Un’antichissima tradizione:

 

il pellegrinaggio al Santuario della Misericordia

di Castelleone

 

(a cura di Cristina Vianini)

 

Le apparizioni e la costruzione del Santuario della B.V. della Misericordia

 

Correva l’anno 1511 ed era l’11 maggio quando la vedova Domenica Zanenga, recandosi alla vigna oltre la Roggia Orfea in territorio di Castelleone, ebbe la 1^ apparizione della Madonna. La Madre di Dio le apparve “in mezzo ad un improvviso splendore, assisa sul trono istesso”, chiedendo che fosse costruita una chiesa dedicata a “Santa Maria della Misericordia”. Nei 3 giorni seguenti (12, 13 e 14 maggio 1511) la donna ebbe altre visioni, a riprova delle quali fu resa muta e storpia dalla Madonna che l’ultimo giorno la risanò, guarendo miracolosamente anche altri infermi presenti e smentendo gli increduli. Nel giugno dello stesso anno, grazie alle offerte dei castelleonesi e delle vicine comunità, nel luogo delle apparizioni fu avviata la costruzione della primitiva chiesa, sulla spinta del nuovo fervore religioso con cui i prodigiosi eventi avevano contagiato il circondario. La costruzione dell’edificio sacro fu terminata nel 1516 e nel 1525 fu completata anche la cupola. Nei tre anni successivi esso cominciò a costituire la meta di molti pellegrinaggi ma nel 1528 subì l’offesa del saccheggio da parte dei soldati tedeschi e negli anni successivi dovette essere riconsacrato. A partire dal 1617, i frati agostiniani ne ottennero la reggenza ma per vari motivi la loro amministrazione non sempre fu ben accetta ai fedeli, con conseguente declino nella partecipazione alle funzioni ed ai pellegrinaggi. Nel 1737 gli agostiniani si dimisero dalla reggenza del Santuario, che cadde praticamente in stato di abbandono. Con la soppressione di numerose congregazioni (1781), l’annesso convento fu in parte abbattuto, mentre la Comunità di Castelleone ottenne la proprietà del Santuario che fu ricompreso nella Prepositura di Castelleone solo a partire dal 1929.

 

The image “file:///E:/Multimedia%20Files/scan-1%20copia.jpg” cannot be displayed, because it contains errors.L’affezione che i trigolesi nutrono verso l’antica tradizione del pellegrinaggio al Santuario della B.V. della Misericordia a Castelleone è testimoniata nei secoli dalle cronache dell’epoca, che nel loro insieme svelano quanto essa sia radicata da un tempo che perdura “ab immemorabilis”. Nel 1929, l’allora Parroco di Trigolo Don Carlo Varesi affermava nel suo Chronicon che la 1^ domenica di maggio per i trigolesi era da secoli la festa consacrata alla visita al Santuario della Misericordia di Castelleone. La processione partiva alle 6,30, accompagnata dalla Banda locale e giungeva al Santuario verso le 10 per la celebrazione della S.Messa, solennizzata dai cantori. Nel pomeriggio, dopo la benedizione, si riprendeva il cammino per il ritorno in parrocchia.

La lunga storia della venerazione alla Madonna della Misericordia si è snodata, tra periodi di splendore e lunghi decenni di parziale abbandono, nell’arco di mezzo millennio.  Le ricerche storiche e le cronache del tempo attestano che la devozione popolare si espanse anche in diverse parrocchie limitrofe, trovando terreno fertile in alcune di esse, ed in particolare in quella trigolese, fin dai primi decenni di vita del Santuario. Nell’anno 1630, Don Clemente Fiammeno scrisse l’Historia della Chiesa di S.Maria della Misericordia nel territorio di Castelleone Cremonese, opera in ottava rima dedicata al frate agostiniano Costanzo Cropello, ed in essa descrisse l’afflusso dei pellegrini che dai vicini paesi accorrevano in processione al Santuario nel giorno della Pentecoste:

 

Nella Pentecoste con devotione

Trigolo, Fiesco, Corte, e San Bassano,

Gombetto, e Salvirola, & il Sabione

Venner con Croci e ogni nostro villano,

Portossi qui il tuo corpo in processione,

Mostrossi ognun pentito, e bon Christiano,

Ci benedì in piazza poi il Giesuita,

E ci promisse pur perdono, e vita.”

 

Le cronache di epoca successiva ed anche le relazioni alle visite pastorali compiute nel ‘700 non si soffermano sulla frequentazione al Santuario, in quanto caduto in uno stato di trascuratezza e di semi-abbandono; mutate le condizioni storiche e gli amministratori, l’afflusso dei pellegrini riprese con maggiore vigore tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800. Nel lungo manoscritto Castelleonea Sacra, redatto fra il 1799 ed il primo ventennio del nuovo secolo, l’insigne Mons. Alessandro Pagani descrisse le processioni che durante l’anno si compivano al Santuario della Misericordia “in occasione di siccità, di piogge ostinate, di mortalità di bestiami, di malattie epidemiche, di guerre vicine ed altri simili bisogni o calamità”. Le lunghe file di fedeli e penitenti partivano da Porta Isso e percorrendo un tragitto stretto e tortuoso (la realizzazione del Viale Santuario ebbe inizio solo nel 1817) giungevano al piazzale del Santuario per il canto dell’Ave Maris Stella e degli altri inni alla Beata Vergine. Terminate le sacre funzioni, la processione riprendeva il cammino passando davanti al cimitero per l’assoluzione ai defunti e rientrava in chiesa parrocchiale per la Benedizione Solenne. Una volta all’anno, alcune delle parrocchie vicine accorrevano al Santuario in segno di profonda e costante devozione alla Madonna: già nel 1817, le parrocchie di Trigolo, Fiesco e Corte Madama avevano consolidato la tradizione dell’annuale pellegrinaggio “in qualche festa precedente il dì 11 maggio, o nei giorni 12, o 13, o in qualche festa successiva”, mentre meno assidue risultavano le parrocchie di Gombito, Cornaleto, San Bassano e Casalmorano (quest’ultima distante 6 miglia). L’evento del pellegrinaggio, che di per sè si riallaccia agli esodi di biblica memoria, agli inizi dell’800 a Castelleone seguiva perciò una prassi già collaudata nel tempo e che Mons. Pagani sintetizzò così: “Il Parroco rispettivo ne chiede il previo permesso al Preposto, e ne previene quella Fabbriceria, all’oggetto eziandio di non coincidere nell’ora con un’altra Parrocchia, quando ivi vengano nello stesso giorno. Ogni Parrocchia venendo suole portare offerta di Cera alla B.V. in candele, che si collocano in mazzi sui gradini dell’Altare. Ivi quel Parroco canta la Messa e dà la Benedizione al suo Popolo: qualche volta gli fa anche un breve discorso. La Parrocchia stessa paga gli inservienti alla Funzione, Organista, Campanaro, etc. Le Torri della Parrocchiale nostra, del Santuario e d’altre Chiese presso le quali passano tali processioni, al loro avvicinarsi e nel venire, e nel tornare, suonano a festa, e il Popolo, che compone la Comitiva in processione canta e venendo e tornando le Litanie.

Nei giorni della ricorrenza delle apparizioni, sul piazzale del Santuario si teneva una sorta di Fiera e per maggiore comodità dei forestieri si improvvisavano delle osterie; costituiva “zelo della Rappresentanza Comunale e della Fabbriceria di non permettervi saltimbanchi, cerretani (ciarlatani, imbroglioni) o altre cose di strepiti che (potessero) disturbare la divozione”. Men che meno fu  gradito al parroco di Castelleone, nel 1822, il passaggio della processione trigolese davanti alla chiesa parrocchiale con “canti e suoni”.

La proibizione di accompagnare i pellegrini con la musica nel tempo cadde in disuso; anzi, dopo la fondazione del Corpo Bandistico di Trigolo ad opera di Antonio Anelli, avvenuta nel 1848, venne infatti consolidandosi la tradizione di compiere il pellegrinaggio (circa 10 chilometri) da Trigolo a Castelleone con il servizio dei bandisti, in modo da rendere il rituale più solenne. Questo “servizio liturgico” veniva pagato con regolare mandato dalla Parrocchia di Trigolo, come accadeva per i cantori. In archivio parrocchiale sono ancora conservate le ricevute del 1863 e del 1898 comprovanti la continuità del servizio, che nel corso del ‘900 fu sospeso solo negli anni delle due guerre mondiali. Al termine dei due conflitti l’accompagnamento della processione alla Misericordia coincise anche con la ripresa dell’attività del corpo bandistico.

 

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L’annuale pellegrinaggio si compiva a piedi (andata e ritorno), trasportando coloro che erano in difficoltà su carri trainati da cavalli, mentre i più facoltosi utilizzavano le carrozze; agli inizi del ‘900 i più pigri utilizzavano biciclette, motocicli e più tardi le automobili, ma qualunque fosse il mezzo di trasporto l’importante era non mancare all’appuntamento. L’occasione, paragonabile per rilevanza alla Sagra del paese, vedeva spesso il rientro di coloro che si erano trasferiti altrove per lavoro ed il pranzo al sacco dinnanzi al Santuario costituiva perciò momento di festa e di riavvicinamento tra le famiglie.

 

Da: La Fiaccola di Trigolo, 3 luglio 1966:

1 maggio: Pellegrinaggio parrocchiale alla Madonna della Misericordia

Banda (in grande tenuta nuova fiammante) in testa, il lungo corteo ha preso il via per “bruciare” a piedi gli undici chilometri che lo portarono al sempre caro Santuario della Madonna della Misericordia. Gli invalidi avevano il servizio di pullman e di macchine. Qualche pigro tirò fuori la motocicletta o la bicicletta ... e così la S.Messa solennemente cantata e la funzione pomeridiana hanno visto il bel Santuario gremito di trigolesi e di ex trigolesi calati da Milano per questa visita, entrata nella loro vita spirituale come qualcosa di necessario. Vedendo la devozione e lo spirito di sacrificio della maggior parte che torna a casa, rifacendosi ancora a piedi gli undici chilometri, vien da pensare che, nonostante tutto, la nostra gente vuol ancora bene alla Madonna e al Signore.”

 

 

Fortunatamente questa bella tradizione di fede ha varcato anche la soglia del terzo millennio, mantenendo inalterata quella freschezza che nasce dalla partecipazione numerosa, dai canti, dai suoni ma soprattutto dalla profonda devozione alla Madonna della Misericordia, apparsa ad una povera contadina delle nostre campagne cinque secoli or sono ma sempre attuale nel suo messaggio di speranza.

 

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Bibliografia:

Clemente Fiammeno: Historia della Chiesa di Santa Maria della Misericordia - 1633  rist. anast. 1986

Giancarlo Pandini: Castelleone: Il Santuario della B.V. della Misericordia - 2000

Mons. A. Pagani: Castelleonea Sacra - 1799-1819 -manoscritto, presso Biblioteca di Castelleone

Abate Bartolomeo Chiappa: Memorie storiche del Santuario della B.V. della Misericordia - 1^ ediz. 1822

AA.VV.: Il lungo cammino del corpo bandistico “Giuseppe Anelli” di Trigolo - 2003