LA  TELA  DI SAN ROCCO

 

Descrizione

Il dipinto raffigura San Rocco in estasi con il suo cane davanti ad un ampio paesaggio montano, con il ginocchio destro appoggiato sulla roccia. L'opera è firmata da Vincenzo Paliotti e datata 1852. Il Paliotti, per quanto ne è dato di sapere, era un pittore romano attivo soprattutto a Roma, Napoli e Lecce, morto nel 1894. L'Autore è conosciuto per la sua attività da ornamentalista svolta nei dintorni di Napoli e al Teatro Nuovo di Lecce, e per la commissione che aveva avuto nel 1861 a Roma, dal Cavalier Romualdo Gentilucci, di illustrare in grandi tele, insieme con altri artisti, i temi della Divina Commedia di Dante Alighieri. A Napoli ha firmato delle decorazioni sulle pareti di alcune sale della Villa Pignatelli - oggi Museo - e a Lecce ha eseguito il sipario del Teatro Nuovo. Il Thieme-Becker nomina altri lavori dell'autore in una chiesa a Valle di Pompei, a Castellammare di Stabia e nell'Achilleion di Corfù. In che maniera il "San Rocco" sia finito a Torrevecchia Teatina non è dato di saperlo.

 

Stato di conservazione

La tela è collocata piuttosto in alto, dietro l'altare maggiore della moderna chiesa parrocchiale intitolata proprio al Santo ed è, per questo motivo, al momento poco ispezionabile. Comunque, il dipinto sembra essere indiscrete condizioni, a prescindere da uno strato di vernice ingiallita e sgretolata che offusca i dettagli, soprattutto del paesaggio.

 

Interventi di restauro

Il dipinto sarà imballato adeguatamente e trasportato in laboratorio, dove sarà schedato e documentato il suo preciso stato di conservazione e la sua tecnica di esecuzione. Il San Rocco, forse, non avrà bisogno di foderatura, in quanto non presenta, a prima vista, lacerazioni e deformazioni della tela; l'adesione della pellicola pittorica al supporto sembra essere ancora discreta. Il dipinto sarà spolverato cautamente e, se il suo telaio lo permette ed è ancora in buone condizioni, sarà semplicemente teso battendo le zeppe; se, invece, il telaio non fosse estendibile, è consigliabile cambiarlo con uno nuovo. Solo allora il dipinto sarà smontato dal suo telaio e si deciderà se è necessaria una foderatura totale o parziale (dei bordi, per intenderci). La tela sarà, quindi, foderata su tela patta con colla di pasta fredda e stirata accuratamente per consolidare uniformemente lo strato pittorico ed il supporto originale. Il dipinto sarà, poi, teso su un telaio (nuovo) di legno estendibile e con traverse sufficienti. A questo punto, si rimuoverà la velatura con acqua molto calda. Il San Rocco avrà bisogno di una pulitura molto leggera, rimuovendo soltanto lo strato di vernice alterata. Quindi, con una serie di saggi sui vari pigmenti, saranno stabiliti i solventi più idonei ed il dipinto sarà pulito nel rispetto della patina ormai acquistata nel tempo. A pulitura ultimata l'opera sarà verniciata con vernice retoucher a pennello per nutrire il colore, e saranno eseguite le necessarie stuccature con stucco a base di gesso di Bologna e colla di coniglio e rasate a livello. Le reintegrazioni da fare saranno concordate con la direzione scientifica dei lavori (Soprintendenza ai B.A.A.A.S.) e saranno eseguite con tratteggi ad acquerello sulla stuccature più estese ed a velature con colori a vernice per il ritocco su quelle minori. Infine, il dipinto sarà protetto con uno strato leggero di vernice matt data per nebulizzazione.