LA  TELA  DELL'ADDOLORATA

 

Descrizione

Il dipinto raffigura l'Addolorata seduta su una nuvola con, alla sua sinistra, San Rocco e, alla sua destra, un prelato. Tra le due figure in primo piano si intravede un paesaggio e il cane di San Rocco. In alto, sia a destra che a sinistra, si trovano due gruppetti di cherubini. La composizione piramidale perfettamente equilibrata tradisce un autore di buona mano, e lo confermano anche i tre ritratti dei personaggi principali.

Per quanto concerne la figura del prelato, ci è suggerito in parrocchia che potrebbe trattarsi di padre Alessandro Valignano, personaggio nato a Chieti nel 1539, entrato nel noviziato dei Gesuiti a Sant'Andrea al Quirinale nel 1566, ordinato sacerdote nel 1571, che divenne legato plenipotenziario del Padre Generale dei Gesuiti per le missioni che comprendevano l'India, la Cina e il Giappone. Morì a Macao nel 1606. Però, indagando più a fondo, si è appreso che il Valignano non fu mai vescovo né cardinale (mentre la figura in questione indossa l'abito episcopale). Quindi è più probabile che non sia lui il personaggio raffigurato.

Il dipinto proviene dalla vecchia chiesa parrocchiale di Torrevecchia Teatina, sita nel palazzo ducale, anticamente di proprietà dei Valignani, ora auditorium ad uso della Fondazione dell'Università d'Annunzio. All'interno della chiesa-auditorio è visibile la cornice in stucco, corrispondente alle sue dimensioni, da cui la tela è stata tolta e portata nella nuova chiesa parrocchiale.

 

Stato di conservazione

Il dipinto, allo stato attuale, è poco leggibile a causa di un pesante strato di fumo nero delle candele che offusca tutti i suoi dettagli. I suoi materiali costitutivi sono fortemente inariditi a fragili, ma la pellicola pittorica è ancora intatta senza grandi cadute di colore. Il craquelé è accentuato e si è fortemente impresso il telaio nella tela. La metà superiore è attraversata da un graffio su quasi tutta la larghezza del dipinto. A sinistra della metà inferiore, all'altezza dei polpacci di San Rocco, insiste una grande lacerazione della tela con cadute di colore attorno ad essa.

 

Interventi di restauro

Il dipinto sarà imballato adeguatamente e trasportato in laboratorio, dove sarà schedato e documentato il suo preciso stato di conservazione e la sua tecnica di esecuzione. L'Addolorata sicuramente necessita di un restauro completo. Sarà, quindi, spolverata cautamente e velata con carta velina e colletta prima di essere staccata dal suo telaio; il retro sarà pulito e saranno asportate le toppe. Le cuciture saranno abbassate e fissate dal retro insieme alle lacerazioni con velatini di garza e colletta. la tela sarà, in seguito, foderata su tela patta con colla di pasta fredda e stirata accuratamente per consolidare uniformemente lo strato pittorico ed il supporto originale. Il dipinto sarà, poi, teso su un telaio nuovo di legno estendibile e con traverse sufficienti. A questo punto, si rimuoverà la velatura con acqua molto calda. L'Addolorata avrà bisogno di una pulitura molto accurata, viste le condizioni in cui versa, per poterne apprezzare nuovamente i suoi colori originari. Quindi, con una serie di saggi sui vari pigmenti, saranno stabiliti i solventi più idonei ed il dipinto sarà pulito nel rispetto della patina ormai acquistata nel tempo. A pulitura ultimata l'opera sarà verniciata con vernice retoucher a pennello per nutrire il colore, e saranno eseguite le necessarie stuccature con stucco a base di gesso di Bologna e colla di coniglio e rasate a livello. Le reintegrazioni da fare saranno concordate con la direzione scientifica dei lavori (Soprintendenza ai B.A.A.A.S.) e saranno eseguite con tratteggi ad acquerello sulla stuccature più estese ed a velature con colori a vernice per il ritocco su quelle minori. Infine, il dipinto sarà protetto con uno strato leggero di vernice matt data per nebulizzazione.