazie insieme. Sono perfino costretta ad avere una coroncina per i sacrifici. L 'ho fatta per carità ad una delle mie compagne.198 Ti dirò tutto in particolare, è piuttosto divertente... Sono presa dentro certe
 reti che non mi vanno molto a genio, ma che mi sono utilissime nella condizione d'anima in cui mi trovo.199


                      Gesù si nasconde, si avvolge di tenebre e di silenzio, si fa povero... per i pochi amici.

 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 2 agosto 1893

 Gesù 

 Mia cara Celinetta,
     La tua lettera mi ha riempito di consolazione. La strada per la quale cammini è una strada regale; non è un cammino battuto, ma è un sentiero che è stato tracciato da Gesù stesso.
     La sposa dei cantici dice che, non avendo trovato nel proprio letto il suo Amato, si alzò per cercarlo nella città, ma invano; dopo essere uscita dalla città,200 trovò Colui che la sua anima amava!...
     Gesù non vuole che troviamo nel riposo la sua presenza adorabile. Egli si nasconde, si avvolge di tenebre. Non è così che agiva nei confronti della folla dei Giudei, perché vediamo nel Vangelo « che il popolo era rapito quando egli parlava ».201 Gesù affascinava le anime deboli con le sue parole divine. Cercava di renderle forti per il giorno della prova... Ma come fu piccolo il numero degli amici di Nostro Signore quando taceva 202 davanti ai suoi giudici! ...Oh! che melodia per il mio cuore quel silenzio di Gesù... Egli si fa povero perché possiamo fargli la carità. Ci tende la mano come un mendicante, affinché nel giorno radioso del giudizio, quando comparirà nella sua gloria, possa farci udire queste dolci parole: « Venite, benedetti del Padre mio, perché avevo fame e mi deste da mangiare,. avevo sete e mi deste da bere; non sapevo dove trovare un alloggio e mi offriste asilo; ero in prigione, ero malato e mi soccorreste ».203
     È Gesù stesso che ha pronunciato queste parole, è lui che vuole il nostro amore, che lo va mendicando... Si abbandona, per così dire, alla nostra merce. Non vuole prendere nulla senza che glielo diamo e la più piccola cosa è preziosa ai suoi occhi divini...
    Mia cara Celina, rallegriamoci della nostra parte. È così bella! Diamo, diamo a Gesù, siamo avare per gli altri, ma prodighe per lui!
     Gesù è un tesoro nascosto,204 un bene inestimabile che poche anime sanno trovare, perché è nascosto e il mondo ama ciò che risplende. Ah! se Gesù avesse voluto mostrarsi a tutte le anime con i suoi doni ineffabili, senza dubbio non ce n'è una sola che l'avrebbe rifiutato. Ma egli non vuole che l'amiamo per i suoi doni. È lui stesso che deve essere la nostra ricompensa. Per trovare una cosa nascosta, bisogna nascondersi anche noi.205 La nostra vita deve dunque essere un mistero! Dobbiamo rassomigliare a Gesù il cui volto era nascosto...206. « Volete imparare qualcosa che vi serva? dice l'Imitazione, amate essere ignorati e contati per nulla... ».207 E altrove: « Dopo aver lasciato tutto, bisogna lasciare se stessi,.208 si glori pure questi di una cosa, l'altro di un'altra,.per quanto riguarda voi, non riponete la vostra gioia che nel disprezzo di voi stessi »,209
    Quanta pace danno all'anima queste parole, Celina mia! Tu le conosci, ma non sai già tutto quello che vorrei dirti?... Gesù ti ama d'un amore così grande che se lo vedessi, saresti in un'estasi di felicità che ti darebbe la morte, Ma non lo vedi e soffri.
    Presto Gesù « si leverà per salvare tutti i miti e gli umili della terra!...».210


Se le sue letterine le fanno bene, non c'è da stupire: Dio si serve di tutte le creature come strumenti del proprio amore.


 J. M. J. T.

Dal Carmelo, 13 agosto 1893

 Gesù

Mia cara Celinetta,
    Tutte le noie c
he hai con la tua domestica ci hanno addolorato. Nostra Madre non contava di scriverti prima del tuo ritorno. Ma è tanto buona, ama talmente il suo « Celinino » 211 che, sapendolo nella tristezza, vuole dargli una piccola consolazione permettendo alla tua Teresa di mandarti due righe.
    Noi non sappiamo quel che devi fare a proposito della casa ed è bene che tu ti rivolga allo zio. Per noi andrà bene ciò che lui deciderà. Comunque, di questo te ne parleremo a viva voce.212 La tua povera domestica è sfortunata davvero se ha un difetto così brutto, soprattutto se è falsa, ma forse riuscirai a convertirla come suo marito? 213 Ogni peccato merita misericordia e il buon Dio è abbastanza potente per dare della sostanza anche alle persone che non ne hanno. Pregherò tanto per questa persona: forse al suo posto sarei stata ancora meno buona di lei, e lei, forse, sarebbe già una gran santa se avesse ricevuto la metà delle grazie di cui il buon Dio mi ha ricolmata.
     Riconosco che Gesù è veramente buono a permettere che le mie povere letterine ti facciano un po' di bene, ma ti assicuro che non mi voglio ingannare pensando che io c'entri in qualche modo... « Se non è il Signore stesso a costruire la casa, invano si affaticano quelli che la costruiscono ».214 Tutti i discorsi più belli dei più grandi santi sarebbero incapaci a far scaturire un solo atto d'amore da un cuore che Gesù non avesse in suo possesso. È lui soltanto che sa servirsi della sua lira e nessun altro può far vibrare le sue corde armoniose. Ma Gesù si serve di tutti i mezzi, le creature sono tutte al suo servizio ed egli ama utilizzarle durante la notte della vita allo scopo di nascondere la sua presenza adorabile; tuttavia non si nasconde a tal punto da non farsi intravedere. In realtà sento bene che, spesso, mi dà delle luci non per me ma per la colombina esiliata, la sua sposa prediletta. Tutto questo è proprio vero, se n'ha l'esempio nella natura stessa.
    Prendi una bella pesca matura, tutta colorita e così dolce che neppure il più bravo confettiere del mondo saprebbe immaginare un sapore tanto squisito. Dimmi un po', Celina mia, è forse per la pesca che il buon Dio ha creato quel suo delicato colore di rosa, tutto vellutato e tanto delizioso a vedersi e a toccarsi ? Ti pare che abbia preparata per lei la sua polpa zuccherina? ...Ma no, è per noi, non per lei. Ciò che le appartiene, che costituisce l'essenza della sua vita, è il nocciolo; possiamo portarle via tutta la sua bellezza senza strapparle il suo essere.
    
Allo stesso modo Gesù si compiace di prodigare i suoi doni ad alcune delle sue creature, ma molto spesso è per attirare a se altri cuori e poi, quando il suo scopo è raggiunto, fa sparire questi doni esteriori e spoglia completamente le anime che gli sono più care. Vedendosi ridotte a tanta miseria, queste povere piccole anime si spaventano, hanno l'impressione di non essere buone a nulla perché ricevono tutto dagli altri e non sono in grado di dare nulla.
Ma non è così, il nocciolo del loro essere lavora in segreto. Gesù forma in loro il germe destinato a svilupparsi lassù, nei giardini del cielo. Egli preferisce mostrare loro il loro nulla e la sua potenza. Si serve, per arrivare a loro, degli strumenti più meschini affinché si persuadano che è lui solo ad operare. Si affretta a perfezionare l'opera sua per il giorno nel quale, svanite ormai le ombre,215 non si servirà più d'intermediari, ma di un eterno faccia a faccia! ...
     (Nostra Madre e madre Maria di Gonzaga ringraziano Maria 216 della sua letterina; ne sono entusiaste).


                                                          Suor Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                   rel. carm. ind.


Auguri per l'onomastico. Il cammino della sposa di Gesù è l'aspro sentiero dell'amore puro, accompagnato da una melodia celeste.

 J. M. J. T.

20 ottobre 1893 ?

 Gesù 

Mia cara Celina,
    Affido a
Gesù l'incarico di festeggiare per me la piccola Suor Maria del Volto Santo...217 Gesù dev'essere il vincolo divino della nostra unione. Lui solo ha il diritto di penetrare nel santuario del cuore della sua sposa... Oh! sì, lui solo ode la nostra voce quando nessuno ci risponde. Lui Solo dispone gli avvenimenti della nostra vita d'esilio e ci presenta, in qualche momento, il calice amaro. Ma noi non 10 vediamo. Egli si nasconde, vela la sua mano divina e noi non scorgiamo che le creature. Allora soffriamo perché la voce del nostro Diletto non si fa udire e quella delle creature sembra piena d'incomprensione...
    Si, la pena più amara è quella di non essere compresi... Ma questa pena non sarà mai quella di Celina e di Teresa. Mai, perché i loro occhi guardano più in alto della terra. S'innalzano al di sopra del creato; più Gesù si nasconde, e più sentono che Gesù è vicino a loro. Nella sua squisita delicatezza, cammina avanti a loro buttando da parte le pietre della strada, allontanando i serpenti. E non è tutto: fa risuonare alle nostre orecchie delle voci amiche, e queste voci amiche ci ammoniscono a non camminare con troppa sicurezza...218 Perché? Non è Gesù stesso che ha tracciato il nostro cammino? Non è lui che c'illumina e si rivela alle nostre anime? ...Tutto ci porta verso di lui. I fiori che crescono ai margini della via non seducono i nostri cuori. Li ammiriamo, li amiamo, perché ci parlano di Gesù, della sua potenza, del suo amore, ma le nostre anime rimangono libere. Perché turbare la nostra dolce pace? Perché temere la tempesta quando il cielo è sereno?...
    O Celina! Celina cara... non sono i precipizi che dobbiamo evitare, siamo nelle braccia di Gesù, e se anche voci amiche ci consigliano di temere, è il nostro Diletto che vuole così. Sai perché? ...Ah! nel suo amore, sceglie per le sue spose lo stesso sentiero che ha scelto per se... Egli vuole che le gioie più pure si cambino in sofferenze affinché, non avendo, per così dire, neppure il tempo di respirare a nostro agio, il nostro cuore si volga verso di lui, soltanto verso di lui che è il nostro sole e la nostra gioia...
    1 fiori lungo la via sono i piaceri puri della vita, e non c'è male alcuno a goderli, ma Gesù è geloso delle nostre anime. Egli desidera che tutti i piaceri siano per noi intrisi d'amarezza... È vero, anche i fiori della via conducono al Diletto, ma è una strada traversa, come la lastra o lo specchio che riflette il sole, ma non è il sole stesso.
    M'accorgo di non dire alla mia Celina ciò che le vorrei dire. Mi spiego cosi male. Forse capirà a volo. È cosi abile Gesù nell'eseguire le commissioni della sua povera Teresa!...
     Ho trovato un passo nel Cantico dei cantici che s'adatta perfettamente a Celinetta esiliata. Eccolo: « Che mai vedete nella sposa, se non cori musicali in un campo d'armati? ».219 Oh! si, la vita della mia Celina: è proprio un campo di battaglia... Povera colombina, geme sulla sponda dei fiumi di Babilonia, e come potrebbe cantare i cantici del Signore in una terra straniera? ...220 E tuttavia bisogna che canti, bisogna che la sua vita sia una melodia, « un coro musicale ». È Gesù che la tiene prigioniera, ma rimane al suo fianco... Celina è la piccola lira di Gesù... Può essere completo un concerto se nessuno canta? Quando il motivo sarà triste, ebbene! canterà il cantico dell'esilio, e quando il motivo sarà allegro, la sua voce farà risuonare gli accenti della patria... Tutto ciò che accadrà, tutti gli avvenimenti della vita, non saranno altro che lontani rumori e non faranno vibrare le corde della piccola lira. Gesù solo ha il diritto di posarvi sopra le sue dita divine. Le creature sono dei gradini, degli strumenti, ma è la mano di Gesù che dirige tutto. Non bisogna vedere altro che lui in tutto...
    
Non posso pensare senza rapimento dell'anima alla cara amabile santa Cecilia: che modello per la piccola lira di Gesù! ...In mezzo al mondo, esposta a tutti i pericoli, nel momento di unirsi ad un giovane pagano avido solo di amore profano, mi sembra che Cecilia avrebbe dovuto tremare e piangere... ma no; udendo il suono degli strumenti che celebravano le sue nozze, Cecilia cantava nel suo cuore...221 Quale abbandono! Udiva senza dubbio altre melodie, diverse da quelle della terra. Il suo sposo divino cantava anche lui e gli angeli facevano risuonare nel cuore di Cecilia i loro celesti concerti... Cantavano, come un giorno vicino alla culla di Gesù: « Gloria a Dio nel cielo e pace sulla terra alle anime di buona volontà! »222
    La gloria di Dio! Oh! Cecilia capiva che lo Sposo divino aveva sete di anime ed ella agognava già quella del giovane romano che pensava solo alla gloria della terra. Presto ne farà un martire e una moltitudine di anime camminerà sulle sue orme... Non ha paura, perché gli angeli hanno cantato: « Pace alle anime di buona volontà », sa che Gesù è tenuto a salvaguardarla, a proteggere la sua verginità. E così, quale ricompensa!...223
    Sì, è bella, la casta generazione delle anime vergini.224 La Chiesa lo canta spesso e queste parole sono vere ancor oggi come al tempo della vergine Cecilia...
    Mia cara Celina, quanto piacere trae Gesù dalla sua piccola lira! Ne trova così poco nel mondo, lascialo riposare vicino a te, non ti stancar di cantare, perché Gesù non si stanca mai di suonare... Un giorno, lassù nella patria, vedrai i frutti delle tue fatiche... Dopo aver sorriso a Gesù in mezzo alle lacrime, godrai dei raggianti splendori del suo Volto divino ed egli suonerà ancora sulla sua piccola lira. Suonerà per tutta l'eternità dei motivi nuovi che nessuno saprà cantare, eccetto Celina!...225


A CELINA 226

                                    Gesù sembra essersi dImenticato della sua povera Celina...

 J. M. J. T.

     Le « codfiches » 227 hanno fatto tanto piacere a nostra Madre, la quale vorrebbe scrivere un biglietto per ringraziare il suo caro « Celino »,228 ma non le è possibile. È stata anche tanto contenta della lettera di Maria.229
     Vorrei che la piccola esiliata fosse triste senza essere triste, perché, se le tenerezze delle creature non sono concentrate su di lei, è tutt'intera concentrata su di lei la tenerezza di Gesù. Ora che Celina è senza un asilo, Gesù, lui si, è ben alloggiato. È contento di veder andare errando la sua sposa diletta. Gli piace questo! Perché mai? ...Io non ne so niente,... È il segreto di Gesù, ma credo che stia preparando gran belle cose nella sua casetta... Ha tanto da lavorare che sembra essersi dimenticato della sua povera Celina... Ma no: senza essere veduto, la guarda attraverso la finestra... Si compiace di vederla nel deserto « senz' altro ufficio che quello d'amare »,230 soffrendo senza nemmeno sentire che ama! ...
     Gesù sa bene che la vita non è che un sogno, e così è felice di vedere la sua sposa piangere sulla sponda del fiume di Babilonia. Presto verrà il giorno in cui Gesù prenderà per mano la sua Celina e la farà entrare nella sua casetta che sarà divenuta un palazzo eterno.., Allora dirà: « Questa è la mia volta »231 Tu mi hai dato sulla terra il solo asilo al quale nessun cuore umano vuoI rinunziare, cioè te stessa, ed ora io ti dò la mia sostanza eterna, cioè « Me stesso». Ecco la tua casa per l'eternità. Durante la notte della vita sei stata errante e solitaria, ma ora avrai un compagno, e sono io, Gesù, il tuo sposo, il tuo amico al quale hai sacrificato tutto. lo sarò questo compagno che deve colmarti di gioia nei secoli dei secoli! ...


In occasione del suo venticinquesimo compleanno. « Non temere le tempeste della terra...
 Il tuo angelo custode ti copre con le sue ali... ».

 J. M. J. T.

26 aprile 1894

Gesù

Cara piccola lira di Gesù,
    Per cantare i tuoi venticinque anni, ti mando una poesiola che ho composto pensando a te!232 Celina! Sono sicura , che riuscirai a capire tutto ciò che il mio cantico vorrebbe dirti. Ahimé! Ci vorrebbe un'altra lingua, diversa da quella della terra, per esprimere la bellezza dell'abbandono di una I anima nelle mani di Gesù. Il mio cuore ha potuto appena balbettare quello che sente... Celina, la storia di Cecilia (la santa dell'abbandono) è anche la tua storia!
    Gesù ha messo accanto a te un Angelo del cielo che vigila sempre su di te, e ti porta tra le braccia affinché il tuo piede non abbia ad inciampare contro la pietra,233 tu non lo vedi e, tuttavia, è lui che in questi venticinque anni ha preservato la tua anima, che le ha conservato il suo candore verginale; è lui che allontana da te le occasioni di peccato... È lui che si è mostrato a te in quel sogno misterioso che ti ha mandato nella tua infanzia. Vedevi un Angelo che portava una fiaccola accesa e camminava davanti al nostro amato Papà. Senza dubbio voleva farti comprendere la missione che avresti dovuto adempiere più tardi. Ora sei tu l'angelo visibile di colui che andrà ben presto ad unirsi agli Angeli della città celeste! ...Celina, non temere le tempeste della terra... Il tuo Angelo custode ti copre con le sue ali e nel tuo cuore riposa Gesù, la purezza dei vergini. Tu non vedi i tuoi tesori: Gesù sonnecchia e l' Angelo resta nel suo misterioso silenzio. Eppure essi sono lì, insieme con Maria, la quale ti nasconde, anch'essa, sotto il suo velo!
    Non aver paura, mia cara Celina, finche la tua lira non cesserà di cantare per Gesù, non si romperà mai...
Indubbiamente è fragile, più fragile del cristallo; se tu la consegnassi ad un musico inesperto, si spezzerebbe da un momento all'altro, ma è Gesù che fa vibrare la lira del tuo cuore... Egli è felice che tu senta la tua debolezza; è lui che esprime nella tua anima sentimenti di sfiducia verso te stessa. Ringrazia Gesù che ti colma delle sue grazie più elette. Se rimani sempre fedele al proposito di piacergli nelle piccole cose, egli si troverà obbligato ad aiutarti nelle grandi...
     
Gli apostoli senza Nostro Signore lavorarono tutta la notte e non presero neppure un pesce, ma la loro fatica era accetta a Gesù. Voleva mostrare loro che lui soltanto ci può dare qualche cosa. Voleva che gli apostoli si umiliassero... « Figliuoli, dice loro, avete nulla da mangiare? 234 Signore, rispose san Pietro, abbiamo pescato tutta la notte senza prendere nulla »235 Forse, se avessero preso qualche pesciolino, Gesù non avrebbe fatto il miracolo, ma non avevano nulla, e così Gesù riempì subito la loro rete in modo da farla quasi rompere.
     Ecco qual'è il carattere di Gesù: dona da Dio, ma vuole l'umiltà del cuore.
     
« Tutta la terra è davanti a lui come un granellino di sabbia che dà appena la minima inclinazione alla bilancia, o come una goccia di rugiada del mattino che cade sulla terra ». (Sap., c. 11)236
     (Celina cara, se ce la fai a leggermi, è un fatto davvero straordinario, ma non ho il tempo di rivedere quello che ti ho scritto...).
     Il tempo passa come un'ombra, tra poco saremo riunite lassù. Non ha detto Gesù durante la sua passione: « Anzi vi dico che vedrete presto il Figlio dell'uomo assiso alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo...?237
     Noi ci saremo!...
                                                                                             Teresa del Bambin Gesù
                                                                                                    rel. carm. ind.


     Per il 28 aprile, sopra una busta contenente una minuscola immagine Teresa scrisse:


                      Piccola immagine dipinta
                         dalla piccola Teresa
                 per i 25 anni della piccola Celina
                            col permesso
                      della piccola Madre Priora


La terribile Prova, l' aridità dell' anima, alla luce di un passo del Cantico dei cantici e delle parole di Gesù.

 J. M. J. T.

7 luglio 1894 

  Gesù 

Mia cara Celina,
La lettera di Leonia ci ha turbato assai238 Ah! che sfortuna per lei se dovesse ritornare nel mondo! Ma, te lo confesso, spero che si tratti solo d'una tentazione. Bisogna pregare molto. Il buon Dio può darle facilmente quanto le manca.
     Nostra Madre sta facendo il ritiro, e per questo non ti scrive, ma pensa a te e a Maria,239 e non mancherà di pregare tanto per le sue due figlioline.
     Non so se ti trovi ancora nella stessa disposizione di spirito dell'altro giorno, ma voglio citarti lo stesso un passo del Cantico dei cantici che esprime perfettamente lo stato di un'anima piombata nell'aridità e che nulla può più rallegrare ne consolare:
     « Sono scesa nell'orto delle noci per vedere i frutti della valle, ed osservare se la vigna fosse fiorita e i melograni avessero germogliato. Non sapevo più dove fossi,. la mia anima era tutta sconvolta a causa dei carri di Aminadab » (Cap. VI, v. 10, 11).240
    Ecco la vera immagine delle nostre anime. Spesso scendiamo nelle fertili valli dove il nostro cuore ama cercare il suo pascolo; il vasto campo della Scrittura 241 che tante volte s'era aperto davanti a noi per offrirci tutta la ricchezza dei suoi tesori, questo vasto campo ci appare ad un tratto un deserto arido e senz'acqua: non sappiamo più neppure dove ci troviamo: al posto della pace, della luce, non troviamo che turbamento o tenebre...
    Ma, come la sposa, conosciamo la causa della nostra prova; « La nostra anima è sconvolta a causa dei carri di Aminadab... ». Non siamo ancora nella patria e la prova ci deve purificare come l'oro nel crogiolo. Ci sono momenti in cui ci crediamo abbandonate: ahimè! quei carri, quei vani rumori che ci tormentano, sono in noi o fuori di noi? Noi non lo sappiamo, ma Gesù lo sa bene. Egli vede la nostra tristezza e all'improvviso si fa udire la sua dolce voce, più  dolce che l'alito della primavera: « Ritorna, ritorna, o Sulamite; ritorna, ritorna affinché possiamo mirarti! ». (Cant., cap. VI, v. 12).242
     Che misterioso richiamo è quello dello Sposo! Noi non osavamo più rivolgere uno sguardo su noi stesse, tanto eravamo convinte di essere prive di ogni splendore e di ogni ornamento, e Gesù ci chiama. Egli vuole mirarci a suo agio, ma non è solo: insieme con lui le altre due Persone della Trinità santa vengono a prendere possesso della nostra anima... Gesù l'aveva promesso altra volta, quando stava per risalire al Padre suo e Padre nostro.243 Diceva con ineffabile tenerezza: « Se qualcuno mi ama) osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà, e verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora ».244
     Osservare la parola di Gesù, ecco l'unica condizione della nostra felicità, la prova del nostro amore per lui. Ma che cos'è mai questa parola? ...Mi sembra che la parola di Gesù sia lui stesso, lui Gesù, il Verbo,245 la Parola di Dio! ...Ce lo dice più avanti, nel medesimo Vangelo di san Giovanni. Pregando il Padre per i suoi discepoli, si esprime così : « Santificali mediante la tua parola; la tua parola è la verità... ».246 E altrove Gesù ci ricorda che lui è la Via, la Verità, la Vita.247 Sappiamo dunque qual'è la Parola che dobbiamo osservare, e non domanderemo a Gesù come Pilato: « Che cos'è la verità? ».248 Noi la possediamo, la Verità, noi custodiamo Gesù nel nostro cuore! ...
     Spesso, come la sposa dei Cantici, possiamo dire che il nostro « Diletto è un mazzetto di mirra,249 che è per noi uno Sposo di sangue »,250 ma come sarà dolce per noi udire un giorno questa parola soave uscita dalle labbra stesse del nostro Gesù: « Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove, ed io vi ho preparato il mio regno, come il Padre mio l'ha preparato per me! » (Vangelo).251
    Che mistero, le prove di Gesù! Anch'egli dunque, Gesù, ha delle prove! Sì, le ha, e spesso è « solo a spremere il vino nello strettoio, Cerca dei consolatori e non riesce a trovarne... ».252 Molti servono Gesù quando li consola, ma pochi sono disposti a tener compagnia a Gesù che dorme 253 in mezzo ai marosi o che soffre nell'orto dell'agonia! ...Chi dunque vorrà servire Gesù per Gesù solo? Ah! saremo noi... Celina e Teresa s'uniranno tra loro sempre più strettamente, fino a realizzare la preghiera di Gesù: « Padre, che essi siano uno, come noi siamo Uno».254 Sì, Gesù ci prepara già il suo regno come il Padre l'ha preparato a lui.255 Ce lo prepara lasciandoci nella prova. Vuole che il nostro volto sia veduto, sì, dalle creature, ma rimanga come nascosto,256 affinché nessuno ci riconosca all'infuori di lui... Quale felicità pensare che il buon Dio, la Trinità tutta intera ci guarda, è in noi, e si compiace a rimirarci. Ma che cosa vede nel nostro cuore, se non « cori di musica in un campo di battaglia? » (Cant., c. VII, v. 1).257
    « Come dunque potremo cantare i cantici del Signore in una terra straniera? Da tanto tempo le nostre arpe sono appese ai salici delle rive »,258 noi non sapremmo adoperarle! ...Il nostro Dio, l' Ospite del nostro cuore, lo sa bene e per questo viene in noi con l'intenzione di trovare una tenda vuota, in mezzo al campo di battaglia della terra. Non chiede altro che questo e lui stesso è il musico divino che s'incarica del concerto. Ah! se udissimo questa ineffabile armonia, se una sola vibrazione giungesse alle nostre orecchie! ... « Noi non sappiamo chiedere nulla nel modo dovuto, ma lo Spirito domanda in noi con gemiti inesprimibili » (San Paolo ).259 Non ci rimane dunque che dare la nostra anima, abbandonarla al nostro grande Iddio. Che importa allora se è senza doni che splendino al di fuori, quando dentro splende il Re dei re in tutta la sua gloria? ...
    Come dev'essere grande un'anima per contenere un Dio! E tuttavia l'anima del bambino di un giorno è per lui un paradiso di delizie. Che sarà allora delle nostre anime che hanno lottato, sofferto per rapire il cuore del loro Diletto? ...
    Mia cara Celina, t'assicuro che non so quello che ti dico; il discorso dev'essere interrotto qui, ma il cuore mi dice che capirai lo stesso... Vorrei dirti tante cose!...
    Non mi rispondere con una lettera lunga per parlarmi della tua anima; mi basteranno poche righe. Preferisco che tu scriva una lettera molto divertente per tutte le altre .260 Il buon Dio vuole che mi dimentichi per far piacere.
     Abbraccia lo zio, la cara zia e la mia sorellina.261 Al caro Papà, sorrido e lo assisto per mezzo del suo angelo visibile,262 al quale sono così intimamente unita da fare una cosa sola! ...
                                                                            Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo 
                                                                                                   rel. carm. ind.


È l'ora della prova, l'ora in cui Dio opera l'ultimo taglio nella sua anima. Il suo posto sarà al Carmelo dì Lisieux.

 J. M. J. T.

18 luglio 1894

 Gesù 

Mia cara Celina,
    Non sono sorpresa delle tue prove; ci sono passata anch'io lo scorso anno e so di che si tratta! ...Il buon Dio ha voluto che facessi il mio sacrificio.263 L 'ho fatto e poi, come te, ho sentito ritornare la calma in mezzo alla sofferenza.
    Ma ho sentito anche un'altra cosa: spesso il buon Dio non vuole che la nostra volontà. Egli domanda tutto e se gli rifiutiamo la minima cosa, ci ama troppo per cedere al nostro volere. Ma quando la nostra volontà si conforma alla sua, quando vede che è lui solo che cerchiamo, allora si comporta con noi come si comportò un tempo con Abramo... Ecco quello che Gesù mi fa sentire nell'intimo e penso che sei nella prova, è l'ora nella quale si opera quel taglio di cui senti il bisogno... « Ora Gesù spezza la tua natura, ti dà la croce e la tribolazione ». Più vado avanti, più ho la certezza intima che un giorno verrai qui.264 Madre Maria di Gonzaga mi raccomanda di dirtelo. Era tutta sorridente mentre leggeva la tua lettera: ti saresti commossa a vederla! ...Non aver paura: qui, più che in qualsiasi altro posto, troverai la croce e il martirio! ...Soffriremo insieme, come nei primi tempi quando i cristiani si univano per farsi coraggio a vicenda nel momento della prova...
    E poi, Gesù verrà, prenderà qualcuna di noi e le altre resteranno per un po' di tempo ancora nell'esilio e nelle lacrime... Dimmi, Celina, sarebbe grande cosi la nostra sofferenza se fossimo l'una a Lisieux, l'altra a Gerusalemme? ... Avrebbe tanto sofferto la santa Vergine se non fosse stata ai piedi della croce del suo Gesù? ...
    Credi tu forse che non ti capisca? T'assicuro che leggo nella tua anima... Vi leggo che sei fedele a Gesù non volendo che la sua volontà, non cercando che il suo amore; non devi aver paura di nulla. Nella prova presente, il buon Dio va purificando ciò che vi potrebbe essere di troppo sensibile nel nostro affetto, ma il fondo stesso di questo affetto è troppo puro perché lo voglia spezzare. Ascolta bene quel che ti sto per dire. Mai, mai Gesù ci separerà. Se muoio prima di te, non credere che m'allontanerò dalla tua anima. Mai saremo state più unite! È forse questo che Gesù vuoI farti sentire parlandoti di separazione? Mi raccomando, non t'impensierire affatto: non sono malata; anzi ho una salute di ferro, ma Dio può spezzare il ferro come l'argilla... Queste son tutte puerilità, non pensiamo all'avvenire; (è di me che parlo, e non considero davvero una puerilità la prova che visita l'anima della mia amata Celina).
    Le croci esteriori, che sono mai? ...Potremmo allontanarci l'una dall'altra senza soffrire, se Gesù consolasse le nostre anime... Il vero, autentico martirio è il martirio del cuore, la sofferenza intima dell'anima, quella che nessuno vede e che noi potremo portare senza separarci mai.
    So molto bene che quanto ti dico e nulla sono assolutamente la stessa cosa. La tua prova interiore non cesserà che il giorno segnato da Gesù, ma poiché vuole servirsi qualche volta di me per fare del bene alla tua anima, forse chi sa che le mie parole non siano l'espressione della sua volontà... È incredibile come le nostre prove siano sempre le stesse! Un po' prima o un po' dopo, bisogna che beviamo alla stessa coppa.
     Quando la tempesta s'abbatte violenta sulla terra, tutti dicono: « Non c'è più nulla da temere per i vascelli, per che ora la tempesta non infuria più sul mare ».265 Ebbene! lo dico a te, Celina: la tempesta è passata sulla mia anima; ora visita la tua, ma non temere, presto la calma rinascerà, « una grande bonaccia succederà alla tempesta ».266
     Vuoi sapere notizie della mia figlia? 267 Ebbene, credo che rimarrà... è buona... mi vuoI bene, ma cerco di non toccarla se non con « guanti di seta bianca ». Ho un titolo che mi procura molto da fare: sono « un picco]o cane da caccia »,268 e tocca a me correre tutto il giorno dietro la selvaggina. Sai bene che i cacciatori (le maestre delle novizie e le priore) son troppo grandi per potersi nascondere dentro i cespugli, mentre un cagnolino... ha il fiuto fine, e poi s'infila dappertutto! ...così tengo d'occhio la « mia figlia » da vicino e « i cacciatori » non sono scontenti del loro cagnolino... Non voglio fare del male al mio « coniglietto », ma lo lecco dicendogli, con un tono di compassione, che il suo pelo non è abbastanza liscio, che il suo sguardo somiglia troppo a quello di un coniglio selvatico; insomma mi sforzo di renderla tale quale la desiderano i miei cacciatori: un coniglietto semplice semplice, che s'occupa solo dell'erbolina che deve brucare.
    Sto scherzando, ma dentro di me penso che il coniglio vale più del cagnolino. Al suo posto, mi sarei già perduta da gran tempo e per sempre nella vasta foresta del mondo...
    Ti ringrazio delle due piccole fotografie. Sono meravigliose.
                                                         Teresa del Bambino Gesù

     P.S. - Ti prego di dire mille cose amabili da parte mia a tutti i cari ospiti che vi rallegrano di continuo lassù!269 Comprendo ciò che mi dici a proposito di quei giovani, ma è un momento passeggero. Un giorno non ne vedrai molti, consolati! 270
    Ti mando due piccoli cantici che ho composto.271 Mostrali alla cara Mariuccia272 e dille che le voglio bene e prego per lei... Oh! come la sofferenza fa crescere la sua anima e l'avvicina alla meta! ...Madre Maria di Gonzaga non le scrive perché la lettera è indirizzata alla zia. Sarà per la prossima volta. Chiedi alla zia « Il mio canto d'oggi »: Suor Maria del Sacro Cuore l'ha voluto indirizzare a lei.
                            


                               Pianto di gioia al Carmelo per il suo ormai prossimo ingresso.

 J. M. J. T.

5-10 Agosto 1894

Gesù 

Mia cara Celina,
    La tua lettera è meravigliosa e ci ha fatto versare tante lacrime di gioia! ...
    Non temere, Gesù non t'ingannerà; se tu sapessi come lo incanta la tua docilità, il tuo candore di bimba! ...lo ho il cuore straziato... Ho patito tanto per te che spero di non essere un ostacolo alla tua vocazione. Del resto, non è stato purificato il nostro affetto come l'oro nel crogiolo? ... « Abbiamo sparso piangendo la nostra semente ed ora torneremo presto insieme portando i covoni nelle nostre mani ».273
    Non scriverò al Padre 274 oggi; credo sia meglio aspettare la sua lettera per vedere che cosa dirà. Se preferisci che scriva per giustificarti, dimmelo quando vorrai, e non sarò per nulla imbarazzata! ...Ho un gran peso sul cuore! ...Ma ringrazio il buon Dio di questa prova che lui stesso ha voluto, ne sono sicura, perché è impossibile che Gesù inganni una bambinina come te.
    
Noi tutt'e tre 275 ti amiamo più di prima, se fosse possibile: il tuo sguardo ci ha detto tante cose! Se tu sentissi suor Maria del Sacro Cuore, t'assicuro che rimarresti stupita... Non esita ad affermare che il suo caro Padre si è sbagliato... Ma non è stato altro che 10 strumento docile di Gesù e perciò la tua Teresina non può prendersela con lui! ...
    Ringrazio tanto la zia della sua lettera. Se sa che ti ho scritto, dille che siamo profondamente commosse.
    (Anche madre Maria di Gonzaga ha pianto molto leggendo la tua lettera; povera Madre, lei non sa nulla di nulla, e di qui puoi vedere quanto siamo riservate! ).276


 È l'ultima volta che ti scrivo nel mondo. Che gioia passare come pazze agli occhi del mondo! 
Ma anche Gesù fu giudicato pazzo. Ride bene chi ride l'ultimo...

 J. M. J. T.

19 agosto 1894 

Gesù

Mia cara sorellina,
    È dunque per l'ultima volta che sono obbligata a scriverti nel mondo!... Non sapevo di dire così esattamente la verità nella lettera che t'ho inviato a La Musse, promettendoti che saresti stata presto al Carmelo.
    Non sono per nulla stupita della tempesta che s'è scatenata a Caen. 277 F. e G278 hanno scelto una strada così diversa dalla nostra che non possono capire la sublimità della nostra vocazione... Ma ride bene chi ride l'ultimo... Dopo questa vita d'un giorno, capiranno chi di noi è stato più privilegiato...
    La tua pesca miracolosa ci ha commosso fino al cuore.279 Come ci fanno sentire queste piccole delicatezze che il nostro amato Papà è vicino a noi! 280 Dopo una morte di cinque anni, che gioia ritrovarlo sempre uguale, sempre intento, come ai bei tempi passati, a cercare il modo di farci piacere. Oh! come ripagherà a Celina tutte le cure che gli ha prodigate! ... È lui che ha condotto in porto così rapidamente la tua vocazione. Ora che è diventato un puro spirito, è cosa da nulla per lui andare a trovare i sacerdoti e i vescovi, e così non ha avuto per la sua cara Celina tutti i guai che gli procurò la sua povera reginetta!
     Sono assai felice, mia cara sorellina, che tu non provi nessuna attrattiva sensibile venendo al Carmelo; è una delicatezza di Gesù che vuole ricevere un presente da te. Egli sa che è molto più dolce dare che ricevere .281 Noi non abbiamo che i brevi momenti della vita per dare al buon Dio... ed egli si prepara già a dire: « Ora è la mia volta »...282 Che gioia soffrire per colui che ci ama fino alla pazzia e passare per pazze agli occhi del mondo! Si giudicano gli altri da se stessi, e poiché il mondo è insensato, pensa naturalmente che gl'insensati siamo noi! ...
     Ma dopo tutto, non siamo le prime! Il solo delitto rimproverato a Gesù da Erode fu quello di essere pazzo... e io la penso come lui! ...Si, c'era della follia nel cercare quelle povere cose che sono i cuori dei mortali e farsene il proprio trono, lui, il Re della gloria, che è assi so al di sopra dei Cherubini! Lui la cui presenza non può essere contenuta nei cieli! Era pazzo il nostro Diletto a venir sulla terra a cercare dei peccatori per farne i suoi amici, i suoi intimi, i suoi simili, lui che era perfettamente felice con le altre adorabili due Persone della Trinità! ...Noi non potremo mai fare per lui le pazzie che egli ha fatto per noi, e le nostre azioni non meritano questo appellativo, perché sono degli atti quanto mai razionali e immensamente al di sotto di ciò che il nostro amore vorrebbe compiere. È dunque il mondo che è insensato, perché ignora quello che Gesù ha fatto per salvarlo, è lui l'accaparratore che seduce le anime e le mena alle fontane senz'acqua...283
    Non siamo neppure delle fannullone, delle prodighe. Gesù ci ha difese nella persona della Maddalena. Era a tavola, Marta serviva, Lazzaro mangiava insieme con Gesù e i discepoli. Quanto a Maria, non pensava a prendere il cibo, ma a far piacere a Colui che amava. Così prese un viso d' alabastro riempito di un profumo di grande valore e, spezzato il vaso, glielo versò sul capo.284 Allora tutta la casa si riempì di quel profumo,285 ma gli apostoli mormoravano contro Maddalena...286
        È la stessa cosa che accade a noi: i cristiani più perfetti, i sacerdoti, trovano che siamo esagerate, che dovremmo servire con Marta, invece di consacrare a Gesù i vasi delle nostre vite con i profumi che vi sono racchiusi... E tuttavia, che importa se i nostri vasi si spezzano, dal momento che Gesù è consolato e il mondo è costretto a sentire, suo malgrado, i profumi che esalano e che servono a purificare l'aria avvelenata che non cessa di respirare.
       L 'infermiera 287 sarebbe molto contenta se tu trovassi a Caen un mezzo flacone di acqua di Tisserand, fr. 2,50. Se vi sono soltanto flaconi interi, non li prendere, ce ne sono anche qui a Lisieux.
       Suor Maria del Sacro Cuore 288 vorrebbe sette o otto schiaccianocciole.289


Parole scritte dalla Santa sopra un pezzettino di carta e consegnate da lei stessa alla sorella Celina a cui avevano cambiato il nome; da suor Maria del Volto Santo 290 a suor Genoveffa di santa Teresa.291 Più tardi, riprese l'appellativo " del Volto Santo ".292

SUOR GENOVEFFA DI SANTA TERESA
è la piccola Teresa che l'ha scritto per prima! ...


dopo l'8 settembre 1895


  La signorina 293 è contenta?
  Il poveretto si è proprio dato da fare per accontentarla! 294


A suor Genoveffa 295

 J. M. J. T.

 23 febbraio 1896

   Gesù

   Mia amatissima sorellina,
       Mi ha chiesto di dirle cosa succederà in Cielo il giorno delle sue nozze. Provo a farlo, ma sento già che non sarò capace nemmeno di abbozzare dei festeggiamenti che non si possono descrivere, poiché « l'occhio dell'uomo non ha visto, il suo orecchio non ha sentito e il suo cuore non saprebbe neppure immaginare quel che Dio riserva a coloro che Egli ama! »... (1 Cor. 2,9)
      Il 24 febbraio a mezzanotte, san Pietro aprirà le porte del Cielo; subito gli Angeli e i Santi usciranno con un'allegria senza pari, per formare la corte del Re e della Fidanzata. 
      La Vergine Maria, precedendo immediatamente l'Adorabile Trinità, andrà avanti portando l'abito regale della Sposa, la sua figlia diletta. Con una delicatezza tutta materna, prima di scendere sulla terra, aprirà l' abisso del purgatorio, Subito moltitudini innumerevoli di anime si slanceranno verso la loro liberatrice, volendola ringraziare e sapere da lei il motivo della loro insperata liberazione. La dolce Regina risponderà loro: « Oggi è il giorno delle nozze di mio Figlio: laggiù, sulla terra d' esilio, Egli si è scelto da tutta l' eternità un' anima che Lo incanta e Lo rapisce tra milioni di altre, che Egli ha tuttavia create a sua immagine.(Gen. 1,26s) Quest' anima privilegiata mi ha fatta questa preghiera: "Il giorno delle mie nozze, vorrei che ogni sofferenza fosse bandita nel regno del mio Sposo". Accogliendo la sua richiesta, vengo a liberarvi!... Prendete posto nel nostro corteo, cantate con i Beati le grazie di Gesù e di Celina ».
      Allora tutto il Cielo scenderà sulla terra; troverà la beata Fidanzata prostrata dinanzi al tabernacolo; 296 sollevandosi all'avvicinarsi del corteo, saluterà graziosamente le falangi angeliche e la moltitudine dei Santi, poi, avvicinandosi a Maria, le presenterà la sua fronte perché il suo bacio Materno la prepari a ricevere subito il sigillo e il bacio dello Sposo...(Ct. 8,1) Gesù prenderà la mano della sua cara Celina e la condurrà nella povera piccola cella del corridoio di sant'Elia,297 perché si riposi per qualche ora. Tutta la corte celeste verrà a prender posto in questo spazio ristretto; gli angeli vorranno già iniziare i loro concerti, ma Gesù dirà loro sottovoce: « Non svegliate la mia Diletta, lasciatemi solo con lei, perché non saprei separarmene un solo istante » .(Ct. 2,7)
       La dolce Regina del Cielo capirà il desiderio del suo divin Figlio; farà uscire il luminoso corteo e lo condurrà verso la sala delle Nozze. 298
       Subito, cominciando i preparativi della festa, miriadi di angeli intrecceranno corone, come non se ne trovano sulla terra; i cherubini prepareranno blasoni più splendenti dei diamanti e i loro pennelli delicati tracceranno con tratti indelebili gli stemmi di Gesù e di Celina.299 Ne metteranno dappertutto: sui muri, nelle arcate dei chiostri, nel refettorio, nel coro, ecc. I pittori saranno così numerosi che molti capolavori non potranno essere sistemati; allora l'innocente schiera dei bambini si offrirà per tenerli tutta la giornata dinanzi allo Sposo e alla Sposa. Sorridendo, gli angeli rifiuteranno di dare i loro blasoni: ne avranno bisogno per decorare tutti i santi e per ornarsi essi stessi, per mostrare che sono gli umili servitori di Gesù e di Celina. Per consolare i bambini, daranno a ciascuno di loro un delizioso piccolo stemma, così che si sentano anche loro partecipi della festa, poi, mandandoli a sfogliare rose e gigli, continueranno i loro splendidi preparativi...
    I pontefici e i Dottori,avranno una grande missione da compiere. Alla loro domanda, l'Agnello aprirà il Libro della Vita.(Ap. 20,12) Essi trarranno da questo libro preziosi documenti sulla Vita di Celina e, per fare onore al suo Sposo, scriveranno tutte le grazie di elezione, tutti i sacrifici nascosti che vi troveranno segnati con lettere d'oro, per mano degli angeli. I Dottori si riserveranno la gloria di portare loro stessi, dinanzi al corteo regale, un gran numero di stendardi cosi composti.
     Gli Apostoli .riuniranno tutte le anime che Celina aveva già generato per la vita eterna; riuniranno anche tutti i figli spirituali che lei dovrà generare in avvenire al suo Sposo Divino.
     I Santi Martiri si guarderanno bene dal rimanere oziosi: palme senza eguali e frecce fiammeggianti saranno disposte con commovente delicatezza lungo tutto il percorso della sfilata regale. In questo modo vorranno rendere omaggio al martirio d'amore, 300 che deve in poco tempo consumare la vita della fortunata Sposa...
     Mi occorrerebbe troppo tempo per descrivere le molteplici occupazioni dei santi Confessori, Eremiti, ecc., e di tutte le Sante donne: per cui mi basta dire che ciascuno di loro manifesterà tutta la propria genialità, tutta la sua delicatezza per festeggiare degnamente un giorno cosi bello!... Io non posso tuttavia dimenticare i cantici delle Vergini: le palme e i gigli che presenteranno, con gioia inesprimibile, a Celina, loro sorella diletta. Io vedo già Cecilia, Genoveffa, Agnese con la loro compagna Giovanna la pastorella  rivestita del suo abito da guerra. Vedo Celina, la patrona della nostra Fidanzata, che le offre un mazzo dei fiori che portano il suo nome!...301
        Vedo soprattutto l'intero ordine del Carmelo che brilla di una nuova gloria: per primi appariranno santa Teresa, san Giovanni della Croce e Madre Genoveffa. Queste nozze splendide sono davvero la loro festa, poiché Celina è la loro figlia diletta!...
        E il delizioso popolo dei piccoli Innocenti 302 sarà estraneo alla gloria di un giorno casi bello? No, io li vedo che giocano con le loro corone che non hanno guadagnate: si preparano a porle sul capo di colei che vuole rassomigliare a loro e non guadagnare alcuna corona. Essi sono fieri come dei re e scuotono con grazia le loro teste bionde, poiché esultano nel vedere la loro sorella più grande prenderli per modelli. Tutto ad un tratto una Madre, di bellezza inesprimibile, viene in mezzo a loro, si ferma e, prendendo per la mano quattro fra gli incantevoli cherubini, li orna con vesti più bianche dei gigli e con diamanti che scintillano come rugiada al sole... Anche un venerabile Vegliardo dai capelli argentati è là e li colma di carezze; tutti gli altri bambini, a questa vista, si meravigliano di una simile preferenza; uno di loro si avvicina timidamente alla piccola Teresa 303 e le chiede perché questa bella Signora li vesta con una cosi grande ricchezza. « Il fatto è, risponde la piccola Teresa con la sua voce argentina, che noi siamo le sorelle e i fratelli della beata fidanzata del Re Gesù. Elena ed io saremo damigelle d'onore con i due piccoli Giuseppe che terremo per mano.304 Papà e Mamma, che voi vedete accanto a noi, ci condurranno con le nostre sorelline che sono ancora esiliate sulla terra; essendo tutta la famiglia riunita, gioiremo di una felicità senza pari ». Al culmine della sua gioia, la piccola Teresa si metterà a battere le sue graziose manine più bianche dell' ala dei cigni; poi griderà, saltando al collo del suo Papà e della sua Mamma: « Oh, com'è bello!... Com'è bello!... Le nozze della nostra sorella diletta!... Già tre volte siamo venuti qui per feste simili: per Maria, Paolina e Teresa (la piccola ladra che mi ha carpito il nome), ma mai ho visto preparativi cosi solenni: si vede bene che Celina è l'ultima! ».
      La piccola Elena e i piccoli Giuseppe faranno quindi delle riflessioni incantevoli sulla loro gioia di appartenere alla famiglia della Regina di una festa cosi bella. Allora alcuni bambini che li avranno ascoltati, tenendo la testa appoggiata gravemente sulla loro piccola mano, si alzeranno gentilmente e dichiareranno che anche loro sono i fratelli di Celina. Per provarlo, spiegheranno come e da che parte viene loro questa illustre parentela. Non si sentiranno più che grida di gioia e la Madonna sarà obbligata a venire a ristabilire la calma in mezzo alla frotta dei bambini. Anche tutti i Santi accorreranno e, conoscendo il motivo di questa straordinaria allegria, troveranno l'idea così affascinante che ciascuno di loro si affretterà a tracciare una genealogia che dimostrerà che egli è parente prossimo di Celina. Così tutti i Pontefici, i gloriosi Martiri, i guerrieri (san Sebastiano in testa),305 in una parola tutta la nobiltà del Cielo si glorierà di dare il nome di sorella alla Sposa di Gesù e i partecipanti alle Nozze costituiranno una sola grande, medesima famiglia.
        Ma ritorniamo al bel Vegliardo, alla bella Signora, ai quattro Cherubini. Avendo finito di prepararsi, entreranno nel capitolo; gli angeli s'inchineranno vedendoli passare e assegneranno ad essi i magnifici troni preparati per loro, ai due lati dell'umile sedia destinata alla cara piccola Madre. È tra le sue mani che, tra qualche ora, si formeranno i legami indissolubili che devono unire Gesù e Celina; quindi questa Madre, piccola agli occhi delle creature 306 e grande agli occhi di Colui di cui tiene il posto, riceverà le più abbondanti benedizioni dai suoi diletti genitori, per riversarle sul capo di colei che è sua sorella e sua diletta figlia. ..
        Ogni Santo, ogni Angelo verrà a felicitarsi con il venerabile Patriarca e la sua beata Sposa: essi brilleranno di una gloria totalmente nuova e i loro cari figlioletti grideranno nella loro ammirazione: « Oh, Papà, oh Mamma, come sieti belli! Che sfortuna che Celina non vi veda! ...Mostratele solo per oggi la vostra gloria » .(Es. 33,18)
        « Lasciatemi  fare, figli miei, risponderà Papà, non sapete che se mi nascondo oggi è perché so quanto la mia coraggiosa 307 riceverà come premio, per essere rimasta senza consolazione durante l'esilio. Un tempo ho molto sofferto; e Celina allora era il mio solo appoggio. Adesso voglio essere il suo, ma non credete che voglia toglierle il merito della sofferenza. Oh, no, ne conosco troppo il valore! Il buon Dio non si lascia vincere in generosità.308 Egli è già la mia grande ricompensa (Gen. 15,1)309 e sarà presto quella della mia fedele Celina ». « È proprio vero, dirà a sua volta mamma, è meglio non mostrarci a lei sulla terra straniera, poiché Celina vi è esiliata per un solo istante, per combattere e morire.310 Presto verrà il giorno in cui Gesù sarà veramente il Padrone e la mia piccola figlia la Padrona: me lo diceva quando era piccola piccola 311 e vedo che aveva proprio ragione! » Questa conversazione familiare sarà interrotta dagli angeli, che verranno solennemente ad annunciare che la fidanzata è pronta per presentarsi alla Messa di Nozze. Allora il corteo si allineerà in perfetto ordine e precederà Gesù e Celina circondata della sua famiglia del Cielo e da quella della terra. Io non posso descrivere i sentimenti d' amore di Gesù per Ce1ina e la radiosa bellezza di lei ( poiché sarà rivestita con l'abito che Maria stessa avrà portato). Non so se gli abitanti del Cielo abbiano mai visto una festa così bella, ma non credo; secondo me, lo dico alla mia piccola amata sorella, non ne avrò mai visto nessuna così dolce per il mio cuore! ...
    Non parlerò del momento stesso dell'unione, perché le parole non possono esprimere questo mistero incomprensibile, che deve essere rivelato solo in Cielo! So soltanto che, in quel momento, la Trinità scenderà nell'anima della mia diletta Celina e la possederà tutta intera, donandole uno splendore e una innocenza superiore a quella del Battesimo! So che la Santa Vergine diventerà la Mamma della sua figlia prediletta, in un modo più intimo, ancora più materno che in passato.
    So che la povera piccola Teresa, al pensiero del bel giorno che presto sta per cominciare, già sente nel suo cuore una gioia così grande, che si domanda quel che sentirà quando sarà veramente arrivato!...
    Piccola amata sorella, l'anima mia ha espresso molto male i suoi sentimenti. Pensavo tante cose sulle feste del Cielo che mi è stato appena possibile abbozzare il tema...
    Non ho regali di nozze da dare alla mia Celina, ma domani prenderò nelle mie braccia gli incantevoli cherubini di cui le ho parlato e sono questi stessi che le offrirò. Dato che vogliamo restare bambini, bisogna unirci a loro, così sarò la damigella d'onore di signorina,312 e porterò un bel mazzo di gigli. Tutto è nostro, tutto è per noi poiché in Gesù noi abbiamo tutto!...313

                                                                     La piccola sorella di Celina 
                                                        Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo

Ho dimenticato di dire che, al risveglio, Celina troverà accanto a se Gesù, Maria e il buon san Giuseppe che ella ama tanto, con papà, mamma e i piccoli angeli: saranno loro che la prepareranno. Ho ancora dimenticato di dire la gioia di Gesù mentre ascolta Celina pronunciare per la prima volta le parole del santo Ufficio,314 che saranno allora il suo ufficio, l'ufficio di lei, la sposa del suo cuore, incaricata di incantarlo in mezzo ai campi. (Ct. 7,1)


 A   SUOR  GENOVEFFA 315


Sopra un'immagine rappresentante il Bambino Gesù che falcia dei gigli:

 
« In verità vi dico: se due di voi si mettono d'accordo sulla terra a domandare qualsiasi cosa, l'otterranno dal Padre mio che sta nei cieli, perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro ».
                                           (S.Matteo, XVIII, 19-20)


    Mio Dio, noi vi chiediamo che i nostri due gigli non siano mai separati sulla terra. Che insieme essi vi consolino del poco amore che trovate in questa valle di lacrime, e che, durante l'eternità, le loro corone risplendano del medesimo splendore e diffondano lo stesso profumo quando si volgeranno verso di voi! ...
                                                                                                                          Celina e Teresa
                                                                                                        Ricordo della notte di Natale 1895


IL 23 febbraio 1896, vigilia della sua professione, suor Genoveffa trovò nella sua cella una grande busta timbrata con l'effige del Volto Santo e recante questo indirizzo:

    Messaggio del Cavaliere Gesù.
                   ALLA MIA SPOSA PREDILETTA
                   GENOVEFFA DI SANTA TERESA
    che vive d'amore sul Monte Carmelo.
                                                    TERRA D' ESILIO

Nell'interno della busta c'era un foglio tipo pergamena con sopra due blasoni in fine miniatura, il motto di suor Genoveffa: CHI PERDE VINCE, e il testo seguente scritto e decorato artisticamente: 316

CONTRATTO NUZIALE
 FRA GESÙ E CELINA


IO GESÙ, VERBO ETERNO, FIGLIO UNICO DI DIO E DELLA VERGINE MARIA, sposo oggi CELINA, principessa esiliata, povera e senza titoli. Mi do a lei sotto il nome di CAVALIERE DELL' AMORE, della SOFFERENZA e del DISPREZZO. Non è mia intenzione, per il momento, restituire alla mia Diletta la sua patria, i suoi titoli e le sue ricchezze. Voglio che partecipi alla sorte che mi è piaciuto scegliere e far mia sulla terra... Quaggiù, il mio volto è nascosto, ma lei sa riconoscermi, allorché gli altri mi disprezzano; in cambio, pongo, oggi sul suo capo l'elmo della salvezza e della grazia, affinché il suo volto sia nascosto come il mio... Voglio che nasconda i doni che riceve da me, lasciando che io glieli dia e glieli tolga come mi piacerà, non attaccandosi a nessuno di essi e dimenticando perfino ciò che può ingrandirla ai suoi occhi, come a quelli delle creature.
    La mia Diletta si chiamerà d'ora in poi GENOVEFFA DI SANTA TERESA (il suo titolo più glorioso, quello di MARIA DEL VOLTO SANTO, rimarrà nascosto sulla terra 317 affinché possa brillare in cielo d'uno splendore incomparabile). Sarà pastora dell'unico Agnello che diviene suo Sposo. La nostra unione genererà anime più numerose che le stelle del firmamento e la famiglia della serafica Teresa si rallegrerà del nuovo splendore che riceverà.
    Genoveffa sopporterà pazientemente l'assenza del suo Cavaliere, lasciando che combatta da solo, affinché lui solo abbia l'onore della vittoria; lei si contenterà di maneggiare la spada dell'Amore. Come una dolce melodia, la sua voce sarà la mia delizia in mezzo al campo di battaglia. Il più tenue dei suoi sospiri d'amore infiammerà d'un nuovo, inatteso ardore le mie milizie scelte.
     Io, Fiore dei campi, Giglio delle convalli, voglio dare per nutrimento alla mia Diletta il Frumento degli eletti, il Vino che germina i vergini... Riceverà questo nutrimento dalle mani dell'umile e gloriosa Vergine Maria, nostra comune Madre...
    Voglio vivere nella mia Diletta e come pegno di questa vita le do il mio nome,318 e questo suggello regale sarà il segno della sua onnipotenza sul mio cuore.
     DOMANI, GIORNO DELL' ETERNITÀ, alzerò il mio elmo... La mia Diletta vedrà lo splendore del mio volto adorabile... Udrà il NOME NUOVO che le ho riservato... Riceverà come sua Grande Ricompensa, la BEATA TRINITÀ! ...Dopo aver condiviso la stessa vita nascosta, gioiremo nel Nostro Regno della stessa GLORIA, dello stesso TRONO, della stessa PALMA e della stessa CORONA. I nostri cuori, uniti per l'eternità si ameranno dello stesso ETERNO AMORE! ...
     Dato sul Monte Carmelo, sotto la nostra firma e il sigillo delle nostre armi, nella festa della mia Agonia,319 addì ventiquattro febbraio, l'anno di grazia mille ottocentonovantasei.
                                                                             T. del Bambino Gesù, Editore del Cavaliere Divino


Le offre come dono per la sua Professione l'ultima lacrima versata, prima di morire, dalla venerata madre Genoveffa di santa Teresa,320 e finge che sia quest'ultima a farle questo dono.321


24 febbraio 1896 

A te, mia diletta figlia, offro come dono di nozze l'ulTima lacrima che ho versato su questa terra d'esilio. Portala sul tuo cuore e ricorda che é solo attraverso la sofferenza che una suor Genoveffa di Santa Teresa può arrivare alla santità. Non troverai difficoltà a prediligere la croce e le lacrime di Gesù, se penserai spesso a queste parole: "Mi ha amato e ha dato se stesso per me!".322


Per la Professione e la Velazione.

Suor Teresa del Bambino Gesù le aveva regalato un'immagine intitolata: « La scelta divina », rappresentante la santa Vergine col Bambino Gesù ritto sulle sue ginocchia, il quale con una mano regge un fascio di gigli, e con l' altra traccia una croce sulla fronte di un bimbo che stringe sul suo cuore una corona di spine. Quattro angioletti contemplano la scena.

    La santa vi aveva scritto sul davanti:

            POSUIT SIGNUM IN FACIEM MEAM!
                                         (Santa Agnese, v.m.)


    e dietro all'immagine:
    
Ricordo del giorno più bello... Del giorno che racchiude in se e conferma tutte le grazie di cui Gesù e Maria hanno ricolmato la loro prediletta Celina...
    Per amore, Celina stringerà d'ora in poi sul suo cuore le spine della sofferenza e del disprezzo, ma non ha paura, sapendo per esperienza che Maria può cambiare in latte il sangue che cola dalle ferite fatte dall'amore...
    Con la mano sinistra, Celina stringe le spine, ma con la destra tiene sempre abbracciato Gesù, il divino mazzetto di mirra che riposa sul suo cuore.
    È solo per mezzo di lui che Celina genererà le anime. Essa irrorerà delle sue lacrime la semente e Gesù sarà sempre radioso di gioia portando tra le sue braccia fasci di gigli...
    I quattro piccoli cherubini le cui ali hanno appena sfiorato la terra, accorrono e contemplano la loro diletta sorella, e sperano, avvicinandosi a lei, di partecipare ai meriti delle sue sofferenze. In compenso, fanno risplendere su di lei il raggiante candore dell'innocenza e di tutti i doni che il Signore ha loro gratuitamente prodigato.

24 febbraio - 17 marzo 1896

                                                                                                            Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo
                                                                                                                                    rel. carm. ind.
 


A SUOR GENOVEFFA 323


 Risponde garbatamente alle voci secondo le quali sarebbe partita per un Carmelo dell'estremo Oriente. Questa volta era proprio cascata in trappola, lasciandosi sfuggire il suo segreto...


     Si tratta di un biglietto familiare scritto a matita. Santa Teresa del Bambino Gesù si esprime nel linguaggio della sua infanzia quando, riferendosi ad una storia ben nota sia a lei che a Celina, si chiamava, per scherzo,
« il signor Totò », e la sorella « la signorina Lilì ». Quest'ultima poi era designata anche col soprannome « povera, povera », da un ritornello che si cantava spesso ai Buissonnets.

     « Povera, povera »,324 non bisogna poi prendersela tanto se il S. T .325 è stato preso in trappola! ...326 Quando disporrà delle ali,327 avranno voglia di tendergli dei trabocchetti, non ci cascherà. E non ci cascherai neppure tu, povera S.328 Egli ti tenderà la mano, ti attaccherà due aluccie bianche, e tutt'e due voleremo via, alto alto, lontano lontano, e ci spingeremo, col battere delle nostre aluccie d'argento, fino a Saigon...329

È tutto ciò che potremo fare di meglio per Gesù, perché è lui che ci vuole due cherubini e non due fondatrici. Al momento presente, questo è certo. Se cambierà idea, cambieremo anche noi: ecco tutto!


A suor Genoveffa 330

 J. M. J. T.

 [Inverno 1896.1897 (?)]

      La supplico molto umilmente, per domani faccia grazia al povero signor [Totò] del suo scaldino...331 Ma la supplico ancora di vegliare perché sia svegliato per l'Ufficio delle Ore.332 Egli teme che la sua carta 333 non serva a niente: infatti la suora incaricata della sveglia è abituata a vedere la signorina che Viene, ogni mattina, a strigliare il sig. [Totò], per trarlo dolcemente fuori dai suoi sogni.334
      Non sia dispiaciuta, povera signorina, obbligata a portare vasi e vasetti a destra e sinistra335: un giorno Gesù, a sua volta,
  « andrà e verrà per servirla », e quel giorno arriverà presto.( Lc 12,37)


A suor Genoveffa


[Inverno 1896-1897 (?)]

          Non dimentichi di svegliare il sig. T. domani, povera signorina L. umiliata da tutti,336 ma AMATA da Gesù e dal sig. T.


A suor Genoveffa


[Inverno 1896-1897 (?)] 

      Vuol guardare domani mattina se il sig. Totò ha sentito la raganella?...337


A suor Genoveffa


[3 gennaio 1897 (?)]

 Buona festa!!...

        Il sig. Totò augura una buona festa alla signorina Lilì.338


A SUOR GENOVEFFA


Per l' anniversario della sua prima Comunione.339

13 maggio 1897

    Gesù è contento della sua piccola Celina alla quale si è dato, per la prima volta, diciassette anni or sono. È più fiero di ciò che ha fatto nella sua anima, della sua piccolezza, della sua povertà, di quanto non lo sia per aver creato i milioni di soli e la distesa dei cieli...


 A suor Genoveffa


[13 maggio 1897]


     Gesù è contento della piccola Celina alla quale si è donato per la prima volta 13 anni 340 fa. Egli è fiero di ciò che fa nella sua anima, della sua piccolezza, della sua povertà, più di quanto non lo sia per aver creato i milioni di soli e la di soli e la distesa dei Cieli!...


A suor Genoveffa


 
[Aprile-maggio 1897 (?)]


          Ho paura che la Nostra Madre non sia contenta: tiene molto alle frizioni,341 soprattutto sul dorso. Se il sig. Clodion 342 verrà domenica ad agitare la sua lunga capigliatura sul mio dorso, si chiederà perché non è stato fatto quanto aveva detto!... Forse sarebbe meglio aspettare fino a lunedì. Alla fine, Povera, Povera,343 faccia come vuole: domani sarà tutto pronto. Soprattutto non parli a questo Povero sig.,344 agisca come le sembra opportuno e si ricordi che dobbiamo essere ricche, ricchissime tutt'e due! 345


A SUOR GENOVEFFA


                     Umiliarsi e sopportare con dolcezza le proprie imperfezioni: ecco la vera santità.

     La sorella le aveva espresso la propria ammirazione per la pazienza con la quale aveva sopportato di posare, per delle fotografie, per un tratto di tempo lungo ed estenuante, e il suo timore di non poter imitare un esempio così perfetto.

 J. M. J. T.

7 giugno 1897


     Sorellina prediletta, non andiamo mai in cerca di ciò che sembra grande agli occhi delle creature. Salomone, il re più sapiente che mai sia esistito sulla terra, avendo considerato le differenti occupazioni nelle quali si affaticano gli uomini sotto il sole: la pittura, la scultura, tutte le arti, capi che tutte queste cose sono soggette all'invidia, ed esclamò che esse non sono altro che «vanità e afflizione di spirito ».346
    L 'unica cosa che non sia esposta all'invidia, è l'ultimo posto; non c'è che quest'ultimo posto che non sia per nulla vanità e afflizione di spirito.
    Ciò nonostante, la via dell'uomo non è in suo potere,347 e talvolta ci sorprendiamo a desiderare ciò che attira per il suo splendore. In quei momenti, mettiamoci subito con umiltà tra la folla degl'imperfetti, e stimiamoci delle piccole anime bisognose ad ogni istante di essere sostenute dal buon Dio. Appena egli ci vede convinte del nostro nulla, ci tende la mano. Se vogliamo ancora tentare di far qualcosa di grande, sia pure sotto il pretesto dello zelo, il buon Gesù ci lascia sole. « Ma, da quando ho detto: Il mio piede vacilla, la vostra misericordia, Signore, mi ha sorretto ».348 Sì, basta umiliarsi, sopportare con dolcezza le proprie imperfezioni: ecco la vera santità. Prendiamoci per mano, sorellina amata, e corriamo ad occupare l'ultimo posto: nessuno verrà a contendercelo.


ALLE SUE SORELLE MADRE AGNESE DI GESÙ
SUOR MARIA DEL SACRO CUORE E SUOR GENOVEFFA

Il canto divino del cigno.

Giugno 1897

 Intorno ad un'immagine rappresentante il Bambino Gesù che falcia dei gigli,349 fissata su un cartone leggero, la Santa scrisse queste parole:

    In alto: Non piangete su di me, perché sono in cielo con l'Agnello e le sacre vergini!...

Intorno all'immagine: Il più piccolo atto di puro amore è più utile alla Chiesa di tutte le altre opere messe insieme.350 È perciò della massima importanza che l'anima si eserciti nell'amore affinché, consumandosi rapidamente, non si arresti quaggiù e arrivi prontamente a vedere faccia a faccia il suo DIO (san Giovanni della Croce).351

    In basso: Vedo ciò che ho creduto. Possiedo ciò che ho sperato. Sono unita a Colui che ho amato con tutta la forza del mio amore.

    Sul rovescio, copiò qualche brano delle ultime lettere scritte dal martire Teofano Venard.352 Parlando di questi estratti, la Santa diceva: « Sono i miei stessi pensieri, la mia anima rassomiglia alla sua ».
     Non trovo nulla sulla terra che mi renda felice; il mio cuore è troppo grande; nulla di ciò che in questo mondo si chiama felicità può soddisfarlo. Il mio pensiero vola verso l'eternità, il tempo sta per finire.353 Il mio cuore è calmo come un lago tranquillo o come un cielo sereno; 354 non ho rimpianti per la vita di questo mondo; il mio cuore ha sete delle acque della vita eterna...355 Ancora un poco e l'anima mia lascierà la terra, finirà il suo esilio, terminerà il suo combattimento... Salgo al cielo... Tocco la patria, colgo la palma della vittoria! ...Fra poco entrerò nel soggiorno degli eletti, contemplerò bellezze che l'occhio dell'uomo non ha veduto mai, udrò armonie che l'orecchio mai udì, godrò gioie che il cuore non ha gustato mai...356 Eccomi giunta a quell'ora che ognuna di noi ha tanto bramato! 357 È vero, è vero che il Signore sceglie i piccoli per confondere i grandi di questo mondo. lo non fo assegnamento sulle mie proprie forze, ma sulla forza di Colui che sulla croce ha vinto le potenze dell'inferno.358 Sono un fiore primaverile che il Giardiniere coglie a suo piacere. Tutti siamo fiori piantati su questa terra e che Dio coglie a suo tempo: un po' prima, un po' dopo... Io, fiorellino effimero, me ne vado per prima.359 Un giorno ci ritroveremo in paradiso e godremo della vera felicità...360

                                                                                                                                                     Teresa del Bambino Gesù

    facendo sue le parole dell' angelico martire Teofano Venard.


 A SUOR GENOVEFFA 361


                 La consola del dispiacere di doverla lasciare spesso per correre, come infermiera, da altre malate...

 J. M. J. T.

    Non si preoccupi, povera « signorina »,362 se è costretta a portare le sue tazzine a destra e a sinistra.363 Un giorno Gesù «andrà e verrà per servirla » , 364 e questo giorno verrà presto.


A SUOR GENOVEFFA


Vale la pena accettare le mortificazioni che ci procurano le anime buone, per ottenere la conversione dei peccatori.

 J. M. J. T.


22 luglio 1897, Festa di santa M. Maddalena

 Gesù 

    « Mi castighi il giusto per compassione verso il peccatore. Ma l'olio, di cui questi si profuma il capo, non bagni il mio»365
    Io non posso essere castigata e sottoposta alla prova se non da parte dei giusti, perché tutte le mie consorelle sono accette a Dio. È cosa meno amara essere colpiti da un peccatore che da un giusto; ma, per compassione verso i peccatori, per ottenere la loro conversione, vi domando, mio Dio. d'essere colpita dalle anime giuste che mi circondano. Vi chiedo pure che l'olio delle lodi, così dolce alla natura, non bagni il mio capo, vale a dire il mio spirito, facendomi credere di possedere delle virtù, che ho praticato appena alcune volte.
    O Gesù! « il vostro nome è come un olio sparso »; 366 in questo divino profumo voglio bagnarmi tutta intera, lontano dallo sguardo delle creature.


A SUOR GENOVEFFA


3 agosto 1897


       In un momento di grande angoscia, Teresa, molto malata, chiese un pezzettino di carta e vi scrisse sopra a matita queste righe:

      Mio Dio, quanto siete dolce per la piccola vittima del vostro Amore misericordioso! Neppure ora che unite la sofferenza esteriore alle prove interiori, posso dire: « Mi circondarono angoscie di morte »,367 ma esclamo nella mia riconoscenza: «Sono discesa nella valle dell'ombra della morte, ma non temo alcun male, perché voi siete con me, o Sig368e! ».368

     (Alla mia diletta sorellina suor Genoveffa di santa Teresa - 3 agosto 1897 - Ps. XXII).369

 

   

 

1 Il giorno della festa della madre Priora, madre Maria di Gonzaga. 
2 Vedi nella Storia di una famiglia, c. 13, pp. 288-289, in che modo Celina confidò al babbo il suo desiderio di vita religiosa, e con quali sublimi sentimenti il signor Martin accolse questa confidenza.
3 Simbolo con cui indicava il matrimonio.
4 Qui, al simbolo del giglio -purezza verginale -Teresa unisce quello del semprevivo, il fiore che non appassisce. 
5 Allusione alla grande prova di famiglia. Il signor Martin, dopo essere stato colpito dal 10 maggio 1887 da diversi attacchi di paralisi, aveva avuto nel giugno precedente una crisi più grave (dr. Storia di una famiglia, c. 14, p. 298 sg.).
6 C. ARMINJON, Fin du monde present et mystères de la vie future , p. 290. Cfr. MA l38.
7 Cor. 13, 12; Sal. 81, 6; cfr. ARMINJON, Lc.
8 Mt. 10, 34.
9Mt. 3, 10; Lc. 3, 9.
10 La madre Maria di Gonzaga.
11 21 ottobre: santa Celina, vergine, protettrice di Meaux, compagna di santa Genoveffa. In occasione delle loro feste, Celina e Teresa  si scambiavano, sin dalla più tenera infanzia, piccoli doni. (Cfr Storia di una famiglia, c. 12, pp. 256-257).
12 Mt. 3, 10; Lc. 3, 9.
13 Cfr. Imitazione 3, 4.
14 SANTA TERESA, Castello interiore, VII Mans., 4, 15 (Opere, ed. cit., p. 963).
15 La signora Swetchine.
16  Cfr, MA 139.
17 Ibid. 19
18 Allusione alla malattia del babbo che si aggravava di giorno in giorno e della quale Celina, in modo particolare, doveva sentire il peso.
19 Pensiero di P. Pichon S. J. - Teresa lo citava volentieri nelle sue lettere a Celina, sapendo così di far piacere alla sorella, della quale egli era direttore spirituale.
20 Allusione simbolica a delle parole umilianti relative alla prova di famiglia, che facevano pensare alle consolazioni degli amici di Giobbe.
21 Aspirazione di san Giovanni della Croce (dr. P. BRUNO DI GESÙ MARIA, San Giovanni della Croce, Milano, Ancora, 1963, p. 428) e che, a suo esempio, Teresa e Celina avevano espresso molte volte, la sera, alle finestre del Belvedere.
22 Vedi Lettera 32, del 23 luglio 1888.
23 Si tratta della missione di dedizione filiale di Celina presso il signor Martin.
24 Questa lettera non è firmata.
25 La lettera è stata scritta i primi del mese.
26 Cfr. Lettera 32, già citata.
27 Apoc. 21, 4. 
28 Esprimeva così la sua intima unione con Celina.
29 Vedi nota della Lettera 33 al signor Martin del 31 luglio 1888. 
30 Lc. 12, 48.
31 Cfr. MA 206-207, con relative note 24-25, e Storia di una famiglia, c. 14, p. 303 sg. Celina e Leonia rimasero tre mesi a Caen. Teresa ebbe il permesso di aiutare le sorelle con frequenti lettere: quelle indirizzate a Leonia sono state distrutte.
32 Es. 4, 25. Citazione familiare a P. Pichon.
33 P. Pichon, S.J.
34 Pensiero ispirato alla Santa da diversi passi dell'opera di ARMIN. JON, La fine del mondo presente e i misteri della vita futura, pp. 297, 298, 315.
35 I Cor. 7, 31.
36 Citazione di Une voix de Prison di LAMENNAIS. Vedi nota della Lettera 35 alla signora Guerin del 23 agosto 1888.  
37 ARMINJON, l. c., p. 300.
38 P. Pichon, S. ].
39 Sal. 136, 2.
40 SAN GIOVANNI DELLA CROCE, Spiegazione del Cantico spirituale, c. 9, 7, nella traduzione delle Carmelitane di Parigi, edita da Douniol, 1875, che fu ad uso di Teresa. Cfr. SAN GIOVANNI DELLA CROCE, Opere, Roma, Postulazione gen. O.C.D., 1967, p. 548.
41 Ibid., str. Il.
42 Celina aveva sognato di subire il martirio.
43 A proposito della salute del signor Martin.
44 Is. 55, 8.
45 Sal. 89, 4.
46 Sal. 136, 1-4. La citazione era stata indicata dalla Santa. 
47 Ufficio liturgico di santa Cecilia.
48 Il compleanno di Celina era il 28 aprile.
49 Espressione riferita dall'amico del Santo, l, P. CAMUS, in Lo .spi rito di S. Francesco di Sales, P. 3, c. 27, e citata dal P. Pichon nel ritiro predicato al Carmelo di Lisieux nell'ottobre 1887, 2a predica, 7° giorno.
50 Citazione del P. Pichon, S. l.
51 Id.
52 Id.
53 La lettera fu scritta il 27
54 A quell'epoca la Comunione quotidiana non era in uso neanche nei monasteri delle Carmelitane. Cfr. MA 225. 
55 Il compleanno di Leonia era il 3 giugno seguente.
56Vedi Lettera 32, del 23 luglio 1888.
57 ARMIN]ON, op. cit., p. 290.
58 Cfr. 1 Cor. 2,9. San Paolo ha scritto: « ...a coloro che lo amano».
59 Espressione attribuita falsamente a santa Teresa d' Avila.
60 Cfr. ARMINJON, op. cit., p. 290.
61 Regalo di Celina a Teresa per la sua festa.
62 Questo nome, scelto spontaneamente da Teresa per la sorella, fu quello che Celina portò dalla sua entrata al Carmelo fino alla Vestizione (14 settembre 1894-15 febbraio 1895). Cfr. Biglietto 154 del gennaio 1895.
63 Veronica significa vero ritratto ( vera icone ). È notevole che la Santa abbia chiamato così sua sorella Celina che doveva più tardi, sotto la sua ispirazione, riprodurre con tanta fedeltà il vero ritratto di Nostro Signore Gesù Cristo, copiato dalla sacra Sindone di Torino. San Pio X accolse con gioia il Volto Santo del Carmelo di Lisieux, lo arricchì d'indulgenze e manifestò il desiderio « che entrasse in tutte le famiglie cristiane ».
64 Le anime sacerdotali. 
65 Gv. 11, 16.
66 Così Teresa chiamava gli « aster » bianchi, fiori fini e leggeri che sbocciano in ottobre e dei quali ignorava il nome quando, ai Buissonnets, li offriva ogni anno alla sorella per santa Celina.
67 Le Carmelitane sono solite passare in preghiera presso il Tabernacolo l'ultima ora dell'anno. Teresa scriveva alla sorella dopo Mattutino e prima dell'ora santa, sicura quindi che Celina in quel tempo riposava.
68 Allusione alla malattia del signor Martin, che privava le figlie della sua presenza.
69 Mt. 6, 9.
70 Sua sorella Leonia.
71 L' immaginetta su prgamena dipinta da suor Agnese di Gesù rappresenta un fascio di gigli intrecciati a delle spine e disposti intorno al Volto Santo. Teresa e le sue quattro sorelle sono rappresentate dai fiori sbocciati, i quattro fratellini e sorelline del cielo, dai bocci. Nessun nome vi è indicato. L'espressione: « Giglio senza nome» , per designare Gesù, significa che il suo vero nome è troppo sublime per essere pronunziato sulla terra con parole  umane.
72 Allusione alla fermata fatta a Tours e al pellegrinaggio all'oratorio del signor Dupont, il « santo uomo di Tours ».
73 MI. 5, 8.
74 Giac. 1, 12.
75 Leonia era sua madrina di cresima.
76 Allusione agli scrupoli di cui soffriva Maria Guérin. Cf. Lettera 71, del 30 maggio 1889.
77 Dal P. Pichon, S. J .
78 Era uso nel monastero sospendere le visite in parlatorio dall' Ascensione a Pentecoste. Cfr. Lettera 29 a Maria Guérin, nota 30.
79 Il lunedì di Pentecoste, 26 maggio.
80 Mt, 5, 11.
81 Mt. 5, 12. Celina era stata fatta segno a contraddizioni assai penose.
82 Is. 55. 8.
83  Mt. 5, 48.
84 Verso questo tempo, Teresa aveva confidato a P. Blino, S. l. il suo desiderio di « farsi santa, di amare il buon Dio quanto santa Teresa ». Il buon religioso cercò di moderare tali aspirazioni che giudicava temerarie. La Santa trovò in questa opposizione uno stimolo a cercare nei Libri santi l'appoggio alla sua confidenza. Le poche righe indirizzate a Celina riflettono bene il suo stato d'animo. Cfr. LAVEILLE, Sainte Therèse de l'Enfant-Jesus, p. 188, nota 1.
85 A Caen. 
86 ARMINJON, I. c.
87 Vedi in seguito alla lettera la copia di questa pagina.
88 Queste due parole sono sottolineate tre volte.
89 Is. 63, 3. Cf. La Sacra Bibbia, Salani, 1955.
90 Is. 63, 5.
91 Is. 53, 3.
92 Cant. 5, 2. Citazione indicata nel testo dalla Santa stessa.
93 Is. 53, 4.
94 Allusione a un saggio poetico di Celina.
95 Allusione al suo desiderio persistente di rientrare alla Visitazione.
96 Cfr. nota della Lettera 87, del luglio 1890.
97 La Santa ha firmato la lettera con le iniziali di Celina, Teresa, scrivendole precisamente sotto le parole: noi due, e circondandole  d'una linea.
98 Indicazione data dalla Santa. Sono i versetti 1-5.
99 Id., versetti 1-5.
100 Apoc. 7, 14-15.
101 Cant. 1, 12; 5, Il; 5, 16, ecc.
102 Ufficio liturgico dei Sette Dolori della B. Vergine Maria, 1 responsorio.
103 Cantico del!' anima nella Salita del Monte Carmelo, str. 8. Opere , ed. cit., p. 9.
104 Citazione di una poesia di Celina. Cfr. LT 108.
105 Per la sua velazione (cfr. Ms A, 75 r°/v°).
106 P. Pichon. 
107 Cfr. Ms A, 77r°.
108 Vedi LT 115, n.2.
109 Erano stati raccomandati alle preghiere delle Carmelitane di Lisieux diversi sacerdoti pericolanti.

110 A Paray-le-Monial ove si commemorava il secondo centenario della morte di santa Margherita Maria, allora semplicemente beata.
111 Allusione al1'aster, col quale, qui, Teresa simboleggia la stessa Celina. Cfr. Lettera 76, nota 100.
112 I Cor. 2, 9.
113 Un'amica della famiglia Martin.
114 Di C. ARM1NJON. Vedi Lettera 32, nota 43.
115 Ecco il titolo degli argomenti del libro, a cui la Santa si riferisce: 
   1. Della fine del mondo e dei segni da cui sarà preceduta.
    2. Persecuzione del!, Anticristo e conversione dei Giudei.
    3. Della risurrezione dei corpi e del giudizio universale.

   4. Del luogo dell'immortalità e dello stato dei corpi gloriosi.
    5. Del purgatorio.
    6. Dell'eternità delle pene e degli infelici dannati.
    7. Della beatitudine eterna e della visione soprannaturale.
    8. Il Sacrificio cristiano, mezzo di Redenzione.
    9. Del mistero della sofferenza nei suoi rapporti con la vita futura.

116 Nel 1888, Teresa le aveva fatto a voce gli auguri in parlatorio.
117 Mt. 6, 21; Lc. 12, 34.
118 Gv. 14, 2.
119 Mt. 11, 25; Lc. 10, 21.
120 Mt. 6,9.
121 Allusione alla conversione del sacerdote Giacinto Loyson, alla quale Teresa si era consacrata. Questo povero traviato, già carmelitano, dopo aver abbandonato la santa Chiesa a motivo dell'infallibilità del Papa, aveva contratto un'unione sacrilega.
122 Madre Maria di Gonzaga.
123 2 Cor. 6, 2.
124 L'ex religioso Giacinto Loyson.
125 Giacinto Loyson mori a Parigi il 9 febbraio 1912, all'età di 85 anni, senza essere assolto dalla scomunica maggiore. Fu assistito da un sacerdote della Chiesa armena, da un rappresentante della Chiesa greco-scismatica e da tre pastori protestanti. Il povero traviato non aveva mai cessato di ripetere l'invocazione che gli era familiare: « O mio dolce Gesù! ». Santa Teresa, che aveva pregato per lui durante tutta la sua vita religiosa, offrì a questa intenzione la sua ultima Comunione, nel 1897, il 19 agosto, giorno in cui allora si festeggiava san Giacinto.
126 Celina era al castello de La Musse con la famiglia Guérin, alternando così con Leonia qualche giorno di vacanza con la dimora a Caen presso il caro malato.
127 La venerata madre Genoveffa di santa Teresa, fondatrice, nel 1838, del Carmelo di Lisieux, esercitò spesso la carica di priora. Mori in odore di santità il 5 dicembre 1891, a 87 anni di età.
128 Le nozze di diamante o 600 anniversario di Professione di detta madre Genoveffa,
129 Si trattava di un pretendente alla mano di Celina.
130 Ufficio liturgico di sant'Agnese: antifona del primo notturno.
131 Mt. 12, 50.
132 Lc. 7, 47.
133 La Santa esprimerà lo stesso pensiero quattro anni dopo. Cfr. MA 120.
134 Allusione a un saggio poetico di Celina che non è stato conservato.
135 1 Cor. 7, 31.
136 Cant. 4, 6.
137 Sap. 4, 1, citato nell'ufficio liturgico delle Vergini.
138 La lettera non è firmata.
139 I fiori-Celina (asters), Cfr. Lettera 76, nota 100.
140 Molti pensavano, a quel tempo, che le mene antireligiose potevano trasformarsi in persecuzione sanguinosa.
141 Citazione di un saggio poetico di Celina.

142 A cominciare da quest'anno, Teresa attinge specialmente nella sacra Scrittura il nutrimento necessario all'anima sua. Cfr. MA 236.
143 Vuole indicare i petali. 
144 Mt. 6, 21; Lc. 12, 34.
145 Allude alla possibilità del martirio.
146 Cfr. Lettera 109, nota 15.
147 La lettera che, dal Carmelo, stava per partire per La Musse.
148 Cfr. Imitazione, 2, 8, 1; 3, 34, 1.
149 Istantemente pregata dallo zio, Celina aveva fatto un rapido passaggio a La Musse, lasciando il babbo affidato a Leonia.
150 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, str. 14. Cfr. Opere, ed. cit., p. 497.
151 Gv. 4, 35.
152 Mt. 9, 37-38.
153 La cugina. Il suo onomastico era il 21 agosto, santa Giovanna di Chantal.
154 Cant. 5, 10; 1, 3.
155 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, Opere, ed. cit., p. 638. 
156 1 Cor. 7,31.
157 Lc. 19, 4.
158 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Preghiera dell'anima innamorata, Opere, ed. cit., p. 1087.
159 La fonte di questo pensiero di santa Teresa di Gesù Bambino si trova nell'Anno liturgico di D. GUERANGER, al 9 dicembre, secondo giorno dell'ottava della festa dell'Immacolata Concezione.
160 Lc. 19, 5. 
161 Gv. 1, 38.
162 Mt. 8, 20; Lc. 9, 58.
163 Is, 53, 3.
164 Questa lettera non ha firma.
165 Cant. 2, 1.
166 Reminescenza di Mt. 6. 30.
167 Cfr. Lc. 10, 42.
168 Cant. 4, 6. 
169 Mal. 3, 50. 
170 Sal. 18, 6.
171 Gv. 4,7.
172 Questa lettera fu indirizzata a La Musse, dove il signor Martin era stato trasportato con la sua carrozzella e letto di paralitico.
173 Leonia, il 23 giugno precedente, era entrata alla Visitazione di Caen.
174 Is. 55, 8.
175 Atti 20, 35.
176 Mt. 2, 50; Mc. 3, 35; Lc. 8, 21.
177 Gv. 14, 23.
178 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Strofe su argomenti spirituali, Opere, ed. Cit., p. 1044. È da ricordare che la Santa usava la versione francese.
179 Lc. 15, 31.
180 Mt. 18, 12.
181 Cant. 1, 7.
182 Ibid. 5, 1.
183 Cfr. Cant. 4, 6: « Vadam ad montem myrrhae et ad collem thuris ».
184 Sal. 22, 2.
185 Cant. 4, 6.
186 Gv. 7,37. 
187 Sal. 41, 2.

188 Madre Agnese di Gesù, priora del Carmelo.
189 Lc. 21, 29 sgg. e luoghi paralleli.
190 S.GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, str. 30. Opere, ed. cit., p. 668.
191 Vita 30, 20. Opere, ed. cit., p. 300.

192 Mt. 8, 24; Mc. 4, 38; Lc. 8, 23.
193 Mt. 8, 26; Mc. 4, 39; Lc. 8, 24.
194 Gv. 4,6.
195 Mc. 4, 38.
196 Mt. 8, 20; Lc. 9, 58.
197 Cant. 1, 13.
198 Suor Marta di Gesù, una delle due novizie di cui era allora incaricata come aiuto della madre Maria di Gonzaga. Cfr. Lettere 56   e 146.
199 La lettera è senza firma.

200 Cant. 3, 2-4.
201 Lc. 19, 48.
202 Mi. 26, 63; Mc. 14, 61.
203 Mt. 25, 34-36.
204 Mt. 13, 44.
205 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, str. 1, 9. Opere, ed. cit., p. 511.
206 Is. 53, 3.
207 Imitazione, l. 1, c. 2, 3.
208 Imitazione, l. 2, c. 11,4.
209 Imitazione, l, 3, c. 49, 7.
210 Sal. 75, 10. La lettera non è firmata.

211Espressione affettuosa usata spesso con Celina dalle sorelle.
212 Si trattava della casa in via Labbey dove Celina si trovava col babbo malato e con domestici che non le  ispiravano fiducia. I signori Guérin pensavano di prenderla con loro insieme al signor Martin.
213 Questi si era convertito durante una novena di Celina a san Giuseppe.
214 Sal. 126, 1.
215 Cant. 4, 6. Cfr. pure la fine dell'Atto di offerta.
216 Maria Guérin che desiderava entrare al Carmelo.

217 Nome che doveva portare Celina al suo ingresso al Carmelo. Cfr. Lettera 76, nota 96 e biglietto 154 a Celina.
218Teresa vuoI mettere la sorella in guardia contro le seduzioni del mondo.
219 Cant. 7, 1.
220 Sal. 136, 1-4.
221 Ufficio liturgico di santa Cecilia, primo responsorio del primo notturno: « Cantantibus organis, Caecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat ».
222 Lc. 2, 14.
223 La Santa ha espressi questi stessi pensieri nella sua poesia: La melodia di santa Cecilia, composta per il compleanno di Celina, il 28 aprile 1894.
224 Sap. 4, 1.
225 La lettera non è firmata.
226 Questa lettera, priva di data e di firma, secondo ogni probabilità è del marzo 1894.
227Deformazione della parola inglese Godfisches. Sono dei testacei.
228 Cfr. Lettera 127, nota 63.
229 Maria Guerin.
230 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, str. 28. Opere, ed. cit. p. 658. 
231 C. ARMINJON, op. cit., p.290
232 La melodia di santa Cecilia. Vedi Poesie.
233 Sal. 90, 12.
234 Gv. 21, 5.
235 Lc. 5, 5.
236 Sap. II, 23. La citazione fu indicata dalla Santa stessa.
237 MI. 26, 64; Mc. 14, 62; Lc. 22, 69.
238 Faceva temere che neanche questa volta Leonia potesse rimanere alla Visitazione di Caen.
239 Maria Guérin.
240 Cant. 6, 10-11. Citazione nel testo indicata dalla Santa stessa.
241 Imitazione, I. 3, c. 51, 2.
242 Cant. 6, 12. La citazione nel testo è della Santa.
243 Gv. 20, 17. 
244 Gv. 14, 23. 
245 Gv. 1, 1.
246 Gv. 17, 17. 
247 Gv. 14, 6.
248 Gv. 18, 38.
249 Cant. 1, 12.
250 Es. 4, 25, Citato spesso da P. Pichon, S. l.
251 Lc. 22, 28-29.
252 Is. 63, 3 e 5.
253 Mt. 8, 24; Mc. 4, 38; Lc. 8, 23.
254 Gv. 17,21.
255 Lc. 22, 29.
256 Is. 53, 3.
257 Cant. 7, 1. La citazione nel testo è della Santa,
258 Sal. 136, 2-4.
259 Rom. 8, 26. Citazione nel testo, della Santa.
260 Per tutta la comunità, alla quale la madre Priora l'avrebbe letta in ricreazione.
261 Maria Guérin.
262La stessa Celina.
263 Il sacrificio degli affetti di famiglia, data la prospettiva di una partenza per un Carmelo di Missioni.
264 Cfr. Novissima verba, 16 luglio 1897.
265 Detto familiare alla Santa.
266 Cfr. Mt. 8, 26.
267 Suor Maria della Trinità, entrata al Carmelo di Lisieux il 16 giugno 1894. Formata alla vita religiosa sin dall'inizio del suo postulato dalla Santa che le insegnò la sua via d'infanzia spirituale, fu uno dei testi più notevoli al processo canonico e mori il 16 gennaio 1944.
268 La sua carica di sottomaestra delle novizie che esercitava sin dall'anno precedente, senza portarne il titolo. Due novizie, sue compagne, le erano state affidate: suor Marta di Gesù entrata al Carmelo il 23 dicembre 1887 e suor M. Maddalena del SS. Sacramento entrata il 22 luglio 1892, tutte e due in qualità di sorelle converse. Suor Maria della Trinità, Celina e Maria Guérin, entrate più tardi al Carmelo, portarono a cinque il numero delle novizie affidate alla Santa.
269 Celina era col babbo a La Musse, ove si succedevano i numerosi ospiti della famiglia Guérin.
270 Allusione al desiderio di Celina di entrare al Carmelo.
271 Cantico per ottenere la glorificazione di Giovanna d' Arco, composto 1'8 maggio precedente, e Il mio canto d'oggi, composto in giugno. Cfr. Poesie.
272 Maria Guerin.
273 Sal. 125, 6.
274 Padre Pichon.
275 Madre Agnese di Gesù, suor Maria del Sacro Cuore e la stessa Teresa.
276 Manca la firma.
277 I signori La Neele deploravano l'entrata di Celina al Carmelo e glielo facevano sentire.
278 Francis e Giovanna.
279 Celina, avendo passata una giornata a Luc-sur-Mer con la famiglia Guerin, aveva portato del pesce al Carmelo.
280 Altra volta, il signor Martin era felice quando la sua pesca era stata abbondante così da farne approfittare le Carmelitane.
281 Atti 20, 35.
282 C. ARMINJON, op. e loc. cit.
283 Cfr. Ger. 2, 13.
284 Mc. 14, 3.
285 Gv. 12, 3.
286 Mt. 26, 8 e Mc. 14, 4.
287La suora che aveva al Carmelo l'ufficio d'infermiera.
288 Allora dispensiera della comunità.
289 Lettera senza firma.
290 Cfr. Lettera 76, nota 96. 
291 Cfr. Lettera 109,  nota 15. 
292 Fu soltanto nel 1916 che il nome del "Volto Santo" venne nuovamente rimesso in onore per suor Genoveffa, essendole dato spontaneamente da molti in seguito al Volto Santo da lei dipinto. Cfr. Preghiere, Consacrazione al Volto Santo, nota 14. 
293 "La signorina Lilì" (Celina) e il "Signor Totò" (Teresa). Su questi appellativi, che sono una reminiscenza dei Buissonnets, cfr. CG, p.817+a. 
294 Teresa aveva dipinto su un paio di zoccoli il monogramma JHS, contrassegno già attribuito alla fondatrice, e ormai attribuito a Celina.  
295 La professione di Suor Genoveffa é fissata per il 24 febbraio. La novizia ha chiesto a sua sorella di descriverle le "feste del Cielo" per l'occasione. Teresa soddisfa questo desiderio adattandosi al gusto di Celina per il meraviglioso e la sovrabbondanza di decorazioni, e riprendendo il suo stesso stile. 
296 La vigilia della professione era uso pregare in coro fino a mezzanotte.
297 La cella occupata da Suor Genoveffa.
298 Il capitolo.
299 Cfr. LT 183.
300 Cfr. l'Atto di offerta (Pr.6)
301 Gli aster; cfr. LT 98.
302 Cfr. P 44.
303 Maria Melania Teresa Martin, morta a due mesi (1870)
304 Menzione degli altri tre fratellini: Elena, Giuseppe Luigi e Giuseppe Gianbattista, morti in tenera età.
305 "Amavo molto San Sebastiano", ha annotato Suor Genoveffa (Cfr. Pr 18)
306 Allusione alle circostanze penose che precedettero la professione di Suor Genoveffa, a causa del carattere di Madre Maria di Gonzaga (cfr. CG, p. 1182).
307 Uno dei soprannomi di Celina.
308 Massima cara al Signor Martin; cfr. LT 158).
309 Un passo biblico prediletto da Teresa (cfr. Ms A, 47v°; Ms C, 5v°; LT 145v°, 183; P 17, 15; PR 4, 4v°; NPPA di suor Agnese di Gesù e di suor Genoveffa; BT, pp. 52s) per via del Signor Martin di cui suor Genoveffa scrive: "Più volte, sorprendendo il nostro caro papà nel suo "Belvedere", l'abbiamo visto con lo sguardo immerso nell'infinito, mentre ripeteva con accento profondo queste parole della Sacra Scrittura che lo rapivano: "Ego sum merces tua magna nimis" (Sarò io la tua mercede che oltrepassa ogni misura) [Gen 15, 1 Volg.] ... perciò abbiamo fatto apparire questo versetto sull'immagine-ricordo" (Note preparatorie alla storia di una famiglia, di suor Genoveffa, p.214).
310 Cfr. Lamartine, Réflexion, in Recueillements poétiques [raccoglimenti poetici].
311 Cfr. la lettera della Signora Martin a Paolina il 9 luglio 1873 (LF, pp.145-146).
312 Cfr. LT 179, n.1.
313 Cfr. S.Giovanni della Croce, Orazione dell'anima innamorata (trad. it., p.1087).
314 Secondo l'usanza di allora, la neo-professa presiedeva l'Ufficio corale il giorno della professione.
315 Dopo la messa di mezzanotte, suor Genoveffa trovò questo biglietto in uno dei suoi sandali.
316 Suor Genoveffa aveva precedentemente ideato il suo stemma disegnandolo a penna. Teresa se ne ispirò per dipingere la pergamena e redigere il testo riprodotto sopra, e fu l'iniziativa della sorella che le dette il pensiero di comporre uno stemma per se stessa.
317 Sappiamo che nel 1916 questo nome le venne in parte restituito, dopo i suoi studi sul sacro Sudario di Torino che le dettero modo di riprodurre a disegno il santo Volto di Nostro Signore. Cfr. Lettera 154, nota 8.
318 Era stato scelto il monogramma JHS per marcare gli oggetti di vestiario ad uso di suor Genoveffa in comunità. Cfr. Lettera 67 , nota 75.
319 L' Ufficio canonico celebrato il lunedì 24 febbraio 1896 era quello dell'agonia di Nostro Signore. In quel tempo, tutti i martedì di quaresima si celebrava una festa in rapporto alla Passione di Nostro Signore: l' Agonia, i santi Chiodi, la Corona di spine, il Sudario, la santa Croce, ecc.; ma il 1896, essendo anno bisestile, san Mattia apostolo fu festeggiato l'indomani, martedì 25, e la festa dell'Agonia fu anticipata al lunedì 24.
320 Vedi Lettera 109.
321 Lacrima della venerata religiosa alla sorella il 24 febbraio 1896.
322 Gal. 2, 20. Quando Celina era ancora nel mondo, madre Genoveffa le aveva inviata questa parola quale messaggio da parte di Gesù.
323 Biglietto senza data.
324 Nomignolo preso da un ritornello che solevano cantare ai Buissonnets.
325Abbreviazione di: « signor Totò ».
326Allude alla possibilità della sua partenza per un Carmelo nell'Estremo Oriente. Essendosi lasciata sfuggire il segreto, aveva provocato da parte di suor Genoveffa delle domande velate. Essa vi risponde amabilmente.
327 Ossia: quando non sarà più in questo mondo...
328 Abbreviazione di: « signorina Lilì».
329 II Carmelo di Saigon, il primo fondato in estremo Oriente. Cfr. Lettera 138, nota 18. Dal Carmelo di Saigon ebbero origine il Carmelo di Hanoi e diversi altri. Per qualche tempo si trattò della partenza di Madre Agnese di Gesù e di suor Genoveffa per il Carmelo di Saigon. Il progetto non si effettuò. Cfr. MA 284. 
330 Questo biglietto e i due seguenti mettono ancora in scena "il signor Totò", e "la signorina Lilì".
331 Scaldino a brace, che Madre Maria di Gonzaga aveva imposto a Teresa di usare nell'inverno 1896-1897. Suor Genoveffa era qualificata, a titolo di seconda infermiera, per "far grazia" o no alla sorella.
332 Ufficio delle Ore Minori, recitato in inverno alle sette.
333 Le monache dispensate dalla levata del mattino appendevano un foglietto di carta al saliscendi della propria cella. Per la seconda 'sveglia', verso le sei e quaranta, una religiosa bussava ad ogni porta munita di tale biglietto.
334 Suor Genoveffa frizionava Teresa con una cintura di crine. Cfr. QG 27.7.17.
335 Alle monache ammalate.
336 Suor Genoveffa ha asserito che « i suoi difetti la tenevano costantemente nella umiliazione, perché - spiega - con il mio carattere impulsivo mi succedeva spesso di aver piccole sfuriate con le consorelle. Sfuriate che mi affliggevano molto per via del mio grande amor proprio» (Souvenirs autobiographiques [Ricordi autobiografici], 1909).
337 La « matraque », arnese in legno che veniva scosso nei chiostri e nei corridoi per la "prima sveglia"; in inverno alle 5,45.
338 Suor Genoveffa ha annotato: "Questo biglietto mi veniva offerto da un bimbo che aveva anche un fiorellino in mano - era un'immagine a vivi colori".
339 Suor Genoveffa aveva fatto la prima Comunione il 13 maggio 1880. Teresa considerava questo giorno « come uno dei più belli della sua vita ». Cfr. MA 81.
340 In realtà, diciassette anni (il 13.05.1880); cfr. Ms A, 25
341 Cfr. LT 208, n.5.
342 Soprannome dato al dott. de Cornière; cfr. DE, p.708.
343 Cfr. LT 207, n. 1.
344 "Il signor Totò" (Teresa). Suor Genoveffa la frizionava al mattino, prima dell'Ufficio di Prima, nel tempo del silenzio rigoroso.
345 Cfr. CRG, p. 196.
346 Eccle. 1, 14.
347 Ger. 10, 23.
348 Sal. 93, 18.
349 Sotto l'immaginetta, edita da Bouasse-Lebel, recante il n. 1563, è stampato il testo: « Felice il giglio che si mantiene senza macchia sino all'ora della raccolta, il cui candore splenderà eternamente in paradiso».
350 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Cantico spirituale, str. 29, 2. Opere, ed. cit., p. 662.
351 Fiamma viva d'amore, str. 1, 34. Opere, ed. cit., p. 754.
352 Vedi Lettera 190. Aveva letto queste lettere nell'opera: Vie et Correspondance de l. Théophane Vénard, pretre de la societé des Missions étrangères, décapité pour la foi au Tong-King, le 2 février 1861, Houdin, 1888. Il volume fu stampato anonimo, ma il suo autore era il sac. Eusebio Vénard, fratello del martire.
353 Lettera del 3 gennaio 1861 a Mons. Theurel, vescovo d' Acanto, che era stato suo condiscepolo nel seminario delle Missioni Estere.
354 Lettera del 20 dicembre 1860, allo stesso.
355 Lettera del 2 gennaio 1861, alla famiglia.
356 Lettera del 20 gennaio 1861, alla sorella.
357 Lettera del 3 gennaio 1861, a Mons. Theurel.
358 Lettera del 3 dicembre 1860, alla famiglia.
359 Lettera del 20 gennaio 1861, al babbo.
360 Lettera del 2 gennaio 1861, alla famiglia.
361 Biglietto senza data.
362 Nome scherzoso dato qualche volta a suor Genoveffa in ricordo dei Buissonnets. Cfr. Lettera 74
363 Alle malate.
364 Cfr. Lc. 12. 37.
365 Sal. 140, 5.
366 Cant. 1. 3.
367 Sal. 17, 5.
368 Sal. 22, 4.
369 La citazione è indicata dalla Santa.



 

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ultimo aggiornamento 5/3/2001