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RELIQUIE
DI SANTA TERESINA L'anno giubilare sta procedendo a pieno ritmo con le numerose iniziative e celebrazioni volte a risvegliare ed a rinnovare la nostra fede. La diocesi di Torino, dal canto suo, sarà poco impegnata nell'ostensione della S. Sindone, preannunziata dal card. Saldarini nel 1998, la cui durata abbraccerà i mesi di agosto, settembre ed ottobre: fra tutti i momenti giubilari previsti in diocesi è certamente il più forte per il suo respiro universale e la sua portata spirituale. Ad esso se ne affiancherà un altro, di minor rilievo senza dubbio, ma certamente importante per la devozione e soprattutto per la crescita spirituale del popolo cristiano, vale a dire l'accoglienza delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux. Per chi è aiutato nel suo percorso di fede dalla dottrina illuminata di questo Dottore della Chiesa potrà apparire singolare, o provvidenziale se volete, questa coincidenza: la compresenza di quel lenzuolo che rimanda noi cristiani alle sofferenze patite da Cristo per noi, al suo Volto piagato, e di quelle reliquie di una giovane religiosa che volle per sé il nome di Santa Teresa di Gesù bambino del Volto Santo.
La "e" che dovrebbe collegare le due parti del suo titolo
Teresa stessa la ometteva spesso e già solo questo, anche se non
conosciamo granché della spiritualità della giovane normanna, ci
permette di cogliere in fretta quanto la dicitura "del Volto
Santo" sia essenziale alla medesima, sebbene passata
prevalentemente sotto silenzio, proprio per evitare che la via
della cosiddetta "infanzia spirituale" non scivoli in una
sorta di infantilismo spirituale.
Nel riferimento a Gesù bambino c'è tutto lo stupore e
l'ammirazione per la condiscendenza di Dio verso di noi peccatori,
nel riferimento al volto santo c'è tutta l'estasi per
l'abbassamento di un Dio che addirittura ha voluto "farsi
peccato per noi" (San Paolo): tenerezza e dolore, speranza e
disperazione, rose e spine si intrecciano indissolubilmente nel
cuore della piccola Teresa, che ha conosciuto la passione di Dio
per lei, nei due sensi con cui possiamo intendere la parola, e nei
due sensi l'ha a sua volta sperimentata, senza mai recedere in
tutto ciò dalla ferma volontà di fare proprie le passioni
dell'umanità della sua epoca e di quelle successive. Quale guida migliore dunque per tutti coloro che nel corso del giubileo avranno la gioia di soffermarsi in preghiera nella cattedrale della nostra diocesi di fronte all'icona delle sofferenze dell'Uomo di ogni tempo: quanti lo desiderano, poco distante in città troveranno le reliquie di una donna che ha avvolto nelle fasce del suo piccolo cuore il corpo del Signore, corpo indifeso del Bimbo, cadavere piagato dello Sposo e Maestro; forse da lei potranno ricevere la chiave per vivere pienamente l'incontro con il Volto Santo, quella chiave che ha fatto esclamare all santa: "la mia vocazione è l'amore!".
ultimo aggiornamento 4/1/2001
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