GIUBILEO 2000

tra ricordi e nostalgie


Cosa resta della Giornata

mondiale della gioventù

di Lorenzo Fazzini

(da Supplemento a Verona Fedele di domenica 7 gennaio 2001)

     Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo". Queste le parole del Papa che ciascuno dei 2 milioni di giovani non potrà mai scordare, di quegli indimenticabili giorni romani.
     E dopo 5 mesi, quel fuoco, che Giovanni Paolo II accese nei cuori dei protagonisti di Tor Vergata, sembra non si sia per niente raffreddato. Anzi, a sentire don Domenico Sigalini, responsabile del Servizio nazionale per pastorale giovanile della Cei, una delle menti della Gmg romana, quell'incendio sta bruciando sempre più la tiepidezza di una fede monotona e la paura di una società che non ha più speranza.
     - Dopo le fotografie, i discorsi, i commenti di quelle giornate romane, cosa resta veramente della Giornata Mondiale della Gioventù?
    
«Dal giorno dopo la grande assemblea di Tor Vergata sto girando l'Italia in lungo e in largo dalla Puglia a Loreto, da Alatri a Verona. E sto sperimentando un desiderio comune dei giovani: quello di continuare a vivere la fede secondo lo spirito della Gmg!».
    «A Roma i giovani hanno scoperto la bellezza della fede cristiana vissuta insieme a migliaia di altri giovani. Adesso chiedono ai loro educatori, ai loro preti di andare al clou di questa fede in Gesù. Da tanti giovani sento questo appello: " Aiutateci a vivere in modo bello la nostra fede". E vedo molti sacerdoti ed educatori che progettano, che programmano, che inventano modi nuovi per far incontrare i nostri ragazzi con Gesù Cristo. Ecco che non c'è più solo lo stare insieme come gruppo, bensì l'in- contro con testimoni veri della fede, esperienze di servizio, momenti autentici di preghiera e di adorazione. Insomma, della Gmg resta tutto un mondo giovanile in fermento, che sprizza gioia e desiderio di vera spiritualità. Un mondo a cui la Chiesa guarda con fiducia e simpatia».
    - Nell'immaginario collettivo, il Giubileo viene associato ai "papa-boys" di quest'estate: in pratica, la Gmg ha colpito anche chi non ci crede. ..
    «La vigilia del Giubileo era trascorsa sotto il sospetto che fosse un' operazione commerciale, un bluff spirituale, qualcosa di inventato.
    «Invece, i giovani hanno sbancato questo clichè mondano con la loro carica spirituale e la loro disponibilità all'ascolto della voce di Dio.
    «A chi ripensa alla Gmg vengono in mente immagini di festa, di preghiera, di gioia e di condivisione. Ed è significativo che la Gmg sia il Giubileo che anche chi non crede ricorda, proprio perché ha racchiuso in se i significati più veri dell' Anno Giubilare: la gioia, la conversione, il ritorno a Dio. Davvero, con tutte le precauzioni del caso, possiamo parlare di un intervento di Dio nella nostra storia, perché un evento del genere può essere stato solo un dono dal Cielo».

 

La Gmg é stata un evento storico

di Gabriele Ripamonti

(da Supplemento a Verona Fedele di domenica 7 gennaio 2001)

 

     E' stato a capo di quel piccolo "esercito" di 2500 giovani che da Verona è sceso alla conquista,
spirituale e pacifica, di Roma: don Mauro Bozzola, responsabile della pastorale giovanile della nostra diocesi, è forse la persona più adatta per darci il polso della situazione tra gli under 30 della nostra provincia dopo i fasti della festa giubilare di agosto. «Per quanto riguarda Verona, la Gmg di Roma è stato un evento grandissimo sotto molteplici aspetti - afferma don Bozzola -. Per prima cosa, la Gmg non è stato un evento improvvisato, ma è stato preparato da incontri spirituali, organizzativi, relazionali. Inoltre, nella preparazione dell'accoglienza dei 5450 giovani stranieri nella nostra diocesi, si è manifestata un'esperienza di collaborazione unica fra giovani, famiglie, adulti e anziani: tutti hanno offerto il loro aiuto per quella che da molti nostri ospiti è stata definita come "la parte più bella della Gmg". Verona, nell'accogliere quei giovani provenienti da 22 Paesi, ha manifestato il suo grande cuore di apertura universale e ha attuato l'invito biblico di " ospitare il pellegrino " : un' ospitalità che ha ancora il suo strascico positivo, se è vero che tante famiglie si sono riavvicinate alle parrocchie proprio in quest'occasione». E i giovani? Cosa rimane a loro dell'esperienza della Gmg? Molto più di quanto possiamo pensare: penso, ad esempio, alla figura del Papa e alle sue stupende parole. Appena tornati da Tor Vergata, siamo stati subissati di telefonate di giovani che chiedevano i testi dei discorsi del Papa: segno che le sue parole e la sua testimonianza di Padre nella fede avevano fatto breccia nel cuore dei ragazzi. Inoltre, penso che la Gmg abbia trasmesso ai giovani credenti entusiasmo e profondo " orgoglio" di appartenere alla Chiesa: un'appartenenza che ora si sta traducendo in impegno spirituale, formativo, caritativo. Ecco spiegata la voglia di incontri di preghiera, di approfondimento biblico, di testimonianza della carità che i giovani della nostra diocesi stanno vivendo e sperimentando, alla quale stiamo cercando di rispondere con incontri come la Scuola della Parola e la Scuola di Preghiera. Ma penso anche ai giovani lontani, quelli che non rientrano nelle nostre normali orbite pastorali. So per certo che molti di questi sono rimasti interessati e sor- presi nel constatare la straordinaria esperienza di gioia, festa e spiritualità che si è celebrata a Roma lo scorso ago- sto. Ritengo che il modello "Tor Vergata", come mix di linguaggio giovanile, spiritualità autenticamente cristiana e "simpatia" verso il mondo della gioventù, possa costituire un modello sempre attuale di annuncio della Buona Novella di Gesù Cristo».

 

 

Dal "chiasso" di Roma

all'impegno nel quotidiano

di Agostino Bighelli

(da Supplemento a Verona Fedele di domenica 7 gennaio 2001)

     Dalla Giornata Mondiale della Gioventù sono oramai trascorse parecchie settimane e, soprattutto noi giovani, siamo chiamati a dimostrare come le giornate romane non siano solamente un ricordo nostalgico rivissuto tra foto e articoli di giornale, ma rappresentino il momento iniziale della nostra maturazione cristiana.
    Sulla scia di questa considerazione, nonché sull'appello rivoltoci dal Papa "Tornando alle vostre case non disperdetevi" , don Luigi Trapelli ha voluto costruire un progetto ambizioso che coinvolgesse unitariamente i giovani del basso lago, rompendo con la tradizionale concezione campanilistica di una formazione ristretta alle singole realtà parrocchiali.
    Il Santo Padre, nel dialogo di Tor Vergata, ha investito tutti i giovani della carica di apostoli per "...portare il fuoco nel mondo" ; compito questo che richiede necessariamente, per poter essere credibile, serietà e preparazione. Insieme a don Antonio Scatolini perciò è stato studiato un cammino, esteso in quattro incontri svoltisi nella parrocchia del Beato Andrea a Peschiera del Garda, che riportasse alla luce i fondamenti della nostra fede (la riscoperta delle figure di Dio e di Gesù in particolare) e che ci aiutasse a mettere a nudo le difficoltà nel coltivare e nel testimoniare ogni giorno il nostro credo.
    L' apprezzamento - per non parlare di successo - che tale iniziativa ha riscosso è testimoniato dall'aumento di presenze ad ogni riunione tanto che ci si è dati appuntamento alla metà di gennaio per ricominciare il nostro cammino di conoscenza del Vangelo. È importante sottolineare come questa nuova esperienza sia servita a creare un clima di amicizia e collaborazione tra numerosi paesi per- che se una fiammella rischiara le tenebre, un grande fuoco può trasformare la notte in giorno. Tuttavia, perché ciò si possa concretizzare, occorre che proprio i giovani diventino protagonisti attivi nelle svariate esperienze parrocchiali e a tal proposito si è pensato di far nascere un giornalino su cui chiunque può trovare lo spazio per un intervento, una critica, una battuta.
    "Sono preoccupato perché per ravvivare la nostra fede oggi dobbiamo rincorrere i grandi momenti, non riusciamo più a coltivarla nel quotidiano". Proprio così mi sono sentito dire qualche tempo prima della mia avventura giubilare, e non posso che prendere atto della veridicità di tale affermazione. L'entusiasmo suscitato da maestosi eventi ha il potere di far scomparire in un attimo paure e titubanze e lascia dietro di se l'illusione che tutto sia facile e coinvolgente. Purtroppo non è così. Ma se l'energia scaturita da quei momenti sarà trampolino di lancio per un impegno serio e duraturo allora avrà assolto il suo compito.
    E non preoccupatevi se prima o poi vivrete attimi di indecisione. Toronto 2002 è più vicina di quel che si pensa.

 

Ritorno

 

Per inviare un e-mail

 

ultimo aggiornamento 9/1/2001