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Il quadro è custodito a destra dell'
altare e raffigura un Angelo di aspetto solenne e
di grandi proporzioni con un dito verso San
Massimo (vedi immagine ingrandita) che, inginocchiato sulla
sinistra, lo ammira rapito; sullo sfondo, fra il
vescovo e l'Angelo, è il duomo di Torino;
all'estrema destra in secondo piano, Sant'Antonio
abate; in alto i cieli si aprono e vi appare una
ridda di festanti angioletti, in basso fra i due
principali protagonisti è una sorta composizione
rocciosa da cui scaturisce un fiumicello nel
quale nuota un pesce.
Una leggenda narra che uno storione pescato nel
Po fu presentato a San Massimo per il suo
desinare. In quella un povero bussa chiedendo gli
sia dato in elemosina quello che sta sulla mensa
del presule. San Massimo ordina gli sia donato
tutto il pesce. Ed ecco il miracolo: il povero si
cangia in un Angelo e, a vista di tutti, sale al
cielo. |
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