Da "Avvenire" del 22 novembre 1997
    Vi chiamano “alligatori”.
    Cari ragazzi, buttate la corazza.
      In cambio di eroina e cocaina erano pronti ad incassare tutto. Undici le persone arrestate e 50 quelle indagate nell'operazione "Alligatore", che nei giorni scorsi ha visto i carabinieri impegnati tra Altamura, Gravina e Matera. La banda, specializzata nello spaccio, aveva la base in un casolare al cui interno erano attirate ragazze tossicodipendenti in cerca di droga.
       

      La notizia dell'operazione "Alligator" condotta dai
      Carabinieri, ha portato, via satellite, il nome di Altamura e Gravina, fino ai confini del mondo.
      Tutti gli altamurani e i gravinesi sparsi per il pianeta, e tutti coloro che, a qualsiasi titolo, conoscono e amano le nostre città, non hanno potuto che provare grande rammarico, profondo disagio, forse rabbia, alla notizia che ragazze, anche minorenni vengano rapinate nella dignità e nel corpo, da giovani che, dopo averne plagiato la volontà con erbe assassine, offrono droga in cambio di prestazioni.
      Fa molto male sentir parlare del proprio paese o di un luogo caro per notizie di cronaca nera, e si prova un indescrivibile senso di colpa quando sui giornali si prendono nomi, cognomi, età, residenza delle persone coinvolte, specialmente se i protagonisti sono giovani, e le vittime, delle minorenni della strada accanto.
      Carissimi NN… le Forze dell'Ordine vi hanno arrestati; un magistrato vi giudicherà, i benpensanti tireranno un sospiro di sollievo; voi, forse per l'ennesima volta, farete l’esperienza del carcere, dal quale, in genere, non si esce né convertiti, né migliori. Mentre voi pagate, altri, tanti, tantissimi giovani come fiume sotterraneo o come ammassi di rottami e carcasse trascinati da una vorticosa, devastante alluvione, continuano a scrivere squallide storie di prostituzione, di usura, di overdose, di violenza, di contagi, di fallimenti, di autodistruzione, di morte.
      In alcuni Parlamenti, anziché fare «me culpa», si invoca la manna delle droghe leggere benedette dalla legge. In paesi extraeuropei si va all'impiccagione o all'ergastolo per qualche grammo di eroina.  Nelle piazze italiane si rivendica anche con gesti plateali e provocatori, la liberalizzazione della droga.
      Le innegabili conseguenze di tutto questo? Sono tante! I grandi trafficanti riciclano miliardi in organizzazioni malavitose, armi e attività illecite,- col sangue delle vittime versano altro sangue: la vera fonte della loro ricchezza e del loro potere non è la droga, ma i tossicodipendenti.
      Un'ecatombe di vite stroncate fisicamente o psichicamente, popola città e paesi di passivi consumatori di surrogati di evasione: di giovani svuotati, smarriti, annebbiati, senza ideali, né progetti, né speranze per il futuro; senza volontà di vivere, di lottare, di costruire un mondo diverso.
      Ragazzine inermi con vuoti educativi, con carenze affettive o con famiglie assenti, illuse di potersi autogestire, ignare delle vere conseguenze che le segneranno per tutta la vita, cadono inesorabilmente nella rete di un umiliante commercio del proprio corpo.  Unica, vera prospettiva che le attende è un inaccettabile “usa e getta”.
      Dopo certe esperienze infatti è molto difficile credere nel valore del proprio corpo, nella necessità di custodirlo e rispettarlo; nell'amore pulito e gratuito, in un ragazzo che cerca il cuore e l'anima e non il sesso; nella possibilità di amare ad essere amate senza penalizzanti pedaggi, ma preparandosi in due a costruire una famiglia.
      Carissimi NN....non vi ho scritto tanto per farvi la predica ma con la consapevolezza che nel vostro cuore ci sono ancora corde capaci di vibrare davanti alla verità, anche quando fa male.  Siete troppo giovani per essere incalliti nel male.  Anche voi siete vittime di tanti fattori negativi che hanno congiurato contro di voi e vi hanno fatto scambiare il grande dovere di vivere per un gioco di piacere e di morte.
      Diteci che cosa non vi abbiamo saputo dare: che cosa possiamo fare per voi, in che cosa siamo responsabili o colpevoli dei vostri errori.
      Se, dopo aver porto le mani alle manette avrete il coraggio di porgerle a chi vuole tirarvi fuori, per rendervi liberi e vivi dentro, forse la grigia nube che si è stesa nel cielo della murgia alla notizia dell’operazione ”Alligator”, finalmente si dissolverà.
      I carabinieri vi hanno chiamati «Alligatori» esseri che azzannano a tradimento prede inermi, le quali, una volta entrate nella morsa delle fauci, non hanno via di scampo.
      Ora che la giustizia vi ha fermati, siate voi stessi, come hanno fatto tanti altri prima di voi, a decidere di uscire dalla palude, di togliervi la corazza squamosa, di diventare giovani veri, onesti, rispettosi, solidali, aperti al dono e al servizio.
      E’ difficile, ma è possibile: ci è riuscito chi si è lasciato rinnovare da Cristo. E’ l'augurio che vi faccio con tutto il cuore.

      Mario Paciello Vescovo di Altamura Gravina - Acquaviva delle Fonti
     

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         Pagina a cura di don Ilario Rolle, 22.11.1997