Quinta unità

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"UN CANTO A DIO CREATORE E SALVATORE"

Il gruppo parrocchiale di cui fa parte Franci e alle stelle perché si sta preparando all'uscita. E un evento particolare perché è la prima uscita di questo anno e perché si dorme in baita per ben due notti. E poi fra gli animatori c'è Claudio, un seminarista di teologia con cui non ci si annoia mai. Al ritorno Franci è un po' diversa e le amiche se ne accorgono subito. «Dai racconta, che cos'e successo? Che avete fatto? Vi siete divertiti? Che scherzi avete fatto? ...» E le domande non finiscono più.
«
Sì, sì ci siamo divertiti un sacco, negli scherzi abbiamo anche un po' esagerato. La prima notte non ho permesso a nessuno di dormire tanto ho giocato e chiacchierato». «E allora - interviene Sissi - che cosa e successo?».
Franci si fa seria e inizia: «Il mattino dopo, all' ora della sveglia eravamo tutti intontiti dal sonno e non volevamo alzarci, ma Claudio, con serietà, ci ha richiamato ai nostri impegni. Poi, in mattinata, approfittando del fatto che ero fuori a raccogliere legna è venuto ad aiutarmi e mi ha fatto riflettere...
...

Seconda parte 
«La conosci la storia delle tre case?» mi disse Claudio. «Credo di no» risposi io ancora un po' insonnolita.  «C'era una volta...

"C'era una volta un uomo piccolo come la punta di un ago. Anzi, più piccolo ancora. Era piccolo, ma aveva una voglia matta di crescere!
Pensava: dopo appena quindici giorni da quando aveva cominciato a vivere, era già centoventicinquemila volte più grande. Incredibile! Eppure vero.
L'uomo abitava in una casa fatta apposta per lui. Una casa strana che girava per Ia città, correva, si piegava fino a terra; di notte, poi, si coricava e al mattino si alzava. La casa era bella e tiepida, ma aveva un grasso difetto: era tutta buia come un sacco chiuso. La dentro non poteva vedere niente; ne formiche, ne cavalli, ne automobili.
«Basta - disse finalmente un giorno l 'uomo, dopo nove mesi - basta; voglio uscire...» Si mise a spingere, spingere... ed eccolo fuori! «Oh, finalmente posso correre, giocare, fare il bagno, nuotare... altra che la casa di prima! 
Questa s! che è stupenda: qui c' è il sole, ci sono le piante, i fiori, la neve, la gente...» Per ottant'anni l'uomo, tutte le mattine, alzava le braccia e diceva:
«Che bella questa terra!» Era felice e contento. Però un giorno cominciò a diventare triste. Vedeva che il sole tramontava e veniva la notte; le piante perdevano le foglie e diventavano brutte; i fiori diventavano fieno e la neve fango, le persone morivano. Allora si mise a sognare un' altra casa dove vi fossero sempre gli alberi verdi, i fiori rossi, la neve bianca e il sole splendente.
Mentre stava sognando, morì. Tutti si misero a piangere. Lui, invece, rideva...
Roba da non credere, eppure lui rideva, rideva... Sfido io! Appena morto, gli si spalancarono le porte di una casa dove c' erano cose che non ti puoi immaginare. Un papà buono, un vero amore! Lo abbracciò. Una mamma bella, una vera meraviglia, lo baciò. Lo baciò e lo prese per mano: «Vieni a giocare con noi! Vedi, qui tutto e nuovo: la terra e nuova, le stelle sono nuove. Ci sono tanti amici. Vieni!» L'uomo non capiva più niente. «Ma non sono morto, io?». «No, no, gli gridarono milioni di voci: sei vivo, vivo per sempre!». Pazzo di gioia, l'uomo si mise a correre, a far capriole nei prati che non finivano mai, sotto il sole che non tramontava mai, in mezzo ai fiori che non appassivano mai, tra amici che non morivano mai «Qui sono proprio a casa mia, gridava felice, a casa mia!» Così finisce la storia delle tre case." (da Bingo davvero, ed. Paoline)


Storia mia, storia tua. Storia di tutti gli uomini e donne che camminano su questa terra e, di tanto in tanto, guardano il cielo. Io restai in silenzio, ma non capivo bene che cosa tutto ciò centrasse con il mio comportamento della notte precedente, ma non fu necessario che esprimessi il mio pensiero perché Claudio continuò: «Vedi, guardati attorno, il cielo e la terra, le piante e gli animali e soprattutto noi, parliamo con la nostra vita dell'amore di Dio che fa vivere. Dio, nostro Creatore ci ama immensamente e ci ha donato tanto, anzi tutto, pensa, ha voluto che noi, S! proprio io, proprio tu e così pure gli altri, ha voluto che noi facessimo parte del suo progetto meraviglioso.
Non ti viene voglia di dirgli tutta la tua gioia e il tuo grazie per esserci?».

«S!, davvero non ci avevo mai pensato perché sono abituata ad avere la vita e tutto il resto» risposi io un po' rinfrancata perché ormai temevo una lavata di capo. E Claudio continua: «Siamo venuti quassù per stare insieme in armonia e tu questa armonia l'hai rotta disturbando tutti anche chi, giustamente voleva riposare, hai limitato la liberta degli altri per il piacere di rompere...
Non sei stata fedele agli impegni che avevamo preso insieme quando abbiamo organizzato questa uscita e, se ti guardi attorno, vedi i tuoi amici molto stanchi, come lo sei tu del resto, perché non hanno chiuso occhio la notte scorsa. Ora cerchiamo di vivere bene le giornate che ci restano nel rispetto di noi stessi e degli altri ed anche in allegria, ma nei tempi giusti. Se hai qualche buona idea per divertirci proponiti per i giochi dopo il pranzo.» 






   La Parola di Dio

Quando l’israelita coglieva dal suo campo le primizie del raccolto, si presentava al santuario di Dio per farne l’offerta. Così prescriveva la legge. In tale circostanza, secondo la liturgia doveva recitare la seguente professione di fede:  Dt 26,1-11

L’offerta delle primizie

 

         1 Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo possiederai e là ti sarai stabilito, 2 prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. 3 Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci. 4 Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio 5 e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. 6 Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. 7 Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; 8 il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, 9 e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. 10 Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio; 11 gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua famiglia.