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Se
sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il
mondo". Queste le parole del Papa che ciascuno dei 2 milioni
di giovani non potrà mai scordare, di quegli indimenticabili
giorni romani.
E dopo 5 mesi, quel fuoco, che Giovanni
Paolo II accese nei cuori dei protagonisti di Tor Vergata, sembra
non si sia per niente raffreddato. Anzi, a sentire don Domenico
Sigalini, responsabile del Servizio nazionale per pastorale
giovanile della Cei, una delle menti della Gmg romana,
quell'incendio sta bruciando sempre più la tiepidezza di una fede
monotona e la paura di una società che non ha più speranza.
- Dopo le fotografie, i discorsi, i
commenti di quelle giornate romane, cosa resta veramente della
Giornata Mondiale della Gioventù?
«Dal giorno dopo la grande assemblea
di Tor Vergata sto girando l'Italia in lungo e in largo dalla
Puglia a Loreto, da Alatri a Verona. E sto sperimentando un
desiderio comune dei giovani: quello di continuare a vivere la fede
secondo lo spirito della Gmg!».
«A Roma i giovani hanno scoperto la
bellezza della fede cristiana vissuta insieme a migliaia di altri
giovani. Adesso chiedono ai loro educatori, ai loro preti di andare
al clou di questa fede in Gesù. Da tanti giovani sento
questo appello: " Aiutateci a vivere in modo bello la nostra
fede". E vedo molti sacerdoti ed educatori che progettano, che
programmano, che inventano modi nuovi per far incontrare i nostri
ragazzi con Gesù Cristo. Ecco che non c'è più solo lo stare
insieme come gruppo, bensì l'in- contro con testimoni veri della
fede, esperienze di servizio, momenti autentici di preghiera e di
adorazione. Insomma, della Gmg resta tutto un mondo giovanile in
fermento, che sprizza gioia e desiderio di vera spiritualità. Un
mondo a cui la Chiesa guarda con fiducia e simpatia».
- Nell'immaginario collettivo, il
Giubileo viene associato ai "papa-boys" di quest'estate:
in pratica, la Gmg ha colpito anche chi non ci crede. ..
«La vigilia del Giubileo era trascorsa
sotto il sospetto che fosse un' operazione commerciale, un bluff
spirituale, qualcosa di inventato.
«Invece, i giovani hanno sbancato questo clichè
mondano con la loro carica spirituale e la loro disponibilità
all'ascolto della voce di Dio.
«A chi ripensa alla Gmg vengono in mente
immagini di festa, di preghiera, di gioia e di condivisione. Ed è
significativo che la Gmg sia il Giubileo che anche chi non crede
ricorda, proprio perché ha racchiuso in se i significati più veri
dell' Anno Giubilare: la gioia, la conversione, il ritorno a Dio.
Davvero, con tutte le precauzioni del caso, possiamo parlare di un
intervento di Dio nella nostra storia, perché un evento del genere
può essere stato solo un dono dal Cielo».
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