Storie della Vergine
e dell'infanzia di Gesù

Affreschi: cm.290x380
data: "die 12 augusti 1544"

 

Nella chiesa di S.Giacomo, nell'omonima frazione di Teglio, a sinistra del presbiterio è ubicata una cappella decorata con affreschi risalenti al "die 12 augusti 1544", come attesta una iscrizione effigiata sullo strombo di una finta finestra.

Sulla parete di fondo, in cui era stata aperta una porta, richiusa in un secondo tempo e sostituita da un oculo, in epoca imprecisata, è ritratta l'Assunzione della Vergine.
La Madonna, iscritta in una mandorla di nubi attorniata da quattro angeli, è visibile a mezzo busto in quanto la parte inferiore della figura è andata perduta nel corso dei vari rimaneggiamenti di cui si è detto.

Nella parte inferiore sono invece raffigurati gli Apostoli in qualità di testimoni del sacro evento.

Sulla parete destra, al di sopra di una finestrella cieca e dipinta è rappresentata l'incoronazione della Vergine, mentre nel registro inferiore compare una Fuga in Egitto.

La parete sinistra è decorata con la scena della Presentazione della Vergine al tempio. Maria, abbigliata con una candida tunica, si appresta a salire una lunga scalinata, alla cui sommità l'attende un sacerdote, sotto gli sguardi di alcuni astanti.

La volta a crociera, ripartita in quattro vele da cornici gialle a candelabre vermiglie, è a lapislazzuli; mentre in due spicchi figurano due angeli musicanti.

Le spallette dell'arco che immette nella cappella sono ornate da vari episodi di storia sacra, tra cui figura il Matrimonio della Vergine.
Giuseppe e Maria congiungono le loro mani in quelle del sacerdote, attorniati da personaggi di diversa estrazione, tra cui spicca il volto di un giovane dal copricapo rosso che fissa lo spettatore.

Più in alto compare la Circoncisione di Gesù, mentre dalla parte opposta sono rappresentate due splendide figure di Madonne dai lineamenti delicati, che contrastano con quelli di tutti gli altri personaggi, di fattura più grossolana.

Lo stato di conservazione di questa decorazione ad affresco è discreto. Purtroppo l'umidità ha provocato la caduta dell'intonaco della zoccolatura dei muri perimetrali. Non mancano anche graffiti di mano di vandali, datati a partire dal Cinquecento.

Il ciclo è stato segnalato per la prima volta da Togni nel 1974 che lo ha attribuito a Valorsa, seguito dalla Guida turistica del 1979.
Una nuova proposta critica deriva dalla dottoressa Coppa (1985) che ascrive l'opera al cosiddetto "maestro di Santa Lucia".
Riterrei che il suddetto maestro coincida con la persona di Vincenzo De Barberis da Brescia, in quanto molti sono i raffronti possibili tra i dipinti di queste personalità.
Se le Madonne della Natività e dell'Adorazione, che richiamano per tipologia e stile quella ritratta nel chiostro di Sant'Antonio a Morbegno, possono essere ricondotte alla mano del Se Barberis, la fattura artigianale di molte delle altre figure deve essere imputata, a mio giudizio, all'intervento degli allievi del pittore bresciano, che si sono cimentati nella ripetizione dei modelli del maestro.
Si notano infatti delle affinità tra la tipologia del viso di Maria nella Presentazione al tempio o nello Sposalizio con la Maddalena sia della "Madonna del latte", sia della tavola di Mazzo, anche se è necessario sottolineare che la resa pittorica molto più corsiva confermerebbe l'intervento di aiuti di bottega.
Se la figura ricciuta che compare all'estrema sinistra della scena raffigurante lo Sposalizio della Vergine sembra anticipare gli angeli musicanti di San Pietro, il viso del soldato che si intravede tra il sacerdote e S.Giuseppe ricorda, nell'esasperato caratterismo, quelli dei militi della Salita al Calvario nel chiostro del monastero sopra Sondrio.