Biografia di Carlo Climati

Carlo Climati, giornalista professionista e scrittore, è nato a Roma nel 1963.
E' responsabile dell'ufficio stampa dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e redattore della rivista "Alpha Omega".
Scrive per "Avvenire", l'agenzia stampa "Sir", "Don Orione Oggi", "Il Timone" e "Sì alla Vita".
Collabora con il Gris (Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette) e con l'Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana).
Per la Rai ha collaborato con il programma "Prossimo tuo" (Raidue), ed è stato autore dei programmi radiofonici "Obiettivo Europa", "Un salto nello spot" e "Chiedi chi erano i Cetra" (Radiouno).
Si dedica soprattutto alle inchieste e a ricerche nel campo della comunicazione. Tra i suoi saggi: "I giovani e l'esoterismo" (Paoline), "Inchiesta sul rock satanico" (edizioni Piemme) e "Cartoni in tv: un genere che cambia" (su "Fogli", edizioni Ares).
Ha pubblicato anche favole e racconti. Fra questi, la raccolta "Una manciata di stelle" (edizioni Dipingi La Pace), scritta con Don Giovanni D'Ercole.

Il suo indirizzo e-mail è: gattofelix@yahoo.com

Dal libro di Carlo Climati "I giovani e l'esoterismo. Magia, satanismo e occultismo: l'inganno del fuoco che non brucia" (edizioni Paoline).

 


IL GRANDE INGANNO DEL FUOCO CHE NON BRUCIA


Che cos'è l'esoterismo? Con questa parola s'intende tutto ciò che è conosciuto da una ristretta cerchia di persone e non può essere svelato pubblicamente. Ad esempio, un particolare tipo di magia, le tecniche per la lettura della mano o delle carte, le formule per l'evocazione degli spiriti, i segni utilizzati per stabilire un patto con il diavolo.
Esoterismo è qualcosa di misterioso, di segreto, di occulto. E' un linguaggio conosciuto soltanto da pochi eletti, che lo utilizzano per i loro scopi. Perciò, di fatto, l'esoterismo è un modo per esercitare un potere nei confronti di qualcun altro.
Chi esercita questo potere? Gli "iniziati". Ovvero, i pochi eletti che sono stati ammessi alla conoscenza di qualche culto o magia particolare. Ad esempio, gli astrologi, i cartomanti, gli stregoni e i maghi di ogni genere.
Gli iniziati esercitano un grande potere nei confronti degli altri. E questi "altri", spesso, sono persone deboli, fragili, in crisi, in difficoltà. Sono persone che stanno attraversando un momento critico nella loro vita, che cercano delle risposte immediate ai propri interrogativi o una soluzione ai loro problemi.
L'iniziato dice: "Io ho il potere di guarirti. Ho il filtro magico che ti permetterà di trovare l'amore che stai cercando". Oppure: "Attraverso la lettura delle carte posso aiutarti a conoscere il tuo destino". Oppure: "Questo amuleto ha un potere immenso e cambierà completamente la tua vita". Oppure: "Sono in grado di metterti in contatto con lo spirito di tuo fratello, che è morto l'estate scorsa in un incidente stradale".
Sono tutti dei chiarissimi esempi di esercizio del potere nei confronti di persone che cercano disperatamente una risposta alle proprie domande. Tra queste persone, ci sono anche tantissimi giovani.

1. Il "boom" dell'esoterismo

L'interesse dei ragazzi per l'esoterismo, negli ultimi anni, è cresciuto in modo spaventoso. Oroscopi, amuleti, Tarocchi e sedute spiritiche sono, ormai, i compagni di strada delle nuove generazioni, vittime di un vero e proprio bombardamento esoterico, effettuato attraverso i mezzi più vari: la musica, la televisione, i videogiochi, i fumetti, il cinema, la discoteca.
E' un bombardamento che trova terreno fertile nella vita di molti giovani, spesso caratterizzata da una profonda solitudine, da situazioni familiari difficili e da incertezze per il futuro. L'interesse per l'esoterismo, proposto come soluzione immediata dei problemi quotidiani può causare danni enormi nella mente dei ragazzi. Può contribuire a creare una generazione di "nuovi schiavi", intrappolati nei loro stessi comportamenti.
Il maggiore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla crescente attrazione, da parte dei giovani, verso il satanismo. Aumenta sempre di più il numero dei ragazzi che si dichiarano "affascinati" dal diavolo e dalla magia nera.
Giuseppe Ferrari, segretario nazionale del Gris (Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette) ha identificato alcune possibili strade che conducono al contatto con il mondo del satanismo: "la frequentazione di ambienti esoterici, magici ed occultistici, unita al desiderio di spingersi oltre per sperimentare sempre nuove vie di 'conoscenza'; la partecipazione a sedute spiritiche, per evocare entità particolari, durante le quali non è difficile arrivare ad evocare spiriti demoniaci e incontrare chi partecipa anche a riti satanici; il ricorso alla cosiddetta 'magia nera' per affrontare e tentare di risolvere problemi di vario genere; l'attrazione idolatrica mostrata nei confronti di alcuni personaggi e fenomeni musicali ai quali è concesso, attraverso i messaggi delle loro canzoni, di bestemmiare, di invitare al suicidio, all'omicidio, alla violenza, alla perversione sessuale, all'uso della droga, alla necrofilia; l'attrazione per l'horror, il macabro, la violenza fine a sé stessa, la pedofilia, diffusi nella società attraverso vari mezzi fino a desiderare esperienze dirette in ambienti che si ispirano a tali concetti e comportamenti". (1)
Il bombardamento esoterico nei confronti dei giovani ha dei "registi" ben precisi, che sono perfettamente consapevoli di ciò che stanno facendo. Sono coloro che aderiscono a sette sataniche o che si riconoscono nelle dottrine magiche di un particolare "maestro".
Possiamo definirli "i guerrieri del diavolo". Combattono per il demonio, perché credono in lui. Il loro scopo è quello di diffondere il male. E per farlo, questi "guerrieri" puntano soprattutto alla corruzione dei ragazzi, che saranno i protagonisti della società del domani.
Colpire i giovani, rendendoli schiavi dell'esoterismo, significa tentare d'assicurarsi il dominio del futuro e sperare in una sempre maggiore presenza del male nel mondo.
Oltre ai "guerrieri", esistono anche i "mercenari". Sono quelli che utilizzano l'esoterismo per ragioni commerciali. Il loro scopo non è diffondere il male, ma semplicemente fare soldi.
Oroscopi, magia, sedute spiritiche e dischi di rock satanico muovono un giro d'affari di diversi miliardi. Pertanto, c'è chi ha deciso di arricchirsi sulla pelle dei giovani, attirandoli nella trappola dell'esoterismo.
I "mercenari del diavolo" sono quelli che, pur non credendo nel demonio, "combattono" per lui. Lo fanno soltanto per guadagnare soldi. Sono, dunque, i suoi "mercenari". Pensiamo, ad esempio, alle case discografiche che producono dischi di rock satanico, o a certe riviste per ragazzi che pubblicano articoli su magia ed esoterismo. Sfruttando la moda dell'occultismo, alimentano i propri conti in banca.
I "mercenari" del diavolo sono i migliori alleati dei "guerrieri" di Satana. Fanno il loro stesso gioco e diventano complici della diffusione del male tra i ragazzi. Così, il "virus" dell'esoterismo ha la possibilità di colpire con maggiore facilità e negli ambienti più disparati.
Questo libro rappresenta il tentativo di proporre un bilancio del fenomeno dell'esoterismo giovanile, in tutte le sue diverse manifestazioni. Inoltre, si propone di smascherare le strategie con cui agiscono certi operatori dell'occulto per penetrare nella mente dei ragazzi.
In questi anni, dopo l'uscita del mio libro Inchiesta sul rock satanico, sono stato invitato a parlare in numerosi incontri di riflessione con i giovani, organizzati presso scuole, parrocchie, università, club, associazioni, comunità. Girando l'Italia, mi sono accorto di quanto l'occultismo sia diffuso, soprattutto tra ragazzi che lo praticano in buona fede, senza accorgersi dei rischi che corrono.

2. Un alleato per vincere i problemi

Come si diffonde il "virus" dell'esoterismo? Quali sono le cause dell'epidemia esoterica che colpisce le nuove generazioni? Tutto nasce da un grande equivoco. I giovani pensano che l'esoterismo sia qualcosa di bello, di simpatico, di affascinante. Credono di trovare nell'occultismo un alleato per risolvere i propri problemi. E così, si avvicinano con fiducia alle pratiche magiche, allo spiritismo e al satanismo, senza accorgersi che stanno scherzando col fuoco.
Il "virus" dell'esoterismo si diffonde perché, tra i giovani, mancano sempre di più gli anticorpi per affrontarlo. Non ci sono difese immunitarie. Negli ultimi anni i ragazzi hanno subìto una specie di lavaggio del cervello che li ha spinti a non avere più paura di ciò che appartiene al mondo dell'occulto. Eppure, l'approccio con gli ambienti esoterici può rappresentare un vero rischio. Partecipare ad una seduta spiritica o ad un rito satanico significa spalancare le porte verso mondi davvero pericolosi. Si comincia per gioco, e non si sa mai dove si può arrivare.
Allora io mi chiedo: perché questo accade? Perché i ragazzi hanno tanta voglia di scherzare col fuoco? La risposta è semplice: qualcuno li ha ingannati. Qualcuno li ha spinti a credere che l'esoterismo sia un fuoco non pericoloso, un fuoco simpatico, un fuoco che non brucia. E quindi, perché non toccarlo? Perché non provare?
I "registi" di cui parlavamo prima hanno lavorato bene. Hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione per far credere ai giovani che l'esoterismo non fa male: dalla tv alla musica rock, dalle discoteche ai videogiochi. Di conseguenza, il fuoco non fa più paura. Anzi, è addirittura consigliato.
Il tema della magia, da sempre, ha fatto parte delle fantasie di bambini e ragazzi. Le vecchie favole sono piene di streghe, fate ed incantesimi. Come dimenticare la zucca che si trasforma in una carrozza per portare Cenerentola al ballo? E la dolce fatina di Pinocchio? E i baci magici che trasformano i rospi in bellissimi principi?
Milioni di bambini si sono addormentati ascoltando queste fiabe. Ma c'è una bella differenza tra una concezione della magia del tutto innocente, che può aiutare a sognare, e certi inviti (palesi o occulti) alla vera e propria pratica dell'esoterismo.
Ovviamente, non si può uccidere la fantasia. I bambini e i ragazzi hanno diritto alla loro libertà di fantasticare, anche sognando mondi popolati da draghi, maghi e stregoni. Tutto questo non deve far paura e non deve scatenare allarmismi. Ciò che, invece, deve destare preoccupazione è la malafede di chi strumentalizza la sensibilità dei giovani al mondo del fantastico per trasmettere messaggi negativi e contro la vita.

3. La brutale realtà del mondo

Nelle prossime pagine cercherò di spiegare dove si sono nascosti, in questi anni, i "semi" dell'esoterismo. Dirò anche come questi semi hanno germogliato, e come hanno contribuito a creare il grande inganno del fuoco che non brucia.
Prima d'andare avanti, però, vorrei chiarire che questo libro non vuole rappresentare un attacco generalizzato alla televisione, alla musica, al cinema, ad Internet o a qualunque altro strumento di comunicazione.
Ogni mezzo può essere utilizzato nel bene o nel male. Pensiamo, ad esempio, al bisturi. Nelle mani di un assassino può uccidere. Ma in quelle di un bravo chirurgo può salvare migliaia di vite umane. Allo stesso modo la musica, il cinema, Internet e la televisione sono mezzi di comunicazione straordinari che possono anche essere utilizzati per fare del bene all'umanità.
Purtroppo, però, una valutazione onesta dei tempi in cui viviamo non può fare a meno di mettere in evidenza l'uso negativo che viene fatto di certi strumenti, il più delle volte sulla pelle dei giovani. Basta accendere la televisione per accorgersene.
Un altro aspetto importante da chiarire é quello della "libertà d'espressione". Questo libro non vuole assolutamente rappresentare un invito alla "caccia alle streghe" nei confronti di cantanti rock, programmi televisivi, videogiochi, fumetti ed altro. Il mio scopo è semplicemente quello di suscitare una riflessione su ciò che sta accadendo, in questo particolare momento, nel mondo dei giovani.
Criticare un cantante, un fumetto, un videogioco o un film non significa limitare la "libertà d'espressione" di qualcuno. Significa riflettere, interrogarsi, discutere ed aprirsi al dialogo. Significa educarsi all'autocritica e alla consapevolezza di poter usare meglio i propri strumenti di comunicazione.
Non è in discussione la "libertà d'espressione", che rimane un diritto inviolabile di tutti. E' in discussione la qualità di "ciò che viene espresso".
Del resto, non é corretto addossare tutte le colpe del disagio giovanile ai mezzi di comunicazione, alla musica rock o alle discoteche. Questi elementi, infatti, costituiscono soltanto una parte del problema. Bisogna considerare anche le tante amare situazioni che vivono i ragazzi di oggi, e che li rendono sempre più fragili e vulnerabili.
Pensiamo, ad esempio, a quanto sia difficile trovare un lavoro. Pensiamo alle grandi speranze dei giovani che escono dalla scuola o dall'università e che si scontrano con la brutale realtà del mondo.
Nella scuola si viene educati all'onestà, alla lealtà, alla giustizia. Ma poi ci si accorge, con il tempo, che a fare strada nella vita sono, spesso, i furbi, i ladri, i leccapiedi di turno. E l'onestà sembra essere soltanto una scomoda "palla al piede", che rischia di farti morire di fame.
I ragazzi hanno un cuore grande e nobile. Difficilmente cedono ai compromessi. Di fronte alle terribili ingiustizie della vita si sentono traditi, violentati, stuprati. Avvertono nel cuore quella drammatica sensazione che fu descritta così bene da Luigi Tenco nelle parole della canzone Ciao amore ciao: "Non saper fare niente in un mondo che sa tutto".
I veri "diavoli" che attentano alla vita dei giovani, in molti casi, non sono i cartoni animati giapponesi o il rock satanico. Sono i genitori assenti, i datori di lavoro disonesti, i politici corrotti, gli spacciatori di droga, i pedofili, i mercanti di bambini, gli ipocriti e i mafiosi e di ogni razza. Sono i silenzi, le omertà, i soprusi, le indifferenze, i compromessi e le incomunicabilità della vita quotidiana.

4. Un giovane in crisi

Dare la colpa esclusivamente alla cattiva influenza del rock o della discoteca (che, tuttavia, hanno le loro responsabilità) significherebbe scaricarsi la coscienza e non affrontare realmente gli autentici problemi dei giovani. A questo proposito, non potrò mai dimenticare quanto mi accadde alcuni anni fa, al termine di una conferenza sul rock satanico tenuta in una parrocchia. Fui avvicinato da un distinto signore di mezza età, dall'aria preoccupata, che mi disse: "Mio figlio, quindicenne, è una vittima della musica rock. Da alcuni mesi, da quando ha cominciato ad ascoltare certi dischi satanici, non studia più e si è isolato dal mondo. Non va più a Messa. Sta sempre chiuso in camera sua, sdraiato sul letto con la cuffia in testa. La prego, mi aiuti. Parli con mio figlio".
Questo distinto signore mi sembrava veramente disperato. Perciò, accettai la sua proposta e parlai con il figlio quindicenne. Venni, così, a sapere che il distinto signore, fervente cattolico ed attivissimo nella vita parrocchiale, aveva intessuto da alcuni mesi una relazione extraconiugale con una giovane catechista della sua stessa chiesa.
Tutto questo aveva generato, nel figlio quindicenne, una profonda crisi di rigetto nei confronti della religione e della parrocchia che frequentava. L'ascolto del rock satanico, quindi, era soltanto una conseguenza del suo stato di disagio.
La vera responsabilità non era della musica. Era del padre. Questo distinto signore, sentendosi in colpa per il suo comportamento, cercava di liberarsi la coscienza accusando i cantanti di rock satanico. In realtà, l'interesse del figlio per certa musica era arrivato soltanto dopo, come gesto di ribellione nei confronti dell'ambiente "traditore" della parrocchia, dove era nata la relazione extraconiugale tra il padre e la giovane catechista.
I messaggi negativi trasmessi da certi cantanti avevano contribuito, senza dubbio, ad oscurare ancora di più la mente di questo povero ragazzo. Gli avevano dato, in un certo senso, il colpo di grazia. Tuttavia, la causa scatenante della crisi doveva essere ricercata, prima di tutto, nel comportamento incoerente del padre. Non nella musica.
Il rock satanico aveva semplicemente trovato un terreno fertile nel momento di disperazione del ragazzo, accentuando ancora di più la sua crisi.
Un grande scrittore, Gilbert Keith Chesterton, diceva che "la gioia è il gigantesco segreto del cristiano". Il satanismo, di fatto, propone una filosofia di vita completamente opposta. Tende a diffondere tra i ragazzi un senso di pessimismo, di resa, di oscurità, di sconforto. Se un giovane attraversa un momento difficile, i messaggi negativi proposti dal rock, dalla discoteca o da certe riviste contribuiscono a farlo cadere ancora più in basso.
Non bisogna, quindi, dare tutta la colpa ai mezzi di comunicazione. Televisione, musica, discoteche, fumetti e riviste per ragazzi non sono gli unici responsabili del fenomeno dell'esoterismo giovanile. Possono rappresentare, in un certo senso, la spinta definitiva nel burrone della disperazione. Ma attenzione a non approfittare di certi strumenti per evitare d'affrontare le proprie responsabilità.

5. La dittatura del denaro

Qualcuno, forse, sarà curioso di sapere come è andata a finire la storia del giovane ascoltatore di "rock satanico". Il ragazzo, superata la crisi, si è riavvicinato alla fede grazie all'aiuto di un bravo sacerdote. Il distinto signore ha interrotto la sua relazione con la catechista, ed ha ammesso onestamente le sue vere responsabilità. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
Questa vicenda deve farci comprendere che, quando si parla di giovani, è molto facile cadere in un banale e superficiale moralismo. E' facile scagliarsi contro il rock o le discoteche. Ma i fatti dimostrano che i problemi sono ben più profondi.
Al tempo stesso, però, non bisogna abbassare la guardia. E' necessario combattere fermamente chi approfitta dei momenti di crisi dei giovani per fare soldi, diffondendo il satanismo, l'occultismo e la non-cultura della spazzatura. Come fanno, ad esempio, i maghi che parlano in televisione e molti cantanti rock.
I ragazzi, oggi, sono considerati dei "bidoni aspiratutto", ai quali è lecito offrire qualunque cosa, pur di arricchirsi alle loro spalle. E così li si riempie di magia, satanismo, violenza, sangue, droga, prodotti consumistici che rappresentano un vero e proprio veleno per l'anima. L'importante è che i ragazzi comprino. Non importa cosa. Ciò che conta è fare soldi. Tanti soldi.
Oggi, più che mai, trionfa la dittatura del denaro. Sono i quattrini a dettare legge. Questo accade, ad esempio, nel mondo della televisione, dove gli indici d'ascolto e gli sponsor decidono il destino di un programma.
Non è la qualità che conta. Ciò che importa é il numero delle "pecore" che si soffermano davanti al piccolo schermo, per essere bombardate dalla pubblicità. Se sono tante, il programma sopravviverà. Altrimenti, lascerà spazio a qualche altra trasmissione.
Alcune emittenti televisive hanno la cattiva abitudine di trasmettere gli spot pubblicitari ad un volume più alto rispetto al programma o al film in cui sono inseriti. Si tratta di un trucco per richiamare l'attenzione del telespettatore sui prodotti reclamizzati. Ma è anche una triste metafora di ciò che accade realmente in televisione.
Sembra quasi che lo spot, alzando la voce, voglia gridare al pubblico: "Sono io che comando. Sono io il padrone. Tutto il resto non conta".
La vera sfida per salvare il destino dei giovani non sta nella scelta tra Dio e il diavolo, ma tra Dio e i soldi. Lo aveva capito anche Gesù, quando disse che l'uomo doveva scegliere tra Dio e "Mammona" (parola che indicava il bieco potere del denaro). Sapeva già, con duemila anni d'anticipo, che sarebbero arrivati gli spot.

Note:

1) GIUSEPPE FERRARI (a cura di), I Cristiani di fronte alle sette, supplemento a "La Domenica", numero 3, giugno 1997, San Paolo. Il sito Internet del Gris (Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle sette) è: www.gris.org


Da Avvenire di Martedì 6 febbraio 2001

Manipolatore di coscienze o abile speculatore? Viaggio tra il popolo della star che sabato si è esibita a Milano
Manson, ipnosi a ritmo di rock

Al Forum di Assago tra spinelli e satanismo a buon mercato
Una ragazzina: «Credo più all'inferno che al paradiso...»
Umberto Folena




MILANO. Marilyn Manson, ce ne vuole di faccia tosta. È come se un rockettaro italiota si facesse chiamare, che so, Gina Hitler o Sofia Stalin. La dolcezza seduttiva della Monroe, la perfidia visionaria e sanguinaria dell'assassino di Sharon Tate. Oh che bella furbata. Un italiano, appunto, verrebbe spernacchiato. Non lo chiamerebbero neppure al Costanzo Show, forse se lo sciropperebbe una D'Eusanio... Ma gli americani sono dei bambini giocherelloni. E l'Ohio, da cui arriva mister Brian Warner (Manson), è deep Usa . Un dettaglio: proprio ieri si celebrava il processo delle tre adolescenti di Chiavenna che il 6 giugno scorso massacrarono a coltellate una suorina, così, per il gusto di farlo. Una di loro era una fan, o meglio un'adoratrice di Manson.
E allora, chi è Manson? Un pericoloso satanista manipolatore di coscienze, o un furbacchione che si arricchisce speculando sulla pulsione autodistruttiva che attraversa tutte le società fortemente competitive? Nel dubbio, andiamo a vederlo.
Sabato sera, Assago, hinterland sud di Milano. Al Filaforum è annunciato il pienone, mi muovo per tempo. Finisco incolonnato e avviato verso un prato spelacchiato e più scuro del giubbotto che mi sono infilato per non dare nell'occhio. Mi arpiona un bagarino, uno che De Palma avrebbe subito preso come comparsa per il suo
Scarface, che mi propone un biglietto a 60 mila lire anziché 40 mila. Corro il rischio e rifiuto. Sono però costretto ad accettare una ricevuta di parcheggio in cambio di 5 mila lire: all'apparenza sembra roba legale, vedremo che cosa ne penserà la Contabilità del giornale. Scendo dall'auto con un oscuro presagio nel cuore: rivedrò mai la vecchia autoradio dell'84 e le cassette di De Gregori? Due ragazzi sono in piedi, fermi a contemplare le stelle... No, stanno facendo un bisognino. Un inizio incoraggiante.
Che fortuna, i giornalisti sono ospiti della tribunetta vip. Fendo una nube di fumo dolciastro e mi guardo attorno: macché adolescenti, una buona metà è fatta di venticinque-trentenni compiaciuti del proprio look, che va dal capello turchino allo scarpone rinforzato che avrebbe fatto la gioia degli alpini della Julia, e sul Don non sarebbe andata a finire come finì. Un tale ha la faccia tale e quale quella di un bambino caduto dentro la scatola degli acquerelli, e la stessa espressione di un gatto con il canarino in bocca. E le adolescenti? Eccone tre. Sedici-diciassette anni come le amiche di Chiavenna. Brivido. Le prime due sono tondette, brufolose e inoffensive, e vengono da Siena e da Cagliari. La terza è una Mortisia milanese con le labbra blu e l'aria vissuta. Un buon soggetto. Sei una satanista come Manson? «Beh, diciamo che credo più all'inferno che al paradiso». "Di più"? «Insomma, mi interessa l'inferno». Ti interessa. «E poi faccio cose». Che cosa? Riti satanici? «Ma no, cose così». Cosette.
Ripiego su un collega che sembra intendersene. Siccome intanto stanno ululando i Disturbed, il gruppo che precede Manson, ci gridiamo reciprocamente dentro le orecchie. Manson è davvero un satanista? «Certo, è sacerdote della Chiesa di Satana di La Vey». Lo so, ma ci è o ci fa? Il collega se ne adonta: «Com'è sul palco, così è nella vita: lo ha detto in conferenza stampa». Uno con le lenti a contatto bianche, la faccia impomatata, l'occhio dilatato... Mi piacerebbe vedere come ha fatto alla dogana. E la foto sul passaporto. Ma i ragazzi? Loro ci sono o ci fanno? E le tre ragazzine di Chiavenna? «E lui che colpa ne ha? L'ha detto anche ieri: negli Usa un suo fan ha fatto una strage in una scuola, e con questo? Bisogna saper distinguere tra finzione e realtà». Certo, se io scherzassi e scoprissi che uno mi ha preso sul serio, qualche turbamento lo proverei... «Manson non c'entra, chiaro?» Chiaro, chiaro. Pericolo: chi tocca la rockstar muore.
Intanto i Disturbed tolgono il disturbed, e appare lui, un lombricone lungo, secco e glabro in guêpière e tanga. La musica non si misura in decibel, ma in kilotoni. Il seggiolino vibra e mi massaggia la schiena. La voce è un rantolo ruvido, i ragazzi alzano le braccia e lo invocano, dai fari partono fucilate di luce colorata. È come una mano che ti afferra le budella e non te le molla più. Un'ipnosi collettiva. E lui, il satanasso? Ingredienti prevedibili: per sembrare più allampanato sale sui trampoli, alle spalle gli compaiono un feto crocifisso, una bandiera americana lorda, e sei ritratti: Marilyn Monroe, Lenin, J. F. Kennedy, Elvis Presley, Charles Manson e Gesù, della serie: indovina l'intruso. Il satanasso secco, a cui la mamma da piccolo non ha mai dato ovetti sbattuti, si piega a novanta gradi e mostra il didietro ai fan, che apprezzano. I testi? Diciamo che sono dei
fuck, fucking, fucked (non traduco, per decenza e perché non ce n'è bisogno) con qualcosa prima e qualcosa dopo. Rantolo verso i fan: «Fuck you!». Boato entusiasta di risposta: «Fuck you!», e che tenerezza vedere satanasso e satanini mandarsi cordialmente a quel paese. Poi compare in paramenti episcopali, come un mago Otelma qualsiasi, ad arringare i fan da un pulpito color porpora con una croce fatta da un fucile e due pistole. Ah, la trasgressione.
Davanti a me, due bietoloni riccioluti e tre fotomodelle americane accendono l'ennesimo spinello. E non offrono. Altro che
love and drug, che sia questo l'individualismo nicciano a cui Manson dice di ispirarsi? Basta, andiamocene. Passo davanti a due carabinieri dall'aria attonita ed esco, ad abbeverarmi dell'aria balsamica dell'hinterland sud milanese. L'auto è intatta ma nel buio pesto del prato spelacchiato centro una pozza fangosa. Penso a mister Brian, che presto se ne scapperà con il malloppo verso Roma, Bologna e l'Ohio. Le orecchie mi ronzano. Sento puzzo di portacenere, mi annuso e sono io. Fuck you, Manson. Di cuore.

Umberto Folena

 

 

L'esperto: è grave che gran parte di questa cultura di riferimento sia veicolata da vere e proprie multinazionali
«Attenti a legittimare certi modelli...»



Gianfranco Raffaelli




Milano. «Non tutti quelli che citano Satana sono "satanisti". Attenzione. Specie parlando di giovani il fenomeno è più articolato e, proprio per questo, molto più difficile da studiare». Pierluigi Zoccatelli, veronese, è uno degli studiosi del Cesnur. Se esiste un osservatorio privilegiato sul fenomeno sette e satanismo in Italia, questo è il Centro di studi sulle nuove religioni di Torino. Ai microfoni di Radio Blusat2000, l'agenzia radiofonica dei cattolici, Zocattelli ha ripreso il filo nero del dramma di Chiavenna chiarendo subito una cosa: il "satanismo giovanile" è solo la più estrema tra le tante facce di un disagio diffuso.
«Partiamo dalla distinzione ormai accettata dalla maggior parte degli accademici e degli studiosi: c'è un Satanismo "acido e giovanile" e uno - per così dire - adulto. Il primo è più diffuso e, inevitabilmente, inafferrabile. Un fenomeno, che, saltuariamente, diventa fonte di tragedie. Sappiamo che, a livello mondiale, il "satanismo generazionale "si macchia in media di uno o due omicidi l'anno. Il satanismo adulto - razionalista, culturale, organizzato - riguarda nel nostro paese quattro, cinque piccole organizzazioni: 5-600 aderenti. Per dimensioni, non deve destare facili allarmismi. Ma è importante riflettere sui percorsi e le motivazioni che portano a manipolare sistematicamente le credenze religiose. Diciamo che questo satanismo d'élitè è la punta di un iceberg magmatico, questo sì pericoloso e da sondare»
Torniamo a questo pseudo- satanismo adolescenziale.
«L'aggettivo "acido" fa naturalmente riferimento all'uso di droghe. Quelle sintetiche in particolare. Più che una "credenza" è una forma di cultura, o sub-cultura. Un sistema di modelli proposti attraverso moda, musica, cinema e letteratura. La costruzione di una vera e propria trascendenza - una trascendenza cosciente, stravolta e rovesciata della nostra sensibilità religiosa - resta quasi sempre un approdo velleitario, ideale. Poi, non ci si organizza socialmente in gruppi, ma in piccole bande scomposte che tenute insieme dall'uso di farmaci, psicotropi, droghe, arrivano al gesto inconsulto, la perdita di controllo. La tragedia».
Ha parlato, di musica e film. Aggiungiamoci alcune schegge impazzite di Internet. Qual è la responsabilità di chi dovrebbe o potrebbe filtrare i contenuti di questi media?
«Una responsabilità grave. E ancora più grave è che gran parte di questa cultura di riferimento, per quanto trasgressiva, viene veicolata da vere e proprie multinazionali. I grandi marchi della cinematografia, della musica... Per la vicenda di Chiavenna sono stati chiamati in causa precisi personaggi della scena musicale. Personaggi da compatire, forse, ma palesemente proposti ai giovani come modelli à la page o comunque da imitare. E allora non si può non riflettere sui contenuti di cui queste persone sono portatrici: l'altra voce, l'altra faccia di una "modernità" che tutti dovremmo ripensare quotidianamente. E una società che tollera e lascia diffondere certi atteggiamenti porta una malattia forse più grave di quella di cui i giovani che compiono questi atti sono portatori».

Gianfranco Raffaelli


 

 

 

 

 

Ritorno

 

per inviare un e-mail

 

 

aggiornato il 30/3/2001