STORIA
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Venticinque anni di una comunità
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Il 1° novembre 1972 la comunità dei Padri Sacramentini si trasferisce dalla chiesa di Sion a Via dei Modiano 3, nella sede chiamata "Villa Rinascita", dando inizio al loro servizio pastorale nel rione Campanelle. | ||
Il 12
febbraio 1978 la comunità di S.
Marco Evangelista, per decreto del Vescovo Mons. Lorenzo Bellomi,
iniziava il cammino come parrocchia autonoma. |
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25 aprile 1981: |
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Dal 1982 la festa di S. Marco, patrono della parrocchia, è
completata da una sagra, con pesca di beneficenza, lotteria, tombola
e griglia. |
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Nel 1983 ha luogo la prima visita pastorale del Vescovo Diocesano. La domenica 23 ottobre si celebra nella nuova chiesa, come apertura della visita stessa. L'ambiente è ancora lontano dall'essere terminato. | ||
L'Oratorio, benedetto dal Vicario Generale Mons. Piergiorgio Ragazzoni, la domenica 15 novembre 1987, è il punto di catechesi e di aggregazione della comunità. Nella foto, una rappresentazione dei bambini. |
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Il soggiorno estivo in montagna è una delle tradizioni della
parrocchia: Nella foto, P. Cirillo celebra l'Eucaristia tra i monti. |
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Il 25 aprile 1992
viene consacrata la nuova chiesa, a pochi mesi dalla morte di P. Giuseppe. L'interno della chiesa ha forma avvolgente: è pensato come un'architettura che simboleggia l'animo comunitario. |
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Il 4 dicembre 1993, con
l'inaugurazione della casa religiosa, viene completata la struttura
del complesso parrocchiale S. Marco.
A fare gli onori, il secondo parroco di S. Marco: P. Valentino Grigis. |
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Il 24 febbraio 1997, a due anni dalla morte di P. Valentino, il Vescovo Mons. Eugenio Ravignani benedice la nuova cappella feriale, ricavata nella sacrestia e dedicata a S. Marco. | ||
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Il tabemacolo, benedetto dal Vescovo Mons
E. Ravignani il 24 febbraio 1997, è
una fusione in bronzo, opera del prof. Vincenzo Navarra. Sviluppa il
tema della presenza di Dio nel segno della nube che si posa su una tenda
(il ricordo è all'esperienza dell'Esodo). La tenda indica la nostra realtà, il nostro essere sulla terra; la nube è il segno della presenza di Dio che scende a incontrare l'uomo (per questo all'intemo della nube è stato ricavato lo spazio per la custodia dell'Eucaristia). |
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