IL PRESEPE DELL'INCARNAZIONE EUCARISTICA
La comunità parrocchiale ha proposto per il S. Natale dell'anno 2000 una rilettura dell'evento di Betlemme fortemente caratterizzata dalla categoria eucaristica. Infatti al centro dell'aula ecclesiale è stato realizzato un presepe essenziale nei suoi elementi compositivi ma fortemente provocatorio per i contenuti teologici. I giovani sono partiti dalla rilettura etimologica del toponimo Betlemme interpretato in lingua ebraica quale "casa del pane" a sottolineare il prevalere nell'antichità della coltura cerealicola nella frazione ai margini del deserto di Giudea. Dai quattro punti cardinali (c'è un suggestivo richiamo non solo all'universalità ma anche alla croce redentiva) partono quattro rudimentali strade pietrose che convergono verso il punto centrale in cui un sacco di grano contiene la scena della natività: il bambino Gesù ha come culla un grande pane e la Vergine madre Maria e il suo sposo Giuseppe lo adorano estasiati. Aver posto il presepe al centro della chiesa è un deciso richiamo a ritrovare nella centralità del mistero del Cristo, Verbo di Dio fatto carne, la identità della comunità ecclesiale. Una prima riflessione proposta dal gruppo di lavoro interpreta le pietre come la pesante realtà umana, fatta di miseria e di zavorra di peccato, che deve essere portata a confronto con il mistero di amore e di redenzione che riverbera la sua energia di grazia e di santificazione sull'intera umanità. Una seconda riflessione di carattere cristologico, una preoccupazione sempre presente e stimolante nelle realizzazioni presepiali di questa comunità, in cui i giovani sono attivamente presenti, suggerisce la rilettura del mistero del Bambino nato a Betlemme proprio in chiave eucaristica. Infatti non solo Gesù è nato nella "casa del pane", ma egli stesso nel momento più alto della sua rivelazione, registrata nel Vangelo teologico di Giovanni, si è presentato come "il pane vivo disceso dal cielo" ed Egli stesso ha affermato che "è il Padre che vi dona il vero pane disceso dal cielo che è la mia carne per la vita del mondo". L'identità della comunità la si costruisce intorno al mistero eucaristico, che è l'attualizzazione del dono della misericordia del Padre. Sinteticamente si ricorda che il vertice della vicenda terrena del Cristo, vertice che riassume la realtà della carne assunta e il dono della vita nel corpo immolato sul calvario, è costituito proprio dalla sua pro-esistenza (vita donata in riscatto dei molti) della quale il sacramento iniziale è il mistero della nascita a Betlemme e il mistero attualizzato nella Chiesa, dalla Chiesa e per la Chiesa è l'Eucaristia. Quando la comunità si farà pane, a imitazione del suo Signore, allora potrà riprendere il cammino pre le strade del mondo e portare a tutti gli uomini il dono di se stessa, della sua ricchezza e almeno farà sì che la richiesta espressa nella preghiera del Padre Nostro abbia una sua realizzazione "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". E' il grido di tanti uomini e la comunità, che si confronta con l'evento del Natale di Betlemme, ascolta e si propone in un atteggiamento di attenzione e di dono generoso. Questo è il presepio del Giubileo con una forte connotazione eucaristica ma anche quale interpretazione provocatoria della righiesta di pane (perdono, cultura, fraternità,servizio, pace) che parte da tutti gli uomini che potrebbero ritrovare il senso vero della propria umanità in una socialità che invita a condividere il pane spezzato che è sempre dono della provvidenza del Padre che ascolta le richieste dei suoi figli.