La chiesa parrocchiale 

  

 

 

 

ORARIO S. MESSE:

FERIALE: 8,30

SABATO: 18,00

DOMENICA: 08,00-09,30(Casa di Riposo)-10,30

 

CONFESSIONI:

Al sabato alle ore 17.00.

Ultimo mercoledì del mese per tutti i ragazzi alle ore 15.30

 

ROSARIO COMUNITARIO: Tutti i giorni alle ore 17.30

 

 

 

 

 

 

LA STORIA:

La titolazione a S. Benedetto della Chiesa Prepositurale, anticamente denominata “San Martino de Trinulo”, potrebbe derivare dall’ingerenza dei monaci benedettini presenti in territorio trigolese presso la cella di S. Vitale (Bolla di Urbano II del 1095 e Privilegio di Innocenzo II del 1132).

Le frammentarie notizie raccolte rivelano che nel 1385 la Parrocchia di Trigolo costituiva una semplice rettoria della Diocesi cremonese, sotto la Pieve di Bressanoro e successivamente sotto quella di Juvenaltae (Genivolta).

Demolita la primitiva chiesa parrocchiale a forma di croce greca nel 1694, dal 1705 al 1720 si procedette alla costruzione dell’attuale a forma di croce latina.

Nel 1805 fu rifatto l’Altare Maggiore in marmo stile impero mentre l’antico del 1752 fu portato all’altare del Rosario.

Nel 1897 fu prolungata la chiesa di una campata e innalzato il timpano nella facciata con la collocazione di tre grandi statue raffiguranti S. Benedetto, S.Paolo (compatrono della Parrocchia) e S. Giuseppe.

Agli inizi del900, per volontà sempre del Parroco Don Carlo Emanuele Scotti venne rifatto il pavimento in cotto e ricostruito dalla Ditta Balbiani l’antico l’organo degli Amati già ricco di 45 registri, dotandolo anche di una nuova cantoria in legno.

In questi ultimi anni, invece, in occasione del Giubileo 2000, il nuovo parroco don Giuseppe Ferri ha provveduto al riordino del tetto, all’installazione dei nuovi impianti di illuminazione e di riscaldamento sotto il pavimento, alla deumidificazione delle pareti, alla computerizzazione dell’automatismo delle campane nonchè al rifacimento del pavimento in cotto. La Parrocchia ha inoltre sostenuto, grazie alla generosità della comunità, il gravoso onere della ripulitura degli affreschi e delle decorazioni, del recupero delle opere artistiche, della pulizia dell’organo della sistemazione di tutte le vetrate.

 

LE OPERE ARTISTICHE:

 

 

 

  A. Il crocefisso

 

 vero gioiello della Chiesa Parrocchiale, quest’opera lignea a grandezza naturale viene attribuita allo scultore soresinese Giacomo Bertesi (1644-1710), già autore di importanti opere di fama mondiale.

 

 

  

 

 

B. Affresco della Madonna Assunta: dopo il recente restauro, è ora possibile ammirare in tutta la sua luminosità e delicatezza pittorica questo affresco settecentesco del grande pittore cremasco Mauro Picenardi, autore di decorazioni in numerosissime chiese del cremasco e del bergamasco. (1735 – 1809).

 


 

 

C. Il ciclo pittorico di Stefano Lambrini: si tratta di una splendida composizione di otto tele raffiguranti angeli che portano gli strumenti del martirio di Cristo: la colonna della flagellazione, la scala, il calice amaro, i dadi della sorte della tunica, la borsa dei denari di Giuda, il velo insanguinato, la corona di spine, la croce. Sono collocate naturalmente all’altare del crocefisso. Quattro di esse sono state purtroppo trafugate. La parrocchia ne rivendica comunque la proprietà. Quelle mancanti sono queste:

 


 

 

 

D. Il polittico di Giambattista Paleari (1811):  si trova all’altare della Madonna del Rosario e raffigura i quindici misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi del rosario. L’archivio parrocchiale possiede un’ampia documentazione anche sulle commissioni e sui pagamenti fatti al Paleari.

E. La grande pala di S. Francesco da Paola attribuita al Pesenti: Proviene dalla ormai demolita ex chiesa dei Disciplini, di proprietà della Confraternita della SS.Trinità. Essa fa parte del ciclo trinitario insieme alla settecentesca pala di S. Antonio col Bambino , alla seicentesca tela dell’incoronazione di Maria e al marmoreo altare del crocefisso. Al centro campeggia la grande figura del Santo attorniato da un nugolo di angeli.

F. Pala di S. Antonio col bambino.

Dipinto ad olio su tela, dalle dimensioni cm. 120 x 197, ha per soggetto S. Antonio da Padova benedicente con in braccio Gesù Bambino che tiene un giglio in mano. Sulla sinistra si affianca una monumentale base e l’inizio di una possente colonna in marmo rosso e grigio-avorio, mentre sulla destra si apre un cielo nuvoloso. Sotto questo cielo, al di là di un fiume, si intravede un piccolo paese e alcune colline. Anche questa tela settecentesca di proprietà della Confraternità della SS: Trinità proviene dalla ormai demolita ex chiesa dei Disciplini. Venne fatta recuperare e restaurare dal parroco don Ferri grazie al sostegno economico delle sorelle Pedruzzi nel 1997.

G. La Madonna coi Santi protettori del Ruini.

La grande tela ad olio, misura infatti cm. 330 x 240, è stata eseguita dal Prof. Ruini di Cremona nel 1915, come supplica ed ex voto delle famiglie trigolesi per protezione dei soldati impegnati nella prima guerra mondiale. Il quadro rappresenta la Madonna seduta in trono col Bambino Gesù sulle ginocchia, mentre ai suoi lati sono presenti i patroni della Parrocchia S. Benedetto e S. Paolo. Tutta la composizione è poggiata su un pavimento in mattonelle leggermente marmorizzate disposte a scacchiera. Dietro al trono, riccamente decorato da un tappeto arabesco, si evidenzia una grande corona formata da rami di limone, la cui simbologia è quella atropaica di protezione e liberazione dal male. La composizione del quadro è rigidamente strutturata a piramide e l’ambientazione è all’aperto sotto un cielo leggermente nuvoloso e il tutto avvolto in una luce aurorale. 

H. L’incoronazione della Madonna

La seicentesca tela proviene dalla ex chiesa dei Disciplini ed era esattamente la pala dell’altare maggiore a forma rettangolare. Quando negli anni sessanta venne portata nella parrocchiale essa fu incastonata nel coro al posto della tela del Ruini e venne impreziosita con stucchi di buon gusto eseguiti dal maestro Giovanni Somboli e ampliata nella parte superiore. Domina attualmente la navata centrale ed è in buon stato di conservazione.

I. Gesù nell’orto degli ulivi dei fratelli Recchi.

Il dipinto settecentesco ad olio misura cm. 238 x 152 ed è stato donato dalla famiglia Pestalozzi alla parrocchia nel 1983. Proviene dalla cappella funeraria dei Pestalozzi di Chiavenna ed è attribuito ai fratelli Recchi. Attualmente è collocato in sagrestia ed è stato da poco restaurato grazie al sostegno economico delle famiglie CamozziSalvini. Ha per soggetto Cristo che prega sul monte degli ulivi. Il tema è rappresentato in una notte illuminata dalla luna piena, la luna primaverile pasquale. In alto un angelo venuto a confortare il Divin Maestro agonizzante, cosciente però delle terribili prove a cui sta per andare incontro. A sinistra nella parte inferiore sono dipinti i tre apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, addormentati e incapaci di vegliare col Cristo.

L. La pala di Padre Arsenio da Trigolo ( 1998)

Questa tela dipinta ad olio dal Prof. Giuliano Costa, voluta appositamente dal parroco Don Giuseppe Ferri, è stata inaugurata il 15 giugno 1998. E’ stata commissionata per ricordare l’apertura del processo canonico di beatificazione di P. Arsenio, per festeggiare l’arrivo a Trigolo della comunità delle sue suore  presso l’Opera Pia Casa di Riposo e per arricchire la parrocchiale dolorosamente impoverita di opere artistiche a causa dei furti. La tela misura cm. 120 x 187 e fa da specchio al dipinto di S. Antonio. Per questa ragione l’artigiano Giuseppe Cigoli ha realizzato l’apposita cornice imitando quella settecentesca di S. Antonio.

M. Gli affreschi di Paolo Arzuffi di Bergamo

Gli affreschi sono recenti e sono stati dipinti nel 1957 dal Prof. Paolo Arzuffi di Bergamo. Nella lunetta sopra il coro sono raffigurati il Pantocratore e i santi patroni Benedetto e Paolo apostolo, mentre nella volta sopra l’altare maggiore vi è dipinto il profeta Elia, addormentato sotto il ginepro che viene svegliato e confortato dall’angelo. La pulizia e il restauro appena eseguiti hanno rivelato una mano professionale e un uso del colore sapiente. Le nuove vetrate a luce naturale permettono di leggere il ciclo pittorico dell’Arzuffi nella sua più vera e squisita bellezza cromatica.

N. La settecentesca reliquia della S. Croce

La bolla di autentica porta la data 16 maggio 1793. Il documento storico di accompagnamento proviene dal palazzo vescovile di Genova. Si presume quindi che per via mare sia arrivata dalla Palestina, mentre con certezza si apprende da un altro documento che il 14 agosto 1828 essa venne donata alla parrocchia da una certa Teresa Rossi.

 

 

 

N.B. LA PARROCCHIA E’ COMUNQUE CONTINUAMENTE ALLA RICERCA ANCHE DI TUTTE LE SUE OPERE TRAFUGATE E NE RIVENDICA LA PROPRIETA’. CHI AVESSE NOTIZIE E’ PREGATO DI COMUNICARCELE.

VI E’ ANCHE UNA DENUNCIA DEPOSITATA PRESSO I CARABINIERI .

 

ECCO ALCUNE OPERE RICERCATE:

 

 


La consacrazione di S. Luigi

 


La conversione di S. Paolo

 


    La Madonna col Bambino