
L'idea è pericolosa, lo ammetto. Ma è venuta all'improvviso, e ve la dico. E se fossimo degli imbecilli, noi postmoderni in questo 1997, a non vedere nella cometa un segnale? Ce lo stanno ripetendo in tanti, in questa primavera di vento e di sole: scienziati, giornalisti, ecclesiastici. La cometa Hale - Bopp è solo un fenomeno astronomico ben noto. Non annuncia pesti nere, rivolgimenti epocali, men che meno apocalissi. Spegnete le luci della città e godetevi lo spettacolo, allegri e senza pensieri. E' innoquo.
Capisco, bisogna essere concreti e scientifici. Soprattutto non cadere nel millenarismo facilone o torvo da telepredicatori americani, dei guru della New Age. Ma ho il sospetto che non sia del tutto cristiano - e perciò nemmeno intelligente - privare di significato, per partito preso, un prodigio bellissimo che avviene nel cielo. Dopotutto, nella nostra storia c'è stata una cometa significativa. forse fu un evento astronomico diverso, una congiunzione di pianeti, una supernova, un transito speciale in qualche costellazione: certo è che tre scienziati orientali , duemila anni fa, lessero quel fenomeno celeste come un libro aperto: vi lessero che era nato il Re d'Israele, e che il mondo sarebbe cambiato per sempre.
Ve l'avevo detto che l'idea è pericolosa: è possibile che qualche ottimo cristiano l'accusi di supesrtizione. Ma mi pare che si debba anche evitare di cadere nella superstizione moderna, di segno opposto: quella di credere che il mondo visibile non abbia alcun senso, che la natura e le stelle non siano lì per dirci qualcosa. E' la superstizione scientista, che segue la scienza come la coda di una cometa. La Chiesa l'ha combattuta, e fu la sua parte di ragione nel processo a Galileo, in cui aveva torto. Perchè la nuova idea che Galileo portava, era che il mondo fosse un meccanismo cieco. Che la "realtà" fosse fatta di algebre e teoremi, che la natura "vera" fosse un modello matematico, un equilibrio di forze calcolabili: e che non ci fosse alcun altro senso oltre quei numeri e quelle algebre. Un mondo senza colore e senza messaggi, che non dice niente all'uomo.
Cinque secoli dopo, nel nostro '900, un altro scienziato, il biologo Adolf Portman, ha avanzato un' ipotesi contraria. Portman sostiene che il mondo è fatto per "essere visto", perchè - prima che di logaritmi - è fatto di bellezza. Il manto della tigre, le corna del cervo, il rosa della conchiglia e il rosso dell'ibiscus non si spiegano come utilità o funzionalità della "lotta per la vita", né con i meccanismi ciechi della macchina mondiale. Portman osservò che noi non vediamo numeri e teoremi, ma belle cose. E che i soli viventi "brutti" (con esposti gli organi interni e disgustosi) sono i microbi e i pesci di profondità: cioè le vite non destinate ad essere viste da alcun occhio.
Ma se il mondo è fatto per l'occhio, come escludere che esso sia fatto per dirci qualcosa? Uno scienziato avrebbe fatto i fiori (escrescenze sessuali delle piante) tutti uguali e tutti bianchi - è più semplice - e le api li succhierebbero ugualmente. Chi ci ha dato milioni di fiori e di colori non può essere uno scienziato: è un Innamorato che ci sommerge di doni. Fiori e conchiglie, superbi leopardi e splendidi cavalli, farfalle e pesci colorati e comete: tutto per farsi notare da noi. Non sono io a dirlo, furono i saggi di allora: la Natura parla della Gloria di Dio, dicevano.
Ora noi non ci crediamo più. Forse è sano non crederci. Ma bisogna pur notare che questa cometa di Hale-Bopp, mai vista prima e che tornerà fra tremila anni, è "entrata" con un senso della scena da fare invidia a Sarah Bernard: il momento preciso in cui l'umanità non sa più qual è la direzione della storia perchè le ideologie che aveva preso per guida se la sono squagliata. Quando gli Ebrei sono tornati a Gerusalemme, e stanno pensando di ricostruire il Tempio per cui si sono ostinati da duemila anni. E proprio quando mancano mille giorni a ...
Al 2000, ci interrompono subito giornalisti e scienziati. Ancora una cifra, una scientifica cieca cifra che non dice nulla. Noi cristiani preferiamo dire: mille giorni al Giubileo. Scusate, ma è più significativo. Mille giorni alla festa, in cui speriamo di poter dire sì all'Innamorato che ci ha riempito di tutti i fiori del mondo.Lasciateci credere che sia Lui a farsi annunciare da quel fantasmagorico fuoco d'artificio, da quel segno nel cielo: non sarà scientifico, ma ce lo suggerisce l'amore. Che - come tutti sanno - non sbaglia mai, nemmeno quando si inganna.