Seconda Unità

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"DESIDERIO DI LIBERTA'"

Romi ha un diavolo per capello. Sabato è il compleanno di Claudia che farà un festa a casa sua, di sera, e senza la presenza dei suoi genitori che escono per il week-end. «
Pensate - dice Romi alle amiche riunite per l'incontro giornaliero - mio padre mi ha detto che se la festa è di pomeriggio, va bene, ma se e di sera NO! Ma che festa si può fare di pomeriggio, mica siamo bambini delle elementari! L'atmosfera si crea con luci soffuse e con musiche da discoteca...» «I nostri genitori, dice Franci, devono capire che siamo cresciute e che abbiamo bisogno di libertà».
«
Hai ragione, interviene Denise, ma la mia mamma dice che io non so che cos'è la liberta. Anche lei da giovane pensava che fosse fare solo ciò che si vuole ed ha fatto un grosso sbaglio che ha poi pagato con gli interessi...» «Che cosa ha fatto?». Chiedono le amiche ad una voce.
«
Un giorno ve lo racconterò, non oggi perché la mamma mi aspetta per andare al centro commerciale».
«
E così come faccio per la festa di sabato?» chiede Romi.
«
Fingi di accettare l' ordine di tuo padre e lasciali partire tranquilli e poi fa' quello che vuoi. Riprenditi la tua libertà» le suggerisce Franci. «Ma tu piuttosto Denise, sembri improvvisamente rattristata a che stai pensando?
Non starai ancora pensando a quello che ti ha detto tua madre?
».
«
No sto pensando a ciò che mi ha raccontato l'animatore a proposito della liberta».
«
Per carità, risparmiaci questa lagna perché oggi non sono in vena» soggiunge Romi. Sissi invece, ha una simpatia per l'animatore perché è interessante, fa molto sport e il pivot della squadra locale di pallacanestro e soprattutto non è fidanzato.
«
Sentiamo che cosa ti ha raccontato Luca questa volta».
«
E' una cosa seria e non voglio commenti stupidi» «Va bene, promesso, racconta». Questa volta le ragazze sono davvero interessate.
«C'e un ragazzo nel mio gruppo che veste alquanto alternativo: porta catene al collo, attorno alla vita, e manette appese al manubrio del suo scooter, sì lui non ha ancora 14 anni, ma siccome è alto di statura passa per un quindicenne.
Un giorno gli ho detto: "Ferdy, mi sai dire perché tutte queste catene?". «Mi fanno forte e libero di fare ciò che voglio, insomma un vero boss».
A queste parole, l' animatore che era a pochi passi, si girò di scatto, ci chiamò vicino a lui e rivolto a Ferdy in modo particolare, disse: «Vuoi sapere cos'e la liberta?» E senza attendere la nostra risposta iniziò: «Qualche tempo fa ho fatto un' esperienza che mi scosse e che non dimenticherò facilmente.
Sono andato assieme al don ed alcuni giovani della parrocchia a visitare alcuni ragazzi detenuti al Ferrante Aporti... Appena arrivati abbiamo sentito un nodo alla gola: porte blindate, guardie ovunque, finestre sbarrate. Poi siamo entrati nella palestra. Vi erano già i detenuti. Ci hanno sorriso e stretto la mano. Abbiamo trascorso un'ora con loro, condividendo alcuni dolcetti caserecci e soprattutto dialogando chi con l'uno, chi con l'altro.
I racconti delle loro storie personali, la conoscenza di come scorrono tristemente le ore in carcere, ci hanno sconvolto e convinto a tornare per condividere con loro un momento di fraternità e capire il valore della liberta.
Ecco alcune delle testimonianze che ho sentito raccontare dai detenuti:
«Credi di essere libero perché ti permetti qualsiasi cosa, anche rubare, fare del male pur di avere da spendere e spandere... divertirti senza faticare per guadagnarti i soldi. Invece eccomi qui... ma in carcere ho avuto tempo per pensare, leggere, dialogare e soprattutto ho capito che ho sbagliato tutto e che la liberta è come suonare in una band: ciascuno deve suonare il suo strumento insieme agli altri e in armonia con gli altri...».
Dopo il racconto di questa esperienza ho capito la fortuna che ho di essere libero, non solo fisicamente. Per me, che ho 18 anni, andare in carcere ha voluto dire (sembrerà strano) scoprire il vero senso della liberta». Così ha concluso il mio animatore.


   La Parola di Dio

Missione di Mosè

 

       1 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia? ”. 4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè! ”. Rispose: “Eccomi! ”. 5 Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa! ”. 6 E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.

 

       7 Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9 Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. 10 Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti! ”. 11 Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti? ”. 12 Rispose: “Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.

 

Rivelazione del nome divino

 

       13 Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro? ”. 14 Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono! ”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io- Sono mi ha mandato a voi”. 15 Dio aggiunse a Mosè: “Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.

     16 Và! Riunisci gli anziani d’Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto.