L'Oratorio di S.Giuseppe

L'Oratorio di S.Giuseppe

L'Oratorio, sito in Piazza S.Ambrogio, si vuole sia stato fondato dai Vescovi Monaci ospedalieri di S.Maria in Betlemme, i frati stellati che soggiornarono a Varazze dal 1139 al 1424.

Il Vescovo Betlemmitano, abbandonata la vecchia chiesa di S.Ambrogio, situata alle pendici della collina Tasca, costruì, verso la fine del XIII secolo, la nuova chiesa sempre dedicata a S.Ambrogio, con annesso ospizio e cimitero. L'ospizio, dedicato a S.Maria in Betlemme fu affidato alla corporazione dei "maestri d'ascia, calafati, carpentieri e falegnami", la più importante fra le corporazioni cittadine di "arti e mestieri" dell'epoca, dedita alla costruzione delle navi.

Il primo nome di quest'oratorio fu quello di "S.Maria in Betlemme". Questa dedicazione fu data anche all'Ospizio/Ospedale fondato dai monaci Betlemmitani, situato in altro caseggiato sulle sponde del Teiro, al quale si giungeva attraverso un antico Vicolo, il "Vico dello Spedale", tuttora, in parte, esistente. Per evitare confusioni, al titolo d'Oratorio di S.Maria in Betlemme fu aggiunto anche quello "e del transito di San Giuseppe".

Questa doppia dedicazione la troviamo ancora, sino al 1700, ma dopo il concilio di Trento esso fu indicato sotto il titolo di "Transito di San Giuseppe" e dal popolo indicato come "San Giuseppe".

Nel 1500 in quest'oratorio fu ospitata anche l'Arciconfraternita della SS. Trinità per il riscatto degli schiavi. Le due confraternite convivono ancora sotto lo stesso tetto. Nella bolla di Papa Paolo V, diretta all'Arciconfraternita della SS. Trinità, essa è indicata "presso la confraternita del Transito di San Giuseppe".

Dal punto di vista architettonico quest'Oratorio è d'estrema semplicità: esso è a forma di capanna, sormontato da un piccolo campanile a cavaliere dotato di due campane; sulla facciata principale un ampio portale; due lunghi sedili in pietra verde e un'ampia finestra quadrilobata, caratteristica degli edifici sacri del 1500.

Verso sud, in Piazza S.Ambrogio, vi è un ingresso secondario al quale si accede da una bella scalinata semicircolare. Il portone è sormontato da un affresco raffigurante S.Giuseppe prezioso dono del pittore Aldo Carpi, eseguito nel 1926. Sulla facciata è murata una lapide dello scultore Nanni Servettaz del 1955 a ricordo dei Caduti in Guerra.

All'interno dell'Oratorio - di circa 30 metri e largo 10 metri - lungo le pareti, vi sono due file di panche, in legno, per i fedeli,e a lato del portone d'ingresso, gli antichi scranni lignei per il Priore, sottopriore e maggiorenti.

Alle pareti, in cornici di stucco sono conservate otto tele attribuite al pittore G.B. Badarecco di Genova, noto nella metà del 1600, raffiguranti scene della vita di S.Giuseppe. Esse risalgono al 1700: quattro sono state restaurate nel 1970 dal pittore Zafferani, a cura della Soprintendenza ma a spese della Confraternita, le altre sono da restaurare. Esse raffigurano: Lo sposalizio di Maria e Giuseppe; L'Annunciazione; La nascita di Gesù; Adorazione dei Magi; Fuga in Egitto; Gesù che discute al tempio con i Dottori; Gesù lavoratore con San Giuseppe; Il transito di San Giuseppe.

Il presbiterio è assai ampio, ricco di stucchi con un bell'altare in marmo. Al centro della parete di fondo c'è una grande tela di indubbio pregio artistico, che risale al 1600/1700, di autore ignoto, raffigurante la Natività della Vergine: essa ricorda la tela di Orazio Borgianni nel Santuario di Savona, forse copia oppure bozzetto preparatorio della tela savonese.

In due nicchie sono poste le preziosissime statue della Madonna con Bambino e di San Giuseppe. In antico costituivano la cassa processionale sostituita poi nel 1700 da quella attuale. Esse rappresentano la Fuga in Egitto. Le due figure sono tratte da un disegno di Luca Cambiaso databile dopo il 1570. Come scrive Fausta Franchini Guelfi: "Il gruppo del nostro Oratorio può essere stato eseguito, sul finire del 1500, da un ignoto scultore sulla scorta del suggerimento cambiasesco".

Di rara bellezza è la Cassa processionale della Sacra Famiglia opera di Anton Maria Maragliano (1664-1741), restaurata nel 1988 a cura della Confraternita. Altra preziosa opera di scultura e d'argenteria è il Crocifisso processionale: l'immagine risale al 1700 ed è anch'essa opera del Maragliano, l'insieme è considerato il più bello della Liguria per la concezione delle ornamentazioni, per la proporzione armoniosa e l'artistico lavoro di argenteria unito alla ricchezza del metallo prezioso, il tutto risalente al 1700.

Prezioso è il pastorale del Priore in argento, marcato "Torretta 1820", nonché le vesti seriche ed i pastorali sia della Confraternita di S.Giuseppe che di quella della SS. Trinità.

L'Oratorio è completato da una bella cantoria in legno scolpito, dell'inizio del 1800. L'organo, di autore ignoto, risalente al 1822, è composto da 29 canne, una tastiera di 52 tasti in osso ed una pedaliera a leggio di 17 pedali. Esso è un piccolo prezioso gioiello dell'arte organaria che richiama gli organi costruiti da Marcello Ciurlo di Genova.

Numerosi sono i modelli di navi come ex voto di maestri d'ascia, pregevole è il modello di circa un metro appeso ad una chiave della volta, dovuto all'opera di Giacomo Accinelli e del figlio Pietro, di fine 1700 - inizio 1800, catalogato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali. Sono custoditi anche libri di preghiera e per la recita dell'ufficio d'indubbio valore, anch'essi risalenti al 1700.

Nel 1927, in seguito ad accordi fra la Curia Vescovile di Savona ed il Comune di Varazze, dovendo essere demolito, fu acquistato "l'Oratorio dei morti" e furono così incorporate nelle dotazioni di S.Giuseppe anche la bellissima Croce processionale del Venerdì Santo con i simboli della Passione e la statua lignea del Cristo Morto.

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