
«Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dato, ha dato.
Scurdammoce d' 'o passato ... ». La proposta di indulto per i terroristi
ricorda molto il ritornello di questa famosissima canzone napoletana. I
favorevoli, a destra e sinistra, ex compagni ed ex camerati, continuano
a ripetere che «bisogna voltare pagina», «chiudere un
capitolo della nostra storia», appunto quello "scurdammoce d' 'o
passato".
Un passato che però i famigliari delle vittime non potranno
mai dimenticare, scritto com'è col sangue di persone che, come ha
ricordato recentemente a questo giornale Giovanni Bachelet, «non
avevano alcuna intenzione di fare una guerra». Senza dire -lo
sospetta però la vedova del colonnello dei carabinieri Emanuele
Tuttobene, ucciso dalle Br - che l'indulto inteso come "voltare pagina"
finirebbe per essere quel «riconoscimento politico» che tanti,
ora favorevoli ai benefici avevano sempre respinto nei terribili 55 giorni
dei rapimento Moro. E già questo basterebbe per andare assai
cauti.
Ma il provvedimento in sé, al di là delle più
o meno lodevoli intenzioni, sembra lontanissimo da quel « massimo
equilibrio» richiesto poche settimane fa dal presidente Scalfaro.
Perché alla fine molti riuscirebbero a scamparla completamente e,
sempre seguendo la canzone, senza «dare» nulla.
I presentatori delle varie proposte di legge parlano di un riequilibrio
delle pene, giacché la legislazione dell'emergenza antiterroristica
ha portato tali aggravi che personaggi minori si sono fatti anni e anni
di carcere. Già, «si sono fatti». In realtà,
questi "pesci piccoli", la manovalanza del terrorismo nero e rosso, ormai
in carcere non ci sono più. Chi, ad esempio, aveva "solo" custodito
la Renault rossa, utilizzata per trasportare il corpo di Aldo Moro, in
galera c'è stato ed è uscito da tempo. E così chi
portava le lettere o ha solo distribuito volantini. I 224 terroristi attualmente
detenuti sono tutti responsabili di gravissimi reati e in carcere ci starebbero
anche se non li avessero commessi per motivi di eversione. Non per
niente 94 sono ergastolani, colpevoli di decine di omicidii, e gli altri
130 devono scontare pene in gran parte superiori ai 15-20 anni. Molti,
anche grazie a sincere revisioni dei loro passato, hanno già ottenuto
indulgenza: godono dei benefici carcerari e lavorano spesso a favore degli
emarginati. Ma questo è un altro discorso che con l'indulto
non c'entra nulla. Non meno diverso però è il discorso per
gli "esuli". Molti dei quali sono stati condannati per banda armata e associazione
sovversiva, reati per cui la proposta di indulto vuole annullare totalmente
la pena, o per reati minori aggravati dai motivi di terrorismo. Loro,
diversamente da tanti coimputati che, come detto, in carcere ci sono stati,
potrebbero non entrare mai in galera. Un'evidente disparità
di trattamento o, se si preferisce, una patente ingiustizia. Rientrerebbero
in Italia non pentiti (lo rivendicano a più riprese) senza problemi
e, ultimo regalo, potrebbero addirittura buttarsi in politica o tornare
ad insegnare. Infatti al contrario di altri indulti, otterranno anche l'annullamento
completo delle pene accessorie, come l'interdizione dai pubblici uffici
o la sospensione dall'esercizio di una professione. Rivedremo, dunque,
Scalzone accanto agli ex compagni che hanno fatto carriera politica in
tutti gli schieramenti? 0 Negri raccontare a nuovi allievi come era «emozionante
calare il passamontagna» nelle manifestazioni?
Ma c'è un altro evidente squilibrio. Sempre i promotori
del provvedimento sbandierano, quasi come un alibi difensivo, l'esclusione
dai benefici dei condannati per strage. Ma nessuno dice che a tutt'oggi
questi sono solo quattro (visto le tante stragi impunite): Vincenzo Vinciguerra
responsabile per la bomba di Peteano, Gianfranco Bertoli per la Questura
di Milano, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti per la stazione di Bologna.
E perché loro no? Forse uccidere tante persone nello stesso
giorno è un delitto peggiore che ucciderne a giorni alterni?
E poi Vinciguerra, reo confesso della morte di tre carabinieri con una
bomba, è un criminale più efferato dei brigatisti che di
carabinieri ne uccisero quattro in via Fani? Lui, se passasse questo
indulto, in carcere ci resterebbe per sempre, malgrado abbia dato importanti
contributi alla giustizia. Moretti e compagni, "silenti" sul rapimento
Moro, potrebbero uscire tra pochi anni.
Francesco Storace di An sembra porsi la questione ma ricorda solo la
Mambro e Fioravanti. E dimentica che, strage o non strage i due "sposini"
dei Nar hanno ucciso in pochi anni decine di poliziotti, magistrati o semplici
cittadini. Quanto valgono queste vite? Più o meno di
altre?
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