Parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù
Via Volturno, 1 - Tombetta
37135 VERONA
24-25 giugno 2000
Pellegrinaggio parrocchiale a Zagabria
T E S T I M O N I A N Z E DEI PARTECIPANTI
Se hai testimonianze da dare, spediscile e saranno pubblicate
Sabato 24 giugno ho partecipato al pellegrinaggio con la parrocchia di
Santa Teresa, a Zagabria. Siamo partiti alle cinque dal piazzale e abbiamo fatto un viaggio di sei
ore circa. Dopo esserci sistemati nell'hotel, siamo andati a visitare una comunità
di suore carmelitane scalze a Zagabria. Queste suore di clausura avevano
dovuto emigrare in Croazia perché erano perseguitate, ed ora non avevano
più un convento
Quando siamo arrivati ci hanno accolti subito con un sorriso stampato sulle labbra e hanno subito cercato di comunicare con noi, in inglese o in italiano. Mi ha colpito la loro serenità, la loro gioia e la loro grande fede nel Signore.
Il primo giorno, abbiamo fatto i vespri in italiano e le suore ci hanno cantato alcune canzoni nella loro lingua. Il giorno seguente, domenica, siamo andati da loro e abbiamo celebrato la S. Messa: mezza in italiano e mezza in Croato alternandoci nei canti. Sempre in mattinata siamo andati a visitare la cattedrale maggiore e Padre Herwin ci ha dato qualche informazione sulla storia della cappella. Quando siamo ritornati al convento le suore ci hanno offerto un piccolo rinfresco e alcuni doni fatti da loro: rosari e piccoli manufatti.
Ci siamo salutati con la speranza di rivederci e le suore ci hanno detto che pregavano per noi. Poi siamo ritornati all'hotel e, dopo aver mangiato, siamo ritornati a casa in pullman, dove Padre Angelo, il parroco, ci ha intrattenuto con la storia dei carmelitani, dalle origini.
Sono tornata a casa stanca, ma felice di questo pellegrinaggio.
Maddalena.
Sono una ragazza di quindici anni che ha partecipato al pellegrinaggio del 24-25 giugno, con la parrocchia, a Zagabria.
Subito io non volevo andarci, perché preferivo andare sabato sera in comunità, e poi perché avevo sentito che io e i miei fratelli, eravamo gli unici giovani di tutto il pullman.
Così, una volta saputo questo, ho cercato subito di chiamare qualche mia amica. Alla fine sono riuscita ad avere qualcuno che mi facesse compagnia. Quando siamo partiti ero molto agitata perché era la prima volta che andavamo via in pullman con tutta la mia famiglia e cioè con tutti i miei fratelli, molto più piccoli di me.
Teresa, che ha un anno e mezzo ed è la più piccola, credevamo stesse male, invece anche durante il viaggio, il Signore ci ha preservati.
Siamo stati sei o sette ore in pullman, ma sono volate grazie ai canti, alle barzellette e alle preghiere che facevamo.
Arrivati a Zagabria, siamo andati a visitare le suore di clausura di Sarengrad, ospiti di un'ala del convento dei Padri Carmelitani di Zagabria. Mi hanno colpito tantissimo per la loro semplicità e felicità nel parlare; ci hanno accolti con dei canti in croato e poi un gruppetto, che era da tempo che si esercitava, ci ha cantato dei canti in italiano.
Abbiamo fatto i vespri insieme a loro, accompagnati con dei canti neocatecumenali alternati ai loro canti in croato.
Poi ci hanno offerto anche un rinfresco, con dei biscotti che avevano fatto loro. Verso le otto siamo andati in hotel, ma il giorno dopo abbiamo celebrato la Santa messa, con loro, in due lingue: croato e italiano, comunque è stata interessante lo stesso.
Per salutarci, le suore, ci hanno dato un regalo, fatto da loro, e cioè il cero del Giubileo. A tutti noi presenti, invece, dei pensierini: rosari, tanti manufatti, biglietti e… buoni dolcetti!!!
Molte suore mi hanno fatto capire che stanno pregando per me, perché possa fare la volontà del Signore e non la mia.
Altre, invece, mi hanno detto che, più avanti, mi aspettano nel loro convento.
Verso le undici e mezza siamo andati via, per andare a visitare la cattedrale, con il Padre Herwin, e tutte le suore ci hanno accompagnato al pullman, salutandoci fino in mezzo alla strada.
Beh!!! Come pellegrinaggio è stato stupendo e spero di poterne fare un altro, più avanti, come questo e spero, anche se sarà difficile, di rivederle al più presto, e che veramente il Signore mi aiuti a fare la sua volontà nella mia vita.
Romina.
In
occasione del giubileo dell’anno Santo 2000 la nostra parrocchia ha
organizzato, nei giorni 24 e 25 giugno, un pellegrinaggio presso il
convento delle monache di clausura di Zagabria, con le quali ormai da già
tre anni siamo gemellati.
Vi
assicuro che il viaggio non si presentava certo semplice un po’ per il
caldo un po’ per l’alzataccia che ci aspettava. Siamo partiti in
perfetto orario come indicato dal programma del nostro Parroco. Alle ore
5.00 il nostro pullman è partito ma non abbiamo fatto in tempo ad arrivare
all’entrata dell’autostrada che qualcuno si era dimenticato la carta
d’identità: le raccomandazioni non sono mai abbastanza. Ci conferma
questo suor Donangela, delle suore di San Giuseppe, che alla dogana tra
l’Italia e la Slovenia poteva essere bloccata per il passaporto non
rinnovato. Ma come sempre il Signore accompagna chi è in buona fede e a
parte una piccola ramanzina dei doganieri siamo passati tutti.
Dopo
le due dogane ci siamo fermati per il pranzo e vi assicuro che la fame era
tanta; alle ore 18.00 eravamo dalle monache.
L’incontro
è stato unico come con persone che conoscevamo da sempre e nonostante
poche di loro parlassero italiano o inglese tra gesti e abbracci tutti ci
siamo capiti. La loro espressione di gioia nel vederci, nel domandarci di
noi e della parrocchia è indescrivibile. E’ la gioia che viene solo dal
Signore, dal suo amore, dall’accettare ogni giorno la sua volontà. E chi
meglio di loro poteva spiegarcelo vista la guerra che hanno affrontato e
che le ha allontanate dalla loro terra e dal loro convento. Abbiamo passato
un’oretta a cantare in croato e in italiano con chitarre e pianola.
Continuavano a darsi da fare perché fossimo a nostro agio. Questo anche la
domenica mattina quando ci hanno ricevuto per una Eucarestia che ricorderò
sempre perché nonostante fosse metà in lingua croata e metà in lingua
italiana è stata comunque in comunione con lo stesso Signore, in Cristo
Gesù.
Non
solo il giorno prima ci avevano preparato un lauto rinfresco ma la domenica
ci hanno preparato dei ricordini fatti da loro, promettendoci che avrebbero
pregato per la nostra parrocchia alla quale hanno donato uno splendido cero
pasquale dipinto a mano.
Il
saluto prima di partire è stato difficile perché nonostante avessimo
passato solo alcune ore con loro era come averle sempre avute nel cuore.
Hanno veramente trasmesso la gioia e la serenità che solo la vita umile,
nella carità fraterna e nella preghiera continua può dare.
Dopo
esserci scambiati gli indirizzi e le e-mail per avere loro notizie, abbiamo
proseguito il pellegrinaggio nel duomo di Zagabria per ricevere la tanto
attesa indulgenza plenaria legata al Giubileo. Siamo ripartiti alle 14.00 e
vi assicuro che lo spirito del ritorno è stato sicuramente diverso
dall’andata dato che nemmeno le quasi due ore attese in dogana ci hanno
fatto mormorare. Pensate che con noi c’erano 4 bambini e persino loro
hanno ben resistito al lungo viaggio, Teresa compresa che ha solo 1 anno e
mezzo.
Il
Signore ci ha accompagnato permettendoci un buon viaggio e un
pellegrinaggio sicuramente riuscito per il quale non solo ringraziamo Dio
ma anche il nostro Parroco Padre Angelo.
Stefania
Lo scopo di questo pellegrinaggio a Zagabria, per me, era quello di acquistare il Giubileo e se poi nel programma era inclusa la visita alle monache carmelitane, tanto meglio.
Sicuramente c'era curiosità in me per luoghi e persone sconosciute e la speranza di un'esperienza positiva per la mia conversione, ma non immaginavo che proprio lì, nell'incontro con queste monache di clausura carmelitane, io avrei incontrato il Signore!
Sono entrata in un'atmosfera surreale in cui c'era posto solo per l'amore e la gioia…
Queste suorine, di cui la maggior parte giovanissime, avevano un aspetto celestiale: occhi sereni e splendenti come stelle, sorrisi luminosi e una generosità indescrivibile. In ogni loro gesto, in ogni loro attenzione, c'era un qualcosa che era di più dell'ospitalità, di più del rispetto umano, di più del ruolo che competesse loro fu la circostanza, ed io ero affascinata dall'abbondanza d'amore che i loro gesti trasmettevano e che penetravano dentro il mio cuore.
Poi sono iniziati i
canti e in me cresceva l'entusiasmo e l'ammirazione su queste creature,
angeli per me, in cui lingua croata e lingua italiana si sono fuse, in una
lingua che fu opera di Dio e universale: L'AMORE…
Ecco perché le chiamo "angeli", perché nel loro modo di cantare ho scoperto la fede, la carità, la gioia.
Ho visto come può essere meraviglioso gioire del poco e come questo poco può diventare importante e grande se Dio è con noi! Queste monache che hanno subito violenza e assistito al massacro dei loro fratelli a causa di una guerra in fiamme, che vivono nella precarietà fuori dal loro monastero, erano lì a farci festa, a ricevere come dono di Dio la nostra presenza, ma non so se hanno capito che il grande dono di Dio lo ha fatto a noi, servendosi di loro!
A me hanno insegnato la grandezza del Signore, mi hanno insegnato a capire che Dio è con me e dentro di me e che devo sciogliere le catene che lo tengono prigioniero e non gli permettono di manifestarsi in pienezza, così come queste meravigliose creature hanno saputo fare.
Dopo questa bellissima esperienza, sono tornata a casa con una speranza che è quasi una certezza: in cielo si è accesa una fiammella anche per me che diventerà sempre più luminosa perché ora ci sono degli angeli che pregano per me e quella luce, mi aiuterà a trovare la via della fede.
Giuseppina
ultimo aggiornamento 28/8/2000